(Dello stesso Autore vedi in questa sezione: La stanza del Vescovo, Una spina nel cuore e Il cappotto di astrakan).
Al centro della vicenda, che si svolge in una cittadina di provincia dell’alta Lombardia, c’è la signora Giulia, ricca e affascinante moglie dell’avvocato Esengrini (il miglior penalista di tutta la provincia), che un giorno misteriosamente scompare.
La signora Giulia, ormai da diversi mesi, ogni giovedì pomeriggio prende il treno per Milano delle ore 14.30 e va a trovare la figlia che studia in un collegio dalle suore. Alle ore 19.30 ritorna a casa, nella lussuosa villa (che appartiene esclusivamente a lei), dove abita insieme al marito. Un giovedì, però, e siamo verso la fine di maggio del 1955, la signora Giulia non rincasa. L’avvocato Esengrini, sospettando la fuga con conseguente abbandono del tetto coniugale, avvisa le autorità.
A occuparsi del caso è il Commissario Corrado Sciancalepre: una figura buffa, quasi una macchietta, ma Chiara ne fa l’eroe del romanzo. Nato e cresciuto a Palermo, Sciancalepre ha iniziato la sua carriera a Napoli e ormai da diversi anni è stato trasferito in Lombardia. Siccome ha una capacità innata di assuefarsi in poco tempo ai dialetti, ama esprimersi alternativamente in napoletano o in lombardo, imitando perfettamente le rispettive cadenze. Dotato inoltre di un fiuto incredibile per acciuffare i criminali, il Commissario è ormai vicino a una meritatissima promozione, avendo peraltro passato i quarant’anni. Nella sua carriera ha risolto brillantemente casi complicatissimi. Riuscirà ora a far luce su questa misteriosa vicenda, che immediatamente appassiona la ricca e annoiata borghesia della tranquilla cittadina lombarda?
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Anzitutto, dove andava veramente ogni giovedì pomeriggio la signora Giulia? Si incontrava davvero con la figlia e soltanto con essa? Su questo è lo stesso avvocato Esengrini ad avere più di qualche dubbio. Da tempo, ormai, il rapporto tra lui e sua moglie era entrato in forte crisi, al punto che dormivano separati. Pare che la differenza di età fra i due avesse cominciato a farsi sentire: lui sessant’anni, lei trentotto. Un giovedì il furbo avvocato l’aveva fatta pedinare e aveva scoperto che la visita al collegio non era durata più di mezz’ora: dopodiché la signora Giulia si era incontrata in una pasticceria con un certo ingegner Fumagalli ed era rimasta per più di un’ora in sua compagnia, a bere un caffè, a mangiare pasticcini e a discorrere amabilmente. Infine era salita su un taxi che l’aveva sbarcata in viale Premuda: e qui, purtroppo, il pedinatore aveva perso le sue tracce…Il Commissario Sciancalepre, raccolte tutte le informazioni, si frega le mani: non gli era mai capitato un caso così facile, praticamente già risolto dall’avvocato Esengrini: non gli resta che andare a Milano dall’ingegner Fumagalli, farsi portare dalla signora Giulia o magari sorprendere insieme i due amanti e consegnare ad entrambi la querela preparata dall’avvocato. E così, infatti, il Commissario fa, mettendosi di buona lena in viaggio per Milano.
Dopo un breve colloquio con l’ingegnere, il Commissario Sciancalepre, invece, capisce che questi non c’entra con la scomparsa della signora Giulia. Quell’incontro nella pasticceria, pur non essendo stato l’unico, era innocente e amichevole. Veramente, il Fumagalli non avrebbe disdegnato una relazione con la signora, ma era questa che, avendo dieci anni più di lui, lo considerava soltanto un ragazzo…
Il colloquio con l’ingegnere, tuttavia, non è stato inutile: questi infatti rivela al Commissario che la signora Giulia si incontrava ogni giovedì con un certo Luciano Barsanti, che abita in viale Premuda…
La pista giusta da seguire sembra essere quella che conduce al giovane Luciano Barsanti, fuggito misteriosamente a Roma da alcuni giorni e probabilmente poi raggiunto dalla signora Giulia, che è la sua amante. Convinto di essere a un passo dalla soluzione, il Commissario Sciancalepre scopre invece di aver preso un altro granchio: è vero che il Barsanti aveva avuto una relazione con la moglie dell’avvocato Esengrini, ma è altrettanto evidente, dopo un'incursione a Roma nell'appartamento del Barsanti stesso, che anche lui non c’entra con la scomparsa della signora Giulia…
Il caso, che sembrava così semplice, si rivela invece uno dei più difficili di tutta la carriera di Sciancalepre, al punto che dopo qualche mese egli è costretto a passare la pratica, a malincuore, all’Ufficio Persone Scomparse…
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Tre anni dopo arriva la clamorosa svolta: nel parco della villa, durante dei lavori di ampliamento e ristrutturazione, viene ritrovato il corpo della signora Giulia, nascosto dentro una botola chiusa da un tombino, a sua volta ricoperto dall’erba. La povera signora è morta per strangolamento o forse per annegamento dopo essere stata tramortita e rinchiusa nella botola che a poco a poco si è riempita d’acqua piovana…Ad ogni modo, non ci sono dubbi: la signora Giulia è stata uccisa. Ma da chi?
Il Commissario Sciancalepre torna ad indagare e, a poco a poco, dopo emozionanti colpi di scena, la cerchia dei sospettati si riduce a due: uno è lo stesso avvocato Esengrini e l’altro è il giardiniere della villa, nonché assistente di studio del medesimo avvocato e appassionato di casi giudiziari, Demetrio Foletti. Sia l’avvocato che il giardiniere-assistente avevano dei plausibili moventi, passionali e lucrativi, per uccidere la signora Giulia, della quale, peraltro, sono anche misteriosamente spariti i gioielli…
Purtroppo però le prove raccolte dal Commissario Sciancalepre possono essere logicamente rovesciate: sia la versione dei fatti raccontata dall’Esengrini che quella sostenuta dal Foletti funzionano perfettamente e specularmente, e ognuno inchioda abilmente l’altro durante un serrato confronto. Davvero un bel rompicapo per il Commissario e anche per il lettore: perché la grande particolarità di questo bellissimo, ironico e divertente giallo è che la soluzione, ahimè, non viene rivelata…