Ricompare l'archivio storico dell'unità 1946-2014

[Betelgeuse]

Molto, molto interessante, e molto più veloce rispetto alle pagine scannerizzate de " La Stampa ", che fa da tempo questo servizio gratuito.
Unico difetto: le consultazioni sono possibili soltanto a cominciare dal 1946, mentre ne " La Stampa " sono disponibili addirittura da alcune annate dell'ottocento.

Non è un difetto l'unità ha cominciato ufficialmente a essere distribuito soltanto da quell'anno.

Per essere precisi, nasce nel 1924.
Però, in effetti, entra quasi subito in clandestinità nel ventennio fascista. Il giornale, comunque, viene stampato dal Gennaio 1945.

[Insight]

Non ho letto tanto l'Unità, ma quella che ricordo con maggior piacere è quella diretta da Gerardo Chiaromonte, che leggevo ogni tanto nel 1987. Mi piacevano i suoi editoriali, erano scritti bene...Avevo solo diciotto anni e tutto da imparare e ho imparato anche da lui e da tanti altri giornalisti che scrivevano a quei tempi, da Montanelli, da Bobbio, da Bocca, da quelli della Stampa....Erano chiari e ti aiutavano a formarti un'opinione, avevano un punto di vista "superiore" dovuti alla loro esperienza e cultura...

I direttori precedenti non li ho conosciuti, non ho mai letto l'Unità di Ingrao, per cui non so. Ma ben, purtroppo, ho conosciuto quelli successivi a Chiaromonte...L'Unità di Veltroni è stata l'inizio della fine. A parte che i suoi articoli parevano dei temini di quinta elementare...Ma tutti quei gadgets... E' stato lui a cominciare: libri, libretti, filmini, addirittura gli album delle figurine Panini in regalo...Ma può un quotidiano fondato da Antonio Gramsci regalare le figurine? Ecco (anche) perché la Sinistra è andata in crisi...

[barbatrucco]

Per quanto entro certi limiti Veltroni non mi stia antipatico (ma neanche stravedo), devo tristemente condividere il tuo pensiero. E' bello comunque che l'archivio sia tornato disponibile

[Insight]

Come persona non mi dispiace, perché è un mite e credo che sia anche molto buono. Come politico, direi che ha sbagliato quasi tutto e ha fatto più male che bene alla Sinistra italiana. Come giornalista e scrittore, stendiamo un velo pietoso che è meglio. L'unica cosa che non mi dispiaceva era quando aveva coniato lo slogan "I care" che era un po' un "antidoto" contro il menefreghismo dilagante. Ma anche quello, se pensi, perché farlo in inglese? Eravamo forse a una convention del Partito democratico americano?