Alcune gazzelle dei carabinieri si recarono sul posto, poco dopo le ore 23. L'auto in realtà era imbottita di esplosivo. Non appena i militi forzarono il cofano dell'auto per aprirlo, partì la deflagrazione.
I carabinieri Antonio Ferraro, Donato Poveromo e Franco Dongiovanni rimasero uccisi, altri due gravemente feriti.
La strage si inserisce nel filone dell'eversione nera. I responsabili, infatti, appartenevano alla sigla Ordine Nuovo. Pur a fatica, dopo tanti depistaggi, si tratta dell'unica strage neofascista di cui si conoscono i colpevoli in carne e ossa, sia i mandanti che gli esecutori. Ciò soltanto a causa della confessione spontanea dell'ideatore della strage, Vincenzo Vinciguerra, intervenuta nel 1984. Vinciguerra sta ancora scontando l'ergastolo. I suoi complici, Cicuttini e Boccaccio, sono ormai deceduti.
Ecco la lapide che ricorda le vittime dell'attentato, nel luogo dove esplose la 500.
Si trova a pochi chilometri da Trieste, sul ciglio di una strada immersa nel verde. Passando con l'auto, tante volte mi sono fermato.
