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L'omicidio di Boris Giuliano

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Insight
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Iscritto il: lun 4 nov 2013, 17:20

L'omicidio di Boris Giuliano

Messaggio da Insight »

Il 21 luglio 1979, a Palermo, mentre pagava il conto del caffè in un bar, il capo della Squadra Mobile, Boris Giuliano, venne brutalmente assassinato. Ben sette colpi di pistola gli furono sparati da una distanza ravvicinata, mentre era voltato di spalle. A ucciderlo fu il killer Leoluca Bagarella, cognato del “boss dei boss” di Cosa Nostra, Salvatore Riina.
Boris Giuliano era nato a Piazza Armerina nel 1930. Dopo la laurea in Giurisprudenza, emigrò a Milano con la famiglia, dove lavorò per un periodo come dirigente in una società manifatturiera. Vinto il concorso di Commissario di Polizia nei primi anni Sessanta, chiese il trasferimento a Palermo. Qui entrò nella sezione omicidi e fece una rapida carriera, fino a diventare dirigente della Squadra Mobile, nel 1976.

Conseguita una specializzazione in tecniche investigative presso l’ FBI, Giuliano fu un brillante funzionario di polizia e, insieme ad altri valenti collaboratori, intraprese, nella seconda metà degli anni Settanta, una lotta senza quartiere contro la criminalità organizzata.

Indagò anche sulla scomparsa del giornalista Mauro Di Mauro e conseguì importanti risultati, sgominando traffici di droga, scoprendo basi di Cosa Nostra e individuando tanti affiliati all’organizzazione mafiosa, appartenenti al clan dei corleonesi, tra cui lo stesso Bagarella.

Poliziotto integerrimo e infaticabile investigatore, giunse anche ad occuparsi del “caso Sindona” e per questo ebbe contatti con l’avvocato Ambrosoli.

Solo il vile e barbaro omicidio commissionato dai boss corleonesi, a cui stava ormai alle calcagna, riuscì a fermare la sua grande determinazione.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Whiteshark
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Re: L'omicidio di Boris Giuliano

Messaggio da Whiteshark »

Sua l’intuizione delle tratte della droga tra la Sicilia e gli Stati Uniti. Un mese prima di morire, grazie al lavoro svolto con le agenzie federali statunitensi, FBI e DEA, sequestrò all’aeroporto di Palermo due valige con 500mila dollari, la parcella pagata da famiglie mafiose d’oltreoceano a quelle sicule per l’eroina. Pochi giorni dopo, all’aeroporto di New York, furono trovate delle borse con una partita di droga proveniente da Punta Raisi per un valore di 10 miliardi di dollari. Era la conferma del traffico di stupefacenti tra i clan dei Bontade, degli Spatola, e degli Izerillo e la mafia americana.
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