25 Aprile ( negli anni 70 e non )

[Betelgeuse]

La festa non religiosa in assoluto più bella.
Io mi commuovo quando penso alle lotte fatte dai nostri nonni ( e, in alcuni casi, dai nostri padri ), nel contesto che poi culminò in quel 25 Aprile 1945.
Negli anni 70 mi ricordo soprattutto TANTE BANDIERE ROSSE.
Questa era una festa spontanea, SOPRATTUTTO SPONTANEA.
Adesso tanta, troppa gente, si è appropriata del 25 Aprile, senza averne titolo
UNA FESTA SETTANTIANA, SENZA SE E SENZA MA.

[lisa jean]

Confesso di non avere ricordi particolari su questa festa nel nostro decennio. Probabilmente sarà perchè, nella mia memoria, questo giorno festivo si perde fra i tanti altri che caratterizzavano (fino al '78) il calendario scolastico.

[Franco Gual]

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Adesso tanta, troppa gente, si è appropriata del 25 Aprile, senza averne titolo
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Perdonate l'ottusità..... chi se n'è appropriato?
Della festa anche io ricordo poco... in fondo il decennio era una ricerca di "ponti" e feste infrasettimanali...

[barbatrucco]

Il Decennio e anche dopo, ma forse soprattutto fino al 1977 (il che quadra col post di Insight) quando il governo Andreotti abolì la rilevanza civile di parecchie festistività religiose (se ben ricordo, per diversi anni anche dell'Epifania).

Quanto al 25, dovrebbe essere la festa di tutti, ma è vero che negli ultimi vent'anni c'è stato un tentativo di "buttarla in caciara" tra revisionismi d'accatto di vario tipo, giornalistici e soprattutto politici, sui quali sarebbe meglio stendere un velo pietoso: smorzare qualche eccesso di retorica che rischia di rendere bolsa e trita la memoria di eventi così determinanti, col rischio che non si capisca più cosa sono stati la Resistenza e la Liberazione, va bene; avere un quadro storico chiaro, una volta che si lascia da parte quella retorica e senza dimenticare che si era comunque in guerra e e quello che c'era stato prima, anche; prendere le mosse da questo per inquinare l'essenza delle cose, o per tentare di confinare la data a una festa di parte o per mettere alla pari le due fazioni contrapposte, no, perché, se per un fatto di semplice civiltà e senza scomodare Totò, è vero che i morti sono morti, il buon senso e prima ancora il senso di umanità, e la storia, rendono indelebile che ci fossero una parte giusta e una parte sbagliata e che la Repubblica nacque su queste basi.
Per questo la Liberazione è di tutti, o dovrebbe esserlo a distanza di settant'anni, così come la Resistenza non la fecero solo comunisti e socialisti, per loro stessa ammissione, pur essendone probabilmente stati il motore principale.
Fortunatamente, mi sembra che negli ultimi tempi, e quest'anno in particolare, la celebrazione abbia ripreso il verso giusto, e si spera che continui così.

[Insight]

Buon 25 aprile a tutti

E' vero, non si vedono più tante bandiere rosse, ma è rimasta la festa di tutti quelli che credono nella libertà e nella democrazia.
Concordo su quello che avete scritto, bisogna sempre ricordare che c'era una parte giusta e una sbagliata e certi personaggi che a quei tempi sarebbero certamente stati dalla parte sbagliata, oggi farebbero meglio a star zitti, invece di dire che è la festa di tutti.
Ma tant'è. In fondo, proprio perché ha vinto la parte giusta, anche loro oggi possono parlare. Se invece avessero vinto loro (cioè i loro nonni)...Aiuto. Questa è la differenza, ecco perché non è la festa di tutti. Ma se non è proprio di tutti, ormai è la festa di molti, però. Diciamo che ormai la democrazia e la libertà sono entrate nel dna della maggior parte degli italiani.

Quanto agli anni Settanta, prima delle operazioni di revisionismo della cosiddetta "seconda repubblica" (la festa di tutti, le ragioni dei ragazzi di Salò, riconciliamoci, ecc., ecc) era una festa più "politica", ma forse anche più sentita e più vera. Ricordo, oltre alle bandiere, molti più canti della Resistenza per radio, più film alla tv, più celebrazioni, più attenzione da parte dei politici. In generale, un clima più festoso.

Quest'anno ne han parlato di più, ma solo perché è il settantesimo anniversario.

La cosa che mi fa più tristezza, comunque, è sentire da certi sondaggi fatti dalla tv o dalla radio che la maggior parte dei giovani sotto i vent'anni (e forse anche sotto i trenta) non sa nemmeno cosa si festeggi in questo giorno. Questo è davvero desolante per me. E' ancora peggio di quelli che se ne sono appropriati...

[barbatrucco]

Perché è un po' l'operazione che si è tentata di fare, ad esempio, con l'Unità d'Italia, o il fatto che, a prescindere da questo, è probabile che ancor oggi ci si diplomi arrivando a fatica a studiare la II Guerra Mondiale.
Mettiamoci il tentato revisionismo degli anni recenti, la tv pubblica di oggi che tende a confinare certi argomenti in spazi di nicchia, il bombardamento di distrazioni spersonalizzanti cui sono sottoposti i ragazzini e i ragazzi (e sì che i mezzi di oggi consentirebbero di avere non dico lo scibile in un click, ma qualcosa di simile) e si ha un tristo quadro della situazione...

[Betelgeuse]

bisogna sempre ricordare che c'era una parte giusta e una sbagliata e certi personaggi che a quei tempi sarebbero certamente stati dalla parte sbagliata, oggi farebbero meglio a star zitti, invece di dire che è la festa di tutti.

Pensiero da sottoscrivere in toto, punteggiatura compresa.
E' il vero nocciolo della questione.

[Mauro Tozzi]

Io ho sempre pensato che sia più unificante la festa della Repubblica del 2 giugno, proprio perché meno "politica" e più istituzionale.

[Franco Gual]

Continuo a non capire.. chi sta dalla parte giusta e chi no e cosìla parte giusta e quella sbagliata.... abbiamo paura di fare nomi e circostanze?

[Insight]

E dai, Franco, che hai capito benissimo La parte giusta è quella di coloro che han combattuto e son morti per la libertà e per la democrazia, ossia i partigiani, che hanno scelto di sacrificarsi per un interesse collettivo, molto più grande del proprio orticello personale... Quella sbagliata era quella dei repubblichini, che hanno continuato a servire Mussolini e Hitler e che se avessero vinto loro tanti di noi non sarebbero mai nati; io probabilmente no.
Questo lo dico tranquillamente perché ci credo. Ma senza giudicare le storie personali. So che tanti sono andati con Salò senza alcuna vera convinzione, ma solo perché era la scelta più normale. Perché hanno risposto al bando di Graziani e alle successive chiamate di leva per non essere considerati dei disertori fuori legge. E a questi non voglio certo mettere la croce addosso, perché singolarmente non hanno colpa. Però non c'è dubbio che si son messi dalla parte sbagliata. Io giudico le idee, non le persone.
Le singole persone, non mi permetto di giudicarle. Anche perché tante volte mi sono chiesto cosa avrei fatto io se fossi stato vivo e giovane a quei tempi. Avrei avuto io il coraggio di andare in montagna e imbracciare un fucile? Dubito, essendo sincero e ripensando alla mia vita...Però in realtà non lo so, perché certe situazioni bisogna veramente averle vissute per scoprire come ci si sarebbe comportati.