Ore 9: un commando di terroristi, appostato in via Fani all'incrocio con via Stresa, apre il fuoco sulla scorta del presidente della Dc, on. Aldo Moro, uccidendo: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci e Giulio Rivera. Francesco Zizzi, gravemente ferito, morirà poche ore dopo. Il commando, sterminata la scorta e prelevato Moro illeso dalla sua auto (una Fiat 130), carica l'ostaggio su una Fiat 132 blu e si dilegua.
Ore 10.10: con una telefonata anonima all'Agenzia Ansa, le Brigate rosse rivendicano l'agguato e il sequestro.
Ore 10.20: a Palazzo Chigi ha luogo un vertice di emergenza dei partiti (Dc, Pci, Psi, Psdi, Pri) durante il quale si concorda di ridurre i termini del dibattito parlamentare per la fiducia al nuovo governo, così da mettere in grado l'esecutivo di essere rapidamente nel pieno delle sue funzioni operative.
Ore 10.30: la federazione sindacale unitaria Cgil-Cisl-Uil proclama uno sciopero nazionale di tutte le categorie (dalle ore 11 alle ore 24) in difesa della Costituzione e delle istituzioni.
Dal Viminale, sede del Ministero dell'Interno, il capo dell'Ucigos Antonio Fariello dirama un telex a tutte le Questure d'Italia ordinando l'attuazione del "Piano zero".
Ore 11: si riunisce il Consiglio dei Ministri. Tra le proposte emergono quelle del presidente del Consiglio Giulio Andreotti: massimo coordinamento delle forze di polizia, impiego massiccio dell'esercito per passare al setaccio la capitale, riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza.
Ore 11.30: il ministro dell'Interno Francesco Cossiga insedia e presiede al Viminale il Comitato politico-tecnico-operativo, formato da lui stesso, dai due sottosegretari dell'Interno e della Difesa, dai vertici delle forze di polizia, dei servizi di sicurezza e delle forze armate, con il compito di coordinare l'azione per la ricerca e la liberazione di Moro.
Ore 12.45: al policlinico Gemelli, dove è stato ricoverato subito in gravissime condizioni, muore il quinto componente della scorta di Moro, il vicebrigadiere di polizia Francesco Zizzi.
Ore 19: il ministro dell'Interno Cossiga distribuisce alla stampa venti fotografie relative a brigatisti latitanti e ricercati. Cinque dei latitanti indicati sono tra i responsabili materiali della strage, ma l'elenco diffuso dal Viminale include anche ricercati estranei alle Br, delinquenti comuni, e perfino il nome di due detenuti, entrambi incarcerati per delitti comuni. Altre due foto, infine, ritraggono la stessa persona indicata con nomi diversi.
Ore 20.35: con 545 voti a favore, 30 contrari e 3 astenuti, la Camera accorda la fiducia al IV governo Andreotti.
Ore 21: al Viminale si conclude la seconda seduta del Comitato tecnico-operativo: il ministro Cossiga ha posto l'accento sulla necessità di cercare il consenso e la fiducia della pubblica opinione sulla reazione dello Stato.
(continua)