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Genesis

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Almike73
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Genesis

Messaggio da Almike73 »

Uno fra i più rappresentativi gruppi di questo decennio e fra i maggiori in assoluto nel genere progressive.

La formazione più rappresentativa fu composta da:
Peter Gabriel – voce, percussioni, fiati (uscito poi dalla band nel 1975)
Tony Banks – tastiera, pianoforte, chitarra
Mike Rutherford – basso, chitarra
Steve Hackett – chitarra (uscito nel 1977)
Phil Collins – batteria, percussioni e voce

Discografia:
Trespass (1970)
Nursery Cryme (1971)
Foxtrot (1972)
Genesis Live (1973)
Selling England By The Pound (1973)
The Lamb Lies Down On Broadway (1974)
A Trick Of The Tail (Charisma, 1976)
Wind And Wuthering (Charisma, 1977)
Seconds Out (live, 1977)
...And Then There Were Three... (1978)

A voi le considerazioni.
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ataru
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Re: GENESIS

Messaggio da ataru »

Gruppo sul quale, pur considerandolo un caposaldo del "british prog", trovo tuttora difficoltà ad esprimere un giudizio... univoco. Il momento migliore dei Genesis è senz'altro coinciso con la prima metà del Decennio e credo di poter dire che questi signori hanno superato abbastanza bene il "trauma" della prematura dipartita di Gabriel mentre lo stesso non si può dire riguardo l'abbandono di Steve Hackett, momento a partire dal quale è cominciata, a mio modesto avviso, la vera parabola discendente della formazione. E sarei quasi tentato di dire che questo gruppo è un paradigma del concetto di ambizioni irrealizzate, considerando che purtroppo la sua fase più fertile si è presto conclusa e, soprattutto, considerando che se i Genesis avessero continuato a fare prog o comunque musica seria, invece di scadere nel commerciale da un certo punto in poi, oggi li ricorderei sicuramente con molto maggiore affetto. Rimane comunque il fatto che questa band ha partorito capolavori come Nursery crime e Selling England by the pound, dischi che qualunque appassionato di progressive non può che considerare fondamentali e questo è senz'altro un merito da tenere in altissima considerazione. em_drinks
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Almike73
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Re: GENESIS

Messaggio da Almike73 »

ataru ha scritto: E sarei quasi tentato di dire che questo gruppo è un paradigma del concetto di ambizioni irrealizzate, considerando che purtroppo la sua fase più fertile si è presto conclusa e, soprattutto, considerando che se i Genesis avessero continuato a fare prog o comunque musica seria, invece di scadere nel commerciale da un certo punto in poi, oggi li ricorderei sicuramente con molto maggiore affetto.
La fase più fertile si è conclusa perchè soppiantata dalla fine del prog con l'avvento del punk, come già discusso altrove.
Infatti ottime band come ad esempio i Camel, hanno avuto la sfortuna di presentare la loro proposta progressive al pubblico solo nella seconda parte del decennio e questo ha impedito loro di ottenere il successo che meritavano.
Tornando ai Genesis, sicuramente le defezioni di Gabriel, ma soprattutto di Hackett hanno contribuito a impoverire le idee compositive del gruppo. In ogni caso, continuare a fare prog sarebbe stato anacronistico: c'era pertanto bisogno di cambiare la proposta musicale e in maniera molto elegante con album di transizione come Duke, Abacab (meno prog. ma non per questo da buttare!), sono poi arrivati a produrre album come Invisible Touch, We can't dance, ecc. molto più adeguati alle mutate esigenze del pubblico musicofilo.
Un pò come hanno fatto gli Yes con Big Generator e soprattutto con 90125, questa immensa band ha saputo reinventarsi con notevole successo, senza fermarsi a compiangere i bei tempi che furono del prog.
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ataru
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Re: GENESIS

Messaggio da ataru »

Almike73 ha scritto:
ataru ha scritto: E sarei quasi tentato di dire che questo gruppo è un paradigma del concetto di ambizioni irrealizzate, considerando che purtroppo la sua fase più fertile si è presto conclusa e, soprattutto, considerando che se i Genesis avessero continuato a fare prog o comunque musica seria, invece di scadere nel commerciale da un certo punto in poi, oggi li ricorderei sicuramente con molto maggiore affetto.
La fase più fertile si è conclusa perchè soppiantata dalla fine del prog con l'avvento del punk, come già discusso altrove.
Infatti ottime band come ad esempio i Camel, hanno avuto la sfortuna di presentare la loro proposta progressive al pubblico solo nella seconda parte del decennio e questo ha impedito loro di ottenere il successo che meritavano.
Tornando ai Genesis, sicuramente le defezioni di Gabriel, ma soprattutto di Hackett hanno contribuito a impoverire le idee compositive del gruppo. In ogni caso, continuare a fare prog sarebbe stato anacronistico: c'era pertanto bisogno di cambiare la proposta musicale e in maniera molto elegante con album di transizione come Duke, Abacab (meno prog. ma non per questo da buttare!), sono poi arrivati a produrre album come Invisible Touch, We can't dance, ecc. molto più adeguati alle mutate esigenze del pubblico musicofilo.
Un pò come hanno fatto gli Yes con Big Generator e soprattutto con 90125, questa immensa band ha saputo reinventarsi con notevole successo, senza fermarsi a compiangere i bei tempi che furono del prog.
Vanno fatti i dovuti distinguo: seguire nuove strade è una cosa, assecondare i gusti del pubblico pagante è un'altra. Alcuni dischi successivi degli Yes non sono da buttare ma sui Genesis degli anni ottanta stendo un pietoso velo: passino Duke (che pure digerisco a fatica) o Abacab (senz'altro migliore, almeno secondo me) ma dopo si è trascesi nel commerciale più smaccato: se prendessi uno che non conosce affatto i Genesis e gli facessi ascoltare in rapida successione Fifth of firth / The musical box e Invisible touch / I can't dance, quello mi direbbe che sono due gruppi diversi per non dire agli antipodi. :D
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Re: Genesis

Messaggio da Betelgeuse »

Il mio inequivocabile avatar fa già capire che si tratta del mio gruppo, di gran lunga, preferito.
Tralasciando le note biografiche, che molti conoscono, e che comunque sono reperibili in rete, nei siti specializzati e non, vorrei prima di tutto soffermarmi sulle singole opere, soprattutto del nostro decennio, rimandando eventualmente analisi più approfondite più avanti, ammesso che questo argomento interessi alla comunità del forum.

Trespass ( 1970 ): voto 9
Cambio di marcia, di vedute, di prospettive, assolutamente roboante e clamoroso, rispetto al primo album.
Il merito sta nella voglia di passare al professionismo e nell'entusiasmo che pervade magicamente il gruppo in occasione del loro soggiorno, una specie di stage autoctono, in un cottage messo a disposizione da un loro amico, Richard MacPhail, dove provano nuovi brani in continuazione e affinano la loro tecnica. E' in questo cottage che nascono molti dei loro capolavori.
C'è un nuovo batterista ( John Mayhew ), ma verso la fine della permanenza nel cottage si nota un irrigidimento dei rapporti interpersonali, che avrà l'epilogo nell'abbandono del chitarrista Antony Phillips.
Il disco che esce fuori da quelle sessions, contiene sei gemme, tra le quali il cavallo di battaglia dal vivo, per diversi anni ( The Knife ), un lungo brano dalle tinte sperimentali ( Stagnation ), e qualche bella canzone, come Visions Of Angels, concepita nel 1968.
Bella e poetica la copertina.

Nursery Cryme ( 1971 ): voto 10 e lode
Uno dei manifesti prog per antonomasia.
Il mix tra il contenuto artistico, la bellissima e ipnotica copertina, i testi pieni di poesia e fantasia, ne fa un disco peculiare, epocale e apicale, che nessun appassionato di musica anni 70 può non avere.
Il suono, tra l'altro, è piacevolmente cupo e ovattato, frutto di una registrazione forse non all'altezza e sicuramente perfettibile: ma ciò, se non altro, fa aumentare la carica di pathos di cui è permeato il disco.
Non solo si ascolta, ma si immagina anche: colori soffusi, suoni eterei, voci in lontananza, ma anche, se necessario, bruschi ritorni alla realtà, con sonorità decisamente più rock.
Entrano due nuovi componenti, che danno il " la " definivo a questo viaggio cosmico, anche se breve, di una delle formazioni rock più affascinanti della storia: Peter Gabriel, Tony Banks, Mike Rutherford, Phil Collins e Steve Hackett, questi i nomi dei tizi in questione.
Nel disco ci sono tre pezzi che hanno ormai assunto connotazioni mitiche, come The Musical Box, The Fountain Of Salmacis, e The Return Of The Giant Hogweed, ma anche gli altri, seppur inferiori, donano comunque all'opera una piacevolissima caratteristica di eterogeneità

Foxtrot ( 1972 ): voto 10 e lode
La presenza dell'incredibile suite " Supper's Ready " vale da sola l'acquisto del disco.
Suddivisa idealmente in sette parti, è una straordinaria palestra di tecnica, inventiva, dimestichezza, protagonisti ragazzi ventiduenni, che gestiscono il progetto come veterani.
Tutti i brani, comunque, sono di alto livello.
Da Watcher Of The Sky, a Get'em out by friday, dal testo al vetriolo, fino alla meravigliosa Can Utility and the coastliners.
Da notare che nel tour che ne seguì, i Genesis inaugurarono alcuni dei travestimenti che caratterizzeranno la loro presenza scenica, e che faranno di Peter Gabriel il vero leader: da questo momento i Genesis sono sotto l'osservazione dei media, anche se a contrastare i tanti giudizi entusiasti, c'è chi, comincia ad accusarli di esibizionismo e megalomania.

Selling England By The Pound ( 1973 ): voto 8,5
Piccolo passo indietro rispetto ai capolavori precedenti, ma disco di enorme successo, decisivo per la loro carriera. La colpa è di una perdita, secondo me, di spirito di gruppo, che solo da un orecchio esperto viene notata. Laddove prima i brani venivano creati e realizzati all'unisono, qui ci sono in buona quantità degli assolo, delle fughe strumentali, che lasciano un pò con l'amaro in bocca.
Firth Of Fifth è bellissimo, e siamo tutti d'accordo, ma è pur sempre formato da una serie concatenata di performances individuali ( solo piano all'inizio, poi solo flauto, poi ancora assolo di Steve alla chitarra ), e mi pare di poter dire che lo spirito di gruppo è tutt'altra cosa.
Lo stesso con il prolisso e interminabile strumentale di Cinema Show, dilatato oltre il necessario.
Di tutt'altra pasta sono invece Dancing With The Moonlit Knight e soprattutto l'incredibile The Battle Of Epping Forest, entrambi tra le loro migliori cose in assoluto.
Nonostante queste mie critiche, però, vorrei ribadire che Selling è UN GRANDE DISCO.

The Lamb Lies Down On Broadway ( 1974 ): voto 9
Doppio album assolutamente affascinante. E questa verità fa perdonare qualche difetto che via via si può notare tra i solchi. A cominciare da una qualità della registrazione veramente insufficiente, derivata dalla cervellotica decisione di registrare il disco su una unità mobile, con alcune parti prese direttamente da tracce presenti in normali audiocassette.
L'unitarietà della storia può appesantire l'ascolto se, diciamo, l'approccio all'opera è fatto in modo sbagliato: ed è verissimo che ci sono dei brani che, ascoltati decontestualizzati dalla storia, perdono in efficacia.
Tuttavia, sia Carpet Crawlers che Back in N.Y.C., che In The Cage funzionano alla grande anche da soli.
The Lamb è comunque, ed essenzialmente, un'opera di stampo potenzialmente teatrale e cinematografico, e, in ogni caso, continua a possedere una valenza cruda e metropolitana, che la pongono all'avanguardia, fino ad anticipare cose degli anni 80 e 90.

A Trick Of The Tail ( 1976 ): voto 10 e lode
Dal punto di vista strettamente tecnico, questo è il miglior album dei Genesis.
E' il primo senza Peter Gabriel, e con Phil Collins alla voce: mai scelta ( anche se forzata ) poteva dimostrarsi più azzeccata.
Splendidi tutti i brani presenti. Non c'è, nel disco, un momento deludente, tutta la " sostanza " assume connotazioni di altissimo livello, grazie anche alla notevole maturazione di tutti i musicisti, adesso responsabilizzati maggiormente dall'assenza del loro leader.
C'è una superba alternanza di momenti calmi e di altri più " elettrici ": si passa così da Dance On A Volcano a Ripples, Da Mad Man Moon a Los Endos, in un'irresistibile apoteosi di grande qualità

Wind and Wuthering: ( 1976 ): voto 7
Album non riuscito del tutto, anche se di buon livello.
I Genesis segnano un pò il passo, bisogna riconoscerlo.
Nella tempistica, anzitutto, in quanto il disco esce a otto mesi dal precedente, A Trick Of The Tail, con il rischio di inflazionarne il nome.
Poi non si è tenuto nel giusto conto quello che stava succedendo nello show-business: suite, lunghi brani con accordi larghi, esperienze prog o simil tali, erano ormai, da qualche anno in verità, viste nel più edulcorato dei casi, con sospetto. E, si badi bene, non sono bastate tracce quali Afterglow o Your Own Special Way per convincere il mercato. Ma c'è anche da dire che il genere stava stancando, dopo gli States, adesso anche in Europa.
One For the Vine comunque è un capolavoro assoluto, creazione di un Tony Banks ancora entusiasta e convinto. Anche All In A Mouse's Night e 11 Earl Of Mar sono comunque validi.
Il disco è anche infarcito di troppe fasi strumentali, in percentuale, dando così l'impressione di poca fruibilità

And Then There Were Three ( 1978 ): voto 8
Uno dei dischi più sottovalutati della storia del rock.
In realtà è una bella collezione di canzoni, scritte senza Steve Hackett che già aveva lasciato il gruppo.
Il mondo del rock stava cambiando, ed era necessario un cambiamento anche nei Genesis. Decisero pertanto di rinunciare alle suite e alle lunghe composizioni, per sviluppare maggiormente il discorso-canzone. Da notare che anche altri gruppi, proprio nel 1978, stavano tentando la stessa strada, come i Supertramp, gli Yes, gli stessi Pink Floyd.
Tuttavia per i Genesis questo cambio epocale sembra funzionare: anzitutto commercialmente ( l'album vende benissimo, e la tournee seguente ha un successo spettacolare ), ma anche artisticamente, avviene la definitiva rottura rispetto a schemi preconfezionati e all'immagine stereotipata di gruppo dai suoni barocchi e dagli accordi ariosi.
Il disco, ripeto, è molto molto valido, con momenti eccellenti ( Down and Out, Deep in the Motherlode, Burning Rope ), annunciati da una bella ed enigmatica copertina.
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Re: Genesis

Messaggio da Betelgeuse »

:eek: :eek: :eek:
:mrgreen:
Ma a nessuno piacciono i Genesis? Non ci credo!
Mi piacerebbe conoscere le vostre preferenze sui loro lavori.
Nel frattempo, ecco alcune loro gemme semisconosciute, non i " soliti ", tra virgolette, capolavori.







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Re: Genesis

Messaggio da barbatrucco »

Riprendendo i tuoi giudizi, "The Lamb..." dovrei riascoltarlo, anche se indubbiamente è un gran disco e già il brano omonimo è splendido e suona sempre attuale, ma anche secondo me il capolavoro, forse proprio insieme a un disco pieno di gemme come Nursery Cryme, è Foxtrot.
Supper's Ready, come hai scritto tu stesso, vale l'album: un'incredibile esplosione di creatività e teatralità su vinile, non si sa se definirla una suite o una serie di canzoni tra loro legate, o un'unica, lunghissima e mai noiosa canzone, visionaria, folle, ironica e piena di invenzioni testuali e musicali.
Peter Gabriel esprime tutto il suo potenziale e così la band.
Probabilmente, il punto più alto mai toccato dai Genesis; ma anche il primo lato dell'album rispecchia ciò che si suol dire un felice momento creativo: i brani, pur non particolarmente schematici, hanno non solo una compattezza che risente meno dalla patina del tempo (ammesso che questa sia davvero percettibile nei brani dalle sonorità più classicamente prog) ma in certi casi sembrano anticipare atmosfere che si sarebbero udite vent'anni dopo in lavori di nuovi artisti (ad esempio, l'intro di Watcher of the Skies potrebbe far pensare, a un ascoltatore appassionato di cose "recenti" e poco avvezzo alle sonorità '70, ai Massive Attack);e il fatto che la suite di cui sopra sia preceduta dalle sognanti e delicate "pennelate" acustiche di Horizons è la ciliegiena sulla torta.
Più tardi, mi godo anche i video che hai postato :yee:
Ultima modifica di barbatrucco il dom 26 lug 2015, 21:05, modificato 1 volta in totale.
Resta di stucco, è un barbatrucco!
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Re: Genesis

Messaggio da Betelgeuse »

Bravo Barba, mi piace la tua analisi: si vede che hai ascoltato attentamente i Genesis, e lo si capisce dalla profondità di alcuni tuoi concetti.
Il tuo parallelismo tra l'intro di Wather Of The Skies e i Massive Attack ci può stare, ed è da rispettare ( anche se il gruppo di Bristol si è cimentato nel tempo in tanti generi, dal rap al reggae, fino al funky ).
Piuttosto vorrei chiedere a qualche forumista se ha avuto la fortuna di assistere a un concerto dei Genesis negli anni 70, e in tal caso di trasmetterci le sensazioni, i ricordi dell'evento. :)
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Re: Genesis

Messaggio da barbatrucco »

Già, se qualcuno avesse avuto la fortuna di vederli all'epoca e ce lo volesse raccontare sarebbe fantastico 8-)

Mi fa piacere che apprezzi l'analisi, che è poi una goccia nel mare paragonata alla tua e a quelle degli altri intervenuti, e in effetti, per quanto i Genesis potrebbero forse non essere tra i miei preferiti in assoluto su un piano puramente sanguigno, tanto per capirci, non c'è dubbio che quelli dei '70, specialmente della formazione classica, li ho amati e li amo tuttora moltissimo.
Quanto al mio paragone avventuroso, ma neanche tanto, tra quel brano dei Genesis e le sonorità dei Massive Attack, indubbiamente questi ultimi hanno un certo tipo di background piuttosto "black" in senso ampio e non solo "black", prendendo a prestito persino la "fusion", considerando certi brani che hanno campionato; però, se ci pensi, anche quei i Genesis, nel loro accostare fonti d'ispirazione di ogni genere, riuscirono a incorporare di tutto nelle loro creazioni, comprese delle vibrazioni funky!
I know What I like sta lì a dimostrarlo, e quei versi finali:

When the sun beats down and I lie on the bench,
I can always hear them talk.
Me, I'm just a lawnmower - you can tell me by the way I walk.


Sono quasi un piccolo tocco di rap primordiale e involontario :D
Ultima modifica di barbatrucco il ven 5 set 2014, 14:55, modificato 2 volte in totale.
Resta di stucco, è un barbatrucco!
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Re: Genesis

Messaggio da lespaul »

And Then There Were Three ( 1978 ): voto 8
Uno dei dischi più sottovalutati della storia del rock.
In realtà è una bella collezione di canzoni, scritte senza Steve Hackett che già aveva lasciato il gruppo.
Il mondo del rock stava cambiando, ed era necessario un cambiamento anche nei Genesis. Decisero pertanto di rinunciare alle suite e alle lunghe composizioni, per sviluppare maggiormente il discorso-canzone. Da notare che anche altri gruppi, proprio nel 1978, stavano tentando la stessa strada, come i Supertramp, gli Yes, gli stessi Pink Floyd.
Tuttavia per i Genesis questo cambio epocale sembra funzionare: anzitutto commercialmente ( l'album vende benissimo, e la tournee seguente ha un successo spettacolare ), ma anche artisticamente, avviene la definitiva rottura rispetto a schemi preconfezionati e all'immagine stereotipata di gruppo dai suoni barocchi e dagli accordi ariosi.
Il disco, ripeto, è molto molto valido, con momenti eccellenti ( Down and Out, Deep in the Motherlode, Burning Rope ), annunciati da una bella ed enigmatica copertina.[/quote]
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