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Lauda, grave incidente al Nurburgring

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Insight
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Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Insight »

Il 1 agosto 1976, sul circuito del Nurburgring, in Germania, il campione del mondo di Formula 1 in carica, Niki Lauda, rimase vittima di un grave incidente...
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Durante la corsa, la Ferrari del pilota austriaco andò a sbattere contro il bordo della pista e rimbalzò in mezzo al tracciato incendiandosi. Lauda nell'urto violento perse il casco e rimase intrappolato nell'abitacolo per diversi minuti.
Altri piloti (tra i quali l'italiano Arturo Merzario) lo soccorsero estraendolo dalla vettura ancora in fiamme...
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Per alcuni giorni si temette per la vita di Niki Lauda, che riportò gravi ustioni al volto e respirò i fumi velenosi dentro l'abitacolo della Ferrari.
Il pilota riuscì a sopravvivere e tornò in pista, coraggiosamente, soltanto 42 giorni dopo, al Gran Premio d'Italia a Monza.

Ecco una ricostruzione, mediante dei disegni, di quel terribile incidente, che impressionò un po' tutti, anche i non appassionati delle corse automobilistiche...
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da AleImpe »

Quel incidente avvenne sulla Curva del Bergwerk (un curva poco significante del tracciato, il più difficile era il Karussel).
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Ximanth
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Ximanth »

...vissi giorni di angoscia. Lauda era il mio idolo. Non potevo pensare che morisse così. Perché accadde? Mah... credo perché dovesse accadere e basta. Tante, troppe cause (asfalto viscido, gomme "fredde", nervosismo pazzesco all'interno del team, etc) per trovare un solo colpevole, anche se appare evidente l'errore del pilota... comunque, quando tornò in pista dopo solo 42 giorni, con il sangue che bagnava il sottocasco, beh... se prima era il mio idolo, da quel momento divenne non so nemmeno io cosa... ;) :D
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Whiteshark
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Whiteshark »

AleImpe ha scritto:Quel incidente avvenne sulla Curva del Bergwerk (un curva poco significante del tracciato, il più difficile era il Karussel).
Delle 172 curve della Nordschleife, il Bergwerk era certo una delle più abbordabili, ma anche il Karussell non veniva mai citato dai grandi maestri della meravigliosa pista tedesca come una sfida. Leggendo le interviste a Stewart, Surtees ed altri piloti dell'epoca, e dopo essermi rifatto 4 o 5 tornate col GPL, posso scrivere che i punti più critici del tracciato erano Aremberg, Adenauer Forst (per me il punto più difficile perchè è una chicane naturale che arriva dopo la picchiata del Fuchsrohre e la successiva risalita da vertigine, quindi senza riferimenti di frenata), ed il Pflanzgarten, teatro del bruttissimo incidente a Mike Hailwood nel 1974 che di fatto segnò la fine della carriera del pilota inglese in Formula 1.
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Insight »

Sei una specie di enciclopedia vivente dell'automobilismo sportivo, Whiteshark, lascia che ti esprima tutta la mia ammirazione :)

P.S. E' vero che nei punti più veloci e difficili, i battiti cardiaci dei piloti possono arrivare a 200 al minuto?
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Whiteshark
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Whiteshark »

Insight ha scritto:Sei una specie di enciclopedia vivente dell'automobilismo sportivo, Whiteshark, lascia che ti esprima tutta la mia ammirazione :)

P.S. E' vero che nei punti più veloci e difficili, i battiti cardiaci dei piloti possono arrivare a 200 al minuto?
Ti ringrazio degli immeritati complimenti. La sola produzione di cui andavo veramente fiero era la cronostoria della stagione 1976 (chiedi alla settantiana Ximanth, ci si poteva fare un libro), ma purtroppo è andata perduta.

Venendo alle pulsazioni, credo sia possibilissimo. Quando con GPL, seduto in poltrona, provai a fare l'esperimento col mio cardio frequenzimetro arrivai a 144, per cui mi immagino dal vero :lol: . Per la cronaca, la pista che mi fece andare oltre le 150 non fu il Ring ma Rouen Les-Essarts, quando, in una competizione online, superai un avversario alla virage del nuovo mondo per prendere il comando della gara. A puro scopo informativo, ruppi il motore a 4 giri dalla fine mentre ero in testa, dopo avergli chiesto troppo per resistere al ritorno di un avversario...... em_buu
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Whiteshark »

I RETROSCENA:

La Formula 1 1976 rende visita per l'ultima volta alla Nordschleife dal 30 Luglio al 1 Agosto 1976, decima prova delle 16 sulle quali è articolato il campionato. Campionato che vede in classifica Lauda largamente in testa con 58 punti, davanti ad Hunt con 35 e Scheckter con 28 (non dimentichiamoci che al momento Hunt ha ancora i 9 punti del GP Inghilterra, dal quale sarà escluso solo dopo il GP. Italia).

Se a livello aritmetico la situazione pare ampiamente sotto controllo, ben diversa è la situazione psicologica tra i due grandi avversari della stagione: mentre il biondo inglese arriva da due vittorie consecutive che hanno messo le ali ai piedi suoi e del Team dopo la pessima parte centrale di stagione (contraddistinta anche da episodi di plateale scorrettezza come in Belgio ed a Montecarlo), l'austriaco arriva sulla pista che più odia nella peggiore condizione possibile: innanzitutto, dopo l'inizio di stagione da rullo compressore, con vittorie a grappoli, la 312 T2, sembra aver perso quel vantaggio che aveva palesato in modo netto fino al GP. Montecarlo. Certo il nuovo step delle gomme Goodyear si è mostrato assai più adatto alla McLaren che alle rosse di Maranello (ma se si valutano le prestazioni di Hunt rispetto a quelle del compagno Mass appare evidente che il bellissimo britannico ha nel piede almeno un secondo), ma la vettura sembra essere già arrivata al limite con lo sviluppo. Secondo, il clima nel Team italiano è pesantissimo, ed i giorni in cui l'asse Montezemolo-Lauda (a danno di Regazzoni) riusciva, con la forza dei risultati e del potere del ds, ad indirizzare la squadra nella direzione giusta sono un lontano ricordo. Daniele Audetto, subentrato al Cordero rientrato in orbita FIAT, sembra (non si sa se per sua idea o se imbeccato da qualcuno nds) avere come prima missione quella di far vedere al mondo che la Ferrari vince perchè è …. la Ferrari, e non perchè c'è quello che, globalmente (nel senso di somma di qualità), è il miglior pilota del mondo in questo momento. Emblematici i silenzi con sorrisetto alle domande dopo Long Beach se le macchine sono state scambiate, o l'isteria post Anderstorp quando Lauda, dopo cinque vittorie ed un secondo posto in sei gare, è arrivato “solo” terzo (in quel momento a Lauda era ancora attribuita la vittoria in Spagna).

Terzo fattore di disturbo, Lauda è stato protagonista, fino alla settimana precedente, di un tentativo di boicottaggio del gran premio sulla pista tedesca, tracciato che a suo dire non offre più gli standard minimi di sicurezza richiesti dalle prestazioni sempre crescenti delle vetture. Il tentativo di mobilitazione generale tentato dall'austriaco si risolto in un nulla di fatto, tra risolini degli organizzatori, scrollate di spalle dei piloti e prese di posizione della stampa (il compianto Sabbatini in testa) con commenti che suonano più o meno come “Lauda fa il duro sulle piste facili e sicure, ma quando bisogna tirare fuori gli attributi su una pista “vera” ha paura !” (dimenticando forse che l'austriaco è stato l'unico ad abbattere il muro dei 7 minuti sulla Nordschleife).

Ultimo, ma non meno importante, motivo di tensione: la settimana precedente Lauda ha prolungato il contratto che lo lega alla Ferrari. Ma come già scritto dal sottoscritto su altro topic in altro forum, la trattativa non né certo stata condotta all'insegna del gentlemen's agreement tra un pilota che in due anni e mezzo e 38 gran premi ha raccolto un mondiale piloti ed uno costruttori, 12 vittorie, 21 pole positions, sviluppato quella meraviglia che è stata la 312T e la scuderia che gli ha permesso di mettere in mostra le sue grandi doti.

Sono invece volati gli stracci, come ben traspare da questo breve stralcio del libro “Protokoll”:

Contrariamente a una prassi pluriennale della Ferrari, già a metà stagione si era pensato di rinnovare il mio contratto per premunirsi contro eventuali sorprese; normalmente Ferrari si era sempre attenuto al costume di lasciare che i suoi piloti si dessero da fare finchè, altrove, non vi fosse più un posto disponibile. In questo modo il vecchio teneva bassi i prezzi e si considerava un tattico astuto.
Ma nel 1976 il Commendatore era stato preso dall’assillo di fare al più presto patti chiari con me.

Sono a tavola con il Vecchio e suo figlio, Piero Lardi, nella saletta posteriore del ristorante Cavallino, di fronte alla fabbrica di Maranello. Il mio italiano è già accettabile ma in occasione di queste negoziazioni Lardi fa sempre la parte dell’interprete italiano-inglese.
Il Vecchio avrebbe voluto che rimanessi anche nel 1977, avevo qualche richiesta?
Come secondo pilota mi sarebbe piaciuto avere ancora Regazzoni. Questo sarà difficile, dirà il Vecchio, perchè lo licenzierò. Continuiamo a parlare di questo e di quello ma resto sempre del parere che sarei molto felice se Regazzoni rimanesse.

A un tratto mi chiede come la penso dal punto di vista dei quattrini. Quanto voglio? Gli indico una cifra in scellini, tot milioni di scellini. Non dice una parola, si alza, va al telefono, chiama il contabile Della Casa e gli chiede: quanto fanno tot milioni di scellini? Attende la risposta, depone il ricevitore, ritorna, mi si siede di fronte, calmissimo. POI SI METTE A STREPITARE, come non mi era mai accaduto di vedere, grida come se stessero scannandolo: una sfacciataggine, una porcheria, come mi permetto, sono forse impazzito, è inutile continuare a parlare, che ognuno se ne vada per la sua strada e, quando sta prendendo fiato, Piero traduce rapidamente la sua ultima imprecazione. In queste trattative un interprete è uno strumento molto utile, perchè gli anatemi diventano un pochino più astratti.

Prego Piero di tradurgli che se ciascuno se ne deve andare per la propria strada tanto vale che prenda l’aereo e torni a casa; ma Piero dice che devo starmene a sedere e continuiamo a parlare di questo e di quello finchè dico che Ferrari deve fare una controfferta. No, dice il Vecchio, non può fare alcuna controfferta perchè vuole che i suoi piloti siano contenti e la sua controfferta non mi farebbe felice. Va bene, dico, allora posso tornarmene a casa perchè lui non accetta la mia proposta e non vuole fare controfferte, non vi è possibilità di intendersi.

Finalmente fa la sua controfferta, un buon quarto in meno di quanto ho chiesto, espressa in lire. Mi viene una rabbia folle e dico a Piero di riferirgli che il suo direttore di scuderia mi ha già offerto un paio di milioni in più, vuole forse prendermi in giro? La mia rabbia è sincera, non ho più alcun rispetto, perchè siamo partner alla pari: lui vuole comprare le mie prestazioni e queste hanno un determinato prezzo.

Ma è vera questa storia con Audetto? grida il Vecchio. Certo, dico io, chiamatelo. Fa chiamare Audetto, gli chiede se l’importo menzionato è esatto. Sì, dice Audetto, gli ho proposto tot: allora Ferrari mi dice OK, se un pazzo dei miei dipendenti ha offerto tanto, allora devo acconsentire; ad Audetto dice che ne parleranno più tardi e lo congeda. Ma questa è la mia ultima offerta, urla nella mia direzione come un toro ferito a morte.
Do prova di buona volontà, gli vado incontro di un tanto percento, con perfetta calma. Allora si calma anche lui e dice che sono uno svergognato, un pazzoide, ma ora basta, abbiamo esagerato, colpa dei suoi nervi, voglio forse farlo morire? Al che dico a Piero: traduci, digli che senza di me la Ferrari non sarebbe mai diventata campione del mondo. Piero: questo non posso tradurlo, non lo faccio. Gli dico di non fare il pusillanime, deve dirlo con calma, ma alla svelta; Piero si fa coraggio e traduce arrossendo. Al che il Vecchio ricomincia a sbraitare, andiamo avanti per un’altra ora, finchè mi chiede nuovamente quali son le mie pretese; io rilancio con un altro quattro percento in meno, la mia ultima offerta. Allora mi dice: “OKAY, EBREO” -  ma questo può dirlo, è compreso nel prezzo.

Da quell’istante si trasforma in una persona seducente e cortese, in un affascinante vecchio signore, nel più cordiale interlocutore che ci si possa immaginare.”

Con questo stato d'animo da roccaforte accerchiata dal Team, dagli altri piloti, dai media, Lauda si prepara a correre per difendere la sua leadership sulla pista che più detesta.
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Insight »

Mi hai svelato un mondo che non conoscevo: le competizioni on line... A quanto ho capito, simulando i circuiti veri... Molto interessante.

Mi spiace per i tuoi scritti perduti... Ma che ci vuoi fare, è andata così... Puoi sempre ricominciare :)

Quanto ai retroscena del Nurburgring... Mi dispiace molto per la battuta razzista di Enzo Ferrari, mentre di Lauda sapevo già che era uno profondamente attaccato al denaro, anche per questo sono riuscito ad apprezzarlo solo come pilota non come uomo...
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Ximanth
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da Ximanth »

Grazie per il tuo straordinario lavoro di ricostruzione di quei bollenti giorni pre-Ring, caro Whiteshark. Come ebbi modo di scrivere, percepivo, prima di quel 1 agosto, che stava per accadere qualcosa di brutto in Ferrari, a Lauda in particolare. Forse perché più di un'indiscrezione era filtrata sulla stampa quanto all'ambiente a Maranello e dintorni e Lauda appariva estremamente nervoso nel periodo immediatamente precedente quel weekend. Lo sentivo "a pelle" che le cose non andavano per il verso giusto, e da tempo. I fatti confermarono la mia sensazione, anche perché tuttora sono convinta che buona parte delle cause dell'incidente al Bergwerk siano da attribuire proprio al pilota, il che - considerando come guidava di solito - poteva suonare strano... non una sbavatura o quasi, il "Computer", fino a quella curva...
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Re: Lauda, grave incidente al Nurburgring

Messaggio da queen_of_chinatown »

I truccatori del film "Rush" sono stati bravissimi a riprodurre sulla pelle di Daniel Bruhl le cicatrici tali e quali; proprio vero che nel cinema è importante anche chi lavora dietro le quinte ;)
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