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Cronaca

Gli ultimi americani lasciano Saigon

Gli ultimi americani lasciano Saigon

Il 29 marzo 1973, l’ultimo contingente di truppe americane lascia Saigon, capitale del Vietnam del Sud. Si conclude così l’aspro conflitto iniziato otto anni prima con i bombardamenti ordinati dal presidente Johnson sui territori del Vietnam del Nord e con l’intervento terrestre cominciato verso la fine del 1965.


Il ritiro delle truppe americane era iniziato già nel 1969, deciso da Johnson e poi continuato dal presidente Nixon, dal momento che la guerra non dava i frutti sperati e il movimento di protesta contro l’intervento militare aveva raggiunto ormai, in quell’anno, dimensioni internazionali. Esso avvenne gradualmente, a scaglioni, mentre le ostilità proseguivano, soprattutto con le incursioni aeree, i bombardamenti al napalm e la strenua resistenza dei vietnamiti del Nord e dei “partigiani” Viet Cong.

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La guerra del Vietnam combattuta dagli Stati Uniti si innesta sulla complessa questione dell’Indocina ed è soltanto uno dei conflitti che sconvolsero questa regione, fin dal 1940. Per quanto non sia facile, cercherò qui, a grandi linee, di ricostruire la vicenda.

Il Vietnam, geograficamente, fa parte della penisola indocinese, alla quale appartengono anche il Laos e la Cambogia. L’Indocina, fin dalla fine dell’Ottocento, era una colonia francese e il Vietnam non esisteva come nazione indipendente. Nel 1940, i francesi si arresero a Hitler: di conseguenza abbandonarono l’Indocina, che cadde così nelle mani dei giapponesi. Il Giappone, che mirava a costituire un impero in tutto l’oriente asiatico, occupò militarmente l’Indocina, lasciando però intatta l’amministrazione coloniale francese.

Nel 1941, i vietnamiti costituirono un Fronte di liberazione comunista sotto la guida del leader Ho Chi Minh, che iniziò la guerriglia contro i giapponesi. Nel 1945, con la resa del Giappone e la fine della Seconda guerra mondiale, il Fronte di liberazione proclamò la nascita dell’indipendente Repubblica Democratica del Vietnam. A questo punto, però, i francesi cercarono di riappropriarsi dei loro vecchi possedimenti coloniali e, con il placet degli Stati Uniti, rioccuparono Saigon, nel Vietnam del Sud.

Nel 1947, riprendono così le ostilità: questa volta tra i francesi, che controllano il Vietnam del Sud, e il Vietnam del Nord, sotto la guida di Ho Chi Minh. La Francia si oppone alla nascita dello Stato indipendente vietnamita, mentre Ho Chi Minh vuole uno Stato unico.

Il conflitto, molto aspro, si protrae per più di sette anni. Gli Stati Uniti aiutano militarmente i francesi, mentre il Vietnam del Nord è aiutato dall’Unione Sovietica e dalla Cina (che nel 1949 diventa comunista).

Nel 1954, i francesi si arrendono e lasciano il Vietnam. Gli accordi di pace si concludono con la creazione temporanea di due Stati: Vietnam del Sud, con capitale Saigon, e Vietnam del Nord, con capitale Hanoi. La questione dell’unificazione viene rimandata.

Nel 1957 si riapre il conflitto armato fra Sud e Nord, sempre per la solita questione dell’unificazione. I Viet Cong penetrano nei territori del Sud e compiono atti di guerriglia e attentati, infliggendo gravi perdite all’esercito del Vietnam del Sud.

Nel 1961, il presidente Kennedy inizia, gradualmente, a inviare “consiglieri militari”, unità navali e truppe a presidiare il Vietnam del Sud, ufficialmente per preservarlo dagli attacchi terroristici. Nell’agosto del 1964, si verificano alcuni scontri nel Golfo del Tonchino, tra navi americane e vietnamite, sicché il presidente Johnson, nel frattempo subentrato a Kennedy (assassinato a Dallas), riceve “carta bianca” per risolvere il conflitto anche militarmente. Nei primi mesi del 1965, iniziano i primi raid aerei americani sul Vietnam del Nord.

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Dopo il ritiro delle truppe americane, il conflitto proseguì, fra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud, per altri due anni, finché, nel 1975, i vietnamiti del Nord invasero Saigon. Ancora un anno più tardi fu dichiarata la nascita del Vietnam, come Stato unico, indipendente e comunista: praticamente dopo 30 anni di guerra.

Per quanto sia difficile fare una stima esatta delle vittime, si ritiene che il conflitto tra Stati Uniti e Vietnam, tra il 1965 e il 1973, sia costato la vita a circa 58.000 militari americani e a 1,5 milioni di vietnamiti, molti anche civili.

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