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Un ottimo film, a mio parere, anche se l'ho visto molti anni fa e lo passano raramente (almeno mi pare) alla tv...
Uscito nel 1970, narra della presa di coscienza di un giovane studente di college americano, che passa dall'inattività politica all'impegno civile a favore degli studenti afro-americani, discriminati...
La nascita del movimento studentesco, le prime occupazioni, le proteste, fanno da sfondo a un'intensa storia d'amore. Indimenticabile l'ultima scena, dell'intervento violento della polizia nella palestra del college, mentre i dimostranti intonano un inno al pacifismo: "Give peace a chance" di John Lennon...
Qualcuno lo ha visto?
Ultima modifica di Insight il mer 9 set 2020, 17:15, modificato 2 volte in totale.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
Eccomi ! The strawberry statement ("L'affermazione delle fragole") è il curioso titolo originario del film: pare indicasse il disprezzo verso le opinioni degli studenti universitari, irrilevanti come poteva essere il loro gradimento di un tipo di frutta. E' un film basilare della cultura della fine dei Sessanta, con "Easy rider" di Dennis Hopper (di ben altro valore artistico, però, IMHO) e, per l'Italia, "Teorema" di Pasolini. Nel ruolo dei protagonisti, Kim Darby (la ricorderete senz'altro nel "Grinta" di Hathaway, nel ruolo della ragazzina che assolda il cacciatore di taglie John Wayne) e Bruce Davison, diretto da Aldrich in "Nessuna pietà per Ulzana"(grande film settantiano che, ahimé, non vedo da secoli !). Che dire? Da vedere senza dubbio (anche se, come scrive Insight, è difficile "pescarlo": io stessa l'ho potuto vedere una sola volta), per il suo valore storico e culturale. L'aspetto più strettamente artistico del film è meno memorabile: alla regia è un regista soprattutto televisivo, Stuart Hagmann.
Io ne ho un lontano ma intenso ricordo per averlo visto da bambino, trasmesso dalla Rai in pieno sequestro Moro, come mi ha confermato l'archivio del Radiocorriere datando la messa in onda al 4 aprile 1978, ore 21.30, Rete Due.
Naturalmente, data la giovane età, non potevo coglierne tutte le sfumature, ma l'essenza della presa di coscienza e della lotta per la giustizia sociale mi arrivarono comunque, e la visione fu anzi una delle primissime, se non la primissima esperienza, che iniziò a farmi rendere conto del "mondo fuori" a parte le notizie dei telegiornali e i discorsi degli adulti, in un periodo in cui, se si era un minimo presenti a sé stessi, non si potevano non avvertire le turbolenze che agitavano il Paese e il resto del mondo.
E si sa, a quell'età e quando si è ancora, in buona parte, una tabula rasa, e con l'impressionabilità propria della fanciullezza, certe cose restano impresse e le si vive con un certo coinvolgimento emotivo, e per questo amerei rivederlo anche se forse, come scrive Lisa nel suo puntuale post, è rilevante soprattutto come testimonianza storica e meno sul piano artistico, se non altro in confronto ad altri capisaldi del cinema impegnato dei '70 di tematica simile.
Ispirati dalla visione della suddetta pellicola nel lontano 1988 componemmo un brano dal titolo appunto: "Strawberries an' Blood", con il mio gruppo di allora...
Mi piacerebbe ascoltare questo brano, è possibile?
Grazie, Lisa e Barbatrucco per i vostri interventi molto più competenti del mio. Dunque, lo stesso giorno in cui apparve Goldrake, poi trasmisero anche The strawberry statement... Ragazzi, che giornatona quel martedì
Io invece lo vidi per la prima e unica volta verso la metà degli anni Novanta... Mi piacerebbe rivederlo, ma non lo trovo nemmeno in DVD nel negozio dove vado, che solitamente è ben fornito...
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
Mi spiace caro Insight ma credo proprio non sia possibile, non credo di aver conservato registrazioni di allora. In compenso però mi è venuta la voglia di rivedere il film...
Sarebbe bello poterlo vedere, mi sembra interessante. Purtroppo però è vero, non si trova facilmente: in rete ci sono solo brevi spezzoni e il trailer (dove, tra l'altro, si vede anche uno zoetrope, oggetto che mi piacerebbe avere, ma che è difficile da trovare proprio come il film) e Amazon ha un prezzo altino per il DVD
lisa jean ha scritto:The strawberry statement[/i] ("L'affermazione delle fragole") è il curioso titolo originario del film: pare indicasse il disprezzo verso le opinioni degli studenti universitari, irrilevanti come poteva essere il loro gradimento di un tipo di frutta.
In effetti la traduzione non è letterale, come spesso accade; se invece fosse stato uguale a quello che gli è stato dato in Italia il titolo avrebbe suscitato sensazioni sgradevoli nelle donne di lingua inglese: in questa lingua, come in diverse altre infatti le fragole e il sangue sono un'accoppiata...un po' sgradevole
Nonostante questo sarebbe stato molto bello poter ascoltare la canzone composta da Lespaul , peccato che non l'abbia registrata
What we see and what we seem is but a dream. A dream within a dream...
...da lacrimoni!
Mi ha sempre fatto piangere questo film.
Alcuni anni fa c'era in circolo la cassetta, e devo anche essere riuscito a masterizzarlo su dvx (trovarlo, però! Ne ho un esercito... a volte cerco film per ore senza trovarli... ).
L'ho visto credo 3 volte in tutto, ma ogni volta sono sempre lacrime...
Ventitré anni fa ne venne usato il titolo per parodiarlo nel satirico "Fragolino e sanguinella",per l'articolo di una fanzine in cui si raccontava una giornata di lotta politico-studentesca autunnale con l'arma dell'ironia e dell'auto-ironia... il sottoscritto, allora 19enne contribuì nel suo piccolo a scriverlo, anche se il grosso dell'articolo toccò a uno dei futuri fondatori del marchio Wu-Ming (che per ragioni di privacy non nomino).
A dir l'onesta verità, madame, io prendo parte ad un concorso internazionale studentesco, per chi riesce a smerciare più copie dell'enciclopedia a puntate. (Alexander DeLarge)
! The strawberry statement ("L'affermazione delle fragole") è il curioso titolo originario del film: pare indicasse il disprezzo verso le opinioni degli studenti universitari, irrilevanti come poteva essere il loro gradimento di un tipo di frutta. E' un film basilare della cultura della fine dei Sessanta, con "Easy rider" di Dennis Hopper (di ben altro valore artistico, però, IMHO) e, per l'Italia, "Teorema" di Pasolini. Nel ruolo dei protagonisti, Kim Darby (la ricorderete senz'altro nel "Grinta" di Hathaway, nel ruolo della ragazzina che assolda il cacciatore di taglie John Wayne) e Bruce Davison, diretto da Aldrich in "Nessuna pietà per Ulzana"(grande film settantiano che, ahimé, non vedo da secoli 
!). Che dire? Da vedere senza dubbio (anche se, come scrive Insight, è difficile "pescarlo": io stessa l'ho potuto vedere una sola volta), per il suo valore storico e culturale. L'aspetto più strettamente artistico del film è meno memorabile: alla regia è un regista soprattutto televisivo, Stuart Hagmann.
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