Pol Pot al potere in Cambogia

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Per spiegarmi meglio, io dico: il nazismo non poteva che essere quello di Hitler ed è stato solo quello. Il comunismo, invece, non è stato solo quello di Pol Pot. Questa è la differenza. Puoi paragonare Pol Pot a Hitler (ma anche su questo avrei da ridire, secondo me è stato peggio Hitler), ma non puoi paragonare il comunismo al nazismo.

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Infatti qui non si parla di accostamento. Semplicemente il pazzo ed i suoi lacchè hanno "semplicemente" frullato l'abbattimento delle diseguaglianze sociali base del comunismo (e ovviamente lo fecero nel modo più semplice, togliendo tutto a tutti) con il mito dell'essere "puro" di stampo ariano-nazista. Ed anche li nel modo più semplice, ammazzando tutti i "diversi" (compreso chi aveva gli occhiali, perchè aveva letto libri e quindi era "impuro"). Una sorta di riedizione "non scientifica" degli "esperimenti genetici" di Mengele nei lager.

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Anche così precisata, questa "teoria" mi lascia un po' perplesso. Pol Pot, da quel che ne so, voleva instaurare un comunismo di stampo maoista, svuotando le città e addensando la popolazione nelle campagne, costringendola a dedicarsi forzatamente all'agricoltura e concentrandola in delle "fattorie" che erano in realtà degli orribili campi di lavoro. Non gli importava nulla se la sua gente sopravviveva o meno. Anzi, era convinto che per realizzare il comunismo fosse sufficiente un milione di persone, per cui tutta l'eccedenza poteva anche morire, anzi: meglio se moriva. Quanto agli "intellettuali", che erano anche semplicemente quelli che sapevano leggere ( e se portavano gli occhiali voleva dire che sapevano leggere) venivano eliminati non tanto perché "diversi", ma perché pericolosi. Chi legge, ragiona, diffonde le proprie idee e rappresenta una minaccia...

In tutto questo criminale progetto, che nulla ha a che vedere con quello che aveva detto e scritto Marx, non c'entra, e io non vedo, l'ideale della "razza pura" di stampo hitleriano. Vedo solo un tiranno, che, come Hitler, sfruttava un' ideologia per i suoi scopi personali, per appagare la sua infinita brama di potere...

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Da "Repubblica" del 22/6/1997:

.......Ma neppure l' ipotesi di una psicologia paranoica, aggravata dai limiti di un' intelligenza mediocre, sembrano sufficienti a spiegare la perfezione del Male incarnata dall' astuzia di affidare l'esecuzione pratica dello sterminio a manipoli di adolescenti, in modo da estirpare da un popolo l' idea stessa dell' innocenza. "Per ricostruire il paese - disse Pol Pot - mi servono uno o due milioni di adolescenti".

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A parte che io non credo affatto nell' "innocenza" degli adolescenti, e forse nemmeno in quella dei bambini...
Gli adolescenti, cioè, diciamo, quei soggetti di età compresa fra i 13 e i 18 anni, sono già capaci di compiere ogni genere di efferatezza tale e quale a un adulto... ed è successo e succede anche da noi, non occorre andare in Cambogia...

Ma poi, si sa che in estremo oriente (come in tutti i paesi del terzo mondo) c'è tutto un altro concetto di adolescenza e di infanzia... Perché, insomma, Ho Chi Min non mandava i bambini e le bambine a buttare bombe contro gli americani? Allora, non capisco perché colpisca così tanto l'immaginario di questo giornalista, il fatto che Pol Pot si sia servito degli adolescenti per i suoi massacri... Nell'aberrazione del suo piano lo trovo, tutto sommato, un dettaglio: non dico trascurabile, insignificante, ma non certo quello che "fa la differenza", il quid pluris che renderebbe Pol Pot l'incarnazione del "Male assoluto"...

Ho come l'impressione che a Sinistra (perché probabilmente l'autore dell'articolo è di Sinistra) si soffra di un po' di sensi di colpa per aver fatto finta per tanti anni che il genocidio di Pol Pot non esisteva...
E allora, adesso, per lavarsi la coscienza, si voglia a tutti i costi dimostrare che Pol Pot è stato il peggior criminale politico della Storia. Ma non è così, secondo me. Chi lo afferma, ha dimenticato che cosa è stata la Shoah in Europa. Ha dimenticato i lager, ha dimenticato lo sterminio scientifico, calcolato, di sei milioni di persone in tre anni e mezzo. E persino l'industria dello sterminio: i denti, i capelli, il sapone con le ossa...

Che si facciano un bel giro ad Auschwitz, questi giornalisti di Repubblica. Che rileggano Primo Levi. Capisco che adesso gli ebrei sono di nuovo cattivi perché tormentano i poveri palestinesi. Gli "innocenti adolescenti palestinesi" che tirano i sassi contro i crudeli nazi-israeliani... Però, insomma, un po' di onestà intellettuale non guasterebbe.

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Se per questo gli ebrei sono tornati "cattivi" dal 1967. Ormai sono cinquant'anni che questa storia infinita va avanti.