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I lunghi giorni delle aquile
- Omero
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Re: I lunghi giorni delle aquile
@ Witheshark. In effetti l'entrata in guerra degli USA cambiò radicalmente le sorti del conflitto aereo, con le nuove stupende macchine in loro dotazione: i P51 per l'appunto, ma anche i P47 Thunderbolt.
Un altro elemento da non sottovalutare fu anche l'ideazione e l'utilizzo dei serbatoi supplementari sganciabili (subalari o sotto la fusoliera) che aumentarono sbalorditivamente il raggio di azione della caccia, permettendo di scortare i bombardieri RAF (di notte) e quegli USAF (di giorno) fin nel cuore della Germania e addirittura in Romania (vedi i bombardamenti delle raffinerie di Ploesti).
Fino a quel momento gli equipaggi dei bombardieri volavano completamente soli per più della metà del loro percorso, in balia della caccia della Luftwaffe. (A quest'ultimo proposito consiglio anche, agli appassionati del genere, il film Memphis Belle: la storia (realmente accaduta) dell'ultima missione - la 25esima - di un B17 dell'USAF).
Nota: mentre i piloti tedeschi non ebbero mai avvicendamenti e restarono in linea fino alla fine della guerra o fintantoché non furono abbattuti, i piloti americani avevano turni di combattimento di 25 missioni consecutive, dopo le quali potevano scegliere di rientrare in patria.
Un altro elemento da non sottovalutare fu anche l'ideazione e l'utilizzo dei serbatoi supplementari sganciabili (subalari o sotto la fusoliera) che aumentarono sbalorditivamente il raggio di azione della caccia, permettendo di scortare i bombardieri RAF (di notte) e quegli USAF (di giorno) fin nel cuore della Germania e addirittura in Romania (vedi i bombardamenti delle raffinerie di Ploesti).
Fino a quel momento gli equipaggi dei bombardieri volavano completamente soli per più della metà del loro percorso, in balia della caccia della Luftwaffe. (A quest'ultimo proposito consiglio anche, agli appassionati del genere, il film Memphis Belle: la storia (realmente accaduta) dell'ultima missione - la 25esima - di un B17 dell'USAF).
Nota: mentre i piloti tedeschi non ebbero mai avvicendamenti e restarono in linea fino alla fine della guerra o fintantoché non furono abbattuti, i piloti americani avevano turni di combattimento di 25 missioni consecutive, dopo le quali potevano scegliere di rientrare in patria.
Hic manebimus optime
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Re: I lunghi giorni delle aquile
Accipicchia Omero, sei una vera enciclopedia vivente di aerei da guerra, bravo
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie- Omero
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Re: I lunghi giorni delle aquile
E' sempre stata una passione, Insight, (vedi anche il capitolo Giochi & Giocattoli - Modellini da costruire). Avrei voluto entrare all'Accademia Aeronautica, proprio negli anni '70, ma alla visita preliminare mi dissero che non avrei mai potuto volare a causa della mia vista. Deluso, lasciai perdere. A terra non volevo rimanere.
Hic manebimus optime
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Re: I lunghi giorni delle aquile
A mio parere questo è il turning point della battaglia d'Inghilterra, determinato anche dall'ordine di Hitler alla Luftwaffe di attaccare le città inglesi come rappresaglia per alcuni bombardamenti (piuttosto limitati) della RAF su alcune città tedesche che provocarono alcune decine di vittime, qualcuno ha ventilato che queste incursioni furono fatte proprio per ottenere questo risultato.Omero ha scritto: Infine ci furono anche una serie di altri errori tattici da parte del comando della Luftwaffe: quando il Fighter Command della RAF era prossimo al tracollo, per i bombardamenti continui dei suoi campi di aviazione, per la stanchezza dei piloti che oramai facevano 5 o 6 sortite al giorno (ogni giorno) e che arrivavano in combattimento con un addestramento pressoché inesistente (si parla di 17enni o 18enni che avevano fatto sui caccia al massimo 6 o 7 ore di pratica prima di essere lanciati in mezzo all'inferno delle sarabande in cielo), e la sottovalutazione del numero di caccia inglesi ancora in esercizio, i bombardieri tedeschi furono dirottati a bombardare principalmente la città di Londra, lasciando il tempo agli inglesi di rimettersi in sesto.
Quindi, chi è causa del suo male...
Aggiungerei poi oltre ai limiti dei caccia tedeschi anche quelli dei bombardieri bimotori (ju-88, he-111 e do-17) della Luftwaffe che avevano oltre che una scarsa autonomia anche un carico bellico piuttosto limitato, del resto questo era la conseguenza della scelta da parte dei tedeschi di creare un'aviazione con una maggiore propensione tattica in appoggio alle forze terrestri invece che strategica.
Dimenticavo, molto bello il film e molto curato, uno dei pochi dell'epoca dove capitava spesso che venissero spacciati dei moderni carri patton per panzer tedeschi.
Ultima modifica di konigstiger il mar 31 ott 2017, 19:42, modificato 1 volta in totale.
- Omero
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Re: I lunghi giorni delle aquile
Ottima la tua osservazione, Konistiger, anche sulla limitatezza offensiva dei bombardieri della Luftwaffe che potevano al massimo definirsi bombardieri "medi". Ben lontani dai carichi massicci che invece potevano portare prima gli Stirling e poi i Lancaster britannici e, più tardi, i B17 americani che, invece e a giusto titolo, possono essere definiti bombardieri "strategici".
La differenza sostanziale la patirono gli abitanti della città di Dresda, completamente rasa al suolo. Non è un eufemismo, tant'è che l'attuale Dresda è stata praticamente ricostruita, anche in quel poco della sua parte antica che c'è adesso. La scelta della città fu fatta con criminale "cura": la maggior parte delle abitazioni erano infatti principalmente in legno, le strade erano strette e gli edifici addossati uno all'altro. Il dosaggio dei tipi di bombe fu studiato a tavolino con un tappeto intermedio di "fosforo" che avrebbe attizzato le travi messe a nudo dalle prime bombe dirompenti. Come pure fu studiato il momento e le condizioni atmosferiche al suolo, ideali - secondo l'intelligence alleata - per sviluppare incendi di enormi proporzioni, impossibili da spegnere perché si sarebbero autoalimentati: la cosiddetta "tempesta di fuoco", con temperature di 1500 gradi. Il raid riusci "perfettamente" e in soli due giorni: il 13 e 14 febbraio del 1945. Questo evento, il più tragico del conflitto aereo in Europa, può ben essere paragonato allo sgancio delle bombe atomiche sul Giappone.
La differenza sostanziale la patirono gli abitanti della città di Dresda, completamente rasa al suolo. Non è un eufemismo, tant'è che l'attuale Dresda è stata praticamente ricostruita, anche in quel poco della sua parte antica che c'è adesso. La scelta della città fu fatta con criminale "cura": la maggior parte delle abitazioni erano infatti principalmente in legno, le strade erano strette e gli edifici addossati uno all'altro. Il dosaggio dei tipi di bombe fu studiato a tavolino con un tappeto intermedio di "fosforo" che avrebbe attizzato le travi messe a nudo dalle prime bombe dirompenti. Come pure fu studiato il momento e le condizioni atmosferiche al suolo, ideali - secondo l'intelligence alleata - per sviluppare incendi di enormi proporzioni, impossibili da spegnere perché si sarebbero autoalimentati: la cosiddetta "tempesta di fuoco", con temperature di 1500 gradi. Il raid riusci "perfettamente" e in soli due giorni: il 13 e 14 febbraio del 1945. Questo evento, il più tragico del conflitto aereo in Europa, può ben essere paragonato allo sgancio delle bombe atomiche sul Giappone.
Hic manebimus optime
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Re: I lunghi giorni delle aquile
Quella tattica fu attuata già nel 43 su Amburgo con effetti disastrosi, provocando circa 40.000 morti, in quel caso diciamo che poteva esserci una giustificazione perché al contrario di Dresda si trattava di una città fondamentale per il Terzo Reich.Omero ha scritto: la cosiddetta "tempesta di fuoco", con temperature di 1500 gradi. Il raid riusci "perfettamente" e in soli due giorni: il 13 e 14 febbraio del 1945. Questo evento, il più tragico del conflitto aereo in Europa, può ben essere paragonato allo sgancio delle bombe atomiche sul Giappone.
Purtroppo parliamo di un'epoca in cui i bombardamenti di precisione erano una chimera per questione prettamente tecnologiche, l'unica alternativa erano i bombardamenti a saturazione, tuttavia la ricerca scientifica nel colpire la popolazione civile non è certo accettabile, anche se giudicare adesso a distanza di 70 anni è piuttosto difficile, ma qui entriamo nel campo dell'etica e della morale che ci porterebbe lontano.
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Re: I lunghi giorni delle aquile
Tornando ai fatti così mirabilmente descritti da questa ottima pellicola, vorrei dire che a mio parere la luftwaffe non avevi i mezzi e soprattutto le capacità operative nè per eliminare completamente la RAF nè per piegare da sola il Regno Unito, anzi mio parere la Wehrmacht non aveva grandi possibilità di attaccare e invadere l'albione, ho sempre pensato che l'operazione Leone Marino fosse un mezzo di pressione e che Hitler comprendendo i limiti dellesue forze armate sperasse semplicemente di portare Londra a delle trattative.
Del resto dopo il fallimento il fuhrer mise da parte definitivamente ogni velleità di invadere le isole britanniche, forse gli U-Boot avrebbero potuto raggiungere quell'obiettivo a medio lungo termine, ma anche in quel caso troppo pochi al momento giusto.
Del resto dopo il fallimento il fuhrer mise da parte definitivamente ogni velleità di invadere le isole britanniche, forse gli U-Boot avrebbero potuto raggiungere quell'obiettivo a medio lungo termine, ma anche in quel caso troppo pochi al momento giusto.
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Re: I lunghi giorni delle aquile
Vero, ma Dresda è rimasta un simbolo, "il" simbolo, anche per il tentativo di intervento di Churchill (edulcorato a posteriori) nei confronti del capo del Bomber Command, Harris, affinché evitasse i bombamenti "terroristici", così definiti dalla stampa e dall'opposizione inglesi dopo Dresda.konigstiger ha scritto:Quella tattica fu attuata già nel 43 su Amburgo con effetti disastrosi, provocando circa 40.000 morti, in quel caso diciamo che poteva esserci una giustificazione perché al contrario di Dresda si trattava di una città fondamentale per il Terzo Reich.Omero ha scritto: la cosiddetta "tempesta di fuoco", con temperature di 1500 gradi. Il raid riusci "perfettamente" e in soli due giorni: il 13 e 14 febbraio del 1945. Questo evento, il più tragico del conflitto aereo in Europa, può ben essere paragonato allo sgancio delle bombe atomiche sul Giappone.
Purtroppo parliamo di un'epoca in cui i bombardamenti di precisione erano una chimera per questione prettamente tecnologiche, l'unica alternativa erano i bombardamenti a saturazione, tuttavia la ricerca scientifica nel colpire la popolazione civile non è certo accettabile, anche se giudicare adesso a distanza di 70 anni è piuttosto difficile, ma qui entriamo nel campo dell'etica e della morale che ci porterebbe lontano.
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Re: I lunghi giorni delle aquile
La mancanza di un bombardiere a lungo raggio e di caccia di grande autonomia per scortarlo fu una delle tematiche decisive per la guerra. Non solo sul fronte occidentale con la battaglia d'inghilterra, ma anche e sopratutto sul fronte orientale. Il solo primo giorno di guerra, infatti, l'aviazione tedesca distrusse 1200 aerei russi, dei quali 800 e più al suolo, e anche nei primi due mesi di guerra il massacro continuò a ritmi impressionanti (basti pensare che alcuni gruppi arrivarono a 1000 vittorie). Ma l'Armata Rossa aveva tempestivamente trasferito tutte le fabbriche fuori dal raggio di azione della Luftwaffe, e così, non avendo un B29 o un Avro Lancaster, i "poveri" piloti tedeschi (tra cui spiccarono Nowotny e Batz con oltre 200 successi cadauno) continuarono a vedere aerei con la stella rossa che arrivavano, si facevano abbattere e venivano rimpiazzati da altri che venivano a loro volta abbattuti e rimpiazzati.
Remember:
Cheap and fast is not reliable
Cheap and reliable is not fast
Fast and reliable is not cheap
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- Iscritto il: mer 27 set 2017, 11:43
Re: I lunghi giorni delle aquile
Francamente ho dei dubbi, l'industria aeronautica tedesca nel periodo 43-45 produsse oltre 50.000 aerei nonostante i massicci bombardamenti aerei alleati, certo si potrebbe pensare che senza ne avrebbero potuti produrre di più, la questione è molto dibattuta.Whiteshark ha scritto:La mancanza di un bombardiere a lungo raggio e di caccia di grande autonomia per scortarlo fu una delle tematiche decisive per la guerra. Non solo sul fronte occidentale con la battaglia d'inghilterra, ma anche e sopratutto sul fronte orientale. Il solo primo giorno di guerra, infatti, l'aviazione tedesca distrusse 1200 aerei russi, dei quali 800 e più al suolo, e anche nei primi due mesi di guerra il massacro continuò a ritmi impressionanti (basti pensare che alcuni gruppi arrivarono a 1000 vittorie). Ma l'Armata Rossa aveva tempestivamente trasferito tutte le fabbriche fuori dal raggio di azione della Luftwaffe, e così, non avendo un B29 o un Avro Lancaster, i "poveri" piloti tedeschi (tra cui spiccarono Nowotny e Batz con oltre 200 successi cadauno) continuarono a vedere aerei con la stella rossa che arrivavano, si facevano abbattere e venivano rimpiazzati da altri che venivano a loro volta abbattuti e rimpiazzati.
Magari avrebbero potuto ottenere migliori risultati attaccando i centri di estrazione e soprattutto di raffinazione dell'industria petrolifera, costringendo l'aviazione russa a terra come accadde alla Luftwaffe a partire dalla seconda metà del 44 anche se ormai le aviazioni alleate avevano una tale superiorità che la situazione sul campo non sarebbe cambiata.