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Il piccolo grande uomo (1970)

Film, cast, attori e registi
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Insight
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Il piccolo grande uomo (1970)

Messaggio da Insight »

Altro celebre film western uscito nel 1970. Regia di Artur Penn, protagonista Dustin Hoffman.

Immagine
Il vecchio Jack Crabb, giunto all'improbabile età di 121 anni, racconta la sua lunga vita a un giornalista. Egli è l'unico ad essere sopravvissuto (insieme alla sorella), quand'era piccolo, a un attacco indiano ed è stato salvato, allevato ed educato dai Cheyenne....

Vista la trama molto lunga, la copio direttamente da un sito che ho trovato in rete.
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...Jack Crabb è scampato assieme alla sorella Caroline a un’incursione indiana quando era ancora in tenera età. I due fratelli vengono rinvenuti nella prateria, in mezzo a ciò che resta dei carri arsi, da un indiano cheyenne di nome Ombra Silenziosa, che li sottrae a quell’inferno portandoseli al proprio accampamento.

La sorella durante la notte se la dà a gambe, mentre Jack rimane lì e così viene adottato dalla tribù, entrando nelle grazie di Cotenna di Bisonte, capo anziano e saggio sciamano. Per via della sua piccola statura, al contrario della sua grande intraprendenza, a Crabb viene dato il nome di “Piccolo Grande Uomo”. Tra lui e un suo coetaneo della tribù, di nome Orso Giovane, non corre buon sangue, ma nonostante questo, durante un attacco ad una tribù nemica, Jack gli salva la vita e così Orso Giovane rimane legato a lui da un vincolo di gratitudine.

In seguito all’uccisione di donne e bambini del loro villaggio, ad opera dell’esercito degli Stati Uniti, i cheyenne entrano in guerra contro i bianchi. Allo scontro partecipa anche Jack il quale sta per essere sopraffatto, ma si salva per aver mostrato al soldato la sua carnagione bianca. Dal momento che è stato allevato dai pellerossa si stabilisce che il giovane debba essere educato come tutti gli altri della stessa sua razza, e quindi viene mandato presso un vecchio pastore protestante, fanatico assertore della mortificazione della vita sregolata, per raggiungere la salvezza dell’anima, nonostante la di lui moglie abbia avuto ed ha ancora innumerevoli relazioni fuori dal matrimonio.

In una strana occasione incontra la sorella, ma in principio non la riconosce, in quanto è avvezza a indossare abiti maschili ed è ora a capo di una banda di giustizieri. E’ proprio lei che gli insegna a maneggiare la pistola, anche con ottimi risultati. In veste di pistolero Jack fa amicizia con Wild Bill Hickok, una sorta di figura emblematica nella storia americana.

Successivamente il nostro piccolo grande uomo diviene un commerciante e si unisce in matrimonio con Olga, una giovane svedese, ma subito dopo va in bancarotta. Inizia quindi a viaggiare e mentre sta per raggiungere il West, la sua diligenza subisce l’attacco dei pellerossa i quali gli portano via la moglie. Per ritrovarla Crabb visita i vari accampamenti e arriva anche ad arruolarsi nell’esercito. Durante un attacco a un villaggio indiano assiste alla morte del suo vecchio amico Ombra Silenziosa, ma ne salva la giovane figlia incinta, Raggio di Luna, e ne diventa il marito. E’ per lei che fa ritorno alla tribù di Cotenna di Bisonte, ormai vecchio e stanco e nel frattempo diventato pure cieco, che lo accoglie con grande gioia. E’ lì che Jack rivede la moglie Olga, sposata ora con Orso Giovane, però fa finta di non riconoscerla.

Accade adesso che il generale Custer e il Settimo Cavalleggeri assaltano di sorpresa l’accampamento indiano trucidando donne e bambini, compresa la moglie di Crabb. Dal massacro soltanto Cotenna di Bisonte ne esce vivo. Così il piccolo grande uomo si arruola nuovamente nell’esercito statunitense, intenzionato a uccidere Custer, ma giunto lì per lì non ce la fa e desiste. Anzi il generale gli dà del fallito sia come bianco che come pellerossa.

Ritorna quindi sulla strada e si dà all’alcool. Nel frattempo Custer è sempre più intenzionato ad annientare le tribù dei cheyenne e dei sioux. Jack fa ritorno nel reggimento del generale in qualità di guida. Lo convince così a cadere nell’imboscata degli indiani nella valle di Little Big Horn, che prendono di sorpresa il Settimo Cavalleggeri e lo massacrano. Durante lo scontro Crabb rimane ferito e quando Custer, in un delirio di follia sta per finirlo, sopraggiunge Orso Giovane, pagando così il suo vecchio debito nei confronti dell’amico. Nel prosieguo del film il protagonista incontra nuovamente Cotenna di Bisonte il quale comprende che malgrado la vittoria sul generale, gli sconfitti rimangono sempre i pellerossa.

Il vecchio capo indiano a quel punto ringrazia il Creatore e invoca la sua fine. Ma la morte desiderata invece non arriva, constatando così l’inefficacia della magia, mentre sotto la pioggia che vien giù copiosa, parla delle sue nuove mogli al nipote adottivo.

La scena finale vede Jack Crabb che saluta il giornalista a cui ha narrato la sua incredibile vicenda e resta a rimembrare un mondo che ormai non esiste più.
Ultima modifica di Insight il mer 1 apr 2020, 11:00, modificato 1 volta in totale.
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Whiteshark
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Re: Il piccolo grande uomo (1970)

Messaggio da Whiteshark »

L'andirivieni di situazioni che Jack vive è frutto dell'idea di Penn, che è poi la base del film: mostrare la diversità di vedute e di approccio alla vita tra i nativi, visti dalla società del tempo come i nemici, e la società degli oppressori bianchi. Uno sguardo che è bravo a raccontare il paradosso di un modo di vita, quello indiano, più tollerante se paragonato al "mondo civilizzato": non solo gli stranieri bianchi sono accettati in seno alla comunità con più naturalezza di quanto non avrebbero fatto i "bianchi", ma anche la presenza di un omosessuale tenuto in grande considerazione è il segno di una società che poteva sembrare primitiva agli occhi di chi guardava dall'esterno e che invece era più aperta e "cosmopolita" del razzismo americano, ben rappresentato dalla schizzoide figura del generale Custer.
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Re: Il piccolo grande uomo (1970)

Messaggio da Insight »

Senza dubbio un film importante, ma che non mi e' mai piaciuto per l'impronta "picaresca" della trama... Il genere picaresco gia' non mi piace in letteratura, in cinematografia ancora meno...
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ataru
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Re: Il piccolo grande uomo (1970)

Messaggio da ataru »

Fucili automatici contro archi e frecce, che gusto ci provassero i bianchi a vincere non l'ho mai capito. :mrgreen:
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Gius
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Re: Il piccolo grande uomo (1970)

Messaggio da Gius »

Tenuto conto che la storia la scrive chi vince e che molti testimoni dell'epoca erano illetterati o peggio ancora morti a causa degli eventi, risulta effettivamente difficile capire la verità e lo svolgimento delle battaglie.
Il deciso senso di razzismo, tipico dei pronipoti dei coloni e soldati dell'esercito, ha avuto negli anni cinematografici dei '70 un ribaltamento a dir poco comico, dove i bianchi erano creature del demonio e i "nativi" degli angioletti innocenti.
Sono sicuramente più affidabili gli scritti redatti come fatti di cronaca, dove si evince senza tema che la frontiera era un posto a grande densità di mortalità, con i bianchi che si volevano impossessare delle terre "libere" e con i "nativi" che consideravano le loro ruberie un gesto d'onore.
Quello che è sfuggito e sfugge ancora ai più, è che fatte le dovute differenze di costume, religione e arte del sostentamento, c'erano ben poche differenze tra bianchi e pellerossa.
E poi, basterebbe leggere un po' di storia europea a partire da 2.000 anni fa e scopriremmo quanti "nativi" siano stati sopraffatti dai "bianchi" di turno.
Indubbiamente il film è storico e fa da spartiacque tra il vecchio west e quello "nuovo", ma patriotticamente spezzerei una lancia a favore delle opere di Sergio Leone.
"Un Rickenbacker è per sempre" (cit. Gius)
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Re: Il piccolo grande uomo (1970)

Messaggio da Insight »

Come film di rottura rispetto al nutritissimo filone "arrivano i nostri a salvarci dai selvaggi", direi che e' molto, molto piu' bello "Soldato blu", dello stesso anno peraltro.


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