Originario dell’Iowa, si trasferì da bambino con la sua famiglia in California e iniziò presto la sua carriera di attore, recitando già negli anni Venti in ruoli secondari in alcuni film western muti, ai tempi in cui il cow-boy cinematografico per eccellenza era l’altrettanto leggendario Tom Mix. La svolta, tuttavia, arrivò alla fine degli anni Trenta, quando Wayne (allora meglio conosciuto con il soprannome di “Duke”, che poi comunque gli rimase per tutta la vita) incontrò il grande regista John Ford, che divenne suo amico e seppe valorizzare al massimo le sue virtù di attore.
Dal 1939, anno in cui uscì il mitico Ombre rosse, la sua carriera è costellata da film che sono entrati nella storia del cinema e i cui titoli sono talmente famosi che a leggerli oggi mettono i brividi: Il massacro di Fort Apache, Rio Bravo, Vento selvaggio, Sentieri selvaggi, Soldati a cavallo, La battaglia di Alamo, L’uomo che uccise Liberty Valance, La conquista del West, Il Grinta e tanti altri…
Western, soprattutto western, ma non solo. La sua filmografia è sterminata (conta circa 170 titoli) e sebbene la parte più riuscita di John Wayne sia indubbiamente quella del pistolero del selvaggio West, egli ha interpretato egregiamente tanti altri ruoli, come quello del poliziotto, dell’aviatore, del soldato, del marine…
Tanti film, ma un solo prestigioso riconoscimento: l’Oscar come miglior attore protagonista, che arrivò nel 1970 per il film Il Grinta.
In due occasioni, Wayne, oltre ad interpretare il film, sedette anche alla regia: ne La battaglia di Alamo (1960) e in Berretti verdi (1968), forse l’unico film della storia che si schiera a favore della guerra del Vietnam.
Può piacere o meno, ma che sia un’icona inossidabile del cinema mondiale e uno dei più grandi miti dell’universo a stelle e strisce, è fuori discussione.