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Il " '68" diverso che non fu possibile

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Gimli Il Nano
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Il " '68" diverso che non fu possibile

Messaggio da Gimli Il Nano »

https://oltrelalinea.news/2017/02/05/na ... NZZaqkk2qc

Nazi-maoismo: il ’68 diverso che non fu possibile
Febbraio 5, 2017
“Noi ce ne stavamo a Legge, loro a Lettere. Quando calava la sera, scoccava l’ora delle partitelle di calcio: rossi contro neri. Lettere era piena di bandiere rosse, a Legge invece un fascio repubblicano […] sovrastava l’ingresso della facoltà… Alle assemblee oceaniche di Lettere, indette nel nome di Castro, Ho Chi Minh, noi rispondevamo con affollate assemblee dove si discutevano i temi del fascismo, dell’Europa, della rivoluzione”Adriano Tilgher
Chiunque abbia frequentato una facoltà di Lettere e Filosofia può immaginare quanto l’idea di un’assemblea dove sia citato Che Guevara insieme a passi di Evola e Guenon risulti poco credibile. È la storia del nazi-maoismo, il racconto di un reale quanto effimero tentativo dei giovani di destra, o almeno di una parte di loro, d’inserirsi attivamente nei moti studenteschi del ‘68.
Protagonista dei fatti fu la Caravella, la sezione del FUAN della Sapienza, e l’inedito dialogo instaurato con il nascente movimento studentesco, che provocò un duplice cortocircuito, politico e generazionale. Da un lato, infatti, si entrava in collisione con la “casa dei padri”, quell’MSI che nel corso degli anni '50 e '60 si era ritagliato su misura il ruolo di partito atlantista, nel segno del conservatorismo e della difesa dell’ordine costituito democristiano; dall’altro si palesava una frattura tra le giovani leve e quei padri che avevano militato nella Repubblica Sociale Italiana, ai cui occhi appariva inconcepibile una convergenza con i “figli del tradimento”.
Il superamento dell’anticomunismo acritico portò a una convergenza con una parte della sinistra giovanile, specie quella “cinese”, che, ripudiando un PCI imborghesito e oramai parte integrante del Sistema, volgeva ora lo sguardo all’Estremo Oriente, ai vietcong, e alla Cina maoista. Un grande drago cinese di cartapesta con la scritta “la battaglia dell’antifascismo è la battaglia della retroguardia”, venne costruito alla Sapienza proprio per affermare l’inattualità della tematica resistenziale.
Ecco, dunque, che tra la fine del ’67 e i primi mesi del ’68 questa destra giovanile dissidente seppe dimostrare un dinamismo, che coinvolse anche formazioni extraparlamentari, come Ordine Nuovo, Primula Goliardica e Avanguardia Nazionale.
Nel clima intellettuale effervescente di quei giorni trovarono spazio iniziative universitarie senza precedenti per il mondo neofascista, come la rappresentazione teatrale dei testi di scrittori francesi collaborazionisti quali Céline e Drieu La Rochelle, ma anche alchimie intellettuali contraddittorie quanto sorprendenti: il mito di Che Guevara e della guerriglia rivoluzionaria sudamericana che attualizzava il nazionalismo anarchico de I Proscritti di von Salomon.
Erano chiamati nazi-maoisti dal “fuoco amico” della stampa di destra (Il Secolo d’Italia, Il Tempo, Il Borghese), che tra indifferenza e pubblico ripudio malcelava il generale imbarazzo. Lo stesso Evola e i suoi discepoli, Rauti e Romualdi in primis, ne presero le distanze, nonostante quei giovani dissidenti fossero convinti di fare propria l’analisi evoliana di una società occidentale decadente e ormai irrecuperabile [SEMBRA QUASI CERTO CHE Evola ed il guru della beat-generation Keroac,si conoscessero-nota del R.-].
Tanto valeva, dunque, fare tabula rasa, sovrapponendo l’elemento nazionale, di cui erano portavoce, con quello sociale di quella sinistra rivoluzionaria, che aveva presto scavalcato il tema della rivendicazione studentesca per una critica più generale della società capitalistica. Obiettivo finale: realizzare quell’unità generazionale, fuori dagli schemi dei partiti tradizionali, animata da una comune “tensione rivoluzionaria” nei confronti del potere costituito.
L’occupazione di Giurisprudenza, da parte dei “neri”, congiunta a quella di Lettere, da parte dei “rossi”, fu l’esito di una collaborazione che aveva dato i suoi frutti negli scontri di Valle Giulia del 1° marzo del 1968, dove i ragazzi della destra extraparlamentare erano schierati in prima linea (come testimoniano numerose fotografie, a lungo negate e poi proprio inflazionate), oltre all’ormai costante partecipazione dei giovani di destra alle assemblee del movimento studentesco.
Un fatto, che lungi dall’essere episodico e circoscritto al mondo universitario romano, si stava diffondendo in altri atenei. Per la dirigenza dell’MSI, sino a quel momento impotente e scavalcata su tutti i livelli, era il momento di intervenire, di riportare ordine e chiarezza. Il 16 marzo 1968 gli attivisti dei Volontari Nazionali di Almirante, e degli allievi della scuola pugilistica di Caradonna, marciarono sulla Sapienza, prima costringendo con la forza i nazi-maoisti di Legge ad interrompere l’occupazione, poi ingaggiando con la sinistra a Lettere un durissimo scontro, che si risolse nel pomeriggio solo con l’intervento della polizia.
Due facoltà messe a ferro e fuoco, ma “il Tricolore era stato riportato all’Università”. Fine dei giochi, “l’alternativa in doppiopetto” dell’MSI aveva ricreato il naturale stato delle cose. Fu un evento estremamente traumatico per molti militanti: alcuni furono riassorbiti nel FUAN, altri passarono a sinistra, altri rientrarono nel privato, altri ancora scelsero la strada extraparlamentare. Il ’68 poteva, forse, prendere una piega diversa?
Per quanto contraddittoria ed effimera, fu soprattutto una grande occasione persa: da quel giorno tutte le organizzazioni di destra furono estromesse dal movimento studentesco. Come commentarono i militanti della Caravella, “il 16 marzo il regime ha vissuto la sua giornata trionfale […] ”.

(di Daniele Dalla Pozza)
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

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Se i capi di questi "nazisti di sinistra" erano dei brutti ceffi come Er Caccola Delle Chiaie, divenuto poi uno stragista, allora direi che il movimento studentesco la scappo' davvero bella....Non vedo proprio che cosa c'entrassero quei razzisti evoliani con la richiesta di rinnovamento sociale dei sessantottini....Finiamola, dai, il Sessantotto e' della sinistra e basta. Il becero Almirante, nel suo schifo, aveva ragione e fece bene quel giorno a prendere a calci i piccoli balilla ribelli che erano fuggiti dal porcile...
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

Messaggio da Whiteshark »

Non ho mai avuto il (dis)piacere di conoscere il signor Delle Chiaie, non fosse altro per la differente anagrafe, e certo se fossi stato in un locale con uno che negli anni '80 dava del tu a Klaus Barbie mi sarei sicuramente alzato per andarmene. Detto questo, lo "stragista" Delle Chiaie è stato accusato di ogni nequizia a nove colonne per vendere giornali, ma, misteriosamente, sempre assolto (con trafiletto di tre righe in cronaca) da tutto ciò che gli veniva addebitato. Per cui certe affermazioni le trovo quantomeno discutibili, se non azzardate. Venendo al rapporto tra il '68 e la destra cosiddetta "radicale", trovo invece interessante approfondire alcune tematiche, partendo dal saggio di Alfredo Villano. Trovo per certi versi affascinante capire cosa spingesse quella gioventù incazzata a sparare a zero su quello che loro definivano l' MSI ben pensante, clerico-fascista, forcaiolo e disposto a ogni sorta di compromesso con DC e venticinqueluglisti per avere uno straccio di legittimazione democratica. Penso che appena possibile lo leggerò.
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

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Questi giovani fascisti ribelli confluirono nei primi anni Settanta in organizzazioni eversive quali "Ordine Nero" (nato dalle ceneri di Ordine Nuovo, disciolto per disposizione della magistratura in quanto fuori legge), Avanguardia Nazionale, Europa e Civilta', tanto per citare solo le più famose.

Tali organizzazioni erano tutte dichiaratamente antidemocratiche (Europa e Civilta', ad esempio, stampava un omonimo periodico sottotitolato: Contro il marxismo e il ciarpame democratico), di ispirazione più nazista che fascista e, ad esempio, veneravano figure tenebrose come il Capitano Corneliu Codreanu, rivoluzionario fascista rumeno che negli anni Venti aveva fondato la Guardia di Ferro...

Erano come delle sette chiuse..
Ad esempio, da Avanguardia Nazionale molti ragazzi che a un certo punto decisero di uscire furono picchiati a sangue...

E poi ebbero un triste ruolo nella strategia della tensione, essendo stata accertata, ad esempio, nonostante i depistaggi, la matrice ordinovista delle stragi di Milano e Brescia, nonche' quella di Ordine Nero e Avanguardia Nazionale per la strage del treno Italicus.

Chiaro che da questi fanatici estremisti (e chiamiamoli pure terroristi), Almirante era visto come un vecchio trombone che aveva ingabbiato il fascismo nell'arco costituzionale, scendendo a patti con quello che per loro era il "ciarpame democratico..."

Non va dimenticato tuttavia che Giorgio Almirante era tutt'altro che un democratico e che egli stesso diede protezione a molti terroristi neri e che ispiro' addirittura certi attentati...

Tanto per dirne una, il 19 aprile 1974, in un comizio a Trieste durante il quale ci furono anche dei disordini, egli disse che "Era giunto il momento di fare piazza pulita del bacillo slavo che infettava la citta'", riferendosi ovviamente alla minoranza slava, e soprattutto slovena, da secoli radicata a Trieste...

E, guarda caso, pochi giorni dopo, sabato 27 aprile 1974 scoppio' una bomba in una scuola di lingua slovena a Trieste...fu solo un avvertimento (la bomba scoppio' di notte e non fece vittime), ma forse anche una "prova" della bomba di Brescia, scoppiata un mese dopo in piazza della Loggia...
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

Messaggio da Whiteshark »

Per dovere di cronaca, le indagini condotte dalla Procura di Milano sull'ordigno alla scuola slovena sarebbero giunte alla conclusione che l’azione era stata ideata nel capoluogo lombardo da Giancarlo Rognoni leader del gruppo La Fenice ed eseguito da Alessandro D’Intino ed Umberto Vivirito, due militanti del FDG di Trieste allora guidato dal carismatico (e successivamente grande cronista dai fronti di guerra) Almerigo Grilz. Triste destino il suo: dopo aver abbandonato la politica per il giornalismo. rivelandosi come detto un formidabile reporter (un suo servizio sulla guerra in Afghanistan fu giudicato dal network CBS il migliore sul conflitto), sarà ucciso in Mozambico in uno contro tra opposte fazioni che stava documentando, ed incredibilmente il comitato di redazione del TG1, col quale Grilz collaborava, protestò perché Paolo Frajese ebbe l'ardire di dedicargli un servizio. Un ex missino, nonostante avesse realizzato reportage esclusivi, documentando la ferocia dei conflitti in Africa, non meritava alcuna menzione. Ed ancora oggi l'Associazione della stampa di Trieste si rifiuta di ricordarlo. All'entrata della sede del sindacato e dell'Ordine dei giornalisti, a cui era iscritto, una lapide rammenta la fine di alcuni colleghi caduti in Bosnia e Somalia, ma per Grilz non c'è spazio. Come scrisse Belpietro, "Una casta di burocrati del giornalismo, piuttosto che riconoscere che un fascista - come sprezzantemente venne definito - fu un grande cronista, preferisce il ridicolo".
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

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Lasciamo perdere, guarda...Il "signor" Almerigo Grilz, anzi "dottor", come esigeva di essere chiamato, io ho avuto il (dis) piacere di vederlo in azione, quando avevo 14-15 anni, e lui 30-31 e veniva fuori della mia scuola a bruciare i cassonetti della spazzatura per protestare contro il bilinguismo...Era un "picchiatore", che andava con i suoi squadristi nei paesi dell'altipiano a terrorizzare gli sloveni, "colpevoli" solo di parlare la loro lingua...Tanto per dirne una, una volta lancio' il cric di un' automobile contro una signora e le sfondo' il petto, mandandola all' ospedale....Credo che anche tu, se l'avessi conosciuto di persona, come minimo gli avresti sputato in un occhio ;)

Comunque qui a Trieste, "grazie" al sindaco e alla giunta di destra, nei primi anni Duemila gli hanno pure dedicato una via :roll:
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

Messaggio da Whiteshark »

....Sede della canottieri Nettuno e parallela alla ss14 dove ha sede il "mio" Hotel jolly nei bei giorni di fine agosto quando passavo una bellissima settimana a trieste a fare kendo alla società ginnastica triestina. A parte questo, se gli hanno dedicato la via perchè di destra sono stati degli idioti, se gli hanno dedicato la via per il suo lavoro da giornalista non hanno fatto male.
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

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In che anni sei venuto a Ts, se non sono troppo indiscreto.
...

P.s. l'hotel Jolly pero' non e' sulla statale 14, ma più in centro, in corso Cavour, sulle rive :)
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

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triennio 2008-2010. Cinque giorni spettacolari: sei ore di kendo dalle 9 alle 17 (con due ore di pausa), poi all'hotel a vestirsi civilmente, e dalle 19 in avanti chiacchierata al caffè degli specchi con a destra il municipio ed a sinistra il mare, bevendo il superbo cappuccino triestino accompagnato da una torta al limone i cui profumi sento ancora. E poi... cena. Bei tempi veramente.
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Re: Il " '68" diverso che non fu possibile

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Ah, bon, neanche tantissimo tempo fa...Si, quella e' veramente una bella piazza :)
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