In caso di errore durante il login ("Il form inviato non è valido"), dovete cancellare tutti i dati del forum dalle impostazioni del vostro browser (cookies, dati, cache). Provate anche prima il "cancella cookie" che trovate in basso in tutte le pagine del forum (icona cestino se siete in visualizzazione mobile) e poi a cancellare dalle opzioni del browser. Chiudete le schede e riavviate. Se ancora non riuscite, non avete cancellato tutto (fate una prova da altro browser o dispositivo, vedrete che funziona).

Manuale di conversazione

Opere ed autori
Rispondi
Avatar utente
Insight
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 7630
Iscritto il: lun 4 nov 2013, 17:20

Manuale di conversazione

Messaggio da Insight »

Ultimi scampoli d’estate…Ecco un libro utile per vincere la malinconia del settembre e forse anche le più cupe tristezze, e quel senso di vuoto e di sgomento che ci assale in questi giorni, quando leggiamo i giornali o accendiamo la radio o la tv…
Risalente al lontano 1973, il Manuale di conversazione è sempre godibilissimo, amabile, direi proprio che si tratta di un libro senza tempo, alla pari dei più intramontabili classici. Scritto dal grande umorista italiano Achille Campanile, è una delle sue ultime opere.
Immagine
E’ un libro suddiviso in quarantotto brevi racconti, per la maggior parte assolutamente comici: di quella comicità paradossale e imprevedibile della quale Campanile è stato il maestro. Un umorismo estroso e bizzarro, spesso fondato sull’equivoco linguistico, ma anche sulle nostre paure, manie e frustrazioni. Non mancano, tuttavia, i racconti “dolce amari”, che pongono il lettore dinanzi all’assurdo che talvolta la vita ci riserva.
___________________________
Il racconto di apertura, che dà il titolo alla raccolta, è tutto costruito sul nonsense dei dialoghi inventati che spesso si trovano nei manuali di conversazione per stranieri. Sono libretti utilissimi per imparare la lingua, per carità, ma se ci si sofferma sul senso logico o anche se si fa semplicemente appello al buon senso, leggendo quei dialoghi esemplificativi c’è da uscirne pazzi. Ecco alcuni esempi.

Da una piccola grammatica di lingua inglese:

Portaste il binocolo?”.
No, ma portai il vostro ventaglio”.

Commento del narratore: col che si imparano parecchi vocaboli, non c’è dubbio. Ma non è chi non veda un ventaglio esser tutt’altra cosa che un binocolo. Non c’è niente in comune fra i due oggetti. Come è possibile parlare di ventaglio a chi vi chiede notizie del binocolo?


Un altro esempio, sempre da un manuale di grammatica tascabile per stranieri di lingua inglese:

Mamma, comperasti la tovaglia?”.
No, ma comprai il rasoio per tuo fratello”.

Commento del narratore: una famiglia di pazzi, evidentemente. Pazza la madre, che forse immagina si possa apparecchiare la tavola col rasoio; e pazza la figlia, che dal manuale non risulta essersi minimamente turbata alle parole inconsulte della vecchia insensata…

Ancora:

Vedesti il mio allacciabottoni?”.
No, ma vidi il vostro colletto a polsini”.

Commento del narratore: come rispondereste a uno che vi parla di colletto a polsini, quando voi gli domandate notizie dell’allacciabottoni? E’ evidente: o sei un imbecille, o vuoi prendermi in giro. Come ti viene in mente di rispondermi così?

Altro esempio, dedicato alle parentele:

Eravate con vostro padre?”.
No, ero con l’amico di mio padre, ma le mie sorelle erano con vostra madre; siamo stati a vedere la cattedrale”.

Commento del narratore: bella brigata di cretini, davvero. Tra l’altro c’è da scommettere che ognuno non capiva chi fossero gli altri, quanto a parentela reciproca, durante questa famosa visita alla cattedrale.

E così, un giorno, al narratore del racconto, mentre si trova in un Paese straniero, viene in mente di rispondere a una domanda di un passante esprimendosi sulla base dei dialoghetti imparati nei manuali di conversazione:

Domanda del passante: “Sapreste dirmi dov’è la tale strada?”.
Risposta del narratore: “No, ma so dirvi l’età del cugino di vostro padre”.

E trovandosi un’altra volta con un gruppo di amici, in visita dentro una cattedrale gotica del Nord-Europa, egli rimane coinvolto in questo dialogo:

Chi è quello?”.
E’ l’amico di vostro padre, e io sono la madre di un tale che non c’è, perché io sto con le vostre sorelle”.
E che rapporto di parentela c’è fra voi e l’amico di mio padre?”.
Egli è l’amico del padre delle ragazze che stanno con me e che sono vostre sorelle, mentre voi siete l’amico di mio figlio”.
Ed io chi sono?”.
Voi siete il figlio dell’amico di quel signore e il fratello delle signorine che stanno con la madre di un altro vostro amico, che non è qui, e questa sarei io”.

Basta, basta, per carità, c’è da diventare pazzi….
____________________________

Nel racconto “Il bicchiere infrangibile”, una coppia di genitori, esasperata dal figlio di tre anni che vuole assolutamente bere dai bicchieri di vetro da dove bevono gli adulti e li rompe regolarmente, ricorre infine allo stratagemma del “bicchiere infrangibile”: un’idea geniale del padre, che cerca questo risolutivo oggetto, avendone sentito parlare, in lungo e in largo, e finalmente lo trova in vendita in un negozio e lo acquista. E’ un bicchiere che sembra proprio fatto di vetro ed è identico a quelli che compongono l’ultimo servizio comprato dalla coppia. Il miracoloso bicchiere può essere lanciato e scagliato per terra anche con violenza: non si scalfisce nemmeno.

Tutto procede a meraviglia e la coppia pare aver ritrovato la felicità: il bambino, dopo aver bevuto dal bicchiere infrangibile, lo scaraventa sul pavimento e nulla succede. Ma purtroppo un giorno, la donna di servizio, nel pulire i bicchieri, confonde quello infrangibile con gli altri. Come si fa ora per individuarlo e metterlo da parte? L’unico sistema è quello di sottoporre tutti i bicchieri alla “prova di resistenza”, nella speranza che capiti presto tra le mani quello infrangibile. Potete immaginarvi i risultati….
______________
Ne “La passeggiata” si parla invece di due fidanzati il cui rapporto è in crisi e che stanno per lasciarsi. A storia ormai conclusa, l’uomo, nel tentativo estremo di salvare la relazione e assalito dai sensi di colpa, durante un’ultima passeggiata in compagnia della donna, su una carrozza scoperta, trainata da un cavallo e guidata da un cocchiere, cerca di esprimere il suo rammarico, assumendosi completamente ogni torto e aprendo il proprio cuore. Ma ogni volta che egli giunge al dunque, dichiarando solennemente il suo amore alla fidanzata - che lo ascolta muta, inerme e con l’occhio ormai spento - le sue parole vengono disturbate dai rumori indecenti emessi dal cavallo, che evidentemente soffre di meteorismo. L’effetto, veramente esilarante per il lettore, è imbarazzante per la coppia e vanifica definitivamente ogni speranza di salvare il rapporto. Fa molto ridere, oltre la situazione in sé, anche la reazione dell’uomo, che rimane impassibile e fa finta di nulla nonostante i rumori siano molto forti e inequivocabili, e dentro di sé se la prende con il cocchiere perché “non chiede almeno scusa per il cavallo”...
____________________
Una giovane dattilografa, molto distratta, è invece la protagonista del racconto “La mestozia”, tutto basato su equivoci di ortografia. La ragazza lavora per uno scrittore che le detta i suoi racconti e che lei deve battere a macchina. Essa commette sempre degli errori di battitura, che finiscono con lo stravolgere il senso dello scritto e creando equivoci talvolta imbarazzanti. Per esempio, un bandito protagonista di un racconto, anziché tornare nel proprio nascondiglio completamente “inzaccherato”, dopo aver commesso una delle sue malefatte, che lo ha visto azzuffarsi ferocemente fino a rotolare nel fango, se ne torna tutto “inzuccherato”; oppure, in un altro scritto battuto a macchina sotto dettatura dalla ragazza, si legge che “al mare ci sono gare automobilistiche e natiche”, anziché “nautiche”…

Licenziata dallo scrittore, la dattilografa viene assunta da un collega e amico del suo precedente datore di lavoro, che invece riesce incredibilmente a sfruttare a proprio vantaggio le sue disattenzioni. Infatti, il primo racconto dettato alla dattilografa, che avrebbe dovuto intitolarsi “La caduta di un regno”, viene dato alle stampe senza correzioni con il titolo “La caduta di un ragno” e riscuote un enorme successo, sia di pubblico che di critica. Con un colpo di genio, lo scrittore ha sostituito in tutto il manoscritto la parola “regno” con “ragno”: così, nel racconto, ambientato nel tardo Medioevo, si legge di questo “ragno”, che stava solido sulle sue basi, e delle congiure ordite dai dignitari per farlo cadere. Il ragno viene colpito alla base. Il ragno vacilla. Infine, il ragno crolla. La critica trova nel racconto delle allusioni satiriche, dei significati simbolici, e il pubblico si diverte un mondo.

A partire da quel primo successo letterario, ne giungono poi altri, la cui buona riuscita è interamente dovuta agli errori di battitura della dattilografa, opportunamente non corretti dallo scrittore. In un intero romanzo, che diviene rapidamente un best seller, si parla di “cozze felici” anziché di “nozze felici”. In un altro racconto, una “briciola d’amore” viene trasformata in una “braciola d’amore”; in un altro ancora, un viso dalla “dolce mestizia”, diventa di “dolce mestozia”…

Il successo arride allo scrittore, finché la ragazza non decide di mettersi a studiare seriamente la dattilografia e non commette più errori…
__________________
E’ ancora il paradosso linguistico ad animare lo stupendo racconto intitolato “La rivolta delle sette”. Vi si narra, con effetti esilaranti, di una sommossa ordita da alcuni fantomatici congiurati facenti parte di un’associazione segreta ( o “setta”).
I congiurati facevano parte di una delle sette sette (plurale di “setta”) che complottavano contro il governo.

L’appuntamento per iniziare la sommossa era stato fissato in realtà alle sei, ma siccome qualcuno aveva messo in giro la voce di una rivolta delle “sette”, riferendosi in realtà al plurale di “setta”, si era diffuso l’equivoco che la rivolta sarebbe scoppiata alle sette…

Proprio per l’equivoco sull’ora, la sommossa fallì. Ma per riferirsi a quell’avvenimento, ancora oggi c’è chi parla della “rivolta delle sette delle sette”; oppure, chi vuole sottolineare che le sette erano sette, parla di “rivolta delle sette sette delle sette”...

Senonché, studiando bene il caso, si scopre che anche i congiurati erano sette. Così, a ben vedere, abbiamo “la rivolta dei sette delle sette sette delle sette”.
In quello stesso giorno, poi, vi furono dei controrivoluzionari che, per fermare la rivolta, fissarono anch’essi alle sette una controrivolta: abbiamo così “la rivolta degli antisette”, detta anche “rivolta delle sette degli antisette contro la rivolta dei sette delle sette sette delle sette”…

I controrivoluzionari, in attesa che scoppiasse l’insurrezione (che poi non scoppiò), giocavano a tressette. I loro giochi passarono alla storia come “i tressette della rivolta antisette delle sette, contro quella dei sette delle sette sette delle sette”…

Secondo un curioso aneddoto, infine, uno dei controrivoltosi, giocando a tressette, si fece “un sette ai pantaloni”: e questo occorre chiamarlo “il sette del tressette d’uno dei sette della rivolta antisette delle sette contro quella dei sette delle sette sette delle sette”…
***
Ci sono tanti altri bellissimi racconti nella raccolta, ma, soffermandomi su questi cinque, credo di aver reso abbastanza l’idea, se non altro della parte più comica del libro. In realtà, riassumere i racconti di Campanile non rende l’effetto dirompente che essi producono nella lettura diretta. I racconti del Manuale vanno letti tutti d’un fiato, assaporati, abbandonandosi ad essi senza difesa. Si riderà di gusto; qualche volta si sarà più indotti a riflettere e rimarrà anche un po’ di amarezza, ma non si resterà mai delusi.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
_____
Anni 80? No, grazie
lisa jean
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 1721
Iscritto il: sab 21 mar 2015, 16:23

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da lisa jean »

Come è divertente Campanile! Straordinario manipolatore di materiali verbali, era capace di esplorare tutte le possibilità della lingua, e, in questo, rivelava, oltre che arguzia e gusto del paradosso, profondità di pensiero. Davvero condivisibili le considerazioni del primo racconto (quello sui manuali di conversazione) ed esilaranti tutti gli altri. Ricordo un racconto molto divertente ("La quercia del Tasso") che ricorda un po' quello della congiura delle sette (con equivoci a go-go sul poeta e la pianta omonima): sono entrambi della stessa raccolta? La mia scoperta di questo scrittore risale agli anni Settanta: nell'antologia delle medie c'erano alcuni suoi racconti ( tra i quali, ricordo "La lettera di Ramesse"); inoltre, in quegli anni (all'incirca, '79-'80), la Rai passò "Ma cos'è quest'amore?", con un giovane Benigni. Ricordo che ne parlammo a scuola e lo volli leggere. Anni fa, poi, lessi anche "Il povero Piero". Davvero letture adatte per tirarsi su nei momenti grigi!
Avatar utente
Insight
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 7630
Iscritto il: lun 4 nov 2013, 17:20

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da Insight »

Sì, "La quercia del Tasso" è un altro splendido racconto del Manuale, giocato sull'equivoco tra i vari significati della parola "tasso" :)
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
_____
Anni 80? No, grazie
Avatar utente
galerius
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 4031
Iscritto il: lun 21 ott 2013, 12:40
Località: Luserna San Giovanni - TO

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da galerius »

Straordinario scrittore, di grande eleganza stilistica e deliziosamente demodé, fra i miei preferiti di sempre ( e un 'bravo' a Insight per averlo ricordato :) ).

Il suo punto di forza non è tanto a mio parere il nonsense, l'assurdo - quale poteva essere rappresentato dal suo primo lavoro Ma che cos'è questo amore ?, una strada che però il Nostro nella narrativa abbandonerà presto, fortunatamente - quanto l'arzigogolo, lo spaccare il capello in quattro, il lavorio mentale che diventa rovello, i grandi e piccoli terrori borghesi, le 'spigolature' via via ingigantite sì da occupare completamente la scena...tutte 'futili' realtà quotidiane snobbate dagli Scrittori con la esse maiuscola e che Campanile sa invece trasformare in arte col suo stile cristallino, col suo tono di signorile serietà dall'effetto umoristico irresistibile ( e abbastanza unico nel panorama della nostra Letteratura, direi ).

Al Manuale ricordato così efficacemente da Insight seguirà a breve una raccolta, Gli asparagi e l'immortalità dell'anima, sulla stessa falsariga, con altri ottimi racconti.

Ci sono tanti brani divertentissimi, ed è difficile scegliere ; se dovessi limitarmi a un unico racconto questo sarebbe forse Il tacchino di Natale, che si inserisce in un sottogenere 'storico' dove fatti e aneddoti di epoche passate sono interpretati secondo i metodi del capello spaccato in quattro e della 'spigolatura' succitati.
Una raccolta di questi particolari pezzi esce sempre nel Decennio, col titolo Vite degli uomini illustri.
Ve la consiglio caldamente, inutile dirlo.
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
------------------------------------------
lisa jean
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 1721
Iscritto il: sab 21 mar 2015, 16:23

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da lisa jean »

galerius ha scritto:Straordinario scrittore, di grande eleganza stilistica e deliziosamente demodé, fra i miei preferiti di sempre ( e un 'bravo' a Insight per averlo ricordato :) ).
Sottoscrivo! em_ok2 Forse, oggi, è stato in gran parte dimenticato.
Ci sono tanti brani divertentissimi, ed è difficile scegliere
Verissimo, però mi è anche capitato di leggere una sua pagina (a meno che la memoria non mi giochi un brutto scherzo! :lol: ), piuttosto malinconica, dedicata all'ultima volta che si è giocato, da bambini: chi se la ricorda? Com'è che quella lì fu proprio l'ultima volta? Da quel momento, però, l'infanzia, chissà come, cessò, ed insieme ad essa, la spensieratezza. Io per prima non ricordo come andò, per me, eppure, vorrei proprio ricordare l'ultimo pomeriggio di gioco dell'infanzia.
Avatar utente
barbatrucco
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 4450
Iscritto il: sab 28 set 2013, 16:32
Località: basso lazio

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da barbatrucco »

lisa jean ha scritto:
galerius ha scritto:Straordinario scrittore, di grande eleganza stilistica e deliziosamente demodé, fra i miei preferiti di sempre ( e un 'bravo' a Insight per averlo ricordato :) ).
Sottoscrivo! em_ok2 Forse, oggi, è stato in gran parte dimenticato.
Riquoto! In particolare, credo l'Imperatore abbia riassunto con un gran dono della sintesi le caratteristiche essenziali di Achille Campanile letto oggi, e condivido la sua più approfondita analisi:
galerius ha scritto:Il suo punto di forza non è tanto a mio parere il nonsense, l'assurdo - quale poteva essere rappresentato dal suo primo lavoro Ma che cos'è questo amore ?, una strada che però il Nostro nella narrativa abbandonerà presto, fortunatamente - quanto l'arzigogolo, lo spaccare il capello in quattro, il lavorio mentale che diventa rovello, i grandi e piccoli terrori borghesi, le 'spigolature' via via ingigantite sì da occupare completamente la scena...tutte 'futili' realtà quotidiane snobbate dagli Scrittori con la esse maiuscola e che Campanile sa invece trasformare in arte col suo stile cristallino, col suo tono di signorile serietà dall'effetto umoristico irresistibile (e abbastanza unico nel panorama della nostra Letteratura, direi).
Resta di stucco, è un barbatrucco!
Avatar utente
galerius
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 4031
Iscritto il: lun 21 ott 2013, 12:40
Località: Luserna San Giovanni - TO

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da galerius »

Troppo buono, senator Barbate em_redface

E' verissimo anche quel che fa notare Lisa, comunque ; spesso fanno capolino toni molto malinconici, che ti colpiscono in modo inatteso, sia che siano brevi o brevissimi ( a volte si risolvono in una sola frase ) sia che costituiscano la materia di un racconto. Ne rammento uno - che ora a memoria non so se faccia parte di questa raccolta o de "Gli Asparagi..." - dedicato a un casellante denunciato per aver preso un po' di carbone per la sua famiglia, poi rimasto senza lavoro...era una cosa davvero triste a leggersi, e che rivelava un altro aspetto apprezzabile di Campanile, cioè il rispetto e la solidarietà verso le persone di umile condizione e senza santi in cielo.
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
------------------------------------------
Avatar utente
Insight
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 7630
Iscritto il: lun 4 nov 2013, 17:20

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da Insight »

Sì, il racconto si trova nel Manuale e si intitola La vita è un sogno. Vi sono anche altri racconti tra il dolce e l'amaro o decisamente malinconici. Uno che mi ha sempre colpito è "Solo per l'eternità. E bestia", parla di un uomo appena morto che si trova nell'aldilà e viene messo di fronte agli errori che ha commesso durante la sua vita...E ormai non può più porvi rimedio e non gli rimane che accettare la propria condanna...Tra l'altro non si tratta di misfatti atroci, eh... Ma di semplici meschinità, egoismi che hanno fatto soffrire altre persone... Peccati che magari la vita con le sue trappole e combinazioni ti porta a commettere... Si prova un senso di ingiustizia per quell'uomo perché in fondo non era cattivo, solo che in certe occasioni ha pensato un po' troppo a se stesso, senza curarsi degli altri... Così ti trovi subito a pensare: accipicchia magari anch'io chissà quante ne ho combinate, chissà quante persone ho fatto soffrire perché ho pensato troppo a me stesso...Almeno per me fin dalla prima volta che l'ho letto è stato così.

Mi sembra un ottimo spunto quello offerto da Lisa: l'ultima volta in cui abbiamo giocato da bambini... Chissà quand'è stato, anch'io non riesco poprio a ricordarlo e mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi avvisasse quella volta :) Non ricordo però di aver letto questo racconto, sarebbe bello rintracciarlo.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
_____
Anni 80? No, grazie
lisa jean
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 1721
Iscritto il: sab 21 mar 2015, 16:23

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da lisa jean »

Eureka! La memoria non mi ingannava: lo trovi qui
http://genitron.ilbello.com/narrativa/a ... nei-prati/
Avatar utente
galerius
Settantiano VIP
Settantiano VIP
Messaggi: 4031
Iscritto il: lun 21 ott 2013, 12:40
Località: Luserna San Giovanni - TO

Re: Manuale di conversazione

Messaggio da galerius »

Ottimo, grazie Lisa ! em_ok2
Fra l'altro quel volume ce l'ho, in edizione originale ; ma ricordo solo pochi passaggi qua e là. Questo, per esempio, non lo ricordavo.

Altra caratteristica di Campanile è che ognuno può trovarci qualcosa di suo ; e anche questo contribuisce a renderlo un classico.
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
------------------------------------------
Rispondi