Uomo di Destra, già ministro dell’Economia e delle Finanze, nella seconda metà degli anni Sessanta Giscard si staccò dalle posizioni troppo autoritarie di De Gaulle e si presentò alle elezioni presidenziali del ’74, dopo la morte del Presidente Pompidou avvenuta in corso di mandato, come candidato dello schieramento liberale, ma estraneo alle idee golliste.
Memorabile il suo faccia a faccia “all’americana” con il socialista Mitterrand alla vigilia del ballottaggio, durante il quale pronunciò all’improvviso, come una stoccata che lasciò secco il suo avversario, la frase che forse gli valse la vittoria: “Monsieur Mitterrand, lei non ha il monopolio del cuore”.
Anche in economia, i governi da lui nominati adottarono una linea che piacque molto alla Sinistra, cioè piuttosto statalista e dirigista, che verso la fine del suo mandato, tuttavia, Giscard dovette mutare a causa della crisi internazionale petrolifera, tornando alla sua vecchia impronta di stampo liberista.
In politica estera fu un acceso sostenitore dell’Unione europea: fece introdurre il suffragio universale per il Parlamento europeo e fu tra i primi sostenitori, insieme al tedesco Helmut Schmidt, della moneta unica europea. E’ considerato uno dei padri dell’ECU, la moneta unica per gli scambi commerciali (per l’Euro era ancora presto).
Politico fine, intelligente, mediatore, grande diplomatico (anche grazie alla sua ottima padronanza di diverse lingue straniere, soprattutto del tedesco), elegante e raffinato nello stile ma talvolta anche stravagante (gli piaceva ogni tanto “rompere i protocolli”, come quando, ad esempio, guidò personalmente l’elicottero presidenziale), fu (ed è ancora, essendo vivente alla bella età di 92 anni) un europeista convinto. Non è certo un caso, infatti, se molti anni dopo il suo settennato, nel 2002, quando l’Unione aveva fatto molti passi avanti, venne chiamato alla presidenza della Convezione europea e ricevette il compito di scrivere la Costituzione europea. Costituzione che, pur essendo formalmente naufragata, è stata in gran parte recepita, nella sostanza, dal Trattato di Lisbona del 2007.