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Cronaca

La Pietà presa a martellate

La Pietà presa a martellate

Domenica 21 maggio 1972, uno squilibrato danneggiò gravemente la “Pietà”, uno dei più grandi capolavori michelangioleschi, prendendola a martellate all’interno della Basilica di San Pietro, in Vaticano, davanti alla folla di visitatori paralizzata dallo sgomento e dal terrore. Per fortuna alcuni uomini gli si gettarono addosso, impedendo la distruzione irreparabile della scultura.

L’uomo si chiamava Làszlò Tòth, era un geologo di origini ungheresi, di 40 anni di età. Compiendo l’atto vandalico, secondo alcuni testimoni, urlò di essere Gesù Cristo. Venne arrestato, ritenuto incapace di intendere e di volere, internato in un manicomio e successivamente rimpatriato in Australia, da dove proveniva.

Lo sfregio della Pietà suscitò commozione in tutto il mondo. La scultura subì danni ingenti, specialmente sul corpo della Vergine. Grazie ad uno studio molto accurato e ad una meticolosa e complessa ricostruzione, il capolavoro venne restaurato perfettamente.

Dopo quel nefasto episodio, la Pietà può essere ammirata soltanto attraverso una teca di cristallo antiproiettile.

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