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Il delitto Ambrosoli

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Il delitto Ambrosoli

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La sera dell’11 luglio 1979, l’avvocato Giorgio Ambrosoli venne freddato da alcuni colpi di pistola sparati da un killer, nei pressi della sua abitazione, a Milano, mentre rincasava.
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Ambrosoli, nel settembre del 1974, era stato nominato dal governatore della Banca d’Italia, Guido Carli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, guidata dal banchiere Michele Sindona. La B.P.I., infatti, si trovava sull’orlo del dissesto finanziario ed era necessario fare luce sull’operato dei suoi vertici.

Proprio nella veste di commissario liquidatore, il valente avvocato aveva scoperto una fitta e complessa trama messa in piedi dal banchiere Sindona: gravissime irregolarità e illeciti finanziari, fondi occulti, corruzione di pubblici ufficiali e connivenze con la mafia. Tolto il coperchio alla pentola della B.P.I., insomma, ne uscì fuori uno dei più fetidi minestroni “all’italiana”, collegato anche al famigerato crack del Banco Ambrosiano, che ebbe il suo tragico epilogo tre anni dopo…

Nonostante i tentativi di corromperlo e le minacce di morte ricevute, Ambrosoli andò avanti per la sua strada, peraltro senza ricevere mai alcuna protezione da parte dello Stato, e raccolse elementi sufficienti per liquidare la B.P.I. e far incriminare Michele Sindona. Ma proprio quando stava per presentare una dichiarazione ufficiale in tal senso, venne ucciso.

Come in seguito accertò la magistratura, a far eliminare Ambrosoli fu lo stesso Sindona, che commissionò il delitto al killer mafioso italoamericano, William Aricò.
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Giorgio Ambrosoli, esempio di onestà, coraggio e senso del dovere, è stato insignito della medaglia d’oro al valore civile alla memoria da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e, inoltre, gli è stata dedicata una piazza dal Comune di Milano.

Com’è noto, per contro, sulla sua tristissima vicenda, il senatore a vita Giulio Andreotti se ne uscì invece con una delle sue frasi più squallide e infelici.

Anche il giornalismo e il cinema lo hanno giustamente omaggiato. Il giornalista Corrado Stajano, infatti, ha scritto il libro Un eroe borghese, pubblicato per Einaudi nel 1991, dal quale poi è stato tratto l’omonimo film diretto da Michele Placido.
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Re: Il delitto Ambrosoli

Messaggio da Whiteshark »

Molto bello il libro di Stajano, che ogni tanto rileggo. Giusto omaggio ad un uomo che per molti (tra cui il sottoscritto) rappresenta il paradigma dell'uomo di destra. Quella destra democratica, moderata e perbene, che, come scrisse Antonio Polito, è la destra delle professioni, della borghesia che teme il comunismo come la peste, ma che ha fatto dell' intransigenza morale e del rigore nel lavoro il proprio credo. Una Destra convinta che lo Stato democratico si difende facendolo funzionare in maniera neutrale, come produttore di regole valide per tutti, come arcigno e quasi protestante tutore degli interessi generali, come nemico giurato di ogni consorteria di potere e di malaffare.
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Re: Il delitto Ambrosoli

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Anch'io ho una forte ammirazione per lui. L'unica cosa che non sono mai riuscito a capire, pur con tutto il rispetto, è come potesse una persona così essere un monarchico convinto, visto anche l'esempio di non proprio fulgido rigore morale degli ultimi regnanti e rappresentanti di Casa Savoia...
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Re: Il delitto Ambrosoli

Messaggio da Whiteshark »

Credo che Ambrosoli fosse troppo concentrato sul suo lavoro per conoscere tutti i retroscena di quanto accaduto undici mesi prima all'isola di Cavallo, che per chiunque fosse monarchico rappresentarono un colpo severissimo. Non dimentichiamoci inoltre che Ambrosoli era, per sua ammissione, un grandissimo estimatore di Pio XII ed un feroce denigratore di Giovanni XXIII, ossia il più monarchico ed il più liberal dei Papi.
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Re: Il delitto Ambrosoli

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Non parlavo solo dell'Isola di Cavallo, ma anche della connivenza col fascismo di Vittorio Emanuele III, delle leggi razziali da lui firmate senza battere ciglio e dell'ignobile fuga dell'8 settembre... Cmq, non vorrei allargare troppo il discorso :)
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Re: Il delitto Ambrosoli

Messaggio da Whiteshark »

https://www.youtube.com/watch?v=c6czXNfMvqo

La puntata di "La storia siamo noi" dedicata ad Ambrosoli, e con la famosa squallida ed ignobile frase di Andreotti.
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Re: Il delitto Ambrosoli

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La cosa più triste è pensare a quanti italiani sentendo quella frase gli avranno dato ragione...
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Re: Il delitto Ambrosoli

Messaggio da Whiteshark »

Ripropongo (si trova in rete) un estratto della lettera scritta alla moglie poco dopo aver ricevuto l’incarico e diversi anni prima di morire.

“Anna carissima, è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana n.d. r.) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica.

Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente di ogni colore e risma non tranquillizza affatto. È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese.

Ricordi i giorni dell’Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant’anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l’incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato – ne ho la piena coscienza – solo nell’interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.

I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [… ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro [… ] Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi.”
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