In caso di errore durante il login ("Il form inviato non è valido"), dovete cancellare tutti i dati del forum dalle impostazioni del vostro browser (cookies, dati, cache). Provate anche prima il "cancella cookie" che trovate in basso in tutte le pagine del forum (icona cestino se siete in visualizzazione mobile) e poi a cancellare dalle opzioni del browser. Chiudete le schede e riavviate. Se ancora non riuscite, non avete cancellato tutto (fate una prova da altro browser o dispositivo, vedrete che funziona).

F1 Stagione 1975

Ricordi, protagonisti, eventi e manifestazioni sportive
Rispondi
Avatar utente
KentoStraker
Settantiano top
Settantiano top
Messaggi: 380
Iscritto il: mer 3 giu 2015, 12:26
Località: Nurburgring 23KM Nordschleife

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da KentoStraker »

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine
Base Luna chiama SHADO, SHADO chiama comandante Straker
Er Fibbia: scusi lei sarà un pò sordomuto ma non si meraviglia che ho fatto il pieno con
l'acqua? Giraldi: no perchè io il pieno lo faccio de stronzi
Salvatemi dal Diesel e dalla Formula E
Avatar utente
Whiteshark
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 3597
Iscritto il: ven 4 ott 2013, 16:25

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

GP FRANCIA: (4-6 Luglio 1975): PROVE

Due anni dopo l’ultima presenza delle Formula 1, che aveva visto la prima vittoria in carriera di Ronnie Peterson, agevolato dalla famosa collisione tra il debuttante Jody Scheckter ed Emerson Fittipaldi, il circus ritorna sullo splendido tracciato del Paul Ricard. E vi ritorna sotto la dittatura “rossa” di Niki Lauda e della sua 312T, per opporsi alla quale i Teams britannici si presentano con svariate modifiche che ora vedremo in dettaglio col consueto elenco iscritti.

Dei “top teams” il solo a non cambiare nulla rispetto a Zandvoort è la McLaren, che schiera la M23/8 per Jochen Mass, la M23/9 per Emerson Fittipaldi, e la M23/4 come muletto. Diversi cambi invece alla Tyrrell, che si presenta con ben quattro vetture: la 007/2 è diventata il muletto, la 007/4 resta la vettura di Patrick Depailler, la 007/5 per Jean Pierre Jabouille e la nuovissima 007/6 per Jody Scheckter. Per Jabouille l'ingaggio on-off è un premio della Elf per l'ottima stagione che il transalpino sta disputando con la Elf-BMW in formula 2, appena impreziosita dalla prestigiosa vittoria del 29 giugno sulla splendida e pericolosissima pista di Rouen-Les Essarts. La vettura di Scheckter, invece, è più leggera di 15 kg.rispetto alle vetture gemelle, oltre al gruppo dell'alettone posteriore modificato nelle paratie laterali ed un nuovo sistema di raffreddamento dei radiatori dell'olio.

Profonde modifiche anche alla Lotus, ma non sulla 72E/R9 di Ronnie Peterson. Le maggiori novità sono sul muletto 72E/R8, che si presenta con delle sospensioni anteriori “miste” con le tradizionali molle ad “assistere” le barre di torsione. A ciò va aggiunto l'allungamento del passo di 12,5 centimetri mediante un distanziale tra motore ed abitacolo nel quale viene ricavato il serbatoio dell'olio, con relativa modifica del supporto dell'alettone posteriore. La 72E/R5 del “pilota Lotus per caso” Jacky Ickx, invece, è uguale al muletto ma le sospensioni sono solo a barre di torsione, senza le molle.

Novità anche alla Brabham, che sulle abituali tre vetture (BT44B/1 per Carlos Reutemann, BT44B/2 per Carlos Pace e BT44B/3 come muletto) monta dei parafanghi fissati ai mozzi delle ruote che coprono completamente il pneumatico, allo scopo di migliorare l'aerodinamica.

Tutto invariato invece al team March, che si presenta con le consuete 751/3 per Vittorio Brambilla e 751/2 per Lella Lombardi.

Il Team Ferrari riesce nella pausa tra i Gran Premi di Olanda e Francia ad approntare l'ennesima nuova vettura, telaio 024, assegnata a Clay Regazzoni, mentre Lauda ha ancora il telaio 022 e la “vecchia” 018 è il muletto, mentre la 023 è a Maranello come “cavia” per i test. Dopo Zandvoort, le vetture del Cavallino si presentano con quattro propulsori potenziati, attesi dal probante test dei 1800 metri del Mistral.

Nulla di nuovo, ovviamente, al sempre più malmesso Team BRM, che schiera le stesse vetture e i medesimi propulsori di Zandvoort: la P201/05 e la P201/02 per Bob Evans, anch'egli ormai demotivato e disilluso da una squadra derelitta.

Tutto uguale anche alla Shadow, con le tre DN5 telai 2A, 3A e 4A rispettivamente per Tom Pryce, muletto e Jean Pierre Jarier.

Torna invece alle due vetture la Surtees, con John Watson che alla “solita” TS16/05-4 affianca come muletto la TS16/02-4.

Solito vorticoso cambio di piloti alla Williams, dove lascia (definitivamente per questa stagione) Ian Scheckter che, evidentemente precursore del “polsi-polsi-po-po-po Ti piace vincere facile ?” sceglie di trionfare nella F1 sudafricana in mezzo a dei tassisti dal portafoglio gonfio piuttosto che alternare posizioni di retroguardia a rovinose uscite di pista in mezzo a piloti “veri”. Il suo posto sulla FW/03 viene preso ovviamente da chi ha la valigia più imbottita, e lo sponsor Motul permette a Francois Migault di ritornare nella massima serie dopo la breve e assai infelice presenza al team Embassy-Hill (GP.Spagna docet). Confermato ovviamente la prima guida Jacques Laffite sulla FW/04.

Trova finalmente stabilità il Team Embassy-Hill, che schiera, dopo ben sei cambi di formazione negli ultimi sei gran premi, gli stessi piloti dell'ultima gara, vale a dire Alan Jones sulla GH1/3 e Tony Brise sulla GH1/1. A disposizione del britannico, prima guida, anche la nuovissima GH1/4 come muletto, vettura che sarà ultimata dai meccanici solo nel pomeriggio di venerdì.

Il vincitore di Zandvoort James Hunt conferma in blocco la stessa configurazione della fortunata gara olandese, con la Hesketh 308/2 come vettura titolare e la 308/3 come muletto.

Si rivede, dopo l'assenza olandese, il Team Parnelli, che mette a disposizione di Mario Andretti le due solite VPJ4/001 (muletto) e VPJ4/003 (vettura titolare). Nulla di nuovo al Team Penske, con la “solita” PC1/03 per Mark Donohue. Roger Penske, appurato che la PC1 è una vettura dal potenziale limitato e che è già arrivata al limite di sviluppo, è in trattativa con Robin Herd per acquistare una March 751 onde effettuare test comparativi a parità di pilota (come se al giorno d'oggi la Red Bull acquistasse una Mercedes per avere comparazioni, quanto sono cambiati i tempi.... nds).

Confermate le due vetture del Team Copersucar, anche se la FD/02 è ormai stata dismessa in favore della nuova ed alleggerita FD/03, ed infatti Wilson Fittipaldi non la farà neppure scendere dalla bisarca.

A chiudere il lotto dei partecipanti la sola vettura completamente nuova, ossia la Ensign MN/03 (o anche N175 nds) per Gijs Van Lennep. La vettura è profondamente diversa dalla MN/02, in particolare nella parte anteriore, che sostituisce il musetto largo “stile March” ed i freni esterni con due “baffi” di ridotte dimensioni e freni interni. Sempre nell'elegante livrea dello sponsor HB Bewaking, la nuova creatura di Morris Nunn muove così i primi “passi” nel circus a partire dal venerdì mattina, quando parte la prima delle quattro sessioni di prove previste, per le “consuete” cinque ore di training, cui si aggiunge il warm-up della domenica di 30 minuti non cronometrati. Prove che iniziano sotto lo splendido sole della Costa Azzurra (a dispetto di un breve scroscio d'acqua nella primissima mattinata nds), tutt'altra cosa rispetto al diluvio universale, accompagnato da freddo polare, che aveva caratterizzato (e flagellato) Zeltweg la settimana precedente, durante lo svolgimento della 1000 Km. Sport che aveva sancito la matematica conquista del titolo mondiale da parte dell'Alfa Romeo con le vecchie ma affidabilissime 33TT12, maestre a sfruttare le deficienze di affidabilità delle velocissime Alpine Renault A442. Ci si potrebbe chiedere che c’entra la gara austriaca col GP francese. C’entra, invece, in quanto, ospite d’onore a Zeltweg vista la straordinaria stagione che sta disputando, Niki Lauda si era preso un forte raffreddore che per un pelo non era virato in polmonite. Massicce dosi di antibiotici avevano scongiurato il rischio, ma l’austriaco che il venerdì mattina sale sulla sua arma letale 312T è solo la pallida (in tutti i sensi) controfigura dello schiacciasassi ammirato negli ultimi due mesi di corse: fiacco, svogliato, Lauda non riesce mai a compiere più di cinque giri consecutivi, e di questi non più di due ad andatura “da Lauda”, tanto che nel paddock inizia a circolare la battuta “Lauda ora come ora non è battibile dagli altri piloti, ma solo dai virus”.

Già dopo la prima sessione, comunque, la “rassegnata disperazione” di questa fase della stagione 1975 è tornata ad impossessarsi della stragrande maggioranza dei piloti e dei Team manager rivali della Ferrari: è vero, il miglior tempo è della Shadow di Jarier con 1'48”67, ma se ad un Lauda fuori fase e fuori forma bastano pochissimi giri per spuntare il secondo tempo con 1'49”02 significa che anche al Paul Ricard ci si deve attendere una Ferrari protagonista assoluta.

Terza piazza provvisoria per Scheckter, assai soddisfatto della sua nuova vettura, che chiude la sessione ad un solo centesimo da Lauda, mentre quarta con 1'49”22 è la seconda Ferrari di Regazzoni, che precede la seconda Tyrrell di Depailler (1'49”41) e la Hesketh del sempre velocissimo Hunt (1'49”43). Settima piazza per la seconda Shadow di Pryce (1'49”58), ed ottava per la prima Brabham di Pace (1'49”81), che è anche l'ultimo pilota ad essere sceso sotto il muro di 1'50”.

Nona piazza (1'50”18) per Fittipaldi, frenato dalla rottura del motore (ma sul muletto nds), e decima piazza per il sempre convincente Brise (1'50”21), un soffio avanti ad un Reutemann in crisi di assetto (1'50”23). Dietro a “Lole” Mass (1'50”32), seguito da un Brambilla velocissimo sul misto ma “piantato” sul rettilineo del Mistral a causa di un assetto troppo “carico”: Vittorio è così un razzo nelle curve (la sua velocità a Signes è la più alta di tutte, 229 Km/h nds), ma sui 1800 metri del dritto “paga” 25 km/h a Scheckter (il più veloce di tutti con 306 Km/h), che si traducono in un tempo non certo brillantissimo di 1'50”55.

Dietro a Vittorio, abituale posizione dopo la top ten, in questo caso quattordicesimo, per Peterson, che resta sulla sua abituale 72E standard ma non ottiene meglio di 1'50”73, essendo anche l'ultimo pilota sotto 1'51”. Quindicesimo è Donohue (1'51”31), davanti al positivo Van Lennep (1'51”47), alla terza Tyrrell di Jabouille (1'51”56), ed al solito irritante Ickx, che con 1'51”89 prende l'abituale secondo abbondante dal caposquadra.

La top 20 è chiusa dal Team Williams, con Laffite (1'52”35) davanti a Migault (1'52”84). A seguire un Watson attardato dalla rottura del motore (1'53”62), un Evans.....senza motore (1'54”42), ed a chiudere i piloti vittime di guai meccanici più o meno gravi: Jones con 1'54”48 prima di rompere il motore, Andretti che dopo aver rotto il cambio sulla sua vettura titolare (1'54”68) rompe il motore col muletto (1'55”00), ed il solito “duo di Piadena” a chiudere, con Wilson Fittipaldi (1'56”42) davanti a Lella Lombardi (1'57”61).

La seconda sessione, più calda ma con pista più gommata e con gli ovvi progressi negli assetti, è sensibilmente più veloce della prima. Non cambia però la prima posizione, che resta appannaggio di Jarier che scende a 1'48”44. Il francese appare molto carico, anche se già al limite visto il suo miglioramento molto limitato. Alle spalle del transalpino si conferma un ottimo Scheckter (1'48”55), che si candida tra i favoriti per la vittoria. Terza piazza per un ritrovato Fittipaldi con 1'48”75, e finalmente soddisfatto della sua McLaren: “Oggi pomeriggio non ho avuto il minimo problema, non mi capitava da un pezzo. La macchina va molto bene, le sospensioni non sono più un incubo (e Hunt ringrazierà sentitamente nel 1976 nds)”.

Quarto tempo per Regazzoni (1'48”77), veloce e costante, e quinto a pari merito per i due mattatori di Zandvoort Lauda e Hunt, ambedue con 1'48”84. Se per James non ci sono stati inconvenienti di sorta, Niki continua a soffrire terribilmente dal punto di vista fisico: “Ho iniziato queste prove col muletto (miglior tempo 1'51”03 nds) perchè i meccanici stavano finendo di cambiare i rapporti sulla mia vettura, ho fatto sei giri e poi sono rientrato in un bagno di sudore. Speriamo di riposare bene stanotte” chiude l'austriaco, assistito dalla fidanzata Mariella che prepara incessantemente litri di tè e miele alternate a pastiglie di Vitamina C. Fortunatamente per la Ferrari e per Lauda, Reutemann, in questo momento l’avversario più vicino, incappa in uno dei suoi già allora proverbiali passaggi a vuoto, e passa la prima giornata sperduto tra problemi di sottosterzo e sovrasterzo, il tutto accompagnato da un atteggiamento “molle” e irresoluto che è sicura garanzia sulla… non risoluzione dei problemi. Per “Lole” ottavo tempo con 1’49”27, preceduto anche dalla seconda Shadow di Pryce che scende a 1'49”07. Assai diverso rispetto a “Lole” è il piglio del compagno di squadra Pace, che dopo soli cinque minuti di prove è già sceso a 1'49”48. Purtroppo per lui “El Mojo” rompe il motore il giro seguente, e dopo una lunga camminata dal Mistral ai box sale sul muletto che, a causa di un motore “stanco” che non sale oltre 10.200 giri, non migliora ed a fine giornata è solo undicesimo, e con una velocità massima di ben 31 Km/h inferiore a quella di Scheckter: 275 contro 306. Jody, comunque, nella tabella delle velocità massime ha più di 10 Km/h di vantaggio sul secondo classificato (per inciso Lauda con 295 Km/h), e la cosa fa subito parlare di un motore speciale, una sorta di “super Cosworth” da 500 HP fornito al sudafricano. In realtà, Scheckter ha certo un motore “buono” (d’altronde il rapporto tra Ken Tyrrell e la Cosworth è noto a tutti), ma basta guardare appunto la classifica per capire che il merito è anche della configurazione aerodinamica, con Jody che ha puntato sul basso carico, scelta molto “pagante” sul dritto ma che inevitabilmente si tramuta in un boomerang sulla lunga distanza visto lo stress che provoca alle gomme nella parte mista.

Tornando alla classifica, nono posto dietro a Reutemann per due piloti a pari merito: Depailler ed il sempre bravissimo Brambilla ottengono infatti 1'49”31, col monzese che ottiene la sua migliore prestazione sulla sua vettura dopo aver ottenuto 1'49”55 col muletto (che è la vettura della Lombardi nds) sul quale, come abitudine, fa le prove in assetto da gara. Segue il già citato Pace, poi Mass, che arriva a 1'49”51 prima di rompere il motore e terminare le prove (senza migliorarsi) sul muletto. Per il tedesco la piccola soddisfazione di essere comunque stato l'ultimo pilota ad abbattere il muro di 1'50”, cosa che non riesce ad Andretti, che rispetto alla disastrosa prima sessione toglie quasi cinque secondi, realizzando la sua migliore performance di 1'50”26 col muletto, assettato diversamente rispetto alla sua vettura da gara con la quale l'italoamericano si ferma a 1'50”85. Alle sue spalle Brise, uno dei pochissimi a non migliorare e che si ferma a 1'50”42. Quindicesima piazza per Peterson, che effettua tutta la sessione con la 72 modificata ma ottenendo un 1'50”55 probabilmente equivalente a quanto avrebbe spuntato con la solita 72E/R9. Il progetto è ormai vecchio di sei anni, e la splendida vettura di Chapman non si deve più confrontare con la 312B o la McLaren M16, ma con vetture decisamente più evolute.

Al sedicesimo posto Donohue (1'50”87), davanti a Watson (1'50”96), Jabouille (1'51”06) e, udite udite, Wilson Fittipaldi, che arriva per la prima volta nella top 20 con 1'51”70. Il fratello maggiore del campione del mondo sfrutta ottimamente gli ottimi Cosworth dei quali dispone (quinta velocità massima assoluta con 291 orari nds) ed ottiene finalmente una qualifica accettabile. La ventesima piazza è appannaggio di Van Lennep, che con 1'51”71 non migliora il crono della mattinata. Dietro all'olandese Migault (1'51”82), Ickx, che quasi con sollievo rompe il motore dopo aver segnato 1'52”34. Il belga, ormai, passa ormai i weekend delle gare senza quasi neppure dare indicazioni ai tecnici, tale è la sua mancanza di motivazioni. E a confermare lo status di separati in casa con Chapman una conferenza stampa del patron della Lotus, convocata per smentire voci di un suo possibile ritiro dalle corse, nella quale Colin afferma di stare lavorando alla nuova vettura (la Lotus 77), che il main sponsor resterà la John Player Special e che, per quanto riguarda i piloti, è sua ferma intenzione trattenere Peterson (“Lo considero il pilota N.1 al mondo” dice Chapman), mentre per il secondo pilota deve scegliere tra Brian Henton, Jim Crawford e Renè Arnoux. A quel punto un giornalista gli chiede perché non abbia menzionato Ickx. Lapidaria la risposta “Per quel che ne so si ritirerà, anzi è come se si fosse già ritirato……”.

Alle spalle di Jacky la povera BRM di Evans (1'52”83), un Jones stranamente spaesato (1'53”15), ed a chiudere Laffite (1'55”80), che rompe il motore quasi subito per la disperazione di Frank Williams, e Lella Lombardi, che alle accensioni irregolari del suo motore aggiunge il fatto che su questa pista proprio non si trova come dimostra il tempo di 1'56”47.

Si chiude così la prima giornata di prove, dominata in pista da Jarier e dominata fuori pista dalle condizioni fisiche del mattatore Lauda. Tutti aspettano con curiosità, se non con ansia, l'indomani, per vedere se finalmente il binomio austro-italiano può essere messo in difficoltà.


CLASSIFICA PROVVISORIA (a parte dove indicato, tutti i tempi sono stati realizzati nella seconda sessione):

1' Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) 1'48”44
2' Jody Scheckter (Tyrrell 007-Cosworth) 1'48”55
3' Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) 1'48”75
4' Clay Regazzoni (Ferrari 312T) 1'48”77
5' Niki Lauda (Ferrari 312T) 1'48”84
5' James Hunt (Hesketh 308-Cosworth) 1'48”84
7' Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) 1'49”07
8' Carlos Reutemann (Brabham BT44B-Cosworth) 1'49”27
9' Vittorio Brambilla (March 751-Cosworth) 1'49”31
9' Patrick Depailler (Tyrrell 007-Cosworth) 1'49”31
11' Carlos Pace (Brabham BT44B-Cosworth) 1'49”48
12' Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) 1'49”51
13' Tony Brise (Hill GH1-Cosworth) 1'50”21 (I)
14' Mario Andretti (Parnelli VPJ4-Cosworth) 1'50”26
15' Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) 1'50”55
16' Mark Donohue (Penske PC1-Cosworth) 1'50”87
17' John Watson (Surtees TS16-Cosworth) 1'50”96
18' Jean Pierre Jabouille (Tyrrell 007-Cosworth) 1'51”06
19' Gijs Van Lennep (Ensign MN/03-Cosworth) 1'51”47 (I)
20' Wilson Fittipaldi (Copersucar FD03-Cosworth) 1'51”70
21' Francois Migault (Williams FW/03-Cosworth) 1'51”82
22' Jacky Ickx (Lotus 72E-Cosworth) 1'51”89 (I)
23' Jacques Laffite (Willams FW/04-Cosworth) 1'52”35 (I)
24' Bob Evans (BRM P201) 1'52”83
25' Alan Jones (Hill GH1-Cosworth) 1'53”15
26' Lella Lombardi (March 751-Cosworth) 1'56”47


Il sabato mattina si apre con le stesse condizioni climatiche del venerdì pomeriggio, con un bel sole ad illuminare i quasi 6 km. del tracciato, e dalle 10 le vetture sono in pista, compresa ovviamente la Ferrari di Lauda. Un Lauda che si presenta sul circuito assai più vispo rispetto al giorno precedente, e lui stesso lo conferma: “Il tè col miele di Mariella e le pastiglie di vitamina C hanno fatto un vero miracolo, sono al 90% e domani sarò in piena efficienza”. Che è sempre in piena efficienza è la sua 312T, che fin dall'inizio delle prove si dimostra fortissima: l'austriaco prova per un'ora col pieno, ottenendo tempi sul piede di 1'50”, poi toglie benzina e cambia gomme, ottenendo verso la fine delle prove il miglior tempo con 1'48”28. Sembra fatta, ma proprio all'ultimo giro James Hunt dimostra il suo attuale stato di grazia e con 1'48”25 si issa in pole provvisoria. “La macchina è perfetta” dice il biondo inglese, “domani o vinco o arrivo secondo”.

Dietro ai due mattatori di Zandvoort, terza piazza per Pace, che toglie un secondo esatto al tempo di ieri girando in 1'48”48, due centesimi avanti a Jarier, che si conferma presenza costante nelle prime posizioni su una pista dove la Shadow ha moltissimi riferimenti (ci gira anche la versione motorizzata Matra V12 nds). La top 5 è chiusa, con l'ottimo tempo di 1'48”68, da Jochen Mass, che risale vertiginosamente posizioni con una vettura finalmente a punto.

Solo sesto un Regazzoni veloce ma il cui 1'48”70 è inevitabilmente da comparare con la prestazione del compagno Lauda, davanti al sempre ottimo Brambilla (1'49”03), un Reutemann sempre nel pantano (1'49”16), uno Scheckter assai più lento che in mattinata (1'49”20), e a chiudere la top ten il suo compagno di squadra Depailler (1'49”42), vittima nel finale della rottura del motore sulla sua 007.

Undicesima piazza per un esterrefatto Fittipaldi (“Ieri la macchina andava benissimo, non abbiamo toccato nulla ed oggi è inguidabile..... divento matto !!”) fermo a 1'49”64, davanti a Watson (1'49”70) e ad Andretti, che ottiene ancora il suo miglior tempo (1'49”72) col muletto (mentre con la vettura titolare Mario non fa meglio di 1'52”41 nds). Quattordicesimo, ed ultimo ad abbattere il muro di 1'50”, un positivo Laffite con 1'49”85. Muro che continua ad essere tabù per Ronnie Peterson, che ritorna sulla sua vettura ma senza miglioramenti apprezzabili e non fa meglio di 1'50”26, davanti al sempre plafonato Donohue (1'50”31), Pryce (che gira in assetto gara fermandosi a 1'50”32) e Brise, che conferma l'inadattabilità della Hill GH1 su questa pista ottenendo 1'50”47 dopo aver rotto il motore sul muletto (col quale ha girato pochissimo ottenendo 1'56”76 nds).

Diciannovesima piazza per Jabouille, sempre attento a non far danni (1'51”30), ed ingresso nella top 20 di....Jacky Ickx, con 1'51”36. Continua a dare il meglio di se Wilson Fittipaldi, che con 1'51”64 è sempre nella pancia delle retrovie anziché come abitudine in coda, e precede Van Lennep (1'51”81), Evans, che dopo aver segnato 1'51”89 rompe il motore, una Lombardi finalmente non più ultima e che anche grazie alle “dritte” di Brambilla scende a 1'52”97 togliendo oltre tre secondi al tempo del giorno precedente, ed a chiudere il sempre irriconoscibile Jones che lima un solo centesimo e si ferma a 1'53”14, ed il povero Migault che al primo giro lanciato rompe il motore e.... le sue possibilità di correre, in quanto anche se il suo tempo del venerdì basta ampiamente per la qualificazione il francese è senza vettura in quanto l'unico motore di scorta è già finito sulla macchina del compagno e caposquadra Laffite (per la cronaca Migault in questa sessione era fermo a 1'56”00 nds).

All'inizio dell'ultima sessione il caldo è aumentato, ed in molti credono che difficilmente i tempi della mattinata saranno migliorati, anche perchè sono già ben dodici i motori che si sono rotti, e molte squadre iniziano a tarare il limitatore di giri in modo più “conservativo”. Anche in Ferrari, da sempre squadra fornitissima, non si sono cambiati i motori tra venerdì e sabato preferendo cambiarli a fine prove per avere due propulsori freschi per la corsa. Ma il motore “stanco” non sembra creare problemi a Lauda, che fino a venti minuti dalla fine se la prende comoda per non affaticarsi, poi negli ultimi dieci minuti si scatena e, con gomme fresche, percorre tre giri da urlo, segnando nell'ordine 1'48”0, 1'47”9 e, all'ultimo giro, un 1'47”82 che significa pole position, la quinta nelle ultime sei gare e la 14' in 24 gare corse alla Ferrari, oltre ad essere l'unico pilota a scendere sotto 1'48”. Gli avversari ormai paiono rassegnati a subire in lungo ed in largo la dittatura del binomio che sta marchiando la Formula 1 come non si vedeva dai tempi del sodalizio Clark-Lotus. Il solo a tentare di opporsi allo strapotere in rosso sembra poter essere, almeno in questa parte della stagione, Hunt, ma l'inglese non riesce a far meglio di 1'48”40, che non migliora il suo tempo della mattinata, ed anzi negli ultimi secondi di prove perde anche la aprima fila, ad opera di un irriducibile Scheckter, che con un “giro della vita” scende a 1'48”22 e si garantisce la seconda posizione. Jody però non si fa illusioni: “La Ferrari è molto, troppo forte. Va bene dappertutto, anche qui dove in teoria non era favorita. E' difficile poter superare Niki”.

Dietro a Niki, Jody e James, ottimo quarto tempo di sessione per Tom Pryce, che forse “ruba” gli assetti a Jarier e con 1'48”48 sale in terza fila sullo schieramento. Si conferma molto competitivo Jochen Mass, che con 1'48”54 si candida ad una gara da protagonista. Sesto di sessione il sempre magnifico Vittorio Brambilla, che con 1'48”56 guadagna la quarta fila e continua a mantenere la March in posizioni che la squadra di Herd e Mosley non occupava più dai tempi di Peterson. Il monzese precede il pilota probabilmente più deluso di queste prove, ossia Jarier sulla seconda Shadow, che dopo aver trovato per primo il limite non è più stato capace di infrangerlo. Per il transalpino 1'48”57, e la magra consolazione di essere stato l'unico pilota che in tutte e quattro le sessioni è sceso sotto 1'49”. Dietro al francese, a completare la top ten, tre grandi delusi di questa sessione, ossia Regazzoni, Pace e Reutemann. Il ticinese, nel suo primo tentativo, viene “stoppato” da Jones e deve abortire il giro veloce, poi mentre tenta il tutto per tutto si trova il motore, evidentemente giunto al limite, che perde potenza, tanto che Clay prende bandiera e subito dopo si arresta col motore rotto. Per lo svizzero, nero come la pece, “solo” 1'48”68 e partenza in quinta fila. Il duo Brabham, invece, fallisce l'attacco alle prime posizioni nel convulso finale prima con Pace, che vede la pressione dell'olio calare e rientra ai box per non rompere un altro motore fermandosi così a 1'48”78. “Lole”, invece, riesce ad arrivare a 1'48”85 ma all'ultimo giro si ferma lungo il circuito senza benzina a causa di un errore del team che non ha messo abbastanza carburante nel serbatoio. Una beffa che deprime ulteriormente l'argentino, condannato a partire dalla sesta fila.

Undicesimo tempo di sessione per Brise, che con 1'49”21 riesce a scendere sotto il muro di 1'50”, davanti a Fittipaldi, che con 1'49”48 conferma il “regresso” della mattinata. Alle spalle del depresso campione del mondo Depailler, che col muletto non si ritrova e si ferma a 1'49”54, precedendo due piloti che dimostrano di valere assai più delle loro vetture, ossia Laffite (1'49”72) e Watson (1'49”97), ultimo pilota ad abbattere il muro di 1'50”. Per quattro centesimi, malgrado il grande impegno profuso, la cosa non riesce a Peterson, che scarta la nuova (si fa per dire) 72 e fa tutte le prove con la sua vettura. Dietro a Ronnie il duo stelle e strisce, con Donohue (1'50”15) per questa sessione più rapido di Andretti (1'50”19), rallentato nel finale dalla rottura del motore. A chiudere il sandwich “Lotus & USA” ci pensa Jacky Ickx, che con 1'50”94 non riesce a sollevarsi dalle posizioni di retroguardia. La top 20 è chiusa da Jones, che con 1'51”02 riesce a chiudere in maniera almeno accettabile un weekend che lo ha visto continuamente relegato nelle posizioni di estrema retroguardia.

A chiudere i tempi di questa sessione che ha visto solo 25 presenze visto il forzato forfait di Migault, sono nell'ordine Van Lennep, non certo un fulmine da guerra ma costante nelle prestazioni (1'51”21), la terza Tyrrell di Jabouille (1'51”23), la BRM “muletto” di Evans (1'51”85), la Copersucar di Wilson Fittipaldi che non migliora a causa della rottura del motore e si ferma a 1'51”92, e a chiudere Lella Lombardi, che chiude una due giorni non certo esaltante rompendo il motore dopo aver segnato il mediocre crono di 1'53”91.

Con l'impressionante bilancio di sedici motori rotti (diciassette se si considera quello montato sulla Brabham di Pace che dovrà comunque essere sostituito nds), cala il sipario su queste prove, e tutto lascia presagire che domani rischi di calare il sipario sul mondiale 1975: in questo momento Lauda e la sua Ferrari sembrano decisamente troppo forti ed affidabili, e malgrado il diretto interessato cerchi di gettare acqua sul fuoco (“Sarà una corsa dura, il mio obiettivo non è vincere ma conquistare punti utili per la classifica del campionato”) nessuno può onestamente non considerare l'austriaco favoritissimo per il bottino pieno. Nella serata in Ferrari si fanno gli straordinari per cambiare entrambi i motori alle due vetture, due motori apparentemente identici e che vengono montati “a sorteggio”. La corsa dimostrerà che, come dice qualcuno, “La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo”.


GRIGLIA DI PARTENZA:

FILA 1:
Niki Lauda (Ferrari 312T) 1’47”82
Jody Scheckter (Tyrrell 007-Cosworth) 1’48”22

FILA 2:
James Hunt (Hesketh 308C-Cosworth) 1’48”25
Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) 1’48”44

FILA 3:
Carlos Pace (Brabham BT44B-Cosworth) 1’48”48
Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) 1’48”48

FILA 4:
Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) 1’48”54
Vittorio Brambilla (March 751-Cosworth) 1’48”56

FILA 5:
Clay Regazzoni (Ferrari 312T) 1’48”68
Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) 1’48”75

FILA 6:
Carlos Reutemann (Brabham BT44B-Cosworth) 1’48”85
Tony Brise (Hill GH1-Cosworth) 1’49”21

FILA 7:
Patrick Depailler (Tyrrell 007-Cosworth) 1’49”31
John Watson (Surtees TS16-Cosworth) 1’49”70

FILA 8:
Mario Andretti (Parnelli VPJ4-Cosworth) 1’49”72
Jacques Laffite (Williams FW04-Cosworth) 1’49”72

FILA 9:
Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) 1’50”04
Mark Donohue (Penske PC1-Cosworth) 1’50”15

FILA 10:
Jacky Ickx (Lotus 72E-Cosworth) 1’50”94
Alan Jones (Hill GH1-Cosworth) 1’51”02

FILA 11:
Jean Pierre Jabouille (Tyrrell 007-Cosworth) 1’51”06
Gijs Van Lennep (Ensign MN/03-Cosworth) 1’51”21

FILA 12:
Wilson Fittipaldi (Copersucar FD03-Cosworth) 1’51”64
Francois Migault (Williams FW/03-Cosworth) 1’51”82*

FILA 13:
Bob Evans (BRM P201) 1’51”85
Lella Lombardi (March 751-Cosworth) 1’52”97

*Vettura indisponibile (motore rotto ed assenza di ricambi)
Remember:

Cheap and fast is not reliable
Cheap and reliable is not fast
Fast and reliable is not cheap
Avatar utente
Whiteshark
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 3597
Iscritto il: ven 4 ott 2013, 16:25

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

GP FRANCIA: GARA (54 giri – 313,74 km)

IMPORTANTE: Tempi e distacchi sono stati fatti sul video della corsa, quindi fattibili di errore.

1’ – 14’ GIRO: Nelle prove libere della mattinata Frank Williams si prende probabilmente uno dei più grossi spaventi della carriera quando Laffite non passa più davanti ai box: si teme che si sia rotto anche l'ultimo motore, ma fortunatamente per il “caro Frank” il francese ha rotto “solo” un semiasse, e quindi non vi sono problemi per il fantino francese a schierarsi sullo schieramento davanti ai 70.000 paganti (ma le immagini d'epoca mi fanno pensare ad almeno 100.000 spettatori nds). Schieramento che alle 15.30 parte per il giro di ricognizione, al termine del quale l'abbassarsi della bandiera francese dà il via alle ostilità: Lauda scatta splendidamente e “brucia” Scheckter, comunque secondo, mentre dietro Hunt (che mantiene anch’egli la posizione) è il caos: Jarier parte al ralenti, e dietro di lui Pryce è costretto a frenare per non investirlo. L’inglese, di rabbia, “sfriziona” per far risalire di giri il motore, col risultato di bruciare la frizione stessa. muoversi a ritmo da tartaruga e ritrovarsi ultimo e staccatissimo alla prima curva. Di tutto questo “ondeggiare” a farne le spese è soprattutto Depailler, che sbaglia tutto in partenza, surriscalda la frizione e deve anche schivare la Shadow N.16 “piantata” avanti a lui, passando così ventiduesimo e quartultimo alla prima curva, posizione che diventa però subito la ventesima quando il francese supera a L'Ecole (come da immagini TV nds) in un colpo solo la Copersucar di Wilson Fittipaldi e la 007 gemella di Jabouille, che ovviamente non oppone resistenza. Dalla “s” della Verrerie, intanto, sono usciti in successione Lauda, Scheckter, Hunt, Pace, Mass, Brambilla, Regazzoni, Jarier, Fittipaldi, Brise, Reutemann, Andretti (che alla partenza era andato fuori pista per cercare di superare l'argentino senza riuscirci nds), Peterson, Laffite, Jones (superpartenza nds), Donohue, Ickx, Watson, Van Lennep, Jabouille, Wilson Fittipaldi, Depailler (come detto pronto a superare il brasiliano ed il connazionale nds), Evans, Lella Lombardi e Pryce già staccatissimo che arranca sperando che la frizione si raffreddi.

In testa, Lauda è determinatissimo ad allungare subito: sa infatti Niki che l’arma di Scheckter è la velocità sul rettilineo, e quindi compie una prima parte “capolavoro”, presentandosi al primo passaggio sui 1800 metri del Mistral (sui quali Mass supera Pace e Regazzoni “salta” Brambilla nds) con un vantaggio sufficiente ad impedire a Jody di attaccarlo. Da quel momento in poi la grande velocità sul dritto della Tyrrell di Scheckter fa il gioco di Lauda, che grazie al “tappo” del sudafricano fa il vuoto: Niki passa al termine del primo giro, da lui percorso in 1'55”30, con già 1”69 su Jody, che sta già visibilmente “stoppando” chi lo tallona, ossia Hunt (a 1”97) Mass (2”32), Pace (3”08) e Regazzoni (3”58), che sta già distanziando Brambilla. Dietro al monzese incollati Jarier, Fittipaldi, Brise, Andretti, Reutemann (superato in tromba dall'americano che ha Cosworth di prima scelta nds) , Peterson, Jones (che dalla partenza ha guadagnato ben sei posizioni nds), Laffite, Donohue, Watson, Ickx (che ha ceduto all'irlandese la diciassettesima posizione), Van Lennep, Depailler, Jabouille, Wilson Fittipaldi, Evans, Lombardi che chiude il gruppone staccata di 14”21 dal battistrada, con Pryce che passa ultimo con oltre 6” dall’alessandrina.

Al secondo giro Lauda, scatenato, gira già in 1’52”58, tempo che per il resto del plotone è fantascienza, e sul traguardo ha già messo 2”75 tra se e Scheckter, che sta già litigando con la sua vettura. Il sudafricano a fine gara accuserà il motore (“Non prendeva tutti i giri”), ma vista la difficoltà di piloti rivelatisi assai più veloci di lui per superarlo si è più portati a credere che Jody abbia “bucato” l'assetto, scaricando troppo la vettura e scivolando come un budino nel piatto sul misto, “ammazzando” inoltre le gomme. Per il momento comunque Jody mantiene la seconda piazza, davanti a Hunt (a 3”31), e a Mass (a 4”01), sul quale si sta già stagliando minacciosissima l'ombra di un grandissimo Regazzoni, a cui sul Mistral il superboxer Ferrari fa mettere “la freccia” nei confronti del malcapitato Pace, come sempre assai male assistito dai Cosworth revisionati dai carpentieri scovati da Ecclestone per risparmiare. Dietro al ticinese (a 4”32), già quinto assoluto dopo essere partito decimo, e a “El Mojo” (4”89), passa a 6”78 un Brambilla che, pur avendo fatto in questa tornata quello che resterà il suo giro migliore in 1'53”90, sta clonando Scheckter nel bloccare chi lo segue, ossia Jarier, Fittipaldi, Brise, Andretti, Reutemann, Peterson, Jones e Laffite, tutti uno nella scia dell'altro. Dietro al francese della Williams a 1”20 passa Donohue, che precede Watson, Ickx ed il duo Tyrrell Depailler-Jabouille (che tre anni dopo faranno coppia alla 24 ore di Le Mans dominando in lungo ed in largo la corsa fino al ritiro la domenica mattina nds), che hanno scavalcato, il primo a L'Ecole ed il secondo a Saint-Beaume, la Ensign di Van Lennep, che precede Wilson Fittipaldi, Evans, Lella Lombardi e Pryce, che in questa tornata è tra i più rapidi con un 1'53”37 foriero di molti rimpianti.

Terzo giro, e la musica non cambia, con Lauda che con un'altro supergiro in 1'52”66 si fa di nebbia per uno Scheckter che, pur guidando al limite ed in controsterzo in tutte le curve, è ormai a 3”35 dal battistrada. Hunt è sempre terzo a 3”95, Mass quarto a 4”27 con Regazzoni negli scarichi. Pace è già a quasi 6”, ma dietro di lui non passa più Brambilla ma Fittipaldi: ad inizio giro infatti, Vittorio, per resistere a Jarier, aveva allungato troppo la frenata alla “s” della Verrerie, col risutato di fare un dritto e di “arrampicarsi” sui cordoli, rientrando in pista davanti a Jarier ad andatura ridotta. Il brasiliano, sempre maestro in queste situazioni, sceglie il pertugio giusto e supera in un colpo solo sia la Shadow che la March, mentre Jarier riesce “solo” a passare Brambilla. Dietro “El Rato”, staccato di quasi 4” da Pace, passano Jarier, Brambilla (già in crisi di assetto, a causa del “salto” sui cordoli che ha lesionato la sospensione posteriore sinistra nds), ed il resto del gruppo a posizioni invariate, ad eccezione di Donohe che, sfruttando un probabile errore di Laffite, supera il transalpino e gli prende la quindicesima posizione. Alla chiusura di questo giro non passa più Pryce, che si trova senza marce ed è costretto a parcheggiare fuoripista la sua DN5. Si chiude così mestamente una gara che per il britannico paeva foriera di ben altre soddisfazioni. Intanto, mentre in testa la Ferrari N.12 diventa giro dopo giro sempre più un sogno che svanisce all’orizzonte, la Ferrari N.11 diventa sempre più un incubo per gli immediati inseguitori (si fa per dire) di Lauda: Regazzoni è una furia, e all'inizio del quarto giro, alla “s” della Verrerie, supera di forza Mass guadagnando la quarta posizione e mettendosi subito sulle tracce di Hunt, sempre “stoppato” da Scheckter e dalla sua velocissima ma “ferma” Tyrrell N.3. Assai distante (in tutti i sensi) da queste diatribe in pista, Lauda chiude il quarto giro in 1'52”58, e Scheckter è ormai a 4”16, con Hunt a 4”75 e Regazzoni che sta arrivando con una spinta impressionante alle costole dell'inglese. Mass è quinto davanti a Pace, mentre nel gruppo di centro sia Brise che Andretti scavalcano un Brambilla che inizia a sentire il posteriore della sua March andare da tutte le parti., passando rispettivamente nono e decimo. Nelle retrovie, invece, Depailler supera il depressivo e deprimente Ickx e sale in diciottesima posizione.

Quinta tornata, e mentre Lauda continua nel suo ritmo martellante abbattendo, con 1'51”91, il muro di 1'52”, Regazzoni continua a dare spettacolo, facendo “secco” Hunt sul Mistral e portandosi in terza posizione a 0”46 da Scheckter, che dal canto suo vede Lauda allontanarsi a 4”93 da lui. Quarto è Hunt a 5”83, quinto mass a 6”32, settimo Pace a 6”99, dietro a cui inizia a rinvenire Fittipaldi a 2”83 dal suo connazionale. Per il resto posizioni invariate, ad eccezione del povero Brambilla che, con la vettura che ormai sembra un boa in movimento, viene superato anche da Reutemann.

All'inizio del sesto passaggio Depailler attacca e supera con grande facilità la Surtees di Watson, che ha dotazione tecnica ben differente. Ma a parte gli entusiasti telecronisti francesi, in pochi si accorgono di questo, in quanto a dare spettacolo è sopratutto Regazzoni, che in questa tornata aggancia Scheckter e sfruttando la scia lo ridicolizza sul Mistral, riuscendo addirittura a rientrare in traiettoria prima del curvone di Signes e portando la Ferrari in doppietta virtuale. Lauda chiude così il sesto passaggio col nuovo giro record in 1'51”84, ma il primato dura 5”29, quelli che servono a Regazzoni per tagliare il traguardo e stampare il miglior crono con 1'51”75. Scheckter è terzo a 5”74, Hunt quarto a 6”30, Mass quinto a 6”79, Pace sesto a 7”92. Sulla Brabham N.8 continuano a guadagnare terreno Fittipaldi e Jarier, ormai a 2” e 3” rispettivamente, ed il cui ritmo non riesce ad essere mantenuto da Brise ed Andretti, che passano staccati dal transalpino di 3” e 4”. In questo giro si ferma ai box Brambilla, dove gli viene diagnosticata la lesione alla sospensione. Vittorio ripartirà dopo tre giri, ma ormai tutta la convergenza è “andata”, e saggiamente il monzese rientrerà per ritirarsi prima di rischiare di farsi (e fare) male per nulla.

All'inizio del settimo giro, visto il ritmo infernale tenuto da Lauda e Regazzoni, probabilmente in Ferrari iniziano ad “agitarsi”: con questa imbarazzante superiorità dimostrata finora, la sola cosa da evitare è una replica del GP.Italia dello scorso anno, coi due piloti al comando a darsi battaglia a distanza strappandosi il giro veloce e tirando fino a rompere entrambi i motori. A togliere il Team dalle ambasce e dai desideri di esporre magari il cartello “SLOW” ci pensa.... il motore di Regazzoni, che probabilmente troppo spremuto dal ticinese nella sua fantastica e furiosa rimonta, nel corso del settimo giro si rompe (pistone vista la fumata bianca nds). Per l’elvetico è un mesto ritiro e l’ennesima “mazzata” da parte di Lauda, che in questo momento ha dalla sua pole e prima posizione rispetto ai due motori rotti dal ticinese. Vero che i motori sono stati cambiati a sorteggio (ma siamo sicuri ? Nds), ma la differenza nella preparazione delle vetture inizia ad essere allarmante, e Regazzoni nei giorni successivi pretenderà maggiore rispetto nei suoi confronti e maggiore cura sulla sua macchina.

Lauda, che di sicuro non si dispera vedendo Regazzoni out, chiude il settimo giro sempre in testa, anche se leggermente più lento dei giri precedenti (1'52”36), tanto ci pensa....Scheckter a coprire le spalle all'austriaco, che ha ormai 6”01 sul sudafricano, sempre tallonato da Hunt, Mass e Pace, che si trovano però nell’impossibilità di tentare repliche a causa della “safety car” sudafricana, che pur essendo visibilmente più lento del trenino che lo segue continua ostinatamente a resistere, allungando sul Mistral e zigzagando pericolosamente nel misto. In questa tornata si registra anche l'abbandono di Donohue, che aveva fatto il giro precedente il suo best lap in 1'53”36, per la rottura del cambio, ed il doppio salto di Depailler che scavalca prima Laffite e poi Jones, tagliando la tornata, grazie ai ritiri di Regazzoni e Donohue, in 12' posizione.

Ottavo giro, che Lauda compie in 1'52”34 che lo porta ad avere 6”21 di vantaggio sul più immediato inseguitore, che però non è più Scheckter: infatti, stufo di essere rallentato dalla Tyrrell del sudafricano, Hunt passa alle maniere forti e riesce finalmente ad avere ragione di Jody distanziandolo immediatamente, tanto che alla chiusura del giro l'inglese ha già 0”81 sul pilota di Ken Tyrrell, che comunque non può certo rilassarsi minacciato da vicino come è da Mass, Pace. Fittipaldi e Jarier che, grazie al “tappo” di Jody, si sono riagganciati al gruppetto.

Nono passaggio, e Lauda capisce che la “pacchia” è finita: l'austriaco infatti, col suo 1'52”13, perde quasi mezzo secondo da Hunt, che con 1'51”65 si prende il giro veloce portandosi a 5”73 dal battistrada. Scheckter non regge più il ritmo (il suo best lap a fine gara sarà un mediocrissimo 1'52”17), ed il suo distacco sale a 7”62, con Mass, Fittipaldi e Jarier a ruota. Dal gruppo di testa è sparito Pace: il brasiliano, sul Mistral, sente la macchina “strana” nel posteriore: un pneumatico si è dechappato, e per Carlos non c'è altra via che quella dei box dove i meccanici Brabham, velocissimi, cambiano la gomma e lo rimandano in pista, ma ormai in diciannovesima posizione davanti ai soli Evans e Lombardi.

Il decimo giro si chiude con Hunt che si “autostrappa” il giro veloce con 1'51”49, e si porta a 5”05 da Lauda. Fantastica la progressione della Hesketh N.24, che ha ormai frapposto 2”93 fra se e Scheckter. Mass, Fittipaldi e Jarier sono attaccati tra loro e nella coda del sudafricano. Brise è settimo a 13”28 dal battistrada, con Andretti ottavo a 15”46. Seguono Reutemann e Peterson in gran lotta e addosso ai quali si sta portando Depailler, poi Jones, Laffite, Watson, Ickx, Jabouille, Van Lennep, Wilson Fittipaldi, Pace, Evans e Lella Lombardi a chiudere.

A partire dall'undicesimo giro, quindi, la gara entra in una fase di “duello a distanza” che tanto piace ai “palati fini” e tanto annoia i “televisionari”. Lauda, avvisato dai box, riapre il gas a tutta e si riappropria del giro veloce con 1'51”31. Hunt contiene i danni e passa con 5”27 di ritardo, mentre ormai Scheckter è a 9”71 e continua a “stoppare” il terzetto dietro di lui. Per una Tyrrell che “frena”, ce ne è un'altra che accelera, anche perchè ha a che fare con avversari che hanno a disposizione mezzi ben diversi: è ovviamente il caso di Patrick Depailler, che ha ormai ridotto drasticamente il ritardo da Peterson, malgrado il grande impegno profuso dallo svedese, quasi un contrappasso rispetto al compagno Ickx che fatica (?!?!) sempre più a tenere dietro l’esordiente Jabouille e non riesce neppure ad avere ragione della non certo irresistibile Surtees di Watson che lo precede. Ed infatti al giro seguente il belga deve capitolare sull'assalto del francese e gli deve cedere la quindicesima posizione, mentre Lauda riporta a quasi 6” il suo vantaggio su Hunt, che di contro ha ormai portato a 5”47 il suo vantaggio sul quartetto sempre guidato (anzi frenato...) da Scheckter. Invariate le posizioni a seguire, con Depailler che ha praticamente agganciato il duo “nobilmente decaduto” formato da Reutemann e Peterson che si stanno contendendo la nona posizione. In fondo al plotone, invece, sta ovviamente facendo fuoco e fiamme Carlos Pace, che girando in tempi praticamente uguali a quelli del duo di testa sta piombando come una furia sulla Copersucar del suo connazionale Wilson Fittipaldi (best lap personale con 1'54”38), che ha senz’altro dei Cosworth migliori ma una macchina ed un “manico” ben peggiori del suo connazionale.

Tredicesimo passaggio, e Lauda, con 1'51”72, riporta a 6”21 il suo margine su Hunt, dietro al quale, a 12”24 da Lauda, passa Jochen Mass, che è finalmente riuscito a liberarsi di uno Scheckter che sta già remando in totale crisi, tanto che Jody ha già 1”02 di distacco dal tedesco che lo ha superato da poche curve. L'agonia meccanica di Jody si manifesta in modo evidente anche nel successivo quattordicesimo giro, che chiude di fatto il primo quarto di corsa, giro nel quale anche Fittipaldi supera la Tyrrell N.3 guadagnando la quarta posizione, emulato sia da Depailler che supera Peterson entrando nella top ten che da Pace che supera Wilson Fittipaldi passando diciottesimo. In testa, intanto, Lauda sembra aver regolato la sua velocità su quella di Hunt, in una sorta di velocissima “stasi agonistica”, che solo un cedimento di una delle due vetture o un errore di guida di uno dei due piloti sembra poter smuovere.


DOPO 14 GIRI:

1' Niki Lauda
2' Hunt a 6”04
3' Mass a 11”97
4' Fittipaldi a 15”12
5' Scheckter a 16”57
6' Jarier a 17”06
7' Brise a 18”12
8' Andretti a 20”34
9' Reutemann
10' Depailler
11' Peterson
12' Jones
13' Laffite
14' Watson
15' Jabouille
16' Ickx
17' Van Lennep
18' Pace
19' Wilson Fittipaldi
20' Evans
21' Lombardi


15'-27' GIRO: Nel corso del quindicesimo giro Wilson Fittipaldi, che probabilmente ha chiesto troppo al motore cercando di seguire le orme del connazionale Pace, lo rompe fragorosamente e deve abbandonare la gara cedendo la 19' posizione a Evans. Davanti, intanto, Lauda e Hunt continuano nel loro velocissimo duello a distanza, che in questo giro vede prevalere l'austriaco che con 1'52”10 mette l'inglese a 6”21. Chi invece, una volta liberatosi di Scheckter, inizia a girare velocissime sono le due McLaren, con Mass (1'51”65) e Fittipaldi (1'52”03) più veloci del battistrada. Scheckter ormai perde oltre 2” a giro e passa con 18”45, tallonato da Jarier e Brise e con Andretti poco distante.

Sedicesima tornata, nella quale Jabouille supera Watson strappandogli la quindicesima piazza, e dove Lauda continua a dettare l'agenda e gira in 1'51”59. Alle sue spalle, però, l'irriducibile Hunt si porta a 6”00 col suo miglior giro fino a questo momento in 1'51”38. Sempre velocissimi Mass e Fittipaldi, rispettivamente a 11”12 e 14”47 dal leader, col tedesco che si appropria del giro veloce provvisorio con 1'51”19, subito battuto dal caposquadra che con 1'51”01 dimostra di credere nella possibilità di rimonta. Le M23 in configurazione gara si dimostrano assolutamente competitive, e Lauda deve senz'altro “ringraziare” Scheckter che gli ha permesso di prendere il largo. La musica non cambia al giro seguente, Niki continua col suo ritmo e timbra 1'51”38, Hunt segue a 6”08 (1'51”46), Mass a 10”99 (1'51”25). Ma ad impressionare in questa fase è Fittipaldi: il brasiliano sta “volando”, e passa a 14”06 dopo aver rifatto il giro veloce dopo essere stato il primo, con 1'50”97, ad abbattere il muro del 1'51”. Gli altri ormai sono ad anni luce: Scheckter, che continua ostinatamente a resistere stoppando chi lo segue, è ormai a 22”90 da Lauda, e si tiene dietro il furibondo Jarier e Brise, addosso al quale si sta riportando Andretti. Per un triste contrappasso, per un Fittipaldi che vola, un pilota che fino al 1972 aveva fatto vedere i sorci verdi al brasiliano, ossia Jacky Ickx, dopo aver fatto il suo best lap in un patetico 1’53”00 (19’ prestazione assoluta), si ferma alla “s” della Verrerie: sulla sula Lotus si rompe nuovamente e pericolosamente, per la quinta volta on stagione, l'alberino di collegamento del freno anteriore alla ruota. Il belga scende dalla sua Lotus, e per sempre: rientrato ai box, dopo un battibecco con Chapman che lo accusa (e come dargli torto ?) di impegno scarso anziché nullo l’ex ferrarista ritorna per una volta “Pierino la Peste”, manda Colin a quel paese e giura (e sarà di parola) che non salirà più su una Lotus, anche se il comunicato ufficiale di qualche giorno dopo specificherà che il belga tornerà a guidare la Lotus solo quando potrà disporre della nuova vettura (!).

Ignaro di queste diatribe, Lauda prosegue nella sua cavalcata che pare inarrestabile, ed al 18’ passaggio continua nel suo ritmo martellante con 1'51”16. Ma dietro all'austriaco tutti “tengono duro”: Hunt fa il suo best lap con 1'51”10 (e ritorna a 6”00), Mass perde solo nove centesimi (1'51”25), Fittipaldi prosegue nella sua entusiasmante progressione e passa a 13”78 abbassando ancora il best lap con 1'50”88. Altro brasiliano che sta andando fortissimo è Carlos Pace, che in questa tornata aggancia e supera facilmente Van Lennep, guadagnando, grazie al ritiro di Ickx, la quindicesima posizione. Il brasiliano mette subito nel mirino la Surtees di Watson, ed al successivo diciannovesimo giro lo passa sfruttando un errore dell'irlandese, che deve cedere anche la posizione a Van Lennep. Nelle prime posizioni continua il braccio di ferro a distanza tra Lauda, che chiude il 19' giro con un “lento” 1'51”59, ed i tre inseguitori Hunt (1'51”39), Mass (1'51”64) e Fittipaldi (1'51”08), col campione del mondo ormai a soli 2”26 dal compagno di squadra. Canovaccio che non cambia al successivo ventesimo passaggio, nel quale Watson recupera la posizione su Van Lennep: Lauda chiude la tornata con avanti a se la Lombardi da doppiare, e dietro di se Hunt a 6”03, Mass a 10”69, Fittipaldi a 13”26. Ormai a quasi mezzo minuto passa Scheckter, che ormai è la locomotiva di un treno con altri tre vagoni, ossia Jarier, Brise ed Andretti. Alle spalle dell'americano Reutemann fa sempre più fatica a contenere gli attacchi di Depailler, con Peterson poco lontano seguito da Jones, Laffite, Jabouille addosso al quale sta arrivando Pace, ed a chiudere Watson, Van Lennep, Evans e Lella Lombardi.

Al 21' giro Lauda doppia l'alessandrina, trovandola per sua fortuna sul Mistral, mentre Hunt, al giro seguente, si trova la March nel misto e perde mezzo secondo da Lauda, tagliando il traguardo staccato di 6”54 dal battistrada. Mass è a 10”35, Fittipaldi a 13”10. In questa tornata, con una manovra “temeraria” alla Verrerie, Jarier riesce finalmente ad avere ragione di Scheckter, prendendo subito il largo, tanto che sul traguardo Jody è già quasi a 1” dal francese. Per i transalpini questo è un giro particolarmente felice, perchè anche Depailler scavalca Reutemann guadagnando la nona posizione. I due francesi sono tra le vetture più veloci in pista, tanto che al successivo giro 23 Jarier ha già oltre due secondi e mezzo di vantaggio su Scheckter, e Depailler di oltre 1” su Reutemann. Per il pilota Shadow, comunque, le speranze di migliorare la propria posizione sono legate ad eventuali guasti altrui, visti gli oltre 13” che lo separano da Fittipaldi. Sempre in questo giro l'ottimo Pace toglie al connazionale Fittipaldi il primato provvisorio sul giro ottenendo 1'50”67 ed entrando negli scarichi di Jabouille, probabilmente maledicendo il problema al pneumatico posteriore che lo ha tolto dalla lotta per il podio.

Ventiquattresimo giro, il braccio di ferro continua: Lauda primo, Hunt 6”08, Mass a 9”47, Fittipaldi a 12”09, a dimostrazione che al momento, anche se di pochi centesimi, le McLaren sono le vetture più veloci in pista insieme a Pace. Pace che alla successiva venticinquesima tornata supera Jabouille e passa quattordicesimo. Ci si chiede fin dove potrà arrivare il sudamericano visto il suo ritmo, ma per “El Mojo” è l'ultimo fuoco: al successivo giro 26 il cedimento della trasmissione lo appieda. Per Pace, che era già nella scatola del cambio di Laffite e si apprestava a superare sia il francese che Jones, è la definitiva abdicazione a qualunque velleità iridata, specialmente a causa della mancanza di affidabilità della sua BT44B. Affidabilità che invece abbonda nella 312T di Lauda, che continua a “marcare” a uomo Hunt, replicando quasi al centesimo i tempi del britannico, che alla chiusura del 26' giro è 6”64 da Niki, che taglia al giro successivo la boa di metà gara praticamente con lo stesso vantaggio su Hunt, che dopo venti giri ad inseguire deve amaramente constatare che più che guardare avanti conviene guardare i retrovisori, nei quali le immagini delle M23 di Mass e Fittipaldi sono sempre più grandi e minacciose:


DOPO 27 GIRI:

1' Niki Lauda
2' Hunt a 6”67
3' Mass a 8”92
4' Fittipaldi a 11”39
5' Jarier a 28”50
6' Scheckter a 35”29
7' Brise
8' Andretti
9' Depailler
10' Reutemann
11' Peterson
12' Jones
13' Laffite
14' Jabouille
15' Watson
16' Van Lennep
17' Evans a 1 giro
18' Lombardi a 1 giro


28'-41' GIRO: Lauda inaugura la seconda metà della gara esattamente come ha condotto la prima metà, ossia girando con impressionante costanza su 1'51” (1'51”16 in questo giro), e continuando a tenere Hunt a oltre 6” (6”47 in questo giro). James continua a girare velocissimo (1'50”96 in questo passaggio), ma se si osserva la gara nella sua interezza si nota come in 15 giri l'inglese abbia.... perso 43 centesimi, chiara dimostrazione che l'austriaco sta correndo sulla base delle segnalazioni dai box ed ha regolato la sua velocità su quella della Hesketh, alla quale continuano lentamente ma inesorabilmente a riavvicinarsi Mass (ora a 8”54 da Lauda) e Fittipaldi, che in questa tornata spunta il suo best lap con 1'50”77 e si porta a 11” netti da Lauda. Il brasiliano ha, nel secondo quarto di gara, rosicchiato oltre 4” al battistrada, ed appare evidente che senza i problemi in qualifica il campione del mondo sarebbe stato il più serio avversario del ferrarista. Dietro a “El rato” uno Jarier “a bagnomaria”, e poi uno Scheckter che, assurdamente, continua a bloccare i piloti alle sue spalle, col furibondo Brise che deve sia cercare un pertugio per passare la lentissima (ma velocissima sul dritto) 007 del sudafricano che guardare i retrovisori dove è sempre presente la gigantografia della Parnelli di Andretti, che al successivo giro 29 riesce a superare la Hill del britannico mettendosi subito a pressare Scheckter, ormai senza più gomme avendole distrutte nei primi giri. Ed al successivo 30' giro, uscendo più veloce dall’ultima curva prima del traguardo, il pilota italoamericano riesce ad avere la velocità sufficiente per affiancare davanti ai box la Tyrrell N.3 e superarla alla staccata della “s” della Verrerie. Davvero una bella corsa quella di Andretti, non velocissimo (per lui “solo” il nono miglior tempo in gara in 1’51”28) ma estremamente costante su una pista, per larghezza della sede stradale, molto più vicina della media europea a quelle statunitensi. Dell’attacco riuscito di Andretti a Scheckter ne approfitta anche Brise che sfrutta l’uscita al ralenti della Tyrrell dalla “s” per affiancarla e passare alla Ecole. Jody, uscito dalla zona punti, psicologicamente scaricato e con l’auto sempre più inguidabile, a questo punto “molla” e viene in breve messo sotto attacco dal compagno Depailler. Nel frattempo, Lauda ha chiuso il 30' giro con 6”35 su Hunt, 7”87 sul velocissimo Mass, 10”86 su Fittipaldi, 31”46 su Jarier, 42”91 su Andretti, 44”35 su Brise, 45”74 su Scheckter e 46”62 su Depailler. Alle spalle del francese l'abulico Reutemann, Peterson, Jones, Laffite, Jabouille, Watson, Van Lennep ultimo a pieni giri ed i doppiati Evans e Lombardi.

A partire dal trentesimo passaggio Fittipaldi, che col compagno Mass era stato il più in palla tra gli inseguitori, inizia a perdere terreno dal terzetto di testa: “La macchina è diventata sovratserzante, forse ho chiesto troppo alle gomme ad inizio gara, in più il motore ha iniziato a funzionare a scatti, a volte borbottava, a quel punto ho solo cercato di mantenere la posizione. Peccato, perchè il secondo posto era alla mia portata, mentre Niki era imprendibile”. Le parole del brasiliano trovano conferma nel cronometro, che al 32' giro vede Lauda passare in 1'51”23 con 6”18 su Hunt, 7”41 su Mass, 10”94 su Fittipaldi. Segue Jarier a 32”62, Andretti a 44”87, Brise a 45”89, Scheckter a 48”19 con Depailler a soli 0”46 da Jody che, inspiegabilmente, non da strada al compagno, che pur senza frizione è almeno un secondo al giro più rapido. Il sudafricano resiste tre giri (che costano a Depailler 6” di ritardo sui tempi di Andretti e Brise), poi capitola a Signes passando così da quinto a nono in dieci giri. Intanto Lauda, che al 34' giro si era appropriato del giro veloce in gara con 1'50”62, cerca di “sfiancare” psicologicamente, con una serie di tornate al 100%, la resistenza di Hunt, a sua volta raggiunto da Mass, che al 35' passaggio si porta sotto il secondo di ritardo dalla Hesketh. Fittipaldi è ad oltre 11”, ma i quasi 25” di vantaggio su Jarier sono una garanzia di mantenimento del quarto posto, malgrado il giro veloce del francese in 1'51”22.

Lauda doppia la boa dei due terzi gara girando ancora velocissimo in 1'50”99. Hunt è a 6”24, Mass a 7”51, Fittipaldi a 11”12. Sembra che tutto proceda per il meglio, ma quello del giro appena concluso è l'ultimo passaggio in cui Niki riuscirà a scendere dal minuto e 51 secondi, “La macchina dopo due terzi di gara è diventata sottosterzante, purtroppo ho sempre dovuto tirare come un dannato perchè Hunt non ha mai mollato la presa” dirà a fine corsa Lauda. Ed infatti al 37' passaggio Lauda, complice anche una violenta correzione a Ecole (come da immagini TV), perde oltre otto decimi da Hunt, autore in questa tornata del suo giro veloce personale in 1'50”69, che lo porta a 5”40 dalla Ferrari N.12. Mass è a 6”74 e non molla, Fittipaldi è a 11”75 e più di questo non può fare. Proprio in questi passaggi, comunque, Lauda compie un capolavoro, dimostrandosi (parere personale nds) il più grande pilota di tutti i tempi nella gestione delle gare di testa: non sbaglia mai una curva, né una cambiata, non concede all’avversario nulla più di quanto la macchina gli fa ora perdere, guidando sempre al limite ma apparentemente senza sentire minimamente la pressione. Pressione che invece sentono, eccome, ai box, dove i tempi di Hunt e Mass iniziano a generare qualche “attacco di panico”. Attacchi che certo non contribuisce a far passare il successivo giro 38, che vede Lauda, che doppia Van Lennep sul Mistral, girare in 1'51”30, ma Hunt passare a 4”89 (1'50”79) e Mass a 6”04, dopo aver realizzato, con 1'50”60, quello che resterà il giro più veloce della corsa. Per un Mass scatenato c'è un Fittipaldi rassegnato, che inizia a girare sopra 1'52” e passa con 12”89 di ritardo dal battistrada. In questo giro Jones, nel tentativo di superare Laffite, va in testacoda a Beausset e finisce nelle reti. Caparbiamente, l'australiano, autore comunque di una gara men che mediocre specie se rapportata a quella del compagno Brise, riesce, con l'aiuto dei commissari, a ripartire dopo una quarantina di secondi, si ferma ai box per verificare che tutto sia in ordine e riparte sedicesimo e doppiato davanti ai soli Evans e Lella Lombardi, che in questo giro si ferma ai box sentendo la vettura “scappare” dietro, ripartendo dopo aver cambiato le gomme e verificato la vettura staccata di 3 giri. Tutti eventi che accadono nel disinteresse generale, in quanto tutta l'attenzione del pubblico è per vedere se l'inseguimento portato dagli irriducibili Hunt e Mass a Lauda avrà o meno successo nell'ultimo quarto di gara.


DOPO 41 GIRI:

1’ Niki Lauda
2’ Hunt a 4”66
3’ Mass a 5”44
4’ E.Fittipaldi a 16”33
5’ Jarier a 41”90
6’ Andretti a 52”60
7’ Brise
8’ Depailler
9’ Sheckter
10’ Reutemann
11’ Peterson
12’ Laffite
13’ Jabouille
14’ Watson
15’ Van Lennep a 1 giro
16’ Jones a 1 giro
17’ Evans a 1 giro
18’ Lombardi a 3 giri

41’ – 54’ GIRO: L’azione di Lauda è sempre un manuale del perfetto guidatore, ma le sue gomme ormai non gli permettono più di girare sotto 1’51” , e così per Hunt e Mass continua la stagione della caccia. Al 42’ giro, mentre Watson supera Jabouille e gli strappa la tredicesima piazza, Hunt scende ancora da 1'51”, e lo stesso fa al 43' e 44' passaggio, portandosi a 3”53 da Lauda, con Mass a 4”05 e l'ormai rassegnato Fittipaldi a 19”17. In Ferrari ci si inizia ad agitare, e persino Mariella Reininghaus, che sul suo trespolo da cronometrista è sempre una sfinge, si agita e teme il peggio, degnamente “assistita” da Montezemolo che, ingessato, sembra una belva in gabbia. Nel frattempo, dietro a Fittipaldi, si consuma il dramma di Jarier, il cui limitatore di giri “impazzisce” ed inizia ad entrare in azione non più al raggiungimento del regime, ma “a tempo”, e così, ad intervalli “random”, il Cosworth della Shadow N.17 si spegne, facendo subito innalzare i tempi del francese di 5-6 secondi al giro. Al 45' passaggio, nove alla fine, Lauda, che ha appena doppiato per la seconda volta Evans, passa in 1'51”34, Hunt è a 3”14, Mass a 3”81, Fittipaldi a 20”62. Jarier, quinto a 49”18, ha ormai solo 4”45 su Andretti, che ha sua volta ha 2”36 su Brise addosso al quale è ritornato Depailler, in questa fase tra i più veloci (1'51”27 il suo best lap nds). Dietro al francese il depresso compagno di squadra Scheckter, Reutemann e Laffite che, al giro precedente, ha scavalcato Peterson. Dietro allo svedese Watson perde la posizione da Jabouille a causa di una vibrazione al posteriore: l'irlandese, convinto di aver forato, rientra ai box per il cambio ma i meccanici non trovano nulla su cui intervenire (probabilmente è stato solo un sasso raccolto nds) e così la Surtees N.18 riparte quattordicesimo e doppiato, davanti a Van Lennep, Jones, Evans e Lella Lombardi.

Giro 46, otto alla fine: Peterson ha un ritorno di orgoglio nel vedere una Williams davanti a lui e risupera Laffite, mentre Lauda, pur continuando a girare velocissimo (1'51”29), vede il suo margine scendere sotto i 3”: Hunt passa a 2”97, Mass a 3”69. Dietro a Fittipaldi, Andretti ha ormai raggiunto Jarier, sempre più nei guai col motore che procede a singhiozzo. Ed infatti al successivo giro 47, mentre Reutemann, dopo una corsa insignificante, si ferma ai box a cambiare gomme ripartendo tredicesimo e soppiato giusto avanti a Watson, la Parnelli numero 27 supera con irrisoria facilità la Shadow N.17 guadagnando la quinta piazza. Lauda, che era passato sul traguardo con 2”90 su Hunt, viene, come tutti i vincenti, aiutato anche dalla fortuna, che gli fa trovare al 48' giro Lella Lombardi sul Mistral per poterla doppiare per la quarta volta, mentre il duo Hunt e Mass la trova nel misto prima del traguardo, col risultato che il divario rimane assolutamente invariato (2”95), ma con un giro in meno. Sempre in questo giro Watson, su una Surtees con gomme usate, supera Reutemann su Brabham con gomme nuove, emblema della imbarazzante prestazione del pilota argentino. Al 49' giro, con Lauda che passa con 2”75 su Hunt, Depailler trova il pertugio per superare Brise, che a sua volta era attaccato a Jarier, ormai in disarmo. Ed infatti alla chiusura del 50' giro, che vede Lauda comandare le operazioni con 2”89 su Hunt dopo aver girato in 1'51”02, con Mass a 3”54, Fittipaldi a 28”58 ed Andretti a 56”61, Jarier passa sul traguardo a 1'03”71 con Depailler già affiancato, ed alla “s” della Verrerie Patrick supera Jean Pierre e chiude la sua ottima rimonta con l'ingresso in zona punti. Dietro alla Shadow Brise, Scheckter, Peterson, Laffite, Jabouille ultimo a pieni giri, ed i doppiati Watson, Reutemann, Van Lennep, Jones, Evans (a 2 giri) e Lombardi (a 4 giri).

La gara entra nella sua ultimissima fase, e con tutta probabilità a decidere la corsa è il giro 51, dove Lauda, chiedendo tutto a se stesso ed alla vettura, riesce ancora a girare in 1'51”00, mantenendo 2”83 di vantaggio sull'irriducibile Hunt, sempre braccato da Mass. La consapevolezza di poter amministrare un secondo al giro è senz'altro manna dal cielo per il pilota Ferrari, che chiude il giro 52, nel quale Brise supera il claudicante Jarier, girando in 1'51”76 e con 2”18 di vantaggio sulla Hesketh, un capitale importante a due giri dalla fine, anche se ai box Ferrari nessuno sta più nella pelle e si continua a temere il peggio. Mass è terzo a 3”10, Fittipaldi quarto a 34”01, Andretti quinto a 59”09, Depailler sesto a 1'05”13, Brise settimo a 1'07”64, Jarier ottavo a 1'09”54. Due giri al termine e due secondi da conservare, che in mano a Lauda sono una sicurezza: L'austriaco percorre il 53' giro in 1'51”18, e quando il direttore di corsa gli segnala il “-1” Niki ha ancora 1”98 su Hunt e 2”99 su Mass. A questo punto basta non sbagliare, e l'austriaco non è uomo da sbagliare: percorre l'ultimo giro in 1'51”91 e così, dopo 100 infuocati minuti di corsa disputata sotto un sole rovente, taglia il traguardo da vincitore facendo poker stagionale. Hunt, irriducibile, arriva a 1”59 dall'austriaco (“Ma non sarei comunque mai riuscito a superarlo, hanno un motore mostruoso, fuori dalle curve vengono sparati via !” dirà a fine corsa), Mass, probabilmente autore della miglior prova in carriera, sale sul podio arrivando a soli 2”31 dal vincitore e segnando per la prima volta il best lap. Fittipaldi conserva il quarto posto al termine di una gara che, al ventesimo giro, era probabilmente convinto di finire sul podio e che invece lo vede “beccarsi” quasi 40 secondi e precipitare a 23 punti di ritardo da Lauda. Andretti chiude buon quinto una buona corsa, Depailler artiglia la zona punti dopo una gara corsa senza frizione e tutta all'attacco, davanti ad un ancora acerbo Brise, cui non basta fare il suo giro veloce in 1'51”21 per finire in zona punti, dalla quale lo separano poco più di due secondi a fine gara. Il britannico dimostra un ottimo potenziale ma non riesce ancora ad essere lucido nei momenti topici, come dimostrano i due sorpassi subiti da Andretti e Depailler quando si è trovato in bagarre con vetture più lente avanti a lui. Ottavo posto per il povero Jarier, vittima di una sfortuna più nera della sua Shadow, una vettura che continua a mostrare un buon potenziale ma che non raccoglie mai quanto semina sia per sfortuna che per eccesso di irruenza da parte dei suoi piloti. Il delusissimo Scheckter chiude nono una corsa a gambero, davanti ad un rassegnato Peterson, che sul finale si deve impegnare al massimo per tener dietro Laffite (!!) e Jabouille (!!!), ambedue più veloci della onusta Lotus dello svedese, come dimostrano i giri veloci (1'52”40 per Ronnie, 1'52”05 per Jacquot ed addirittura 1'51”89 per l'esordiente Jean Pierre nds). Watson chiude tredicesimo davanti ad un Reutemann inguardabile, specie se si rapporta la sua insulsa gara a quella del compagno Pace, ed a chiudere una gara molto meno selettiva di quel che si credeva troviamo Van Lennep, Jones (anche per l'australiano prestazione decisamente sottotono nds), Evans e Lella Lombardi.

Niki Lauda e la Ferrari concludono così questo eccezionale secondo “terzo” di stagione con un successo che mette in pratica il de profundis al campionato, visto il vantaggio dell’austriaco e soprattutto il trend delle ultime corse. D’altronde, dopo il primo terzo di stagione (4 gare) la classifica tra i tre contendenti al titolo vedeva in testa Fittipaldi con 15 punti, Reutemann 12, Lauda 5. Nel secondo terzo invece (5 gare) Lauda ha totalizzato la mostruosa cifra di 42 punti (su 45 disponibili !!), Reutemann 13, Fittipaldi 9. L’austriaco, come d’altronde farà anche nel 1977 (anche se in modo molto meno eclatante rispetto a questo straordinario 1975), ha fatto valere la sua spaventevole velocità (il bottino dell’austriaco da quando è entrato in Ferrari d’altronde è a livelli da Clark: 24 gran premi disputati, 6 vittorie, 14 pole positions) e la sua altrettanto spaventevole affidabilità, disintegrando sul campo ma soprattutto psicologicamente gli avversari, assistito in modo sublime dalla “signora in rosso”, quella 312T che trova giustamente la sua definitiva consacrazione su una pista in cui solo le vetture (ed i piloti) fuoriclasse sono riuscite a vincere. L’interessato, sempre calmo, smorza gli entusiasmi e risponde “Mi sentirò tranquillo solo a Monza”, ma le frasi di circostanza servono solo a cercare di tenere vivo l’interesse per un campionato che, partito in modo quasi “schizofrenico” con 5 vincitori in 5 gran premi, ha poi preso un “valium” agonistico chiamato Lauda-Ferrari. “La sfida è finita” dice Reutemann, “Lauda ormai ha il titolo in tasca” afferma Fittipaldi, e loro sono, in questo caso, molto più credibili.


CLASSIFICA FINALE:

1’ Niki Lauda (Ferrari 312T) 54 giri in 1h. 40’18”84 media 187,655 km/h
2’ James Hunt (Hesketh 308-Cosworth) a 1”59
3’ Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) a 2”31
4’ Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) a 39”77
5’ Mario Andretti (Parnelli VPJ4-Cosworth) a 1’02”08
6’ Patrick Depailler (Tyrrell 007-Cosworth) a 1’07”40
7’ Tony Brise (Hill GH1-Cosworth) a 1’09”61
8’ Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) a 1’19”78
9’ Jody Scheckter (Turrell 007-Cosworth) a 1’31”68
10’ Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) a 1’36”02
11’ Jacques Laffite (Williams FW04-Cosworth) a 1’36”87
12’ Jean Pierre Jabouille (Tyrrell 007-Cosworth) a 1’37”13
13’ John Watson (Surtees TS16-Cosworth) a 1 giro
14’ Carlos Reutemann (Brabham BT44B-Cosworth) a 1 giro
15’ Gijs Van Lennep (Ensign N175-Cosworth) a 1 giro
16’ Alan Jones (Hill GH1-Cosworth) a 1 giro
17’ Bob Evans (BRM P201) a 2 giri
18’ Lella Lombardi (March 751-Cosworth) a 4 giri

GIRO VELOCE: il 38’ di Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) in 1’50”60 media 189,114 km/h.

CLASSIFICA MONDIALE:

Lauda 47 punti, Reutemann 25, Fittipaldi 24, Hunt 22


CLASSIFICA COSTRUTTORI:

Ferrari 50 punti, Brabham 36, McLaren 30,5, Hesketh 22
Remember:

Cheap and fast is not reliable
Cheap and reliable is not fast
Fast and reliable is not cheap
Avatar utente
KentoStraker
Settantiano top
Settantiano top
Messaggi: 380
Iscritto il: mer 3 giu 2015, 12:26
Località: Nurburgring 23KM Nordschleife

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da KentoStraker »

Grande Niki :yee: 8-)

Immagine

Immagine

Immagine
Base Luna chiama SHADO, SHADO chiama comandante Straker
Er Fibbia: scusi lei sarà un pò sordomuto ma non si meraviglia che ho fatto il pieno con
l'acqua? Giraldi: no perchè io il pieno lo faccio de stronzi
Salvatemi dal Diesel e dalla Formula E
Avatar utente
Whiteshark
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 3597
Iscritto il: ven 4 ott 2013, 16:25

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

GP GRAN BRETAGNA: (17-19 Luglio 1975): PROVE

Il glorioso tracciato di Silverstone, assolutamente immutato a livello di sviluppo della pista sin dal 1950, è “obbligato” ad un vernissage in nome della sicurezza. Oltre al campanello d’allarme suonato su tutta la Formula 1 al GP. di Spagna, il circuito britannico ha anche la “sfortuna” di esere stato protagonista della gigantesca ammucchiata al primo giro nel 1973, quando ci volle veramente l’intervento di qualcuno molto in alto per impedire quella che poteva benissimo essere una mattanza, con dieci vetture in collisione a 200 orari e stracariche di carburante. Proprio in virtù di quella strage evitata, si decide di intervenire alla Woodcote, inserendo una chicane al posto della curva da quarta. Il rallentamento delle vetture è quantificato in 4” a giro, ed anche tra i piloti in generale la modifica viene accolta positivamente. Il battesimo del nuovo tracciato avviene il 12 Luglio, con una sessione aperta a tutti ma alla quale partecipano solo McLaren (Fittipaldi 1’20”3), Brabham (Pace 1’20”7) e Lotus (Henton 1’22”0, Crawford 1’22”1). Parlando di piloti, la gara in terra d’Albione registra come di consueto una partecipazione fittissima, “grazie” al fatto che molte squadre inglesi, trovandosi vicino alla loro base operativa, “affittano” il muletto ad un secondo o terzo pilota (tanto in caso di incidente si corre in garage e si prende un’altra macchina). Vediamo quindi in dettaglio l'elenco iscritti.

Il Team McLaren, rinfrancato dall'ottima gara al Castellet dopo un periodo assai buio, ripresenta il telaio 6 modificato nelle sospensioni per Jochen Mass, mentre Emerson Fittipaldi si tiene la M23/9 ed il muletto è la M23/4. A due vetture più muletto torna anche la Tyrrell, con la 007/6 per Jody Scheckter, la 007/4 per Patrick Depailler e la 007/5 come muletto (che rimarrà però per tutto il tempo nella bisarca, così come la T-Car McLaren nds).

Alla Lotus, come detto orfana di Ickx, accanto alla 72E/R9 di Ronnie Peterson Chapman mette sulla 72E/R8 Jim Crawford e sulla 72E/R5 Brian Henton. Ambedue le vetture di questi ultimi sono nella configurazione “Francia”, col passo allungato e le molle al posto delle barre di torsione.

Imponente sforzo logistico alla Brabham, con ben quattro vetture: la BT44B/1 (Carlos Reutemann), BT44B/2 (Carlos Pace) e due macchine di scorta, telai BT44B/3 e BT44/4.

Quattro vetture anche per la March, ma non vi è nessun muletto: alla consueta 751/3 per Vittorio Brambilla, la squadra di Bicester affianca, sulla 751/2, Hans Stuck, che ritorna in Formula 1 dopo una lunga assenza (e dopo aver disputato diverse ottime gare sulla BMW 3.0 CSL ribattezzata “BatMobile” nella serie IMSA) per correre le rimanenti 5 prove iridate. A Lella Lombardi viene riservata (si fa per dire) la 751/1 originariamente riservata ai test, mentre il recentissimo telaio 5 (in realtà la quarta vettura costruita nds) è...nei box Penske: come già detto in occasione del GP.Francia, infatti, stufo della mancanza di risultati Roger Penske ha buttato “nel cestino” la PC1 e mentre lavora alla PC3 della stagione successiva preferisce acquistare (ventimila sterline cash nds) una vettura da Robin Herd e Max Mosley, con grande gioia di questi ultimi. Da rilevare sulla vettura di Vittorio, e solo sulla sua, l'adozione di particolari “prolunghe” del gruppo alettone che arrivano fin dietro le ruote posteriori, aumentando, a detta di Robin Herd, l'aerodinamica generale della vettura.

Lo spadroneggiante e dominante Team Ferrari si presenta nella consueta configurazione a tre vetture, con i telai 021 (muletto) 023 (Niki Lauda) e 024 (Clay Regazzoni) e senza alcuna modifica.

Non si presenta, invece, la BRM: il patron Louis Stanley, forse ancora “suonato” per il fatto che Lord Hesketh vince mentre lui arranca nelle ultime posizioni, decide di non presentarsi “in attesa di completare le migliorie al nostro V12” (!!!). Parole rese ancor più patetiche da chi si ricorda le sparate di inizio stagione. La fotografia più giusta ed impietosa della situazone del team di Bourne la danno i giornali inglesi, che titolano: “The new BRM: British Racing Misery”. Una rinuncia ancora più amara perché fatta nel Gran premio di casa, ed ancora più triste perché, come già detto in precedenza, il telaio della P201 era ottimo, reattivo e stabile come pochi. Purtroppo tutte le buone qualità telaistiche venivano affogate dalla assoluta inettitudine del motore, un ferrovecchio pesante, assetatissimo (per fornire un termine di paragone, i Cosworth necessitavano di un serbatoio da 170 litri, il Ferrari di 198 litri, il BRM di 220 litri) e a “spanne” con 120 cavalli in meno del Ferrari e sessanta in meno dei Cosworth, salvabile solo per il suo splendido rumore (chi scrive ha avuto la fortuna di ascoltarlo nel 1999 alle celebrazioni del cinquantenario della fondazione, e quel timbro che sembrava prodotto da due Porsche 911 leggermente “sfasate” tra loro è ancora vivo nella memoria).

Tutto uguale alla Shadow, con le tre DN5 telai 2A, 3A e 4A rispettivamente per Tom Pryce, muletto e Jean Pierre Jarier. Passa invece a due vetture la Surtees: a John Watson, sempre sulla TS16/05-4, “Big John” affianca, sulla TS16/02-4, Dave Morgan, discreto pilota di Formula Atlantic. Per l’inglese prima (ed ultima) apparizione in Formula 1, e dopo questo on-off lo si rivedrà ai box, ma in qualità di ingegnere di pista, prima in Formula 3000 a fianco di Adri van de Poele, e successivamente nella Formula Cart dell’era Zanardi (1996 – 1997) al team Payton-Coyne con Michel Jourdain e Memo Gidley.

Stupisce il vedere solo una vettura, ovviamente la FW04 per Jacques Laffite, al Team Williams, ma i motivi sono inappellabili: Frank ha in casa un solo motore, che è quello montato sulla vettura numero 21 (tra l’altro sfiatato avendo fatto tutto il GP di Francia), e la Cosworth non gli fa credito in quanto Williams deve già soldi per le revisioni precedenti. Disperato, l’inglese pare trovare un’ancora di salvezza quando Ian Ashley, grazie allo sponsor FINA, affitta la vettura per due gare. Ma quando Williams versa alla Cosworth la cifra ricevuta dal driver britannico, si sente rispondere che non ci sono motori in quanto metà degli operai sono in ferie, e la moria di motori al Castellet ha svuotato l’officina. Ashley, che al giovedì mattina si presenta con casco e tuta, si sente così dire da Frank “Grazie ai tuoi soldi abbiamo pagato i debiti ma….. non c’è il motore per la tua macchina. Ce ne arriveranno due per la Germania”. Nero come la pece, il pilota inglese diventa spettatore (pagante) e si accomoda in tribuna. Per lo stesso motivo, anche la richiesta di noleggiare la seconda vettura da parte di Jean Pierre Jabouille (finanziato dalla ELF nds) non può essere accolta, e quidi l'iscrizione della FW03 deve, per la disperazione di Frank Williams, essere ritirata.

Tre vetture al Team di Graham Hill, che fedele alla parola data a Montecarlo, malgrado le molte richieste del pubblico e dei media, scende in pista ma solo per un giro a braccio alzato per salutare il pubblico. “Voglio concentrarmi sul Team e su Tony Brise, questo ragazzo ha la stoffa del campione”, la dichiarazione di Graham, che affida a Tony, come abitudine, il telaio 1. Alan Jones ha il 3 mentre il 4 è il muletto.

Le “solite” due Hesketh al caricatissimo James Hunt, che si presenta sulla pista di casa dopo aver collezionato 15 punti nelle precedenti due corse, ed è ovviamente il beniamino del pubblico, specie quello femminile. Per lui la “fedele” 308/2 come vettura titolare e la 308/3 come muletto, mentre non si hanno tracce dell'annunciata 308C, costruita in base ai regolamenti 1976 ed annunciata dal patron Lord Hesketh che si trincera dietro il classico “No comment”.

Analoga ed usuale “doppietta” per la Parnelli, che affida a Mario Andretti le due VPJ004 telai 003 (vettura titolare) e 001 (muletto), e per la Copersucar, con le FD03 (vettura titolare) ed FD02 (muletto, che però non verrà mai utilizzato nds) per Wilson Fittipaldi.

Si rivede, dopo la lunga assenza per l'infortunio in Formula 5000, Roelof Wunderink, che seppur ancora convalescente si presenta in pista N175/MN04 (stranamente la vettura è la stessa della Francia quando era stata iscritta come N175/MN03), e la cosa fa “incazzare” di brutto Gijs Van Lennep, che qundo viene a conoscenza del fatto che ad aspettarlo nei box c’è la “vecchia” N174 sbatte la porta e non si presenta neppure.

A chiudere il lotto dei 28 iscritti, due dei quali non potranno partire essendo 26 le vetture ammesse alla corsa, ancora due figure di rincalzo: John Nicholson, futuro grande preparatore di motori per la McLaren e pilota offshore (scomparso a fine 2017 RIP), si ripresenta come nella stagione precedente su una Lyncar, stavolta telaio 007 (per gli appassionati, i telai Lyncar da 001 a 005 corsero in Formula Atlantic, la 006 e 007 erano Formula 1 nds). Infine, dopo la figuraccia di Zandvoort si rivede il Team Maki, con una vettura modificata ed anche piuttosto bella da vedere (la M101C) , ma purtroppo sempre penalizzata dal dover schierare l’uomo Citizen Hiroshi Fushida, che continua a fare la figura del bambino che all’oratorio porta il pallone e se non gioca torna a casa col pallone stesso.

Come da tradizione, in Inghilterra si corre il sabato, per cui i consueti quattro turni di prove (ciascuno di 90 minuti, per un totale di sei ore di qualifiche nds) sono previsti al giovedì ed al venerdì. Malgrado il cielo plumbeo, tribune da subito gremite, vista la nota passione (ed educazione) degli sportivi motoristici inglesi. E a non deluderli ci pensa da subito la...prima sessione di prove, nella quale si assiste ad un grandissimo equilibrio: su una pista dove i Teams inglesi girano nove o dieci volte l'anno, la supremazia quasi disarmante delle Ferrari evapora, col risultato che al termine della prima sessione il più veloce è Jody Scheckter, che fa valere il “super Cosworth” che già si era visto in Francia ed abbatte il muro di 1'20” girando in 1'19”96. Alle spalle del sudafricano equilibrio incredibile, con Pace (1'19”97), Lauda (1'19”98) e Fittipaldi (1'20”03) a completare i primi quattro racchiusi in sette centesimi. Quinta piazza per Regazzoni (1'20”10), davanti alle due Shadow di Pryce (1'20”20) e Jarier (1'20”33). Ottavo è Reutemann, tormentato da problemi al motore, ex-aequo con Brise (1'20”50). Decimi a pari merito sono Brambilla e Peterson (1'20”6), con lo svedese che probabilmente ripensa a due anni fa, quando era partito in pole. Alle loro spalle ennesima coppia, col deludente Mass ed il sorprendente Donohue (salito da pochissimo sulla March) in 1'20”70. Quattordicesima piazza per Stuck (1'21”0), un solo centesimo avanti a Laffite, che ha l'onore di essere il primo pilota ad andare in testacoda alla nuova Woodcote.

Sedicesimo posto per un irriconoscibile Depailler, che continua ad essere assai più veloce in gara che in prova: 1'21”20 il tempo del francese, lo stesso di Watson e due decimi meglio di quella che è senz'altro la maggiore delusione, almeno per il pubblico locale, di questa prima sessione, ossia James Hunt, che su una pista sulla quale ha sempre dato spettacolo (basta pensare al GP. Del 1973 e ai Trophy del 1974 e 1975 nds) pasticcia con la nuova rapportatura richiesta dalla chicane e termina la sessione solo diciottesimo con 1'21”4. Alle spalle del biondo inglese una bravissima Lella Lombardi, che su un tracciato che conosce bene incanala nel modo giusto la rabbia per essere la terza macchina del Team e con 1'21”60 entra nella top 20 assieme a Dave Morgan, altro miracolato dalla conoscenza del tracciato e che chiude con 1'21”65.

Ventunesimo posto per un Alan Jones che sembra in involuzione rispetto al pilota ammirato nel team di Harry Stiller, e che termina la sessione con 1'22”00, davanti ai due “giovani leoni” della Lotus. Leoni per la verità con artigli e zanne spuntate dalla pochezza del materiale a loro disposizione, col risultato che il derby si risolve, almeno per il momento, a favore di Henton (1'22”1 contro 1'22”6), ma in una desolante ventiduesima e ventitreesima posizione assoluta, davanti ad un Andretti insolitamente terzultimo con 1'23”10. L'americano però ha delle ottime ragioni per una posizione tanto mediocre: dopo mezz'ora di prove con la sua vettura, dopo aver ottenuto 1'23”5, Mario è vittima di quello che si può chiamare “inconveniente Lotus 72”, ossia la rottura dell'alberino di supporto del disco freno anteriore, con conseguente uscita di pista e distruzione del frontale. L'americano deve quindi tornare ai box a piedi e terminare le prove col muletto, precedendo gli ultimi due qualificati provvisori, ossia Wilson Fittipaldi (1'23”10) e Nicholson (1'23”80), che precede i due temporanei esclusi Fushida (1'27”5) e Wunderink (1'30”5), il cui ritardo dall'ultimo posto utile fa intuire subito che ben difficilmente il giapponese e l'olandese saranno della partita.

Tra la prima e la seconda sessione alcuni brevi scrosci d'acqua fanno temere il peggio, ma al di là delle italiche “quattro gocce” anche la seconda sessione si disputa con pista asciutta. Seconda sessione nella quale viene riconfermato il grande stato di forma della Brabham BT44B e di Carlos Pace: il brasiliano, seppure non certo supportato dai migliori Cosworth del paddock, dimostra la grande reattività del telaio Brabham, che sul giro secco non “ammazza” le gomme come spesso, specie a “El Mojo” che ha uno stile più “sporco” rispetto a Reutemann, succede in corsa. Il risultato è 1'19”58 e pole provvisoria. Se per Pace la seconda sessione è una conferma, enorme sorpresa desta invece il secondo classificato: pur compiendo solo 41 tornate in tre ore di prove, Vittorio Brambilla trova subito la quadra dell'assetto, e grazie anche ai 3-4 km/h in più garantiti dalla configurazione aerodinamica della sua March ottiene la seconda piazza con 1'19”63. Terza piazza per Lauda, che conferma il suo attuale stato di forma ottenendo 1'19”7 senza apparente sforzo, un decimo avanti a Pryce, che infiamma il pubblico locale entrando nella cerchia dei piloti che hanno abbattuto il muro di 1'20”, cerchia alla quale si aggiunge anche Fittipaldi con 1'19”91. Il brasiliano sembra avere finalmente la situazione in mano, ma certo le troppe gare buttate al vento nelle prove di sospensioni pesano come un macigno sulle sue ambizioni iridate. Dietro a “El rato” la seconda Brabham di Reutemann (1'20”04), seguito da Regazzoni, che replica il 1'20”1 della mattinata ma sfoggia una costanza di passo che lo rende tra i “papabili” alla vittoria. Dietro allo svizzero Scheckter (1'20”2), Mass (1'20”3) ed il duo britannico Hunt-Brise fermo a 1'20”5. Se per il pilota di Graham Hill la decima piazza non è certo un risultato disprezzabile, continua a sorprendere in negativo il secondo di ritardo tra il pilota della Hesketh ed i leaders. James le prova tutte, girando anche col muletto (1'22”4), ma alla fine il cronometro non è dalla sua, per la delusione del pubblico.

Dodicesimo posto per il leone senza artigli Peterson (1'20”58), che precede il duo transalpino Depailler-Jarier, ambedue accreditati di 1'20”60. Alle loro spalle Donohue (1'20”90), Laffite che gira il meno possibile in quanto, ormai sicuro della qualificazione, Frank Williams non vuole correre rischi sul motore (1'21”3), e la prima delle “seconde Lotus”, con Henton comunque diciassettesimo con 1'21”50, tre secondi peggio dei top Teams. “Solo” diciottesimo John Watson, bloccato dalla rottura del motore dopo aver segnato 1'21”6, pari merito con il sempre deludente Jones. La top 20 è chiusa da Wilson Fittipaldi (1'21”67), davanti ad Andretti (1'21”68), che fa tutte le prove col muletto mentre i meccanici riparano il telaio 003.

Ventiduesimo tempo per Hans Stuck (1'21”80), davanti alla terza Lotus di Crawford (1'21”86), Lella Lombardi (1'22”10), ed a chiudere il lotto dei qualificati il duo albionico Morgan-Nicholson, rispettivamente con 1'22”5 ed 1'23”3. Chiudono i classificati Wunderink (1'25”9) e Fushida (1'26”61), le cui speranze di qualifica appaiono praticamente inesistenti a meno di un miracolo.

Senza nessun guasto eclatante (a parte la rottura di Andretti ed il Cosworth rotto di Watson) si chiude così la prima giornata di prove, caratterizzate da un grandissimo equilibrio e ben undici piloti nello spazio di un secondo. Le previsioni per l'indomani danno pioggia, ma la davano anche per la giornata, mentre tutte e due le sessioni sono state svolte con pista asciutta. Un ulteriore motivo di attesa per l'indomani.

CLASSIFICA PROVVISORIA (tra parentesi la sessione dove è stato realizzato il miglior tempo):

1' Carlos Pace (Brabham BT44B-Cosworth) 1'19”58 (II)
2' Vittorio Brambilla (March 751-Cosworth) 1'19”63 (II)
3' Niki Lauda (Ferrari 312T) 1'19”70 (II)
4' Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) 1'19”80 (II)
5' Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) 1'19”91 (II)
6' Jody Scheckter (Tyrrell 007-Cosworth) 1'19”96 (I)
7' Carlos Reutemann (Brabham BT44B-Cosworth) 1'20”04 (II)
8' Clay Regazzoni (Ferrari 312T) 1'20”10 (I)
9' Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) 1'20”30 (II)
9' Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) 1'20”33 (I)
11' Tony Brise (Hill GH1-Cosworth) 1'20”50 (I)
12' James Hunt (Hesketh 308-Cosworth) 1'20”5 (II)
13' Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) 1'20”58 (II)
14' Patrick Depailler (Tyrrell 007-Cosworth) 1'20”60 (I)
15' Mark Donohue (March 751-Cosworth) 1'20”70 (I)
16' Hans Stuck (March 751-Cosworth) 1'21”00 (I)
17' Jacques Laffite (Williams FW04-Cosworth) 1'21”01 (I)
18' John Watson (Surtees TS16-Cosworth) 1'21”20 (I)
19' Brian Henton (Lotus 72E-Cosworth) 1'21”50 (II)
20' Lella Lombardi (March 751-Cosworth) 1'21”60 (I)
21' Alan Jones (Hill GH1-Cosworth) 1'21”60 (II)
22' Mario Andretti (Parnelli VPJ4-Cosworth) 1'21”60 (II)
23' Dave Morgan (Surtees TS16-Cosworth) 1'21”65 (I)
24' Wilson Fittipaldi (Copersucar FD03-Cosworth) 1'21”67 (II)
25' Jim Crawford (Lotus 72E-Cosworth) 1'21”86 (II)
26' John Nicholson (Lyncar 007-Cosworth) 1'23”30 (II)
27' Roelof Wunderink (Ensign N175-Cosworth) 1'25”90 (II)
28' Hiroshi Fushida (Maki 101C-Cosworth) 1'26”61 (II)

Il venerdì mattina accoglie con dei nuvoloni neri da far paura i 45.000 appassionati spettatori, e per tutte e due le sessioni scrosci brevissimi di pioggia (alla fine se ne conteranno trentotto nds) tormenteranno i Team manager sul quando far uscire i piloti. La pista infatti, grazie al calore delle gomme, è sempre asciutta in traiettoria, ma sporca e scivolosa fuori, e quindi diventa fondamentale uscire dai box e non trovare vetture nel giro buono (allora non c'erano i computer e la TV nds). Alla prima sessione non partecipa Hiroshi Fushida, che non riesce a fare neppure un giro per problemi elettrici a cui il Team non riesce a porre rimedio. Chi invece azzecca tutto perfettamente è Tom Pryce, che, reduce da una disastrosa “due giorni” di prove a Monza (in cui aveva girato in un modestissimo 1’36”7 il 10/7 e aveva rotto il motore il giorno successivo) ritrova su una pista che conosce a memoria smalto e competitività, ed ottiene un tempo che nessuno riuscirà più a battere: 1'19”36, ad oltre 214 orari di media, e per il britannico è la prima (e purtroppo resterà l'unica nds) pole position della carriera. Il pilota Shadow riesce a mettersi alle spalle i “mastini in rosso” Lauda e Regazzoni, che ottengono rispettivamente 1'19”54 ed 1'19”55, dimostrando comunque la grande competitività della 312T (“Ricordate in che posizione eravamo qui due anni fa” ricorda Montezemolo, e nessuno si permette di dargli torto nds). Quarto con 1'19”7, conferma la sua competitività Carlos Pace, perennemente nei quartieri alti della classifica. Quinto ed ultimo sotto il muro di 1'20” è Emerson Fittipaldi, che replica al centesimo il crono del giorno precedente. Sesto posto per Reutemann, costante ma inesorabilmente alle spalle del compagno Pace, con 1'20”04, tempo per realizzare il quale “Lole” chide troppo al motore rompendolo fragorosamente. Carlos chiude davanti al sempre positivissimo Brambilla, settimo con 1'20”10. Ottavo posto per Hunt con 1'20”14, ma l'inglsese ha parecchio da recriminare: proprio quando sembra aver trovato il bandolo della matassa, James è vittima dell'irruenza di Scheckter, che evidentemente quando arriva a Silverstone si obnubila: il sudafricano, dopo aver provato col pieno di benzina ottenendo 1'21”3, decide, profittando di una tregua atmosferica, di provare a fare il tempo, e dopo aver cambiato gomme e tolto benzina si lancia per un giro veloce, ma alla Woodcote si trova davanti la Hesketh N.24 che dopo un giro lento si sta “rilanciando”: il sudafricano, invece di abortire il tentativo e magari ritentare prendendo James come riferimento, tira la staccata, col risultato di salire sulla ruota anteriore della Hesketh staccandola, decollare e “atterrare” nelle reti rompendo il radiatore dell’olio, fatto che lo obbliga a lasciare la vettura dove si è fermata per evitare di arrostire il motore. Per Hunt, invece, furibonde imprecazioni e sessione perduta.

Dietro al biondo inglese, la top 10 di sessione è chiusa da Mass (1'20”18) e Jarier (1'20”40), col francese certo non contento di essersi beccato un secondo dal compagno di squadra. Undicesimo posto per Brise (1'20”41) davanti alle due March del positivo Stuck (1'20”46) e Donohue (1'20”80), un pelo avanti a Watson (1'20”83), che però rompe il secondo motore dopo quello del giorno precedente e sarà costretto a guardare dai box l'ultima sessione. Risale al quindicesimo posto Andretti, che col muletto scende a 1'20”9, dopo che i meccanici hanno diagnosticato la non recuperabilità della sua vettura causa l'incidente di giovedì. Dietro all'americano, e primo di coloro che non riescono ad abbattere il muro di 1'21”, un Jones ancora deludente, anche se il crono di 1'21”19 resterà il migliore nel weekend dell'australiano, che chiude così sedicesimo di sessione davanti all'incomprensibile Depailler (1'21”2), Laffite (stesso tempo) ed il già citato Scheckter. La top 20 è chiusa da Henton (1'21”36, miglior crono dell'inglese in tutte e quattro le sessioni nds), per una volta apripista dell'imbarazzante Team Lotus, che oltre a Brian ventesimo ha Crawford ventunesimo a pari merito con Wilson Fittipaldi (1'22”1), seguiti da un Peterson ormai rassegnato a chiudere la stagione senza danni (1'22”3). Ventiquattresimo posto per la seconda Surtees di Morgan (1'22”5), davanti alla Lyncar di Nicholson (1'22”86) ed alla Lombardi, che però gira praticamente sempre in configurazione corsa, essendo praticamente certa della qualificazione. I due non qualificati provvisori, infatti, ossia Wunderink e Fushida, non sembrano assolutamente in grado di potersi avvicinare alla barriera di 1'23” (per la precisione 1'22”86 dell'ultimo qualificato Nicholson nds), ed in questa sessione ne restano lontani oltre due secondi l'olandese (1'25”02) e..... 1'22”86 il giapponese, che non partecipa neppure alla sessione a causa di “ignoti” problemi alla vettura. Chi invece non parteciperà all'ultima sessione, e quindi si “chiama fuori” con largo anticipo, è proprio Wunderink, che rompe il motore della sua Ensign e, considerato che con la nuova e più performante N175 è comunque a distanza siderale dai tempi di qualificazione decide di rientrare in Olanda a proseguire la riabilitazione.

Tra la terza e la quarta sessione i “mini temporali” flagellano senza sosta la pista, che se da un lato si mantiene asciutta grazie al solito nugolo di corse di contorno (bei tempi quelli.... nds), dall'altro non si gomma e diventa scivolosa ed infida fuori delle traiettorie ideali. Quando inizia quindi l'ultima sessione appare improbabile che qualcuno possa migliorare il tempo di Pryce, e le cose peggiorano grazie a..... Reutemann, che rompe il motore (sporcando quindi la pista nds) e si gioca le già scarse possibilità di migliorare i suoi tempi. “Lole” sale sul muletto, ma a fine sessione non otterrà meglio di un modestissimo 1'21”5, alla fine sedicesima prestazione assoluta ed emblema di uno dei tanti “passaggi a vuoto” che hanno sempre contraddistinto la carriera del gaucho triste. Chi invece nel Team Brabham non si rassegna è Carlos Pace, che a dispetto di un Cosworth come sempre non brillantissimo azzecca il momento perfetto per il giro veloce e, con 1'19”50, stabilisce il miglior tempo della sessione e guadagna la prima fila, senza però riuscire a scalzare Pryce dalla pole, con grande gioia del britannico, comunque secondo di sessione ex-aequo con Lauda con 1'19”7 a dimostrazione del suo stato di forma, e grande gioia per gli organizzatori, che si garantiscono il pienone per il giorno della gara. “Mi sembra un sogno partire davanti a tutti in casa mia”, la logica dichiarazione di Pryce, che a chi gli fa notare tutte le partenze sbagliate di quest’anno risponde che a Monza si è allenato a lungo e non pensa di ripetere gli errori delle precedenti gare. Abbastanza deluso invece l'austriaco, che al momento di tentare l'ultimo assalto si trova con un pneumatico anteriore che dechappa già durante il giro di lancio, ed è quindi costretto a rinunciare al tentativo di ottenere l'ennesima pole. Se Niki è “solo” terzo, Regazzoni è addirittura undicesimo con 1'20”9, ma la spiegazione è semplice: viste le bizzarrie meteorologiche, e contando sul fatto che sarà molto difficile migliorare i propri tempi, lo svizzero gira per tutta la sessione in assetto corsa e con molto carburante, ottenendo comunque una prestazione sotto 1'21”. In Ferrari sono decisamente sereni, anche se il fattore meteo, come abitudine Ferrari (a parte l'epoca d'oro di Ross Brawn nds), si rivela un grave handicap per la squadra di Maranello, poco avvezza sia al tempo inglese che alle “improvvisazioni” che i continui cambi di vento, temperatura ed umidità richiedono. Ma la terza e la quarta piazza finale delle 312T non trae in inganno nessuno: le macchine del Drake anche in questa occasione paiono le migliori, e stavolta più con Regazzoni che con Lauda. Sul passo gara, sempre suo punto forte, lo svizzero è inavvicinabile per quasi tutti, e solo Niki e Scheckter girano nella stessa configurazione su tempi simili a quelli del ticinese. Per gli altri è notte fonda, e l’1’21” basso di passo della Ferrari N.11 è un sogno irrealizzabile, tanto che Jackie Stewart, a chi gli chiede un pronostico, risponde “Sicuramente il mio favorito è Clay Regazzoni. E’ caricatissimo dal rinnovo contrattuale (firmato la settimana precedente a Monza nds), guida la migliore macchina, ha il migliore passo gara e la chicane Woodcote è stata per lui un grosso vantaggio considerato che il suo pezzo forte è la staccata”. Niki, invece, pur come sempre competitivo, dimostra subito di voler correre in difesa, e le sue dichiarazioni (“Mi va benissimo un piazzamento, se poi è davanti a Fittipaldi e Reutemann sarei al settimo cielo”) lo confermano.

Tornando alla sessione finale, dietro a Pace, Pryce e Lauda, ed ultimo pilota a scendere sotto il muro di 1'20”, quello che gli addetti ai lavori considerano come il più pericoloso rivale per le comunque favorite Ferrari, ossia Jody Scheckter: il sudafricano, con la 007 dotata sempre del super-Cosworth “bomba” visto al Castellet e che impressiona tutti per l’incredibile accelerazione, sfoggia anche un gran passo gara, e se non lo si trova in prima fila è solo grazie all’irruenza che lo ha autoeliminato nella terza sessione, che a conti fatti si è rivelata la più veloce. Quinto tempo di sessione per un ottimo Andretti, che riesce a venire a capo dell'assetto della sua Parnelli e, come Pace e Scheckter, azzecca il momento giusto per tentare il giro veloce, riuscendovi con 1'20”36. Alle spalle dell'americano due grandi delusi di questa sessione, ossia Hunt e Brambilla: il primo, dopo che la sua Hesketh è stata riparata a causa del botto con Scheckter, non riesce mai a trovare il giro giusto per “colpa” di tempo e traffico e si ferma a 1'20”4, mentre Vittorio si ritrova, come tristanzuola abitudine, con un motore “stanco” che non gli consente più di 1'20”5. Ma se il monzese è comunque soddisfatto partendo in terza fila, il nono posto in griglia viene accolto da Hunt con furibonde imprecazioni che rimbombano per tutto il box. Box che non ospitano la nuova creatura di Lord Hesketh ed Harvey Postlethwhite, che viene invece presentata alla stampa nel cortile delle ex scuderie di famiglia, ora diventate l'officina delle vetture Grand Prix: viene così svelata la Hesketh 308C, vettura già configurata per le nuove regole in vigore dal 1976: costata (una cifra con la quale oggi NON si compra il volante di una Toro Rosso) 120 milioni di lire nella sua interezza, la vettura si riconosce immediatamente dalla precedente per la sparizione (dovuta ai nuovi regolamenti) della presa d’aria “a periscopio” per il motore, sostituita da due prese laterali (secondo il progettista Harvey Postlethwaite la perdita di potenza è di circa 10 HP, mentre secondo il britannico i 12 cilindri ne perderanno 16-18), inoltre è più piccola e rastremata posteriormente. La vettura si rivelerà un flop tremendo, anche perché la squadra perderà la sua migliore componente, ossia il pilota.

Tornando alla quarta sessione, con lo stesso tempo di Brambilla (1'20”50) ottiene la migliore qualifica dell'anno Mark Donohue, che sembra “miracolato” dal guidare la March, e si toglie il gusto di precedere Fittipaldi e Jarier (noni a pari merito con 1'20”7), oltre al già citato Regazzoni, il cui tempo è eguagliato da un Depailler sempre in terribili ambasce in qualifica. Dietro al francese, con 1'21”0, è l’attesissimo Tony Brise, che però “paga” cara la grande pressione che lo circonda: tutti si aspettano moltissimo dal britannico, che pare essere nel mirino di Ferrari e McLaren (in realtà la scuderia di Maranello ha già i piloti col contratto per il 1976, ed in McLaren si preferisce pensare ad una coppia Fittipaldi-Hunt), e Tony prima rompe un motore e poi esce di strada a Stowe. Per lui solo la 13’ piazza, brutto modo di festeggiare il nuovo sponsor Esso (che però pubblicizza l’olio UNIFLO) che da questa gara appare sulle fiancate della Hill GH1. Alle spalle di Brise un ormai “scarico” e demotivato Peterson, che probabilmente mentre percorre i curvoni di Silverstone si ricorda di quando solo due anni prima lottava con Stewart, Fittipaldi e Revson per la vittoria, e non per il sedicesimo posto a 1”22 dal poleman. Dietro a Ronnie, anzi ex aequo con lo svedese, la seconda Hill di Jones, che precede il già citato Reutemann e la seconda McLaren di Mass, che gira anch'egli in assetto gara ma “becca” esattamente un secondo da Regazzoni. Alle spalle del tedesco la Williams di Laffite, fermo a 1'22”0 sia perchè il francese gira pochissimo che per il fatto che ha il limitatore tarato a 10.000 (è l’unico motore di cui dispone la Williams e bisogna conservarlo), e la Surtees di Morgan, che con 1'22”1 si toglie la soddisfazione di entrare nella top 20, chiusa da Nicholson con 1'23”1. Dietro al britannico ex aequo Wilson Fittipaldi e Lella Lombardi, con l'alessandrina che è a lungo nella top 20 guidando con una grinta incredibile, pur non certo aiutata dal motore (che infatti sarà cambiato in serata assieme al Cosworth di Brambilla nds). Purtroppo uno scroscio d’acqua a metà prove le causa una leggera uscita di pista che le fa perdere feeling col circuito, e così negli ultimi minuti la nostra portacolori non migliora e scende in graduatoria.

Le ultime posizioni della sessione sono per Crawford, ventitreesimo con 1'23”7, Stuck, che tanto per non smentirsi esce di strada (ma senza grossi danni nds) e si ferma a 1'24”0, e Brian Henton sulla terza Lotus 72E, che prima “demolisce” i coni di delimitazione della chicane Woodcote al primo giro delle prove (“Non mi ricordavo più che avessero messo la chicane” spiega candidamente il pilota inglese), e poi naviga costantemente sul fondo del gruppo, riuscendo a precedere il solo Fushida, che con 1'27”2 resta anni luce lontano dallo schieramento di partenza. La sola nota positiva per il Team Citizen-Maki è che rispetto all’Olanda le valigie si possono fare dopo la seconda giornata di prove non avendo rotto l’unico motore a disposizione della squadra.

Dopo diverse qualifiche all’insegna della “dittatura” di Niki Lauda e della sua magnifica Ferrari, quindi, sembra che finalmente si possa assistere ad una gara dall’esito non scontato in partenza. L’outsider Pryce e la certezza Pace non sembrano infatti avere un passo sufficiente per contrastare l’armata rossa, Tom è ancora acerbo e spesso parte malissimo, e la BT44B di Carlos è veloce ma spesso “ammazza” le gomme, ma Scheckter, il secondo più rapido sul ritmo gara dopo Regazzoni, dichiara senza mezzi termini di puntare al bottino pieno. Ma il sorriso che Clay manifesta sotto il baffo suona come pericoloso campanello d’allarme per i Team inglesi, che pur giocando “in casa”, dopo anni di vacche grasse qui a Silverstone, pista in cui la Ferrari (a differenza di Brands Hatch) ha storicamente sempre sofferto, si vedono le 312T terza e quarta in qualifica e prima e terza sul passo gara. Grande attesa, almeno per il pubblico locale, vi è anche su James Hunt, atteso da una grande gara di rimonta su una pista che lo ha sempre visto protagonista, e per vedere se Fittipaldi tornerà ad essere l'animale da gara di inizio stagione e che si è visto in Francia prima dei problemi alla vettura.

Dopo le prove un altro violento acquazzone si abbatte sul circuito, non prima comunque di avere visto la gara del campionato di Formula 3 BP, in cui uno svedese di cui si dice un gran bene, Gunnar Nilsson, vince dopo uno splendido duello con un altro driver su cui molti scommettono: Alex Ribeiro. Come si vedrà poi, su uno gli esperti avevano azzeccato, sull’altro no.


GRIGLIA DI PARTENZA:

FILA 1:
Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) 1’19”36
Carlos Pace (Braham BT44B-Cosworth) 1’19”50

FILA 2:
Niki Lauda (Ferrari 312T) 1’19”54
Clay Regazzoni (Ferrari 312T) 1’19”55

FILA 3:
Vittorio Brambilla (March 751-Cosworth) 1’19”63
Jody Scheckter (Tyrrell 007-Cosworth) 1’19”81

FILA 4:
Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) 1’19”91
Carlos Reutemann (Brabham BT44B-Cosworth) 1’20”04

FILA 5:
James Hunt (Hesketh 308C-Cosworth) 1’20”14
Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) 1’20”18

FILA 6:
Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) 1’20”33
Mario Andretti (Parnelli VPJ4-Cosworth) 1’20”36

FILA 7:
Tony Brise (Hill GH1-Cosworth) 1’20”41
Hans Stuck (March 751-Cosworth) 1’20”46

FILA 8:
Mark Donohue (Marche 751-Cosworth) 1’20”50
Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) 1’20”58

FILA 9:
Patrick Depailler (Tyrrell 007-Cosworth) 1’20”60
John Watson (Surtees TS16-Cosworth) 1’20”83

FILA 10:
Jacques Laffite (Williams FW04-Cosworth) 1’21”01
Alan Jones (Hill GH1-Cosworth) 1’21”19

FILA 11:
Brian Henton (Lotus 72E-Cosworth) 1’21”36
Lella Lombardi (March 751-Cosworth) 1’21”60

FILA 12:
David Morgan (Surtees TS16-Cosworth) 1’21”65
Wilson Fittipaldi (Copersucar FD03-Cosworth) 1’21”67

FILA 13:
Jim Crawford (Lotus 72E-Cosworth) 1’21”86
John Nicholson (Lyncar 006-Cosworth) 1’22”86
Remember:

Cheap and fast is not reliable
Cheap and reliable is not fast
Fast and reliable is not cheap
Avatar utente
Guszti
Settantiano top
Settantiano top
Messaggi: 574
Iscritto il: mar 5 gen 2016, 15:57

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Guszti »

Mi sarebbe piaciuto vedere la faccia di Hunt, quando ha scorto un paio di box davanti al suo il pilota che, quattro annni prima, aveva praticamente tentato di ucciderlo.
"Oggi studieremo il pentagono!" "E domani il Cremlino! Così… per equilibrare" - Mafalda
Avatar utente
Whiteshark
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 3597
Iscritto il: ven 4 ott 2013, 16:25

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

Per gli appassionati che non sapessero di cosa sta parlando l'amico Guszti,

https://www.youtube.com/watch?v=DSCDucychzA

E' la ripresa televisiva della corsa (il daily express trophy di Formula 3), svoltasi sul terrificante (a livello di sicurezza, con alberi a bordo pista) circuito di Crystal Palace il 3 ottobre 1970. A fine gara si vede nitidamente Hunt avventarsi su Morgan e prenderlo a calci.
Remember:

Cheap and fast is not reliable
Cheap and reliable is not fast
Fast and reliable is not cheap
Avatar utente
Guszti
Settantiano top
Settantiano top
Messaggi: 574
Iscritto il: mar 5 gen 2016, 15:57

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Guszti »

Che diamine, esiste pure il filmato! Non l'avevo neppure cercato, pensavo fosse impossibile che qualcuno avesse portato le telecamere lì in mezzo ai boschi. Bel ritrovamento, White.
Purtroppo non si vede niente del "fattaccio". Circolano decine di versioni, anche sulla squalifica che hanno dato a Morgan (un anno, per sempre con condizionale, solo per l'Europa…), alcune parlano di sorpasso in curva all'interno, ma sembra essere un incidente in pieno rettilineo.
Strano comunque che sembrino esserci analogie con l'incidente di Monza '78, e guarda caso anche allora Hunt è quello che va in collisione. Come a Zandvoort nel '77 con Andretti, eccetera eccetera.
"Oggi studieremo il pentagono!" "E domani il Cremlino! Così… per equilibrare" - Mafalda
Avatar utente
Whiteshark
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 3597
Iscritto il: ven 4 ott 2013, 16:25

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

GP GRAN BRETAGNA: GARA (56 giri – 264,26 km)


1’ – 14’ GIRO: Fin dalla mattinata, gli oltre 100.000 spettatori che affollano le tribune di Silverstone capiscono che questo sarà un Gran premio all’insegna dei capricci atmosferici, come d’altronde lo erano state le prove: brevi piovaschi si alternano a schiarite con sole caldo, e la probabilità di pioggia viene data per certa dal servizio meteorologico locale. Non piove, fortunatamente, quando Graham Hill, salutato da una ovazione, percorre, senza casco, il suo ultimo giro di pista sulla “sua” Hill salutando la folla. Sarebbe stato un peccato se il congedo di “Baffo” fosse avvenuto sotto il diluvio.

Il Gran premio di Gran Bretagna vede l’introduzione di una storica novità per la Formula 1: la partenza non viene più data dal direttore di corsa con la bandiera nazionale, ma tramite un semaforo (costruito dalla Lucas) azionato dal direttore stesso. Una decisa sterzata in favore sia della sicurezza che dell’eliminazione dei “furbastri” che “mangiavano” spazio. Inoltre, onde evitare ripetizioni di quanto accaduto nel 1973, durante il primo giro la zona che va dalla curva Abbey alla chicane Woodcote viene dichiarata “no pass zone”, con penalizzazione di un minuto per eventuali infrazioni alle regole.

Alle 14 quindi, per la prima volta nella storia della Formula 1, dopo 10 secondi la luce da rossa diventa verde, e le 26 vetture si avventano verso la Copse. Tutti pensano che Pryce, sotto pressione vista la partenza al palo in casa, combinerà un’altra frittata, ma l’inglese scatta abbastanza bene, non a sufficienza però per tenersi dietro la Brabham di Pace che sfrutta al meglio la parte più gommata (oltre a partire scandalosamente in movimento come ben si vede dalle immagini TV nds) della pista ed entra primo alla prima curva, seguito da Pryce, Regazzoni che ha superato Lauda, Scheckter, Hunt partito a razzo (proprio tutto regolare ?), Andretti (altro superscatto sospetto), Brambilla e Fittipaldi partiti malissimo, Reutemann (altro “gambero”) ed il resto del plotone. Nel breve rettilineo che dalla Copse porta a Maggotts Hunt, sfruttando una indecisione di Scheckter, riesce a superare all'esterno (!!) Scheckter ed a prendergli la quinta posizione, mentre subito dopo Becketts tocca a Fittipaldi affiancare e superare un Brambilla come tristanzuola abitudine orfano di cavalli. Dietro, il resto del gruppone, dal quale si stacca subito Lella Lombardi, vittima di un motore da subito vittima di accensioni irregolari: l'alessandrina sarà quindi subito costretta a fermarsi ai box al termine del primo giro per cercare di risolvere il problema, perdendo in tutto due giri.

Sull'Hangar Straight Regazzoni, che appare già decisamente in palla, attacca Pryce e sembra farcela, ma l'inglese chiude “di brutto” la porta e lo svizzero deve alzare il piede rischiando quasi di subire il sorpasso da parte di Lauda, dal canto suo insidiato da Hunt e Schckter.

Al termine della prima tornata, che Pace percorre in 1'27”3, “El Mojo” è al comando della corsa con 0”63 su Pryce, 1”44 su Regazzoni, 2”22 su Lauda, 2”58 su Hunt, 3” su Scheckter, 3”5 su Andretti, 4”31 su Fittipaldi, 5”19 su Brambilla che guida il gruppo e che è seguito da Reutemann, Brise, Depailler che come sua abitudine ha iniziato una forsennata rimonta guadagnando 5 posizioni in un giro, Mass, Jarier, Stuck, Peterson, Jones, Donohue, Henton, Watson, Laffite, Wilson Fittipaldi, Morgan, Crawford, Nicholson e, come detto prima, la malcapitata Lombardi che si ferma ai box.

Secondo passaggio, ed alla Copse Scheckter affianca Hunt, che cerca di resistere ma deve cedere al supermotore di Jody, che passa così quinto. Subito dopo Andretti sbaglia a Beckett’s ed esce quindi lento da Chapel, dando modo al sempre “cinico” Fittipaldi di affiancarlo sull’hangar straight e passarlo a Stowe guadagnando la settima posizione. Sempre sull'Hangar straight, Reutemann prima e Brise poi scavalcano il povero Brambilla, condannato dall'insipienza del suo Cosworth ad una gara di assoluta difesa. Ma Tony, per sopravanzare il monzese, arriva lunghissimo e Stowe ed è costretto a percorrere diversi metri fuori pista con tutta la vettura, cosa che, come vedremo, gli costerà carissima. Vittorio, grazie all'errore del britannico, lo supera e riguadagna la posizione, ma Brise è una furia, e risupera la bolsa March 751 a Woodcote in staccata. Nelle retrovie, intanto, Laffite rallenta di colpo: è rimasto senza seconda e senza quarta, e viene rapidamente riassorbito da Wilson Fittipaldi, Morgan, Crawford e Nicholson. Al termine del secondo giro, quindi, Pace passa sempre primo (cronometraggio personale mi da 1'22”29 come tempo nds) davanti a Pryce a 0”70, Regazzoni a 1”30, Lauda a 2”11, Scheckter a 2”88, Hunt a 3”23, Emerson Fittipaldi a 4”22, Andretti a 5”31, Reutemann a 7”11 e Brise a chiudere i primi dieci staccato di 7”85. Il britannico sembra essere finalmente uscito dalle tensioni che lo avevano bloccato nelle prove, ed ora gira col coltello tra i denti, precedendo Brambilla, Mass che ha scavalcato Depailler, Jarier, Stuck, Peterson, Jones, Donohue, Henton, Watson, Wilson Fittipaldi, Morgan, Crawford, Nicholson ed i citati Laffite e Lombardi in procinto di ripartire.

Nel corso del terzo giro le posizioni, stabilizzate per le prime otto piazze con Pace, Pryce, Regazzoni, Lauda, Scheckter, Hunt, Fittipaldi ed Andretti uno dietro l'altro, continuano a cambiare nel “plotone” di rincalzo: a causa di un improvviso calo del motore della Brabham di Reutemann (autore comunque in questa tornata della sua migliore prestazione personale con 1'23”5 nds), Brise ha buon gioco nell'affiancare l'argentino sul rettilineo del farm straight e fulminarlo a Woodcote in staccata, passando nono e mettendosi subito in caccia di Andretti 2” avanti a lui, mentre dietro all’argentino della Brabham Mass supera Brambilla alla Stowe e passa undicesimo, col povero Vittorio che, sempre lento sui rettilinei, viene subito inquadrato nel mirino da Depailler e Jarier che lo tallonano.

Al quarto giro, mentre Mass supera alla Copse un Reutemann già in crisi di motore, Depailler affianca Brambilla sull’Hangar straight, Vittorio replica la resistenza alla Stowe, i due arrivano lunghi e ne approfitta Jarier che li passa entrambi e si prende la dodicesima posizione, davanti al connazionale, a Brambilla ed a Peterson che alla Copse ha superato Stuck. Nelle prime posizioni, intanto, iniziano a delinearsi i comportamenti delle vetture: Pace, in testa, ha scelto un assetto leggermente più carico di quello di Pryce, col risultato che l'inglese riesce, al termine dell'hangar straight, ad essere sempre vicinissimo alla Brabham N.8, che però percorre a razzo la curva Club ed il curvone Abbey, allontanandosi quanto basta per non temere assalti di sorta. Dietro ai due, Regazzoni appare in assoluto controllo, attendendo quello che ritiene il momento giusto per attaccare, mentre Lauda, su una pista dove pochi mesi fa ha dato spettacolo, appare assai più impacciato e più attento agli specchietti che agli avversari che ha davanti, scelta comunque motivata dal fatto di avere Fittipaldi e Reutemann alle spalle. E proprio l'argentino, al giro successivo, è protagonista del primo ritiro della corsa, pesantissimo in chiave iridata: il motore di “Lole”, che come detto aveva già dato segni di noia, si ferma definitivamente. Per l’argentino è una mazzata forse definitiva alle speranze iridate. Nella stessa tornata si assiste al sorpasso a Stowe di Peterson (best lap per lo svedese in 1'23”0 nds) sul povero Brambilla sempre senza motore, a quello di Jones su Stuck alla Woodcote, e al ritiro di Laffite che, col cambio a pezzi (lo dimostra il miglior giro del francese in 1'31”5 nds) rimane senza marce e si deve giocoforza fermare.

Dopo cinque tornate quindi Pace continua a menare la danza con circa 1” su Pryce, 1”6 su Regazzoni, 2”2 su Lauda, 3” su Scheckter e 4”3 su Hunt che proprio in questa tornata realizza quello che resterà il suo miglior giro in 1'21”9. Malgrado ciò, al britannico si sta lentamente ma inesorabilmente avvicinando Fittipaldi, mentre 3” dietro il brasiliano Andretti è “assediato” da Brise, che ha già distanziato Mass, Jarier, Depailler, Peterson, Brambilla, Jones, Stuck, Donohue, Henton, Watson, Wilson Fittipaldi, Morgan, Crawford, Nicholson e Lella Lombardi a chiudere.

Al sesto giro Brise, continuando il suo entusiasmante recupero, supera Andretti a Stowe e si porta in ottava posizione dietro a Fittipaldi e Hunt, in questa fase velocissimi, con l’inglese che replica il suo best lap in 1’21”9 e guadagna un decimo al battistrada Pace. Anche un altro inglese, Dave Morgan, fa in questa tornata il suo giro veloce in 1'24”2. Ma gli inglesi hanno poco da esaltarsi, perché, al posto dei seicento cavalieri di Balaklava guidati dal marchese di Cardigan, a Silverstone ci sono i 520 cavalli di Maranello guidati da Clay Regazzoni: l’elvetico, assestata la vettura, alleggeritosi di una ventina di litri di carburante e mandate le gomme in temperatura, inizia a martellare “temponi” attorno a 1’21”5 con grande facilità. Temponi che il manico, se assistito da una vettura simile, garantirebbe sicuramente a Peterson, che invece, per girare 1”5 più alto, chiede troppo al motore, che esplode al settimo giro costringendo il povero svedese al ritiro, ritiro che avviene nell'indifferenza generale in quanto è evidente che la lotta per le prime posizioni si sta accendendo con l'assalto di Regazzoni. Al settimo giro, mentre la Lombardi, sempre martoriata da accensioni irregolari, fa il suo giro veloce in un quasi imbarazzante 1'25”9, il vantaggio di Pryce sulla Ferrari N.11 è sceso a 0”4, ed al giro seguente, mentre Fittipaldi aggancia Hunt e Stuck supera Jones guadagnando la quattordicesima posizione, Clay aggancia il britannico. Proprio mentre Andretti ottiene la sua migliore prestazione in 1'22”5, che non gli impedisce di finire nelle “fauci” di un Mass in rimonta. Pryce, che ha comunque avanti a se Pace, spinge al massimo, ed al nono passaggio fa il suo best lap (che a fine giornata sarà il quarto assoluto) in 1'21”5 (nella stessa tornata best lap anche dell'ottimo Brise in 1'21”6 nds), proprio mentre Fittipaldi supera “di motore” Hunt sull'Hangar straight entrando in zona punti, emulato dal compagno Mass che supera Andretti per la nona posizione e da Stuck che scavalca un Brambilla che sembra in crisi irreversibile e gli prende la tredicesima posizione. Si diceva del giro veloce personale di Pryce, che tuttavia prolunga “l'agonia da sorpasso” di un solo giroa: nel corso della decima tornata, infatti, Clay rompe gli indugi, percorre il famoso trittico Maggots, Becketts e Chapel “col compasso” e sull'Hangar straight appaia la Shadow N.16 per poi “bucarla” alla staccata della Stowe, guadagnando la seconda posizione e mettendo subito la prua verso l'alettone posteriore della Brabham di Pace, che chiude il decimo giro con 1”18 su Regazzoni, 1”55 su Pryce, 1”80 su Lauda, 3”49 su Scheckter, 5”39 su Fittipaldi, 5”88 su Hunt, 9”11 su Brise. Dietro all'inglese si è già creato un “buco” di oltre 4”, dopo il quale passa Mass, Andretti, Jarier, Depailler, Stuck, Brambilla, Jones attaccato al monzese, Donohue, Henton, Watson, Wilson Fittipaldi, Morgan, Crawford, Nicholson e Lella Lombardi già con due giri di ritardo.

All’undicesimo passaggio Regazzoni chiarisce subito quanto grande è il margine col quale ha girato fino ad ora, e stampa un crono “monstre”, 1’21”11 (cronometraggio personale nds), e “mangia” otto decimi di secondo a Pace, che chiude così la tornata undici con un vantaggio di soli 0”39 sul ticinese. Pryce non regge il furibondo ritmo di Clay e passa a 2”04, Lauda è quarto a 2”75, Scheckter quinto a 3”91, Fittipaldi sesto a 5”40, Hunt, che non sembra assolutamente in grado di tenere le ruote del gruppo di testa, settimo a 6”91, il velocissimo Brise ottavo a 8”95 davanti a Mass (best lap per il tedesco con 1'22”0 nds) e Andretti a chiudere la top ten con Jarier negli scarichi. Nelle retrovie intanto, alla Stowe, Jones supera un Brambilla sempre più “gambero” e passa in quattordicesima posizione.

Il dodicesimo giro, oltre che per il best lap di Wilson Fittipaldi in 1'23”2, si direbbe interlocutorio, visto che Regazzoni, con 1'21”70, guadagna solo un centesimo rispetto al 1'21”71 di Pace. Ma come dice al commento tecnico BBC Jackie Stewart “Regazzoni può andare in testa quanto vuole, e lo ha dimostrato al giro precedente. E' visibilmente più rapido di Pace, e non sembra assolutamente al limite, così come Lauda credo si libererà alla svelta di Pryce. Le prove avevano detto che le Ferrari non sembravano avere le supremazia delle ultime gare, ma la gara sta dicendo un'altra cosa”. Dietro al brasiliano ed allo svizzero, Pryce, “spinto” da Lauda, passa con 2”06 di ritardo, Niki è a 2”47, Scheckter a 3”64, Fittipaldi a 5”27, Hunt a 7”23, seguito.... dallo staccatissimo Mass: Brise, infatti, a metà del giro sente la sua Hill “ballonzolare” nel posteriore, e non ha altra scelta che fermarsi ai box. L'escursione sull'erba di qualche giro prima per superare Brambilla presenta, sotto forma di una foratura lenta ad un pneumatico, un salatissimo conto al britannico, che in più è vittima, oltre che della propria foga, anche dei suoi meccanici, che, evidentemente “ispirati” da Sassi e Vitaletti, fanno perdere quasi due minuti al loro pilota, che riparte penultimo e staccato di un giro, vedendo così compromessa ogni chance di ben figurare. Se Brise fa tutto da solo, Andretti, nel rovinarsi la gara, viene “aiutato” da Jarier, che nello stesso giro, in un azzardato tentativo di sorpasso alla Woodcote, butta fuori pista la Parnelli numero 27. Mario rientra immediatamente avendo perso solo due posizioni ai danni del francese della Shadow e di Depailler, ma la vettura non risponde più come prima, ed in più l'taloamericano è costretto a proseguire per un altro giro avendo “mancato” l'ingresso dei box.

Al successivo tredicesimo giro Regazzoni, che forse ha sentito Stewart in TV, decide che si è giocato abbastanza: percorre quasi in souplesse tre quarti di giro, poi sul Farm straight entra in scia a Pace e proprio all'ultimo metro, con la sua proverbiale staccata, affianca il sorpresissimo brasiliano e passa al comando della corsa, iniziando subito ad allungare sugli inseguitori: magnifica l’azione dello svizzero in questa fase, perfettamente assistito da una 312T che sembra volare sui rettilinei ed in frenata è un mostro di stabilità e bilanciamento. Pace, totalmente sorpreso, perde subito diversi metri dalla Ferrari N.11, favorendo il ricongiungimento di Pryce, sempre tallonato da Lauda, seguito a breve distanza da Scheckter e Fittipaldi, mentre Hunt, pur girando costantemente al limite, vede il gruppo di testa sparire all'orizzonte. Dietro all'inglese il duo transalpino Jarier e Depailler che chiude la top ten, seguito, a causa della fermata ai box che in questo giro è costretto a effettuare Andretti per far verificare la sua Parnelli, da un buon Stuck, poi Jones, Brambilla, Donohue, Henton, Watson, Wilson Fittipaldi, Morgan, Crawford, Nicholson, Andretti che esce poco avanti ai battistrada, ed i doppiati Brise e Lella Lombardi a chiudere.

Al giro seguente Regazzoni, pur con un giro “tranquillo” in 1'21”82, porta ad oltre sette decimi il vantaggio su Pace. La progressione del ticinese sembra veramente inarrestabile, e la possibilità di “espugnare” Silverstone sembra quantomai concreta. Il solo a non essere d’accordo è il vento, che spirando forte e cambiando in continuazione di direzione, porta nuvoloni neri ora a ridosso ora lontano dal circuito. Dietro alla 312T N.11 tutto invariato, con Pryce che si avvicina a Pace, Lauda che controlla Scheckter sul quale sta lentamente arrivando Fittipaldi, autore in questa tornata del suo miglior giro con 1'21”5, Hunt ormai “a bagnomaria” ed il resto più distanziato, resto nel quale Jarier e Jones, con 1'21”6 ed 1'22”5 rispettivamente, ottengono quelle che saranno le migliori prestazioni nel ruolino personale.


DOPO 14 GIRI:

1’ Clay Regazzoni
2’ Pace a 0”77
3’ Pryce a 1”66
4’ Lauda a 2”08
5’ Scheckter a 2”72
6’ E.Fittipaldi a 4”48
7’ Hunt
8’ Mass
9’ Jarier
10’ Depailler
11’ Stuck
12’ Jones
13’ Brambilla
14’ Donohue
15’ Henton
16’ Watson
17’ W.Fittipaldi
18’ Morgan
19’ Crawford
20’ Nicholson
21’ Andretti
22’ Brise a 1 giro
23’ Lombardi a 2 giri


15’ – 28’ GIRO: Mentre le nuvole sono sempre più minacciose sopra la pista, Regazzoni è sempre più minaccioso (e lontano) per gli avversari: al 15’ giro il nuovo best lap in 1'21”07 fa schizzare a 1”3 il vantaggio sul più immediato inseguitore Pace, che sembra rallentare e compattare il gruppo di piloti che seguono il brasiliano, tanto che nei box inizia a circolare l'idea che, come abitudine degli ultimi gran Premi, la Brabham abbia “mangiato” le gomme ad inizio gara. Tutte le posizioni restano invariate, e la sola novità del giro è il best lap personale di Crawford in 1'24”1. Al giro seguente, quasi a mettere il “de profundis” alla gara, Regazzoni fa quello che resterà il giro veloce della corsa in 1’20”9, unico pilota a scendere sotto 1’21”, e porta a 2”1 il suo vantaggio su Pace insidiato da Pryce, Lauda, Scheckter e Fittipaldi ormai in fila indiana, con Hunt sempre più lontano dal gruppo che in questo momento si sta giocando il podio. Dietro l’inglese sempre Mass, Jarier, Depailler (anche per lui giro veloce in 1’21”8), Stuck, Jones, Brambilla, Donohue, Henton, Watson, Wilson Fittipaldi, Morgan, Crawford, Nicholson, Andretti che sta raggiungendo la Lyncar dell’inglese, Brise e Lella Lombardi. Alla successiva tornata 17, i nuvoloni sono ormai stabilmente sopra il circuito, ma sembra che per tutti stia già piovendo ad eccezione di Regazzoni. Lo svizzero, che in questo giro doppia per la terza volta una Lombardi praticamente forma col motore che perde colpi e si spegne in continuazione, sfruttando i duelli alle su spalle, chiude la tornata con ben 2”80 sul primo inseguitore, che però non è più Pace: l'ottimo Pryce, infatti, con una grande manovra alla Club, supera Pace e passa secondo, mentre Brambilla, grazie ad un errore di Jones, risupera la Hill dell’australiano e passa 12’. Dietro a Pryce, come detto a 2”80, passa Pace a 3”45, seguito da Lauda a 3”76, Scheckter a 3”99, Fittipaldi a 4”81, con Hunt ormai a 10”59 dal battistrada. Anche in coda ci sono movimenti, con Crawford che supera la Surtees di Morgan (lotta fra titani, sia a livello di vetture che di piloti…..) per la 18’ posizione e Andretti che passa facilmente Nicholson e gli strappa il 20’ posto.

Nel 18’ giro non succede nulla di particolare, a parte Regazzoni che porta a 3”2 il suo vantaggio su Pryce e Lella Lombardi che, saggiamente, rientra ai box e si ritira visto il pericolo, per se e per gli altri, di girare così piano. Lauda, Scheckter e Fittipaldi sembrano tutti chiaramente più rapidi di Pace e si ipotizza a breve una corsa a quattro per il secondo posto, visto che il primo è in “banca svizzera”. Purtroppo per il dominante Regazzoni, oggi senza alcun dubbio imbattibile in condizioni normali, al giro successivo avviene il caos: un violento scroscio d’acqua si abbatte su metà circuito, bagnando in particolare le curve Club, Stowe e Abbey, difficilissima perché è una piega che si affronta praticamente in pieno. I commissari, evidentemente obnubilati, non segnalano nulla e così Regazzoni arriva per primo sulla zona bagnata: Clay, viste le gocce d’acqua sulla visiera, rallenta ma non a sufficienza, si gira alla Club e, col posteriore, tocca le barriere. Riparte ma deve fermarsi ai box per sostituire le gomme e soprattutto rabberciare l’alettone posteriore, piegatosi nell’urto: i meccanici fanno come sempre il massimo, ma il particolare fissaggio dell'appendice aerodinamica sulla 312T rende impossibile la sostituzione, e tutto quello che il Team può fare è rimpiazzare il “nolder” e raddrizzare manualmente la paratia sinistra. Clay perde oltre due minuti riparte 21’ davanti al solo Brise, e per lui una vittoria che pareva certa viene mandata in fumo causa le bizze del tempo e l’insipienza dei commissari di percorso. A quel punto, con l’acqua in pista, è avvantaggiato chi non ha nulla da perdere, e subito Scheckter, sempre alla Club, attacca e supera di forza un Lauda che, vista l'acqua e pensando al campionato, ha alzato il piede, e proprio sulla linea del traguardo del 19’ giro affianca e supera Pace, relegandolo in terza posizione, e passando secondo, staccato di 2”92, dietro a Pryce nuovo leader. Dietro a Pace passano nell'ordine Lauda, Fittipaldi, Hunt, Mass, Jarier, Depailler, Stuck, Brambilla, Donohue che ha superato Jones, Henton, Watson, Wilson Fittipaldi, Crawford, Morgan, e i doppiati Andretti, Nicholson, Regazzoni e Brise.

Se come detto la pioggia fa rallentare qualcuno, esalta chi se la sente di rischiare, e così, mentre Pace e Lauda alzano il piede, Pryce, Scheckter e Hunt si scatenano, con il pilota della Shadow che spinge cercando di prendere il largo, quello della Tyrrell che vuole raggiungerlo, e quello della Hesketh che osa l'impossibile per ricongiungersi al gruppo da cui era ampiamente distanziato. In testa Pryce, formidabile anfibio, compie un 20' giro da leggenda (purtroppo senza immagini TV nds), e sulla pista che si sta bagnando sempre più nella parte che va da Becketts ad Abbey chiude la tornata con ben 5”2 (come detto da Murray Walker alla TV nds) su Scheckter, che dal canto suo, ha frapposto già 3”5 tra se e Pace. Dietro al brasiliano Lauda è quarto a 9”9, Fittipaldi quinto a 10”7, l'incredibile Hunt ha quasi riagganciato il campione del mondo ed è il secondo pilota più veloce in pista staccato di 12”6. Alle spalle di Hunt, Mass è settimo a 17”2, seguito da Jarier a 21”3, Depailler a 22”7, con Stuck decimo ad oltre 40”.

Si è detto del supergiro numero 20 di Pryce, un passaggio in cui all'inglese è riuscito tutto bene. Ma evidentemente Tom sente troppo la pressione, ed invece di arrivare al limite lo supera e arriva a Beckett’s, dove sta rinforzando la pioggia, troppo veloce: la Shadow N.16 in uscita di curva impazzisce, e con un marcatissimo effetto pendolo va da una parte all'altra, fino a che non esce di pista e sbatte violentemente col posteriore contro le protezioni, danneggiandosi seriamente. Per Pryce è inevitabile il ritiro. Tom, fortunatamente incolume, esce dalla vettura e saluta sconsolato il pubblico dopo meno di un terzo di una gara da cui si attendeva ben altre soddisfazioni, ma dove almeno ha dimostrato di essere ormai un driver competitivo nella massima formula.

Grazie al ritiro di Pryce, Scheckter passa in testa, e taglia al comando il traguardo del giro 21, però.... nella corsia box. Il sudafricano infatti si ferma a cambiare le gomme, confidando nella velocità dei suoi meccanici che nella mattinata avevano vinto la gara dei cambi gomme, precedendo il Team McLaren. E gli uomini del boscaiolo si superano, rimandando in pista Jody dopo appena 12”8 (come detto dal commentatore brasiliano in diretta TV nds). Tornando alla classifica, dietro a Jody secondo passa Pace, davanti a Lauda che ha ormai attaccati all'alettone Fittipaldi e Hunt. Mass è entrato in zona punti, davanti a Jarier e Depailler, mentre alle loro spalle il Team March gioca a spinte e spintoni coi suoi tre piloti rimasti, col risultato che l’ordine del giro precedente Stuck-Brambilla-Donohue diventa Donohue-Brambilla-Stuck, con l’americano che si dimostra assai competitivo sul bagnato, cosa strana essendo abituato alle gare Indy dove non si corre se piove (evidentemente il dominare la Porsche 917/30 Can-Am ha giovato all'aamericano nds). Nelle retrovie cambio gomme anche per Morgan, che però perde oltre un giro a causa del minuto e rotti impiegato dai meccanici Surtees per sostituire le coperture.

Al 22’ giro, quindi, Pace ritorna a condurre, e la corsa si colora di verdeoro, con Fittipaldi che alla Copse scavalca un Lauda impacciato e lento e passa secondo. All'uscita da Chapel, “El Mojo” ha 2”05 su Fittipaldi e 3”46 su Lauda, che però ha Hunt negli scarichi. James, scatenato, affianca Niki sull'Hangar straight e lo supera con irrisoria facilità, rientrando prepotentemente in corsa per la vittoria. La pioggia aumenta di intensità e Lauda decide, al termine del giro, di rientrare ai box a cambiare gomme, preceduto di qualche secondo da Brise e Wilson Fittipaldi che si fermano anche loro. Niki entra ai box, ma per una volta i solitamente splendidi meccanici Ferrari fanno un disastro: Lauda, sembra su indicazione di Tomaini, viene fatto ripartire con la ruota anteriore destra mal fissata, parte ma subito si ferma, col gallettone che rotola beffardo nei box della Embassy. I meccanici, richiamati dai “colleghi” britannici, arrivano alla 312T, rimontano la ruota e Lauda riparte, ma ormai con quasi un giro di ritardo. Inoltre, nella frenesia di recuperare, i meccanici spingono probabilmente troppo la gomma sulla ruota, che “pizzica” il pneumatico generando una foratura lenta. Al giro successivo, quindi, dopo aver percorso un giro quasi a passo d'uomo (Niki viene doppiato alla Club come da immagini TV nds), altra sosta per cambiare la gomma afflosciata, e quando Niki riparte è precipitato in 14’ posizione, a quasi due giri dai primi, e senza alcuna chance di andare a punti. Nel frattempo, come detto, Pace chiude la 22' tornata davanti a Fittipaldi, Hunt, Mass, Jarier, Depailler, Donohue e Scheckter, che in un solo giro ha superato ben quattro vetture. Dietro al sudafricano Brambilla e Jones entrato nella top ten dopo aver superato Stuck il giro precedente grazie alla sosta ai box per montare le rain del tedesco. Ma al successivo giro 23 l'australiano riperde la posizione, fermandosi a sua volta ai box per cambiare pneumatici e ripartendo appena dietro i due battistrada Pace e Fittipaldi, separati in questo giro da soli 32 centesimi, con Hunt terzo a 4”24 (probabilmente qualche sbandata del biondo inglese nds) davanti a Mass che sta rinvenendo sul gruppo di testa, Jarier, Depailler, Scheckter che con le rain sta risalendo a passo di carica ed ha superato il positivo Donohue, con Brambilla e Watson a chiudere la top ten. La pioggia infittisce e Scheckter, ovviamente “vola”, ed alla chiusura del 24' giro transita in quinta posizione grazie alle soste per cambio gomme di Jarier (velocissimi i meccanici Shadow nds) e Depailler (che ripartono rispettivamente settimo e nono nds), oltre a quella di Crawford in retroguardia, che si aggiunge a quella di Henton avvenuta il giro precedente, col solito disastro dei meccanici Lotus che fanno in pratica perdere un giro ad entrambi i piloti. Al giro 25, che vede Jarier superare Donohue e Depailler avvicinarsi sensibilmente a Brambilla, Pace, profittando del doppiaggio di Crawford, riesce ad allungare di qualche metro sugli scatenati inseguitori, con Hunt e Mass che hanno ormai raggiunto Fittipaldi. Dietro al quartetto, Scheckter continua la sua inarrestabile progressione ed ormai è a meno di 10” da Pace. La sua scelta pare vincente, ed in McLaren si pensa di richiamare Fittipaldi, ma quella vecchia volpe di Peter Gethin, ospite ai box del Team di Teddy Mayer, fa notare che il vento ha nuovamente cambiato direzione e spinge lontane le nuvole. Per il frattempo però il tracciato è ancora bagnato, e così, oltre a Jody, anche Jarier e Depailler impazzano sul tracciato, col transalpino della Tyrrell che ha ormai raggiunto Brambilla e quello della Shadow che, scavalcato Donohue, mette la prua verso il gruppo di testa. Nelle retrovie, intanto, Lauda con le rain supera Andretti con le slicks, e lo stesso fanno Henton con Nicholson e Brise con Wilson Fittipaldi.

Nel corso del 26' giro, che vede Depailler scavalcare Brambilla per l'ottava posizione, Stuck superare Watson per la decima e Henton prendere la quattordicesima piazza ad Andretti, la pioggia cessa completamente. Per il momento, ovviamente, la scelta delle rain è ancora pagante e così Scheckter conclude il giro in coda al gruppo di testa, che vede Pace al comando con 2”47 su Fittipaldi, che sul rettilineo di partenza/arrivo viene affiancato dallo scatenato Hunt, che alla staccata lo supera all'interno e guadagna la seconda posizione. A meno di un secondo dal brasiliano e dall'inglese passa Mass che, come detto, ha Scheckter negli scarichi. E' il preludio all'incredibile 27' giro del sudafricano, che sembra aver preso lezione da Stenmark: alla Copse Jody supera all'interno Mass, a Maggotts scavalca all'esterno Fittipaldi, a Becketts si sbarazza di Hunt e, dopo aver percorso la Chapel a velocità doppia rispetto a Pace azzera sull'Hangar straight il ritardo dal brasiliano ed alla Stowe passa in testa alla gara, completando un incredibile recupero ed iniziando subito ad allungare in maniera perentoria sul quartetto delle slicks, nel quale per questa tornata la parte del gambero la fa Fittipaldi, che dopo essere stato passato da Hunt e Scheckter, viene scavalcato anche da Mass, passando così in quattro chilometri da secondo a quinto. Alle sue spalle, Jarier sta rinvenendo fortissimo, ed alle spalle del transalpino anche Depailler è attaccato a Donohue, seguito da Brambilla (con le slicks), Stuck (con le rain), e Jones che ha scavalcato Watson grazie alla gommatura. Nelle retrovie Regazzoni supera Nicholson e passa sedicesimo, e lo stesso fa Brise con Crawford per la diciottesima posizione. L'inglese della Lotus tenta di resistere, col risultato di andare a sbattere a Becketts (ferendo gravemente un commissario, Howard Tilden, ricoverato col bacino rotto in ospedale nds). La pista, che con l'interruzione della pioggia e le tante vetture ancora in corsa tende inevitabilmente ad asciugarsi, cambia di aderenza giro per giro, e chi ha più sensibilità o rischia di più fa la differenza, come Hunt e Mass, che, nel corso del 28' giro, superano entrambi Pace relegandolo in quarta posizione e salendo entrambi a podio virtuale. La pista, che sta rapidamente raggiungendo il “crossover”, è al momento ancora favorevole ai gommati rain, e si assiste così ai sorpassi di Depailler su Donohue per il 7' posto, di Stuck su Brambilla per il nono e di Brise su Nicholson per il diciassettesimo. Proprio a fine giro, tra le tante nuvole fa capolino il sole, che torna ad illuminare una gara finora bellissima e ricca di colpi di scena.


DOPO 28 GIRI:

1’ Jody Scheckter
2’ Hunt a 11”1
3’ Mass a 11”6
4’ Pace a 13”9
5’ E.Fittipaldi a 14”1
6’ Jarier a 20”8
7' Depailler
8’ Donohue
9’ Stuck
10’ Brambilla
11’ Jones
12’ Watson a 1 giro
13’ Lauda a 1 giro
14’ Henton a 1 giro
15’ Andretti a 1 giro
16’ Regazzoni a 2 giri
17’ Brise a 2 giri
18’ Nicholson a 2 giri
19’ W.Fittipaldi a 3 giri
20’ Morgan a 3 giri


29’ – 42’ GIRO: Mentre Scheckter si allontana dal gruppo, conscio che sarà probabilmente costretto a rifermarsi ai box e quindi deve frapporre quanto più terreno possibile tra se e gli avversari, Mass completa la sua eccellente progressione scavalcando anche Hunt e passando in seconda posizione, prima virtuale vista l'ormai deciso asciugamento della pista. Alle spalle del tedesco, Hunt precede ora Fittipaldi, che ha scavalcato un Pace in crisi sulla pista umida. Dietro a “El Mojo” Jarier sta arrivando di gran carriera, e chiude il giro a poche lunghezze dal brasiliano, mentre nelle retrovie Regazzoni e Brise superano Andretti grazie agli ultimi giri di “vantaggio” che hanno le gomme rain rispetto alle slicks. Vantaggio che ben manifesta Jarier al successivo 30' giro, che si apre subito con un colpo di scena: Mass, evidentemente oltre il limite, si gira e riparte sesto dietro al gruppetto formato da Hunt, tornato secondo, Fittipaldi, Pace e Jarier, che tra la Stowe (Pace) e la Woodcote (Hunt) supera tutti e tre gli avversari (per la cronaca il francese supera Fittipaldi alla Club nds) e chiude il giro in seconda piazza, a circa 24” (ipotetico distacco basato sulle immagini TV nds) dal battistrada Scheckter. Dietro al gruppo dei primi sei passa Depailler, che però taglia il traguardo.... nella corsia box, in quanto il transalpino si ferma a cambiare gomme, diventando così il primo pilota a ritornare alle slicks. La settima posizione viene così ereditata da Stuck, che, ancora con le gomme da pioggia, supera il compagno di marca Donohue. Contemporaneamente, un Lauda ancora con le rain supera Watson e passa 12’, ma comunque con speranze quasi nulle di raggiungere la zona punti.

Al 31' giro, con i due gommati rain Scheckter e Jarier a menare la danza, tocca a Stuck fermarsi per il cambio gomme: velocissimi, i meccanici March fanno uscire il tedesco in decima posizione ed ancora a pieni giri, davanti a Lauda e a Depailler, mentre, in fondo al plotone, Brise supera un Regazzoni che, con la pista asciutta, soffre maggiormente lo squilibrio della vettura con l'alettone posteriore storto. I meccanici Tyrrell, che non hanno certo fatto un figurone con Depailler, hanno l'occasione di rifarsi al giro successivo, quando Scheckter rientra ai box per rimontare le slicks: gli uomini del boscaiolo cambiano le coperture in un tempo buono (stimo 25” nds) ma non eccezionale, e Jody riparte così in sesta posizione dietro al nuovo leader Jarier, seguito da Hunt, Fittipaldi, Pace, Mass, il già citato Scheckter, Donohue, Brambilla, Stuck e Jones che chiude la top ten. Undicesimo è Lauda, che si ferma però a cambiare gomme, perdendo così due posizioni a favore di Depailler e Watson. Quattordicesimo è Regazzoni, che profitta della sosta ai box di Brise per cambiare coperture e precede Andretti, Henton che ha sostato il giro precedente ai box per cambiare gomme, il già citato Brise, ed a chiudere il “trio meraviglia” (con tutto il rispetto nds) Nicholson, Wilson Fittipaldi e Morgan a chiudere.

Il 33' giro, che vede la sosta ai box di Regazzoni per montare le slicks (riparte diciassettesimo nds), vede ormai tutti i piloti di testa, ad eccezione di Jarier, con la stessa gommatura e quindi ad armi pari: per il momento, comunque il transalpino della Shadow è in testa e chiude il giro con 4”00 su Hunt, 6”90 su Fittipaldi, 9”37 su Pace che sta ritrovando ritmo, 13”40 su Mass e 20”66 su Scheckter, che del gruppo di testa è l'unico, ovviamente, ad avere gomme fresche. Alle spalle del sudafricano le due March di Brambilla e Donohue, seguiti da Jones (ancora con le gomme rain però) e Stuck che chiude sia i primi dieci che i piloti a pieni giri. Alle spalle del tedesco Depailler, Watson, Lauda, Andretti, Henton, Brise, Regazzoni, Nicholson, Wilson Fittipaldi e Morgan. Al giro successivo il brasiliano della Copersucar rientra ai box a cambiare gomme, ed indirettamente rovina la buona corsa di Jochen Mass: nella corsia di accelerazione dopo i box, infatti, Wilson colpisce un paletto in gomma che delimita la corsia stessa, “sparandolo” in pista proprio mentre sta arrivando la McLaren del tedesco: il paletto colpisce il muso della M23 che, probabilmente già lesionato dalla precedente uscita di strada, si stacca e si “appoggia” sulla fiancata. Per Mass la sola via possibile è quella dei box, nei quali entra mentre vi sta uscendo Jarier, che, assieme a Jones e Morgan,è l'ultimo pilota a cambiare pneumatici. Hunt passa così in testa davanti a Fittipaldi, Pace, Scheckter, Jarier, Donohue, Brambilla, Mass ripartito ottavo dopo aver cambiato il musetto, Stuck ultimo a pieni giri, Depailler ed il resto del gruppo.

A questo punto, e siamo al giro 36, la classifica è finalmente reale, con tutti i piloti equipaggiati con le stesse gomme e la pista sempre più asciutta. Hunt chiude la tornata mentre doppia per la seconda volta Regazzoni, ma il suo vantaggio su Fittipaldi è sceso a 1”80, ed in cabina di commento Stewart si dimostra profetico sentenziando “Emerson oggi è il mio favorito, se non torna a piovere ha dimostrato un passo migliore sull'asciutto di Hunt e di Pace”. Il menzionato Pace transita terzo a 4”84, mostrando di avere ampiamente superato la fase critica della corsa. Fase critica che non ha mai avuto Scheckter, quasi sempre il pilota più veloce in pista, ma le due soste hanno tarpato le ali al sudafricano, che con 15” di ritardo è, a meno di un miracolo, fuori dai giochi, così come lo è Lauda, che pur girando anch'egli velocissimo può solo.... accodarsi a Watson, per poi superarlo al successivo 37' giro e prendergli l'undicesima posizione. Sempre in questo giro, una grossa mano a Hunt la da Regazzoni, che, forse facendo le prove di Watkins Glen, dopo essersi fatto scavalcare senza problemi da Hunt ostacola inspiegabilmente il campione del mondo per tutta la tornata, tanto che il vantaggio della Hesketh sulla McLaren sale a 3”56. Pace, che grazie al “tappo” di Regazzoni era arrivato negli scarichi di Fittipaldi, non ha il tempo di gioire che subito il problema si ripresenta a lui: Clay, infatti, chiude di brutto la porta alla Woodcote (dove Fittipaldi lo aveva affiancato nds) e si frappone fra i due piloti verdeoro.

Al 39' giro, mentre Fittipaldi ricomincia ad erodere a colpi di un paio di decimi a giro il vantaggio di un irriducibile Hunt, Jarier, travolto come spesso gli capita dalla foga, per recuperare l'irrecuperabile si gira a Chapel e perde due posizioni a favore di Donohue e Brambilla, che fa così il suo ingresso nella zona punti. Un colpo di scena che precede quello ben più “pesante” del successivo 40’ passaggio, nel quale, mentre Jones supera Watson e passa 12’, si consuma il dramma sportivo di Hunt, che era riuscito come detto nei giri precedenti, con una grande dimostrazione di guida e l'aiuto “esterno” di Regazzoni, a tenere il suo vantaggio ancora sopra ai 2”5 su Fittipaldi: sulla sua Hesketh si rompe uno scarico proprio all’attaccatura del collettore (il tubo rotola fortunatamente fuori pista nds), e James si ritrova con 1.500 giri in meno su una pista in cui ci vogliono tutti e 10.500 per essere competitivi. L’inglese innalza subito i suoi tempi e al 40’ passaggio il suo vantaggio su Emerson Fittipaldi è già sceso a 1”9. Terzo è Pace a 1”8 dal connazionale, quarto è Scheckter che continua ad essere il più veloce in pista ed è a 13”3 da Hunt . Quinto è Donohue poco avanti a Brambilla, che chiude la zona punti e che ha una quindicina di secondi di vantaggio su Jarier, che precede Mass, Stuck ultimo a pieni giri, Depailler, Lauda che sta rinvenendo sul francese, Jones, Watson, Andretti, Henton, Brise, Regazzoni, Nicholson, Wilson Fittipaldi e Morgan. Al 41’ passaggio Fittipaldi si porta a 1”2 da Hunt, sempre più in crisi con lo scarico rotto, ed appare evidente a tutti che per James sarà impossibile opporsi visto l’handicap motoristico. La pista ormai è perfettamente asciutta, lo dimostrano sia il best lap di Donohue in un buon 1’21”7 che soprattutto il giro di Scheckter, che fa la sua migliore prestazione in 1’21”2 (a fine giornata la seconda assoluta dietro al solo Regazzoni) e guadagna quasi 1”5 al povero capofila. Sembra che la corsa possa poter finire in condizioni normali, anche se le nuvole basse e scure che circondano la pista minacciano sempre da vicino il tempio dell’automobilismo britannico.
Nel corso del 42’ giro Fittipaldi entra nelle ruote di Hunt: per tutto il giro James resiste “allargando” per quanto può la sua Hesketh, ma è chiaro che la lotta è destinata a durare pochissimo. Del rallentamento di Emerson dietro Hunt approfitta Pace, che si riavvicina di un secondo alla McLaren N.1, e soprattutto Scheckter, che continua a tenere un ritmo incredibile che sembra poterlo portare all’aggancio col gruppetto di testa prima della fine della corsa. Dietro i primi quattro, situazione invariata, a parte Lauda che fa il suo best lap (un 1’21”5 buono ma non eccezionale visto il record di Regazzoni sei decimi più basso) e mette nel mirino Depailler ormai solo due secondi avanti a lui.

DOPO 42 GIRI:

1’ James Hunt
2’ E.Fittipaldi a 0”5
3’ Pace a 1”4
4’ Scheckter a 11”8
5’ Donohue
6’ Brambilla
7’ Jarier
8’ Mass
9’ Stuck
10’ Depailler a 1 giro
11’ Lauda a 1 giro
12’ Jones a 1 giro
13’ Watson a 1 giro
14’ Andretti a 1 giro
15’ Henton a 1 giro
16’ Brise a 1 giro
17’ Regazzoni a 2 giri
18’ Nicholson a 4 giri
19’ W.Fittipaldi a 4 giri
20’ Morgan a 5 giri


43’ – 56’ GIRO: Al 43’ giro Emerson Fittipaldi, con irrisoria facilità, supera Hunt alla Stowe e passa in testa. Sul traguardo ha già 1” su Hunt che ha negli scarichi il doppiato Regazzoni sempre tallonato dal furibondo Pace, mentre Scheckter è a soli 10” dalla Brabham N.8. In questo giro, oltre al sorpasso in testa, c'è quello di Brambilla che supera Donohue e conquista una per lui ottima quinta posizione facendo tra l’altro il proprio giro veloce (1’22”1). Al giro successivo anche Pace, sempre alla Stowe, scavalca Hunt ed inizia la caccia a Fittipaldi 1”5 davanti a lui, ma sempre con davanti Regazzoni. La cosa, anche se non certo da elogiare vista la palese scorrettezza del ticinese nel non dar strada ad un pilota due giri avanti a lui, dimostra una volta di più l'incredibile potenziale dello svizzero, che con una vettura con l'alettone posteriore lesionato riesce comunque a mantenere un ritmo equivalente o quasi ai battistrada, facendo solo immaginare quel che sarebbe stato il suo ritmo senza lo scroscio di pioggia improvviso. Hunt, passato terzo ma ormai impossibilitato a girare sotto 1’22” alto, deve così rassegnarsi a vedere dai cartelli segnalatori che anche Scheckter sta impetuosamente recuperando a colpi di 7/8 decimi a giro. Dietro al sudafricano, Brambilla, Donohue, Jarier che sta rischiando l’impossibile per raggiungere la March dello statunitense, Mass, Stuck, Depailler e Lauda che ormai è nelle ruote del francese, ed infatti lo passa alla Stowe al 45' giro mettendosi sulle orme di Stuck, che comunque lo precede di una ventina di secondi. Il tedesco sta andando al massimo, in questa tornata fa il suo giro veloce in 1’21”8, ma evidentemente è troppo sopra le righe e al giro successivo esce rovinosamente di strada alla Club fermando la sua March contro le reti di protezione. Alla chiusura del 46’ passaggio, quindi, Fittipaldi è in testa con (cronometraggio personale nds) 1”86 su Pace che continua a sbattere la testa contro.... l'alettone storto della Ferrari di Regazzoni, 5”11 su Hunt e 10”6 su Scheckter sempre velocissimo. A oltre un minuto Brambilla, Donohue, Jarier e Mass, a un giro Lauda che è risalito fino alla nona posizione, Depailler, Jones, Watson, Andretti, Henton, a due Brise e Regazzoni, e i pluridoppiati Nicholson, Wilson Fittipaldi e Morgan a chiudere.

Al successivo giro 47 Pace, che nel giro precedente aveva perduto contatto da Regazzoni dopo un tentativo non riuscito di doppiaggio, fa, di rabbia, il suo giro veloce in 1'21”3 e si riporta a 1”5 dal connazionale, ma sempre con davanti la menomata Ferrari N.11 (“Era ridicolo !” tuonerà a fine gara “El Mojo” riferendosi a Regazzoni “Era doppiato di due giri e non mi faceva passare ! Peccato perchè, anche grazie alla pioggia, ero riuscito a tenere le gomme in buono stato e penso che senza Regazzoni avrei potuto superare Emerson, o almeno tentare”). Nei giri successivi si assiste a due lotte entusiasmanti, con Pace che cerca di superare Regazzoni e di colmare i due secondi da Fittipaldi e Scheckter che recupera su Hunt. Purtroppo per l'inglese, tra lui e la Tyrrell del sudafricano non ci sono “altri Regazzoni”, e così il distacco continua inesorabile a scendere, malgrado il disperato impegno dell'inglese, la cui vettura suona come una falciatrice da prato a causa dello scarico rotto. Jody, inesorabimente velocissimo, si avvicina sempre più, ed al 48’ passaggio è a 4 secondi dalla Hesketh. 48’ giro in cui Henton, dopo aver fatto il giro precedente il suo giro veloce in 1'22”9, per un probabile errore di segnalazione dei box crede che Brise sia un giro avanti e così lascia passare sia il connazionale, prossimo ad essere doppiato per la seconda volta, che da Regazzoni. Dopo 50 giri, mentre il vento cambia nuovamente direzione spingendo le nuvole più nere sulla pista tra sordi boati che non lasciano presagire nulla di buono, Emerson Fittipaldi continua a guidare la corsa con 2” su Pace, 8”8 su Hunt e 10”4 su Scheckter, che ormai ha James nel mirino. Brambilla è quinto a quasi un minuto, Donohue sesto sempre vicino al monzese, poi Jarier, Mass ultimo a pieni giri, e Lauda e Depailler a chiudere i primi dieci. Al 51’ giro Scheckter è a 0”9 da Hunt, al 52’ è a 0”3 dall'inglese, che è transitato con 10”2 di ritardo da Fittipaldi che, a sua volta, mantiene 2”2 su Pace che ha sempre Regazzoni tra se ed il brasiliano. James, ormai in caduta libera di prestazioni, deve cedere a Becketts a Jody, che con una staccata lunghissima supera la Hesketh N.24 e sale a podio virtuale, perdendo però un secondo abbondante in una manovra invero piuttosto precipitosa vista la grande superiorità motoristica che avrebbe permesso a Jody un sorpasso assai più facile sull'Hangar Straight trecento metri dopo. Ed infatti, alla chiusura del giro 53, Fittipaldi transita con 3”25 su Pace sempre bloccato da Regazzoni, e ben 11”12 su Scheckter, con Hunt già a 12”28. Jody, comunque, non si arrende e continua a spingere cercando di raggiungere il duo di testa. L’impresa appare impossibile visto che mancano meno di quindici giri, ma il sudafricano, assistito da una Tyrrell missilistica, ci prova, ed alla fine del 54’ passaggio è a 9”83 da Fittipaldi, al quale ha recuperato oltre un secondo. Sempre nel corso dello stesso passaggio, mentre Fittipaldi doppia per la seconda volta Watson (autore al 49' giro del suo best lap in 1'23”1 nds), Murray Walker chiede a Stewart se Scheckter può riportarsi sui due di testa, e la risposta di Jackie è da vero esperto: “Dalla nostra postazione e dalle immagini vedo che alla Stowe e alla Club ha ricominciato a piovere. Se la pioggia aumenta e Jody accetta di rischiare può ancora farcela, se invece la pioggia rimane solo in quelle due curve non ha nessuna possibilità”. Emerson, infatti, sta attentissimo a non uscire dalla “rotaia” ancora completamente asciutta, ed anche Pace, sempre dietro a Regazzoni, recupera sul connazionale passando con 2”83 di ritardo. Chi continua ad essere a proprio agio sulla pista “chiazzata” è Donohue, che si riavvicina minacciosamente a Brambilla e lo supera passando in quinta piazza davanti al monzese. Alle spalle di Vittorio ci sarebbe Jarier, ma Stewart non ha ancora finito di dire “La pioggia sta aumentando di intensità” che il francese conclude la sua gara “genio (poco) e sregolatezza (molta)” contro le reti di protezione alla Woodcote dopo essersi girato in un testacoda per aver ritardato troppo la frenata. Settimo passa così Mass, ormai poche decine di metri avanti a Fittipaldi, davanti a Lauda, ottavo, Depailler nono, Jones decimo, seguiti da Watson, Andretti, Brise e Regazzoni.

Fittipaldi inizia il 55' giro e si avventa sull'Hangar Straight doppiando la lentissima Lyncar di Nicholson, con ancora 2”72 su Pace sempre dietro Regazzoni e Brise. Ma come dice Stewart al commento “Attenzione, già a Becketts gli ombrelli sono aperti, la pioggia è aumentata di intensità”, ed infatti quando la McLaren N.1 arriva a Stowe già ampi spruzzi d'acqua si sollevano, ad indicare che di acqua ne sta scendendo tanta. Il circuito ormai è quasi interamente coperto da nuvoloni neri, come dimostra anche il deciso cambio di luce rispetto a pochi giri prima nelle immagini della BBC. Emerson curva a Stowe senza problemi, seguito da Brise, mentre Regazzoni è più lontano, ma in questo momento il brasiliano ha già deciso di cambiare le gomme: “Mentre arrivavo a Stowe”, dirà a fine gara “El rato”, “ho visto un lampo vicinissimo a me e subito ho alzato il piede. Quando sono entrato alla Stowe la curva era ancora solo umida, ma appena sono arrivato alla Club è stato come entrate in un torrente e contemporaneamente la visiera si è ricoperta di gocce d’acqua enormi. Ho capito che stava per scatenarsi il finimondo e sono rientrato”. La pioggia, non certo inaspettata, arriva però violentissima: molti proseguono sperando sia un falso allarme come ad inizio gara, ma questa volta la realtà è ben diversa, e quasi tutti pagano caro il non seguire l’intuito di Emerson. I corridori arrivano, dopo l’Hangar Straight, in una “piscina naturale” nella quale sono affogate Stowe, Club e Abbey, il rettilineo del Farm Straight e la Woodcote devastate da una pioggia torrenziale, mentre il resto del circuito è ancora asciutto. Il primo a sbagliare, nello stesso giro in cui Emerson “si salva”, è Brise, che esce di strada alla Club, subito dopo tocca a Pace e Scheckter, che stava girando al limite per riprendere il duo di testa. Carlos alla Club va in acquaplaning e accartoccia la sua vettura contro quella già ferma di Brise. Subito dopo arriva Jody che replica l’azione della Brabham N.8 distruggendola e distruggendo la sua Tyrrell. Passano un paio di secondi e arrivano, sempre in testacoda e in acquaplaning, Nicholson, Henton e Morgan, e per tutti e tre il destino è lo stesso: uscita di pista e vetture nelle reti. Altri dieci secondi e arriva Hunt, che prova a frenare, si gira e “galleggiando” sull’acqua va a colpire la Surtees N.19 distruggendo la parte anteriore della Hesketh. I commissari si gettano in pista per intervenire, ma dopo quindici secondi si scatena un fuggi fuggi generale: completamente senza controllo, arriva in acquaplaning anche la Copersucar di Wilson Fittipaldi che finisce contro la vettura di Hunt. Intanto, oltre a Fittipaldi, anche Jones e Brambilla si sono fermati ai box a cambiare coperture, mentre il caos alla curva Club viene replicato, anche se in misura monore, anche alla Stowe, con le uscite nell’ordine di Donohue, Watson, Depailler e Mass. A questo punto, logicamente, si ferma la corsa con bandiera rossa ed iniziano le discussioni, che si protraggono fino a tarda sera. Se si contassero percorsi 56 giri l’ordine di classifica sarebbe ristretto a quanti sono “sopravvissuti” al disastro delle curve Stowe e Club, e la classifica vedrebbe vincitore Fittipaldi davanti a Brambilla, Lauda, Jones, Andretti e Regazzoni, gli unici che hanno tagliato il traguardo. Ma dopo infinite riunioni i dirigenti del RAC decidono di assegnare (mistero) al solo Emerson Fittipaldi (vincitore in qualunque caso) 56 giri, mentre al resto del plotone viene assegnato un giro in meno (55), e la classifica è calcolata all’inizio di quel giro. La March e la Ferrari, le più penalizzate, protestano, ma non c’è nulla da fare. Reclamo respinto e classifica confermata.

Grazie alle sue eccezionali doti tattiche, all’esperienza ed alla fortuna (obbligatoria in queste circostanze), Fittipaldi riapre, almeno teoricamente il campionato, portandosi a 14 lunghezze da Lauda a 4 gare dalla fine. Con 36 punti disponibili si può sognare, anche perché costa poco, ma Emerson è troppo intelligente per non sapere alcune cose fondamentali: la prima è che oggi a lui è andato tutto bene, mentre ai ferraristi tutto male, la seconda che fino a che la gara si è corsa in condizioni equivalenti per tutti il duo di Maranello gli era davanti, e la terza e più importante è che questo 1975 non è “la sua stagione”: sul piano velocistico forse Emerson è andato addirittura meglio che nel vittorioso 1974, ma quel che manca a “El rato” sono proprio quei punticini arraffati l’anno prima (come a Montecarlo ed in Svezia) che a fine stagione fecero la differenza. Guardandosi indietro, probabilmente il brasiliano rimpiange ancor più amaramente quei sei punti (due quarti posti) buttati via tra Belgio e Svezia per colpa dell’impianto frenante difettoso, per non parlare dei probabili sei (o addirittura nove) lasciati a Kyalami per colpa di un filo mal saldato nel distributore d’accensione. In un mondiale l’affidabilità non è un dettaglio, ma una necessità inderogabile, cosa che quest’anno pare sfuggita al Team McLaren. Mentre desta davvero sensazione la straordinaria stagione di James Hunt, terzo in classifica con una macchina che non si può certo paragonare né alla Ferrari né a McLaren e Brabham, a dimostrazione delle grandissime doti del pilota inglese, che anzi piange lacrime amare sul suo scarico rotto che lo ha privato di una probabilissima vittoria. Comunque in molti si sono accorti di lui……


CLASSIFICA FINALE:

1’ Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) 56 giri in 1h. 22’05”00 media 193,168 km/h
2’ Carlos Pace (Brabham BT44B-Cosworth a 1 giro*
3’ Jody Scheckter (Tyrrell 007-Cosworth) a 1 giro*
4’ James Hunt (Hesketh 308C-Cosworth) a 1 giro*
5’ Mark Donohue (March 751-Cosworth) a 1 giro*
6’ Vittorio Brambilla (March 751-Cosworth) a 1 giro
7’ Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) a 1 giro*
8’ Niki Lauda (Ferrari 312T)) a 1 giro
9’ Patrick Depailler (Tyrrell 007-Cosworth) a 2 giri*
10’ Alan Jones (Hill GH1-Cosworth) a 2 giri
11’ John Watson (Surtees TS16-Cosworth) a 2 giri*
12’ Mario Andretti (Parnelli VPJ4-Cosworth) a 2 giri
13’ Clay Regazzoni (Ferrari 312T) a 2 giri
14’ Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) a 3 giri*
15’ Tony Brise (Hill GH1-Cosworth) a 3 giri*
16’ Brian Henton (Lotus 72E-Cosworth) a 3 giri*
17’ John Nicholson (Lyncar 006-Cosworth) a 5 giri*
18’ Dave Morgan (Surtees TS16-Cosworth) a 6 giri*
19’ Wilson Fittipaldi (Copersucar FD03-Cosworth) a 6 giri*

* Classificato ma non arrivato (incidente)

GIRO VELOCE: il 16’ di Clay Regazzoni (Ferrari 312T) in 1’20”9 media 209,993 km/h.


CLASSIFICA MONDIALE: Lauda 47 punti, Fittipaldi 33, Hunt e Reutemann 25.

CLASSIFICA COSTRUTTORI: Ferrari 50 punti, Brabham 42, McLaren 39,5, Hesketh 25.
Remember:

Cheap and fast is not reliable
Cheap and reliable is not fast
Fast and reliable is not cheap
Avatar utente
KentoStraker
Settantiano top
Settantiano top
Messaggi: 380
Iscritto il: mer 3 giu 2015, 12:26
Località: Nurburgring 23KM Nordschleife

Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da KentoStraker »

Gara incredibile per le condizioni meteo, peccato per Regazzoni,Lauda,brambilla,Lombardi e Peterson 8-)

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine
Base Luna chiama SHADO, SHADO chiama comandante Straker
Er Fibbia: scusi lei sarà un pò sordomuto ma non si meraviglia che ho fatto il pieno con
l'acqua? Giraldi: no perchè io il pieno lo faccio de stronzi
Salvatemi dal Diesel e dalla Formula E
Rispondi