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La morte di Mao

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La morte di Mao

Messaggio da Insight »

Il 9 settembre 1976 moriva Mao Tse-Tung, il Grande Timoniere della Repubblica Popolare Cinese

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Personaggio assai controverso e tra i più grandi protagonisti del Novecento. Gli va indubbiamente riconosciuto il merito di aver creato la Cina moderna e riscattato il popolo cinese da secoli di sudditanza e povertà.

La sua ansia di riforme, tuttavia, si rivelò in certe fasi della Storia addirittura controproducente e disastrosa per le stesse classi più povere.
Fu il Padre della Cina moderna, ma anche uno spietato dittatore, che introdusse il culto della personalità e che non esitò a usare la repressione e a sopprimere le libertà civili.

La famosa "Rivoluzione Culturale", attuata a partire dall'estate del 1966, con la quale Mao mobilitò gli studenti universitari, fu in realtà una grande manovra politica, di propaganda ma anche di azione vera e propria contro i suoi avversari, che contrastavano le sue riforme e quindi erano giudicati "controrivoluzionari".

La sua interpretazione della dottrina marxista, talmente peculiare da costituire una vera e propria corrente della stessa, che va sotto il nome di "maoismo", influenzò notevolmente l'Occidente e venne assunta a modello da molti movimenti di contestazione giovanile.
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Whiteshark
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Re: La morte di Mao

Messaggio da Whiteshark »

Ricordo le immagini dei manifestanti in Italia che sventolavano il "libretto rosso" di Mao. Incredibile che quella raccolta di "nulla" sia il secondo best-seller di tutti i tempi dopo la Bibbia. Si dice che in quarant’anni sia stato diffuso in cinque miliardi di esemplari. Nel solo 1967, all’apice della Rivoluzione culturale, ne vengono stampati e diffusi 350 milioni di esemplari. Via via che il culto di Mao assume connotati sempre più prossimi a una religione, i poteri soprannaturali del Grande Timoniere si estendono al piccolo florilegio dei suoi pensieri. Il reporter britannico Philip Short che visse in Cina in quegli anni ricorda che al Libretto rosso vennero attribuiti veri e propri miracoli. «Alcuni giornali riferirono che dei medici armati delle Citazioni avevano guarito i ciechi e i sordomuti; che un paralitico appoggiandosi sul Libretto si era messo a camminare; che in un altro caso l’apparizione di quelle pagine coi pensieri di Mao aveva resuscitato un morto». Il vero miracolo di questo Libretto rosso fu un altro, avvenne nei salotti e nelle assemblee studentesche dei paesi europei: l’innamoramento di certe élites borghesi dell’Occidente per il maoismo lo trasfigurò in un testo prezioso e arcano, perfino esoterico. Raffinati intellettuali europei si esercitarono in una esegesi colta, per disvelare in ogni aforisma significati sempre più profondi, visioni lungimiranti a cui avrebbero dovuto ispirarsi le società occidentali, che a quell’epoca erano ben più sviluppate della Cina. Era il mondo a rovescio. Nell’ebbrezza del maoismo occidentale un potente allucinogeno era rappresentato dalla convinzione che l’esperimento cinese fosse irriducibilmente diverso dagli altri socialismi realizzati, in particolare dal modello sovietico. Una rivoluzione dal basso, più democratica, più genuina, più spontanea. Una società dove comandavano davvero le masse, non gli apparati di partito. Che Mao usasse spesso analisi identiche a Stalin era irrilevante.

il Libretto rosso viene scomunicato tre anni dopo la morte di Mao. Nel 1979 sotto la leadership di Deng Xiaoping una direttiva interna del partito informa i quadri che le Citazioni «hanno avuto un’influenza vasta e negativa»
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Guszti
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Re: La morte di Mao

Messaggio da Guszti »

Il libretto rosso ha assunto meriti che nemmeno lo stesso Mao auspicava; doveva semplicemente essere una raccolta di ragionamenti e aforismi (la maggior parte smentiti dai fatti), non certo un manifesto. Poi l'ammirazione per questo personaggio - che peraltro, non dimentichiamo, ha liberato il suo popolo da regimi molto più crudeli, come Lenin - e la conseguente idolatria hanno fattto il resto.
D'altra parte, definendolo una "raccolta di nulla" si passa da un estremo all'altro: si contrappone il fanatismo da oblio a quello da appoggio. Non può certo essere definita come "nulla" una frase come "È il piccolo popolo che fa la storia, ma non servirà a nulla fino a quando la racconteranno gli altri"; una frase che dovrebbe essere scritta sopra l'ingresso delle università, come ipotizzava Dario Fo.
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Re: La morte di Mao

Messaggio da Insight »

Sono d'accordo con te. Il libretto rosso non va né idolatrato né disprezzato, ma preso per quello che è: una raccolta di aforismi e citazioni. Alcune mi piacciono e le condivido a livello teorico, come ad esempio quella che hai scritto tu. Un'altra frase che mi è sempre piaciuta è: "La rivoluzione non è un pranzo di gala" :)
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Gaetano Hardy 59
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Re: La morte di Mao

Messaggio da Gaetano Hardy 59 »

"Ribellarsi è giusto" (Mao)
"Dipende contro chi" (dai commenti a cura di Hua Kuo- Pheng).
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Re: La morte di Mao

Messaggio da Gaetano Hardy 59 »

Gaetano Hardy 59 ha scritto:"Ribellarsi è giusto" (Mao)
"Dipende contro chi" (dai commenti a cura di Hua Kuo- Pheng).
http://www.anni70.net/forum/viewtopic.p ... rno#p22281
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Gaetano Hardy 59
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Re: La morte di Mao

Messaggio da Gaetano Hardy 59 »

Insight ha scritto:Il 9 settembre 1976 moriva Mao Tse-Tung, il Grande Timoniere della Repubblica Popolare Cinese

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Personaggio assai controverso e tra i più grandi protagonisti del Novecento. Gli va indubbiamente riconosciuto il merito di aver creato la Cina moderna e riscattato il popolo cinese da secoli di sudditanza e povertà.

La sua ansia di riforme, tuttavia, si rivelò in certe fasi della Storia addirittura controproducente e disastrosa per le stesse classi più povere.
Fu il Padre della Cina moderna, ma anche uno spietato dittatore, che introdusse il culto della personalità e che non esitò a usare la repressione e a sopprimere le libertà civili.

La famosa "Rivoluzione Culturale", attuata a partire dall'estate del 1966, con la quale Mao mobilitò gli studenti universitari, fu in realtà una grande manovra politica, di propaganda ma anche di azione vera e propria contro i suoi avversari, che contrastavano le sue riforme e quindi erano giudicati "controrivoluzionari".

La sua interpretazione della dottrina marxista, talmente peculiare da costituire una vera e propria corrente della stessa, che va sotto il nome di "maoismo", influenzò notevolmente l'Occidente e venne assunta a modello da molti movimenti di contestazione giovanile.


R. I.P.
Conservo ancora tutti i principali quotidiani usciti quel giorno.
E' stato il responsabile (diretto o indiretto) della morte di circa cento milioni (100.000.000 ) DI PERSONE. Nella vita privata era un poveretto, tiranneggiato dalla moglie Chiang Ching, che lo picchiava pure . Vi ricordate cosa scrissi circa le principali differenze tra maoismo e trotzikismo? A suo tempo, chiesi ad un caro amico, che militava in "Servire il popolo", quale era la differenza tra il trotzkismo ed il maoismo. Mi rispose, un po' "imbarazzato" che il trotzkismo rappresenta una deviazione dalla corretta dottrina marxista, mentre il maosimo ne realizazione più compiuta e coerente, applicata alle situazioni di paesi a capitalismo arretrato. Anni dopo, ormai cattolici tutti e due, mi disse quale erano le vere differenze. In primo luogo, che il trotizkisti non hanno mai avuto un paese modello in cui (più o meno) identificarsi; un posto da presentare come l'inizio della realizzazione del socialismo. invece i maoisti avevano la Cina. E poi, vi era anche un'altra differenza. LE Maoiste erano delle moraliste, tutte casa e sezione. Enzo Lo Giudice lo aveva invitato a contrarre con un'altra militante un "matrimonio democratico" celebrato in sezione, di fronte ai ritratti di Mao, per mettere al mondo tanti nuovi comunisti. Lui si rifiutò, infatti è rimasto zitellone. Invece le trotzkiste, in genere erano molto "FRIVOLE" e spregiudicate. Scherzi a parte, se vi interessa sapere di più circa le scuole marxiste minoritarie invio gli studi al riguardo di Costanzo Preve. Comunque mi associo ai Situazionisti, nel riconoscergli il seguente merito :"Gli scontri sull'Ussuri hanno sancito la fine delle illusioni sul Campo socialista. Ormai è chiaro che quello che già non è mai stato socialista, non era (almeno non lo è più) neppure un campo ". Aggiungo che era pure battezzato. Durante la Lunga Marcia, il gruppo da lui guidato, si trovò isolato dal grosso. Non solo. Da poco gli era morta l'unica forse davvero amata tra le tante moglie che ebbe, moglie cui ha dedicato forse le migliori tra la sue poesie, liriche che lasciano ipotizzare una aspirazione ad un altro mondo. Era contestato dai suoi. Inoltre c'era il rischio concreto che potesse cadere in mano ad una banda di predoni Uiguri. In tal caso, per bene che gli andava, lo avrebbero venduto ai governativi. Ma non era impossibile anche una bella decapitazioen seduta stante. TRA I PRIGionieri c'era la sorella dell'arcivescovo d Pechino. Si fece impartire da lei il battesimo.
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andromeda57
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Re: La morte di Mao

Messaggio da andromeda57 »

Uomo e personaggio storico estremamente controverso, ma innegabilmente importante per la storia della Cina (ma non solo) del dopoguerra, dal punto di vista ideologico per quanto fossi all'epoca un militante della sinistra extraparlamentare ero molto lontano dalle posizioni maoiste molto diffuse in Italia soprattutto all'inizio degli anni settanta.
Ricordo che spesso e volentieri volarono bastonate e sprangate tra compagni per le diverse posizioni rispetto al maoismo, a ripensarci stiamo parlando veramente di altri tempi, al punto che alle volte pur avendole vissute mi sembrano appartenute ad un'altra dimensione lontana nel tempo e nello spazio.
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Ximanth
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Re: La morte di Mao

Messaggio da Ximanth »

Ho ricordi netti di quei giorni. La "rivisitazione" della sua figura iniziò a metterne in luce gli aspetti più controversi, aspetti che, nella mia ingenuità, erano stati scavalcati dalla cosiddetta "diplomazia del ping pong" che vide il leader cinese e il presidente Nixon avviare una fase di disgelo. Per me Mao era in primo luogo uomo di pace. Quello che molti, ma anche io, ai tempi si chiedevano, era come la Cina avrebbe reagito, quale ne sarebbe stato il futuro dal punto di vista politico e internazionale... beh... lo vediamo ora... :ninja:
Noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. E' papà; più ancora è madre.
Papa Giovanni Paolo I - Angelus del 10 settembre 1978
franz75
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Re: La morte di Mao

Messaggio da franz75 »

Qualche anno fa, Radio Tre, nel giorno dell'anniversario della morte, mandò una trasmissione in cui veniva ricordata la sua figura, con varie testimonianze anche dell'epoca. Ricordo perfettamente il contrasto fra il panegirico francamente stucchevole di Dario Fo ed il commento che cadeva forse nell'eccesso opposto di Gustavo Selva (che mi pare i comunisti avessero ribattezzato "radiobelva") al Radiomattino del giorno successivo.
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