Arancia Meccanica

[Insight]

Purtroppo questo film è piaciuto a tutti, ma pochi lo hanno capito mi pare...Pochi hanno capito che è un film contro la violenza... Chi come gli "ultras" professa la violenza dovrebbe aborrire questo film, invece...

[CortoMaltese]

Non "un" film... per me è "IL" film per eccellenza! Sta al cinema dell'ultimo mezzo secolo, come "Quarto potere" al mezzo secolo precedente (credo che dalla mia firma si possa leggermente intuire )

Un film dalle varie letture:

- disagio giovanile e incomunicabilità tra il mondo dei giovani e quello della "società civile",
- la violenza come caratteristica (forse) naturale dell'individuo,
- controllo delle menti (e dei corpi) da parte di una società sempre più fredda.

"Un titolo ben stronzo" (dice Alex nel libro da cui il film è tratto) "come può un'arancia essere meccanica?". La frase viene pronunciata dal protagonista mentre esegue il numero "visita a sorpresa" allo scrittore a cui stuprerà la moglie, scrittore che sta lavorando a un romanzo la cui intenzione è quella di "denunciare" un potere che in maniera edulcorata, pretende di controllare ogni individuo, in maniera appunto "meccanica", riferendosi agli esperimenti del fisiologo sovietico Ivan Pavlov sui riflessi condizionati. L'espressione "Clockwork orange" è in realtà tipica dello slang "cockney", l'autore Anthony Burgess la sentì usare a proposito di un tizio ubriaco. L'episodio dello stupro, è avvenuto davvero nella vita dello scrittore britannico Anthony Burgess (1917-1993), durante la Seconda Guerra Mondiale ad opera di un gruppo di militari dell'esercito Alleato che entrarono nella sua casa violentando la signora Burgess.
Il libro ha un finale diverso, per molti tranquillizzante, a mio avviso molto più inquietante (non faccio spoiler!)!.

Sul film ci sono aneddoti famosi come il rischio di soffocamento di MacDowell nella scena in cui gli viene messa la testa sott'acqua (ma sono inconvenienti che possono capitare... io stesso ho partecipato a 5 pellicole indipendenti rischiano almeno altrettante volte la vita o un organo o un arto), e sempre in proposito di detta scena, i due poliziotti, hanno numero di matricola 665 e 667... se ne deduce che Alex in mezzo abbia il 666 e sia l'Anticristo (pare che Kubrick non ne avesse alcuna intenzione di alludere a ciò).

[ataru]

- la violenza come caratteristica (forse) naturale dell'individuo

Togliamo pure il forse. La violenza è la vera protagonista del film e quello di Kubrick è il cinema dell'Homo homini lupus. All'inizio il cattivo è Alex, poi dopo la cura Ludovico diventa lui vittima della stessa società che prima lo vedeva come carnefice. Inutile chiedersi chi sia in definitiva il carnefice o la vittima perchè in buona sostanza tutto il genere umano appare propenso all'esercizio della violenza a condizione che la vittima non sia capace di evitarla o almeno questo appare il messaggio del film. La discesa agli inferi e l'incapacità di redenzione sono uno dei capisaldi del cinema di Kubrick, pessimista quanto si vuole ma capace di colpire al cuore e, soprattutto, di svegliare le coscienze come pochi e forse nessuno.

[CortoMaltese]

Il mio forse sta nel fatto che non la ritengo inevitabile, e forse nemmeno Kubrick.

Il fil di Kubrick ha un precedente nel "Vynil" di Andy Warhol dove la violenza è quasi giustificata.

[Whiteshark]

Tanto violento quanto splendido.

[Insight]

Il mio forse sta nel fatto che non la ritengo inevitabile, e forse nemmeno Kubrick.

Anch'io non la ritengo inevitabile, per questo il messaggio così pessimista, senza vie d'uscita se non il "si salvi chi può", di Kubrick mi lascia perplesso.

L'uomo inclina verso il male ma anche verso il bene, tutte e due le spinte sono presenti dentro di lui. Anzi, io sono più rousseiano che hobbesiano, penso che gran parte della violenza derivi non dalla natura umana, ma proprio dall'iniquità, dalla disuguaglianza che mina fin dall'origine il "patto sociale" stretto fra gli uomini. Ma questo, come avete già rilevato, non è certo sfuggito a Kubrick, che critica fortemente anche la società e l'inadeguatezza delle istituzioni a rispondere alla violenza.

Il fatto è - ed io lo percepisco come un difetto - che in Arancia meccanica c'è solo l'accusa, la critica, diciamo la "pars destruens", mentre manca, almeno mi pare, la "pars costruens".
Io non sono uno che si fa molte illusioni, ma penso che una speranza di cambiamento, almeno, bisogna averla.

[CortoMaltese]

Kubrick non lasciava speranza, perché a suo giudizio, mancava anche nel libro... o meglio nella versione da lui letta, in cui il "Capitolo Ultimo" era assente. So che ciò non piacque a Burgess (ma nemmeno a King è mai piaciuto lo "Shining" kubrickiano, dev'essere un vizio criticare Kubrick...), ma il film di Kubrick a mio avviso non voleva essere necessariamente un messaggio pessimista, e anche se nel film non c'è un solo personaggio positivo (sembra esserlo in parte il cappellano del carcere, ma si legge tra le righe che è un pedofilo omosessuale, magari dagli atteggiamenti meno viscidi di quelli di Deltoid, ma lontano da quella purezza che la sua religione gli dovrebbe imporre), Kubrick mantiene un'ironia e un sarcasmo di fondo che si respira per tutto il film, Kubrick fa ciò quasi come voler dire "stiamo scherzando, vi faccio paura ma sto scherzando, se avete nausea di questo film, l'avete di voi stessi!". Kubrick vuole probabilmente invitare lo spettatore a riflettere su dove sia la salvezza, che la violenza gratuita, le istituzioni, la scienza (vedasi anche nel film precedente "Hal 9000") e la religione non riescono a dare... forse proprio in tutte queste cose si può trovare il positivo, ma deve essere l'uomo a trovarlo e riconoscerlo.

[Insight]

Forse dobbiamo anche tener conto che la vicenda di Arancia meccanica si svolge nel futuro, anche se in un futuro non molto lontano. Per cui il messaggio potrebbe anche essere letto come un monito, nel senso: "Guardate che se continuiamo in un certo modo, tra non molto finiremo così".

[ataru]

Kubrick non lasciava speranza

In realtà non l'ha mai lasciata. Se guardiamo tutta la sua cinematografia il messaggio di fondo pare essere sempre lo stesso: la discesa agli inferi e l'incapacità di redenzione o quantomeno di risalita. Mi tornano alla memoria i finali di Full metal jacket o anche Eyes wide shut o del Dottor Stranamore, Barry Lyndon, etc. Sembra quasi che secondo la sua visione il genere umano sia destinato al peccato e l'uomo sia assolutamente incapace di evitare l'ineluttabilità del fato, forse perchè un ipotetico "cambiamento" è semplicemente superiore alle sue forze e perchè la sua natura è quella che è.

[Whiteshark]

Beh, caro ataru, forse non ha tutti i torti visto quel che succede.