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Il giardino dei Finzi-Contini

Film, cast, attori e registi
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Ego
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Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da Ego »

Edizione cinematografica del romanzo di Bassani del 1962 e diretto da Vittorio De Sica, aprì il decennio con una storia "degna d'essere raccontata" e che a quarant'anni di distanza è ancora piacevole e meritevole di visione per la trattazione di un tema non facilmente comprendibile (o immaginabile, per fortuna) dalle generazioni successive ai fatti trattati.
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Insight
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da Insight »

Il libro è semplicemente stupendo. A me, personalmente, è piaciuto anche il film. Bassani, però, si arrabbiò molto perché nel film si vede poco la città di Ferrara che invece nel romanzo è essenziale.
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galerius
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da galerius »

Non ho letto il libro, ma ricordo il film come un prodotto di grande raffinatezza, dove specialmente Romolo Valli e Lino Capolicchio danno il meglio di sé ( quanto alla Sanda, be', confesso che non l'ho mai sopportata e anche qui non fa eccezione ! ).
Ma è anche un film di una malinconia lacerante, che non so se me la sentirò mai di rivedere.
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da queen_of_chinatown »

A mio parere è uno dei rarissimi casi di bel libro diventato bel film, li ho amati entrambi, anche se per me sono ottantiani perché ho letto il libro nel 1984 e visto il film nel 1987. Vorrei rivedere il film per vedere se riprovo la sensazione di uscire da un sogno quando finisce che ho provato allora :roll:
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da Insight »

Purtroppo, invece, non è un sogno. Nel 1944, 156 ebrei ferraresi vennero prima arrestati e raccolti nel campo di Fossoli e poi deportati ad Auschwitz e Buchenwald. Solo 5 tornarono vivi.
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da queen_of_chinatown »

Insight ha scritto:Purtroppo, invece, non è un sogno. Nel 1944, 156 ebrei ferraresi vennero prima arrestati e raccolti nel campo di Fossoli e poi deportati ad Auschwitz e Buchenwald. Solo 5 tornarono vivi.
Non era questo che intendevo dire, intendevo che ho trovato il film talmente bello da andare in trance vedendolo e da dover tornare sulla terra quando è finito :mrgreen:
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barbatrucco
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da barbatrucco »

In effetti il romanzo, così come il film, è ambientato in massima parte subito prima l'inizio dell'inferno, o comunque durante i suoi prodromi ben evidenziati, e una certa tendenza "rosa" e "borghese", cui fa da contraltare il personaggio dello studente comunista (se ben ricordo si chiama Antonio, quello che si fa la barba due volte al giorno, e con un motivo ben preciso) è conforme al pretesto attorno cui ruotano le vicende e all'ambiente in cui si svolgono, servendo ad allegerire una tematica tutt'altro che lieve.

In effetti, un pregio del film, che ricordo a grandi linee, è quello di rendere validamente l'atmosfera generale del romanzo e di corrispondere, per quanto mi riguarda, all'immagine mentale che si proietta dalle sue pagine, a parte le ovvie differenze tra i due "media".

Da notare che il personaggio prima citato, impersonato da Fabio Testi, doveva essere interpretato, nelle intenzioni di De Sica, da Gian Maria Volonté, che però tenne sulle spine il Maestro, come pochi potevano permettersi, fino a comunicare, con una sufficienza che altrettanti pochi potevano permettersi, di non essere interessato data la piccolezza della parte. A quel punto il grande regista andò su tutte le furie, e chiese, a chi si occupava dei primi contatti di casting, di trovargli "uno scimmione qualsiasi" :lol:
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da Insight »

L'atmosfera del libro è molto cupa, perché comunque sono state già promulgate le leggi razziali e gli ebrei sono già stati esclusi dalla vita pubblica. Per questo i Finzi-Contini trasformano il giardino della loro villa, aprendolo ad altri frequentatori amici, in una specie di mondo "a parte" che si illudono di preservare dalla tragica realtà esterna.

Il film è più strettamente concentrato sulla vicenda sentimentale tra il protagonista, chiamato Giorgio (che praticamente è lo stesso Bassani) e del quale nel libro, invece, non viene mai svelato il nome, e Micol, la ragazza figlia dei Finzi-Contini. Ci sono parecchie differenze nella storia rispetto al libro. Bassani rimase molto deluso e chiese che il suo nome non comparisse nei titoli tra gli sceneggiatori, nonostante avesse partecipato alla stesura iniziale. Giudicò la sceneggiatura troppo ammiccante verso il pubblico e troppo "strappa-lacrime". Inoltre la storia rappresentata da De Sica, secondo Bassani, avrebbe potuto svolgersi in una città qualsiasi, mentre per lui la città di Ferrara era importantissima, non solo in questo romanzo ma praticamente per tutta la sua opera. (Tutti i suoi scritti, infatti, fanno parte di un unico universo letterario che si chiama "Il romanzo di Ferrara").

Nel film viene accentuata la "differenza di classe" tra il protagonista e i Finzi-Contini, che vengono rappresentati come molto più facoltosi rispetto a quanto non lo siano nel romanzo. Vengono poi cambiate alcune vicende. Il padre del protagonista, ad esempio, finisce anche lui deportato, mentre nel libro no. E questo irritò Bassani, perché questa fine servì a far capire al pubblico che il protagonista sarebbe diventato scrittore "da grande" e avrebbe raccontato la fine di suo padre. Troppo facile, secondo Bassani. Scontato e fatto per commuovere il pubblico.
Insomma Bassani si sentì tradito, ma poi da grande signore qual era fece lo stesso gli auguri a De Sica per il film, che infatti ebbe un notevole successo sia di pubblico che di critica.

Io sinceramente preferisco di gran lunga il libro. Però siccome non sono Bassani, posso dire di aver apprezzato anche il film, che personalmente non ho trovato "strappa-lacrime". E' vero, tuttavia, che nel film manca quell'atmosfera cupa del romanzo, non si avverte tanto la tragedia imminente che sta per arrivare. E quando arriva la deportazione lo spettatore viene un po' come colto di sorpresa. Mentre nel romanzo il lettore lo sa già e non lo dimentica mai, fin dalla prima pagina; infatti, viene subito svelato l'intento dell' io-narrante che è quello di ricordare la tragedia immane (e senza senso, non dimentichiamolo) che si è portata via la famiglia Finzi-Contini e la bella Micol.

Insomma, il libro tutte le volte che l'ho letto mi ha lasciato un senso di vuoto e di sgomento, come sempre mi capita quando leggo o vedo cose che riguardano la Shoah. Il film, invece, mi ha appassionato di più come storia sentimentale, ma l'ho trovata molto bella però.
Ultima modifica di Insight il mer 1 ott 2014, 8:37, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

Messaggio da barbatrucco »

Analisi piuttosto centrata quella di Insight.
Nel libro l'aspetto sentimentale ha un'indubbia importanza, ma, perdonate l'immagine retorica eppure quanto mai reale, si svolge fianco a fianco al progressivo calare delle tenebre, a quell'ambientazione via via più chiusa dell'illusorio appartarsi da quanto sta accadendo (quella illusione di normalità e leggerezza resa soprattutto attraverso la figura, comunque "stravagante" e insieme moderna e affascinante, di Micol).

Specie nella parte iniziale del romanzo, almeno per quanto mi è dato ricordare al momento, la città di Ferrara è in effetti una presenza tangibile, come è anche normale, essenso il libro il "capitolo" più famoso di quella trilogia di storie che vanno sotto la definizione complessiva di "Romanzo di Ferrara", o qualcosa del genere.
Il film, invece, per parafrasare un modo di dire britannico, corrisponde a ciò che è scritto sull'etichetta, e l'aspetto del giardino, della villa come rifugio, che nel libro non è certo secondario, è persino più evidente.

A giudicare dal film, De Sica decise, applicando un principio di sintesi tipicamente cinematografico, di concentrarsi sul lato romantico della vicenda e l'aspetto borghese, lavorando appunto per contrasto sia accentuando la differenza di classe tra Giorgio e Micol più di quanto non ve ne fosse nel libro (ma ricordo che anche qui i Finzi-Contini erano alquanto benestanti) sia introducendone l'elemento propriamente drammatico solo nell'ultima parte, e con un tradimento dellla trama originale, per ottenere un maggior impatto emotivo e, forse, lavorando troppo di retorica. L'effetto però c'è e resta senz'altro un'opera di valore premiata anche con l'Oscar per il miglior film straniero, l'ultimo ricevuto da De Sica, nel 1972, anche se il film è del '70.
Ultima modifica di barbatrucco il mer 1 ott 2014, 15:25, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il giardino dei Finzi-Contini

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Ops... Il nome giusto è "Micol". Ho provveduto a correggere, scusate. Bassani sarebbe inorridito... :)
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