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l'influenza "spaziale" del 70

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Ian
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l'influenza "spaziale" del 70

Messaggio da Ian »

Personalmente non la ricordo per niente, ma dato che in questi giorni, o meglio questa stagione, saremmo purtroppo bersagliati da questo COVID19, non ho potuto fare a meno delle analogie, dopo aver visto questo video che gira su youtube:

https://youtu.be/tYfXMXafT0o

poi metto anche un link, che anche se non mi da nessuna fiducia perchè non so chi siano, scrivono della situazione di allora:

https://www.cisiamo.info/cultura/2020/0 ... -spaziale/

quello che più mi fa pensare, che rispetto ad oggi, la gente, l'informazione, era tutta meno frenetica e martellante, anche da queste notizie preoccupanti (basta sentire la musichetta sotto al video :) ), e sicuramente i nostri genitori, essendo usciti da situazioni ben più drammatiche (guerra e miseria) , avevano meno paura e timore di noi oggi per quello che si sta verificando. ...che ne pensate voi
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

Messaggio da Insight »

Penso che la cosa sia gestita molto male a livello comunicativo. A parte le numerose "fake news" e i sedicenti "esperti virologi" che girano in rete e che le sparano grosse (e probabilmente lo fanno apposta per mettersi in luce), anche l'informazione ufficiale andrebbe corretta. Continuano ad allarmare tutti comunicando quasi in tempo reale il numero dei contagi, facendo addirittura dirette televisive... Pare che siano tutti là ad aspettare l'ennesimo contagiato...Quando invece l'unico dato che puo' veramente preoccupare non è il numero dei "positivi" ma quello dei soggetti che necessitano di essere ricoverati in ospedale e sottoposti a terapia intensiva.

A mio parere in questo momento dovrebbero comunicare il meno possibile per non creare inutili allarmismi e limitarsi a diffondere metodi di prevenzione e spiegare bene alla gente cosa deve fare nel caso in cui abbia dei sintomi che corrispondano a quelli del virus.

Quanto alle "misure di contenimento" in atto: chiusura delle scuole, università, cinema, musei, teatri, eccetera, ho i miei dubbi che serviranno... Secondo me il virus crescerà ancora e forse le misure serviranno solo a ritardare un po' la diffusione che deve comunque fare il suo corso.
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Ian
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

Messaggio da Ian »

una di quelle volte che sono daccordo in tutto con te ...scherzo ma è vero :)
...veramente, in questi casi, quasi che rimpiango un giornalismo stile Tass della vecchia urss 8-) , tanto sono le bufale e la sola voglia di avere gli share sui propri canali tv, piuttoisto che informazioni utili , almeno per queste cose. Ed anche sul discorso delle chiusure, lo vedo più un fatto per togliersi da resposabilità per paura di denunce e beghe giudiziare , che per la vera utilità dell'azione.
Per fare un esempio personale...sabato scorso avevamo una serata (concertino live con mia band) su un locale della mia zona, be'...dico, giustamente hanno annulato l'evento per via della deroga, ma caspita, hanno lasciato il dj mettere musica perchè non è considerato evento-manifestazione e... morale, c'erano quasi sicuramente più persone in questo caso, piuttosto che se avessimo suonato noi dal vivo. em_closedeyes
Gimli Il Nano
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

Messaggio da Gimli Il Nano »

LA quarantena e'un-test-sociale
di Paolo Becchi su Libero, 04/03/2020
La politica ha oggi anche a che fare con la vita degli individui, la “nuda vita” in senso biologico. È un fatto risaputo, almeno da quando essa si è fatta “biopolitica”, ossia – secondo il significato che tale espressione ha ricevuto dalle analisi di Michel Foucault – potere che pone quale oggetto della sua regolamentazione, delle sue discipline, la vita delle persone. Non sempre è stato così. Soltanto, infatti, a partire dalla metà del XVIII secolo il potere politico ha cominciato ad occuparsi, ritenendolo un proprio problema, di questioni legate ai processi biologici che riguardano gli individui: la nascita, la durata della vita, la mortalità, lo stato di salute del “corpo” sociale, e così via. In questo senso il potere politico si è definito attraverso tutta una nuova serie di interventi e di controlli regolatori sulla popolazione, in relazione a questioni, come quelle ricordate, che, nei secoli precedenti, erano state, in fondo, estranee al campo di azione del “politico”.
Nell’arco di due secoli, sappiamo dove siamo ormai giunti: lo sviluppo tecnico-scientifico e le scoperte della medicina rendono ormai possibile manipolare la vita con un campo di possibilità fino a pochi anni fa impensabili. Ed il potere, il bio-potere, viene perciò chiamato a controllare, regolamentare, decidere dell’inizio e della fine della vita in modi inediti – si pensi all’ingegneria genetica, alla fecondazione assistita o alle tecniche di differimento della morte, o, al contrario, "eutanasiche" .
Pochi mesi fa, un virus si è diffuso rapidamente in Cina – per la verità, non si sa bene se per cause del tutto naturali o per possibili intrecci con l’attività di qualche laboratorio biochimico. Non faremo i complottisti. Non ci interessa. Epidemie sono sempre possibili e grazie alla globalizzazione pure le pandemie: la Cina è lontana ma il virus non conosce frontiere è diventa in poco tempo “globale”. La Cina è vicina, dunque, ma non nel senso in cui i vecchi maoisti italiani intendevano negli anni '60 -'70.
“Che fare?”, si sarebbe chiesto Lenin. Il paradosso è che, proprio nel momento in cui la politica, nel farsi bio-politica, deve affidarsi alle conoscenze scientifiche, a “saperi” che le sono esterni (medicina, biologia, chimica, etc.), ecco che questi “saperi” si rivelano, inaspettatamente, incapaci di fornire risposte e soluzioni ai problemi. Giornali e televisioni ospitano ogni giorno interventi di scienziati ed esperti che non sono d’accordo su nulla, o quasi, divisi tra chi grida al disastro incombente e chi sostiene che si tratti di una banale influenza. Come ha ricordato pochi giorni fa un comico, l’unica cosa su cui sembrano tutti d’accordo è che bisogna lavarsi le mani frequentemente.[....].
La politica, però, deve agire comunque. E così dopo aver fatto finta che il problema in Italia non esistesse, si è attivata, con dispositivi di “emergenza”: isolamento, chiusura del territorio, quarantena. Dalla sottovalutazione siamo passati all’alimentazione continua del panico. Il passo è stato breve e gli italiani si sono trovati, in ventiquattro ore, ridotti a topi di laboratorio, mentre lo Stato sperimentava su di loro le stesse politiche dello “stato d’eccezione”, applicate in Cina.
Se c’è qualcosa che questa epidemia ci ha già insegnato, non riguarda la medicina, ma la bio-politica: nello “stato d’emergenza”, gli italiani sembrano disposti a concedere tutto quanto richiesto dal potere, rinunciando senza fiatare alle loro libertà. I porti, certo, è meglio continuare a lasciarli aperti, ma lo Stato si sente libero di costringere migliaia di persone a non uscire di casa, di riprendersi i “pieni poteri” sulle Regioni, di incolpare il virus se il paese entra in recessione.
E poi ci sono i paradossi della globalizzazione: migliaia di immigrati clandestini possono liberamente circolare per il Paese, ma gli abitanti di Codogno devono rimanere chiusi, segregati nelle loro abitazioni.
Anche questo in fondo fa parte di questa logica dell’emergenza, del panico provocato dal governo e alimentato dai media: il “nemico” è il tuo vicino di casa che potrebbe infettarti. Sembra che gli italiani siano disposti a rinunciare a tutti i diritti “fondamentali” di cui tanto ci vantiamo tanto – pilastro delle società democratiche occidentali – non appena il governo paventi la “diffusione” del contagio.
Tutto è concesso, pur di non ammalarsi. Persino il diritto alle cure si è trasformato nel dovere di non ammalarsi, perché potresti contagiare gli altri. Certo, non voglio negare questo pericolo, ma c’è proporzione tra quello che stiamo facendo e l’epidemia in corso? I poteri che deleghiamo allo Stato per assicurare la nostra salute si sono progressivamente ampliati secondo una logica “securitaria” che, in casi come questo, mostra in fondo di non avere limiti. Vuoi la sicurezza, e allora isoliamo intere comunità, chiudiamo gli asili, le scuole e le università, i luoghi di lavoro e di svago, le biblioteche, i teatri, gli stadi e persino le Chiese. Il consiglio attuale dei difensori della “società aperta” è: chiudetevi in casa e non uscite sino al prossimo decreto del governo. È pazzesco, a farci cambiare stile di vita non c’è riuscito il terrorismo jihadista ma il virus cinese.
Fin dove il potere politico può spingersi, per assicurare che io non mi ammali? A questa domanda non c’è, ad oggi, una risposta, anche perché nessuno se l’è posta. Al contrario, tutto sembra indurre a pensare che siamo ormai pronti ad accettare che lo Stato si spinga fin dove voglia. Siamo diventati in Europa un laboratorio dove sperimentare, per la prima volta in sistemi democratici, le tecniche biopolitiche dell’emergenza e vedere come il popolo reagisce. E in segno di gratitudine l’UE è anche disposta a farci fare un po’ di deficit.
L’emergenza giustifica misure eccezionali. Ma non sono le misure eccezionali, in fondo, che danno la prova che siamo ancora in una situazione di emergenza, che essa non è mai ancora terminata? Quanto può andare avanti questo circolo? All’infinito, finché governo, giornali e media riusciranno a tenere in allarme la cittadinanza. E ci stanno riuscendo, oggi con messaggi rassicuranti, domani all’opposto con l’elenco crescente dei contagiati e dei morti e così via di seguito, senza fine.
In una città qualsiasi, d’improvviso, si diffonde un’epidemia, tutti col passare del tempo diventano ciechi in un modo peculiare, vedono bianco. È la storia di Cecità, il romanzo di José Saramago. Solo la moglie di un medico risulta immune. Il governo decide di rinchiudere gli infetti in un manicomio allo scopo di evitare il contagio. Ma a poco serve. Perché appunto alla fine tutti, tranne la moglie del dottore, diventano ciechi. Alla fine i ciechi guariscono senza alcuna ragione. L’epidemia se ne va così com’era sopraggiunta. Il medico dialogando con la moglie alla fine si chiede “perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà conoscerne la ragione. Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”.
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

Messaggio da Ian »

effettivamente, senza gridare troppo anch'io al complotto, m'era venuta in testa anche a me un po' l'idea che stanno facendo delle "prove generali" per vedere come ci comportiamo di conseguenza per chissà quale progetto. Sicuramente non hanno progettato tutto, nel senso del virus ecc, mapotrebbe essere che hanno preso la palla a sbalzo per provare questa/e cose...vabe'
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

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Che ci sia un complotto non credo affatto e chi mette in giro queste voci e' un irresponsabile. Ma che ci sia stato e che ci sia ancora un tentativo di speculare su questa epidemia e di strumentalizzare la situazione a proprio vantaggio da parte della destra, mi pare evidente.

Prima, quando non c'era alcun contagio, spargevano il terrore contro i cinesi e invocavano il blocco dei confini e la solita chiusura dei porti. Ai primi contagi, per far vedere che il governo non faceva nulla, hanno cominciato a chiudere tutto nelle Regioni dove comandano. Dopo, quando i contagi sono cresciuti e il governo ha cominciato a prendere provvedimenti, hanno iniziato a dire che bisogna riaprire tutto...

Stiamo assistendo a un comportamento schizofrenico e irresponsabile da parte dell'opposizione di destra e siamo davvero fortunati ad avere al governo in questo momento uno come Conte, che, pur non piacendomi politicamente, si sta comportando bene ed e' un vero signore.

Non sono un esperto e quindi non so se i provvedimenti serviranno davvero, ma non posso fare altro che fidarmi di questo governo e seguire nel mio piccolo le prescrizioni che sono state impartite.
Ultima modifica di Insight il dom 8 mar 2020, 20:43, modificato 4 volte in totale.
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

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Ho cancellato il messaggio perché era partito due volte...
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

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Il leader della principale forza politica di destra, il 27 febbraio scorso in un videomessaggio chiedeva di riaprire tutto...Oggi invece plaude all'estensione a tutta l'Italia delle misure contenitive, dicendo anzi che bisognava farlo prima. Ricordo, inoltre, che prima ancora che ci fosse un solo contagio in Italia diceva che bisognava blindare i confini. Quindi nel giro di un mese scarso è passato dal chiudere tutto al riaprire tutto al chiudere di nuovo tutto.

Io spero che quando finirà l'emergenza la gente si ricorderà di questo suo comportamento schizofrenico e irresponsabile e non lo voterà più. Mai più.
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

Messaggio da Gimli Il Nano »

Coronavirus, fatti e dati dell’epidemiologo P.Gulisano.
di Paolo Gulisano (fonte: NBQ e paologulisano.com)

>>> Paolo Gulisano è tra gli Autori che hanno contribuito al volumetto CORONAVIRUS. Il contagio della paura, i corpi, le anime – Edizioni Radio Spada. <<<

In una battaglia così importante è fondamentale conoscere le caratteristiche dell’avversario, come agisce. Ci sono stili di vita, farmaci, terapie e azioni che possono contrastarlo. Anche per questo suonano inaccettabili le ipotesi di procedere a selezioni eugenetiche, lasciando morire i più deboli. Quanto accaduto in Congo ci fa ben sperare.
Di fronte a questa epidemia, la cosa più ragionevole da fare è contrastarla, con tutti i mezzi che abbiamo, e magari anche cercando di trovare soluzioni nuove, creative. Il Covid-19 è un virus, e non è pensabile che un virus non possa essere contrastato dalla scienza medica, a meno di ammettere l’impotenza di tale scienza, a dispetto di tutte le conquiste di cui essa stessa si vanta.
Ieri è arrivata una importantissima notizia dalla Repubblica Democratica del Congo: dopo 13 mesi di epidemia, è guarito l’ultimo caso di Ebola presente nel Paese africano. Nessuno ovviamente lo sa, ma un anno fa si era acceso in Congo un nuovo focolaio di questa terribile malattia infettiva che ha un tasso di mortalità del 70%, un tasso spaventoso. Questa epidemia che ha fatto circa 2000 morti è stata combattuta e vinta. I mezzi sono stati quelli che ormai stiamo imparando a conoscere anche qui: l’igiene personale in primis, in particolare quella delle mani, e il distanziamento sociale. Le persone malate sono state curate anche farmaceuticamente, con buoni esiti. Potremmo allora imparare qualcosa anche da un Paese che non ha le nostre sofisticate strutture sanitarie e il nostro personale altamente qualificato.
E a tale proposito, occorre sottolineare un aspetto molto importante: in questi giorni nei nostri ospedali, e in particolare in quelli della Lombardia soggetti ad un impegno e a un carico di lavoro eccezionale, tutto il resto dell’attività sta continuando, per garantire la salute dei cittadini. Abbiamo decine di migliaia di pazienti oncologici, o con gravi patologie croniche, che continuano ad essere seguiti e curati. Non c’è solo il Covid-19. Ogni giorno in Italia muoiono 1.400 persone, delle più diverse patologie, ma soprattutto di quelle cronico-degenerative. Ogni giorno medici e infermieri e OSS combattono contro la malattia, e devono anche assistere a quell’evento ineluttabile che è la morte. Per questo in un momento come quello attuale di confusione e approssimazione diffusa, dalla classe politica ai social, i medici in prima linea, a fare il proprio dovere, sono la migliore risposta alla sfida della malattia, ma non devono essere lasciati soli.
Questi medici in prima linea sono anche quelli che stanno cercando – sul campo – armi adatte a sconfiggere il nemico. Allo stato attuale delle conoscenze, non esistono protocolli terapeutici definiti. Tuttavia, in queste circostanze, i medici possono tornare ad esercitare la loro capacità creativa, cercando, sperimentando soluzioni ai problemi. Come dice un vecchio proverbio inglese: non ci sono problemi, ci sono solo soluzioni. Abbiamo in tal senso l’esempio dei medici cinesi che prima di noi hanno affrontato nelle scorse settimane il Covid-19. Dalla Clorochina al plasma dei guariti passando per le staminali, senza trascurare la medicina tradizionale: contro il coronavirus la Cina sta sperimentando ad ampio raggio, e dalla sperimentazione si è già arrivati a linee guida che potremmo utilizzare anche qui.
In primo luogo la Clorochina: questo vecchio farmaco ampiamente utilizzato per decenni contro la malaria – ora abbandonato – e utile anche nelle malattie autoimmuni è stato impiegato nel trattamento di pazienti gravemente malati di COVID-19 negli ospedali di Wuhan. Poi il Tocilizubam, una proteina sintetica iniettabile che blocca gli effetti dell’interleuchina-6 (IL-6) nei pazienti affetti da artrite reumatoide. La IL-6 è una proteina che il corpo produce quando è presente un’infiammazione. I ricercatori cinesi hanno infatti trovato che una delle cause di morte nei pazienti gravi infettati dal coronavirus è la tempesta di citochine, una reazione eccessiva del sistema immunitario. Il farmaco è in fase di sperimentazione clinica in 14 ospedali di Wuhan. Un’altra soluzione è quella che prevede l’utilizzo di plasma di pazienti guariti: questo plasma contiene un gran numero di anticorpi protettivi. Al 28 febbraio, 245 pazienti con COVID-19 hanno ricevuto la terapia e in 91 casi si sono manifestati miglioramenti degli indicatori clinici e dei sintomi.
Ci sono poi farmaci antivirali in sperimentazione: il favipiravir, un farmaco antinfluenzale disponibile nei mercati stranieri, è stato inserito in uno studio clinico parallelo controllato a Shenzhen: ha un’efficacia relativamente evidente e reazioni avverse basse. Anche il remdesivir, sviluppato contro le infezioni da Ebola, ha mostrato a livello cellulare un’attività antivirale abbastanza buona contro il nuovo coronavirus. Ci sono poi le cellule staminali: possono inibire la risposta eccessiva del sistema immunitario e sono stati usati anche per trattare dei pazienti gravi, quattro dei quali guariti. Attualmente sono utilizzate nei trattamenti tre tipi di cellule staminali, le mesenchimali, le polmonari e le embrionali. I ricercatori di solito iniettano soluzioni a base di cellule staminali nei polmoni. Inoltre l’Accademia Cinese delle Scienze ha sviluppato un nuovo farmaco a base di cellule staminali, CAStem, che ha mostrato risultati promettenti negli esperimenti sugli animali.
Infine, ci sono tutte quelle misure che possono aiutare il nostro organismo a difendersi meglio. Il professor Luc Montagner, Premio Nobel per la Medicina, invita ad assumere sostanze antiossidanti che possono ostacolare l’azione del virus. Tra questi il Glutatione. Un altro dato su cui riflettere è quello messo in luce dagli studi cinesi che dimostra che il Coronavirus è molto più dannoso e pericoloso nelle persone che fumano. Inspiegabilmente nessuno si è ancora preso la briga di invitare decisamente i fumatori a smettere: lo facciamo volentieri noi.
In una battaglia così importante come quella col virus, è fondamentale conoscere le caratteristiche dell’avversario, come agisce, quali sono i suoi obiettivi. Da questo punto di vista dovremmo guardare con grande attenzione ai dati epidemiologici che cominciano ad essere disponibili. Sappiamo che l’età media dei pazienti deceduti è 81 anni, e che ci sono 20 anni di differenza tra l’età media dei deceduti e quella dei pazienti positivi al virus. La maggior parte dei decessi — 42.2% — si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni; il 32.4% dei decessi erano tra 70 e 79; l’8.4% erano tra 60 e 69; il 2.8% tra 50 e 59 e il 14.1% sopra i 90 anni. Le donne decedute dopo aver contratto il virus hanno un’età più alta degli uomini. L’età mediana per le donne è 83.4, l’età mediana per gli uomini è 79.9. Per quanto riguarda il sesso, i pazienti morti dopo esser risultati positivi al Coronavirus sono in maggioranza uomini.
Nella maggior parte di questi casi il virus è intervenuto in organismi non abbastanza forti per reagire adeguatamente ed è stato molto probabilmente una concausa del decesso. In più di due terzi dei casi i morti con il Coronavirus avevano tre o più patologie preesistenti. Quindi il virus contribuisce, determinando una polmonite interstiziale con grande danno respiratorio, all’indebolimento di un organismo già particolarmente fragile a causa di una malattia esistente come tumore, malattie cardiologiche, diabete. Gli studi epidemiologici condotti confermano le osservazioni fatte fino a questo momento nel resto del mondo, in particolare sul fatto che gli anziani e le persone con patologie preesistenti sono più a rischio. Persone molto fragili, che dobbiamo proteggere il più possibile.
Anche per questo suonano inaccettabili le ipotesi di procede a selezioni eugenetiche, lasciando morire i più deboli. Bisogna invece fare il massimo sforzo per aumentare i posti letto, gli operatori sanitari, i presidi sanitari per salvare ogni vita umana. Questo deve essere lo sforzo di chi governa il Paese, uno sforzo in supporto dei medici che combattono ogni giorno la battaglia per la vita.
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Re: l'influenza "spaziale" del 70

Messaggio da Whiteshark »

Salvini è riuscito nell'incredibile impresa, con la sua ansia di sciacallaggio, di superare in stupidaggini la maggioranza, che tra l'autogufo Zingaretti (".....emergenza coronavirus ? Ma di che stiamo parlando ?") e l'imbelle Spadafora ha fatto più autogol di Comunardo Niccolai in una carriera. Quanto a Conte...beh, un thatcheriano come me, che ha sempre creduto, causa forse anche il servizio militare, che un organismo è guidato bene solo se qualcuno decide, alla vista di un simile tentennante sottoprodotto della politica (degno caposquadra del devastante ministro Bonafede, invisibile malgrado le carceri siano in fiamme) non si mette le mani nei capelli solo perchè.... non li ha !
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