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La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone

Film, cast, attori e registi
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franz75
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Iscritto il: mar 11 apr 2017, 12:22

La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone

Messaggio da franz75 »

Questa volta il meritorio YouTube non è servito, dato che il film (del 1975) è stato trasmesso su Iris in seconda serata una mesetto fa.

Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati, Antonio Avati, Gianni Cavina
Musiche: Amedeo Tommasi

Personaggi ed interpreti (come sempre, quelli che conosco):

Anteo Pellacani: Ugo Tognazzi
Petazzoni, suo factotum: Gianni Cavina
Checco Biancone: Paolo Villaggio
Delia Boccardo: la prostituta incinta (la Santa)
Lucienne Camille: la prostituta negra
Gianfranco Barra: il brigadiere
Lucio Dalla: Fava, il boscaiolo motorizzato

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Il barone Anteo Pellacani ha ereditato dallo zio la casa di famiglia. Detta casa è nota soprattutto perché all'interno del suo giardino svetta rigoglioso un magnifico fico fiorone, il quale, secondo la tradizione popolare, era stato per molti anni il rifugio sul quale si era ritirata Girolama Pellacani, una giovane che aveva sacrificato la sua verginità agli invasori barbari per salvare quella delle altre fanciulle del luogo. Proclamata santa nei secoli successivi, continuava ad operare miracoli e grazie per coloro che si recavano in pellegrinaggio presso il fico della villa. Anche Anteo, promessa dell'atletica italiana all'epoca del fascio, vi si era recato, onde propiziare grandi successi durante l'Olimpiade berlinese del 1936: sfortunatamente, arrampicatosi sul fico, aveva messo un piede in fallo ed era caduto malamente, procurandosi una frattura scomposta che ne aveva decretato la fine della carriera agonistica ed una pesante menomazione alla gamba.
Divenuto ateo, anticlericale e misogino, il suo obbiettivo, una volta entrato in possesso della villa di famiglia, è appunto quello di distruggere il culto della santa, iniziando con l'eliminare il fico fiorone. Arrivato nel paese di Bagnacavallo, tutta la popolazione si mette in allarme (il suo carattere scorbutico e litigioso è ben noto) ed il barone (accompagnato da uno strambo maggiordomo/segretario), mentre le sue arcigne zie ed una cugina (che il barone soprannomina finemente come "la scorreggiona"), tentano di blandirlo, per avere parte anche loro nell'eredità che pensavano di meritare ben più del nipote, persegue con pervicacia il suo blasfemo scopo.
Ad aumentare la confusione, giunge in paese anche uno strano terzetto, costituito da due bellissime meretrici (una delle quali è incinta) e dal loro strambo pappone. Superate alcune esilaranti vicende (fra cui un improbabile tentativo di seduzione della cugina nei confornti di Anteo), una notte il barone vede apparire in cima al fico quella che lui crede essere la figura di santa Girolama. In realtà, si tratta della prostituta in stato interessante, che cerca di sfuggire al suo mestiere. Sfortunatamente, ad uno degli incontri fra un Anteo tutto preso dalla scoperta ed oramai ravveduto e la donna, assiste anche il pappone, il quale, sotto minaccia di percosse, costringe la prostituta ad abbindolare il malcapitato barone, facendogli credere che il pappone stesso sia un inviato celeste: dovranno incontrarsi ad una balera (dal poco esplicito nome di "La passera" :lol: ) per stabilire come onorare adeguatamente il culto della santa, festeggiando altresì il ritorno alla fede di Anteo.
Oramai preso nel gorgo, Anteo si lacia irretire dalla dialettica dello strambo personaggio, accettando di fornirgli 80 milioni per la costruzione di un convento che verrà dedicato alle "suore del fico"...per ottenere i soldi necessari, Anteo si priva di tutto, licenzia il maggiordomo e si riduce a vivere (dopo che la villa è stata acquistata dale zie megere) in una piccola dependance del giardino, vicino al fico, dove spera sempre di veder ricomparire la santa.
Nel frattempo, pappone e passeggiatrici si sono trasferite altrove, ma la ragazza incinta, evidentemente rosa dal rimorso per la truffa perpetrata, decide di tornare indietro. Ricomparirà sul fico durante una fredda notte invernale, giusto in tempo per partorire e morire subito dopo mentre Anteo, pacificato con sè stesso, ma oramai completamente impazzito, prenderà il neonato e si avvierà da solo in mezzo alla tempesta, mentre il culto della santa riprende ancor più vigore.

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Prima di un mese fa, ricordo bene che il film lo avevo visto un paio di volte parecchi anni orsono. All'epoca mi era sembrato un po' troppo strano. Rivisto adesso, devo invece dire che Pupi Avati (incredibile come un regista tanto fantasioso ed eclettico negli anni '70 si sia di fatto ridotto da tanti anni a questa parte a girare sempre lo stesso film), riesce a fondere benissimo le due parti così diverse della pellicola. La straordinaria bravura di un Tognazzi che nel nostro decennio faceva davvero faville, domina sicuramente la prima parte, quella più grottesca ed esilarante. Le scene memorabili davvero non si contano: da quella di apertura (con Anteo che, denudato un cardinale, si avvia ad arestare il Papa, scortato dalle guardie svizzere :lol: ), a quella della recita canora della cugina, con Anteo deciso ad intraprendere un'azione "alla Bakunin", a quella del delizioso cameo di Lucio Dalla, un irsutissimo boscaiolo armato di sega circolare semovente che vorrebbe farsi pagare in contanti, onde favorire un inconro con la bella prostituta di colore (una procacissima bellezza che penso abbia popolato i sogni di parecchi adolescenti del nostro decennio che avessero visto il film... ;) ), ma che rinuncia ad abbattere il fico, in quanto da piccolino era stato guarito dal tifo grazie all'intervento della santa.
Leggendo le varie critiche sui siti specializzati, tanti accusano la seconda parte di non essere altrettanto efficace. E se in effetti la conversione del barone appare un po' troppo repentina (anche qui, strepitosa la scena in cui va in posta, onde chiedere al Pontefice un "armisitizio": sospensione delle reciproche maledizioni... :D ), va detto che anche in questo caso, Tognazzi è straodinario nel delineare la figura del barone ridotto in miseria ma oramai in pace con sé stesso nella sua follia, fino al commovente finale, con la morte di parto della prostituta "santificata".
Notevolissime anche le prove di Paolo Villaggio (con una parrucca bionda esilarante e davvero odioso nei panni del cattivo) e dei caratteristi di contorno, dalle zie (orrende), al parroco del paese (che confessa via videocitofono).
Film magari di impatto non immediato ma che, per dirla in inglese, "grows on you", ad una visione ripetuta.
Belle anche le musiche stile Casadei del solito Tommasi, aiutato anche dalle evoluzioni clarinettistiche del grande Hengel Gualdi.
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galerius
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Re: La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone

Messaggio da galerius »

Sono d'accordo, è un film che si apprezza meglio a ogni nuova visione.
Soprattutto è un esempio di grottesco avatiano riuscito, a differenza del successivo quasi inguardabile Tutti defunti...tranne i morti, che sembra messo in piedi da una filodrammatica di paese.
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
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