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La sposa americana

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Insight
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La sposa americana

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Romanzo di Mario Soldati, celebre sceneggiatore, regista, documentarista e scrittore, pubblicato nel 1977.

La storia di un ménage à trois: Edoardo, Edith e Anna. Un triangolo di amore, amicizia, passione e tradimento, fra un uomo e due donne: diverse, ma entrambe molto affascinanti…
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Edoardo Talucchi è un giovane docente universitario di letteratura, nato a Milano ma di origini piemontesi. Invaghito del mito letterario (e non solo) americano, non ancora trentenne, nell’autunno del 1960, ottiene con sua grande soddisfazione un incarico di docenza all’Università del Connecticut e parte per gli Stati Uniti.

Insegnamento a parte, la vita nella cittadina di Storrs, nel Connecticut, non ha molto da offrire: c’è però il vantaggio che New York dista solo tre ore di macchina e così, non appena può, nei fine settimana, Edoardo raggiunge la Grande Mela con la sua Wolkswagen un po’ scassata, comprata di seconda mano, che però assolve benissimo il suo compito.

E’ un tipo piuttosto solitario e riflessivo, non ama le compagnie rumorose e i divertimenti sfrenati. Gli piace di più osservare stando da solo, in disparte. Ammira la vita notturna e le follie della mitica metropoli, entra solitario nei bar, nei night club, nei locali con le sfavillanti insegne luminose, nei teatri e nelle enormi sale cinematografiche, per inebriarsi di tutte le cose che aveva sognato di vedere fin da ragazzino…

A Storrs, invece, nella tavola calda dove va ogni giorno a consumare un pasto veloce alla fine delle sue lezioni, Edoardo, nell’estate successiva al suo arrivo, nota una ragazza poco più che ventenne che lavora al banco e che, più che piacergli, lo incuriosisce per la sua aria sempre scontenta e arrabbiata….

Cerca di conoscerla, ma non è affatto facile, perché la ragazza gli risponde spesso in maniera sgarbata e assai di rado ride alle sue battute. Eppure c’è qualcosa in lei che lo attrae, forse il solo fatto di essere americana e con quell’aria sempre imbronciata…

In effetti aveva visto giusto. Edith (così si chiama la ragazza della tavola calda) ha un “caratterino”, ma non è affatto né antipatica né cattiva. Una sera di quell’inizio estate del 1961, come per un gioco del destino, Edoardo la incontra proprio a New York, durante una delle sue fughe settimanali dal grigiore della provincia americana. La vede per strada (e non è davvero facile incontrare una persona che si conosce nelle affollate vie di New York) in compagnia di un marinaio e il suo cuore gli dice di seguirla. I due, pedinati a loro insaputa dal professorino, entrano in una birreria…

Con stupore di Edoardo, è la stessa Edith che, avendolo riconosciuto dentro la birreria, lo chiama a sedersi insieme a lei e al marinaio che la accompagna. Il professorino scopre così, passando una serata piacevolissima, che la ragazza, quando non lavora in quella squallida tavola calda del Connecticut, è proprio un’altra persona: simpatica, espansiva e molto più carina di quanto non sembri quando indossa il grembiule e la cuffia da lavoro. E’ bionda, dalla pelle molto chiara, e di origine cecoslovacca (il suo cognome è Slàdek) e il marinaio che la accompagna non è il suo amante (come Edoardo in un primo momento temeva), ma suo fratello maggiore…
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Dopo quell’incontro fatidico a New York, inizia la relazione tra Edoardo ed Edith, prima di sola amicizia e poi di amore. Forse Edith non è proprio la “ragazza americana” che Edoardo aveva sognato fin da giovanissimo: è nata in America, ma i suoi genitori sono cecoslovacchi ed è più povera di lui; eppure a poco a poco riesce a conquistarlo, finché, circa due anni dopo, nella primavera del 1963, i due si sposano.

Il matrimonio viene celebrato in Italia. Anche Edith forse sperava qualcosa di diverso, sognava uno sposalizio a Milano, nella chiesa di San Fedele o Sant’Ambrogio, con lo strascico, i fiori d’arancio, le damigelle d’onore, l’accompagnamento dell’organo e di un tenore della Scala… Invece, è un matrimonio molto sobrio, celebrato nel Santuario di Oropa, dedicato alla Madonna Nera, in Piemonte, con pochissimi invitati. Se lei è povera, anche Edoardo non è certamente ricco…

Proprio durante il matrimonio, pochi istanti prima che Edoardo davanti all’altare pronunci il fatidico “sì”, arriva il secondo “colpo del destino” per il giovane professore: voltandosi verso lo sparuto gruppo degli invitati, per la prima volta egli vede Anna, giunta in ritardo dentro il Santuario. Si tratta della grande amica di Edith, della quale Edith stessa gli aveva parlato tante volte, dicendone tutto il bene possibile: che era bellissima, intelligente, piena di charme, ecc., arrivando quasi a infastidirlo per questo suo continuo parlare di lei…

In quell’istante, quando i due sguardi per la prima volta si incrociano, Edoardo capisce che Edith aveva perfettamente ragione a decantare le qualità della sua amica: gli basta quell’incontro con gli occhi per saperlo, è un vero e proprio “colpo di fulmine”. Anna è alta, bruna, dalla pelle lievemente scura, molto formosa. Indossa un bolero di visone, un grande cappello marrone e una veletta beige davanti al viso. Il professorino rimane folgorato davanti all’altare, sentendosi attraversare da un palpito di sensualità struggente, che purtroppo non è provocato da quella che sta per diventare sua moglie…

E proprio mentre in preda al turbamento interiore si rigira verso il sacerdote e pronuncia il “sì”, allo stesso tempo lo sposo capisce e sente che l’incontro con Anna cambierà la sua vita…in male, purtroppo.
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Ma chi è questa Anna Russo, che turba in maniera così devastante il povero Edoardo Talucchi? Anzitutto è la migliore amica di Edith: sono cresciute insieme, sono state compagne di giochi e di scuola alle elementari e alle medie e anche vicine di casa…

E’ una italoamericana, i cui genitori sono immigrati dalla Sicilia. Fa la ballerina, gira tra gli Stati Uniti e il Sud America, ingaggiata di volta in volta da diverse compagnie teatrali: vorrebbe sfondare, arrivare a Broadway, ma non è stata ancora baciata dal successo (in realtà non lo sarà mai). Oltre ad essere la migliore amica di Edith, poche settimane prima del fatale incontro nel Santuario di Oropa, è diventata anche sua cognata, avendo sposato il fratello di lei, Vaclav, il marinaio con il quale Edith si accompagnava quella famosa sera a New York…

E siccome Vaclav e Anna non hanno nemmeno fatto in tempo a fare il viaggio di nozze, quale migliore occasione per farlo tutti insieme a Venezia?

Così le due coppie partono insieme per una strana luna di miele a quattro. Ma già durante il pranzo di nozze, Edoardo, rapito dal fascino irresistibile emanato da Anna, capisce che lei, nonostante sia a sua volta appena sposata col marinaio, è “ben disposta” nei suoi confronti…

Inizialmente, soltanto sguardi e sorrisi d’intesa, poi piccoli gesti di complicità, sempre più accentuata…Infine, il primo contatto, il primo fugace sfioramento di labbra, dentro l’albergo di Venezia, in un momento in cui Edoardo riesce finalmente a creare l’occasione per trovarsi da solo con lei…
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Ripartite per l’America, le due coppie si separano. Questa volta Edoardo e sua moglie non tornano nel Connecticut, ma vanno a stare in California, dove il professore in carriera ha ottenuto una docenza nella ben più prestigiosa Università di Berkeley. Anna, invece, parte per le sue tournée da ballerina e Vaclav ritorna alla sua vita da marinaio…

A dire il vero è una strana coppia quella di Vaclav e Anna: stanno pochissimo insieme; Edoardo si domanda se Anna ami veramente suo marito e se “il capitano” di cui Vaclav parla in continuazione sia soltanto un suo superiore…

I sospetti di Edoardo vengono poi confermati. Quello tra Anna è Vaclav è soltanto un matrimonio di facciata, dal momento che Vaclav è omosessuale e amante del capitano, col quale praticamente vive di nascosto… Anna non lo sapeva prima di sposarlo e lo scoprirà soltanto dopo, sorprendendolo insieme al suo compagno. E nemmeno Edith, la sorella, lo sapeva, altrimenti lo avrebbe detto alla sua amica.

Nel frattempo, dopo quel fugace contatto a Venezia, pur amando Edith, Edoardo non ha dimenticato Anna e un giorno, approfittando di un suo momentaneo rientro in Italia, sulla via del ritorno si ferma a New York e la va a trovare. E qui passa la sua prima notte bollente con lei…
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Passano i mesi e gli anni. Ogni tanto Anna, di ritorno dai suoi viaggi, si ferma in California e viene ospitata in casa dai coniugi. Allora, si riaccende la passione di Edoardo e ogni occasione è buona per dei contatti con Anna, brevi ma molto intensi, non appena i due si ritrovano anche per pochi minuti da soli, addirittura anche quando la moglie è sotto la doccia…

Edith, pur essendo piuttosto possessiva e gelosa, almeno in apparenza non sospetta del tradimento di suo marito con la sua migliore amica. Edoardo, da parte sua, si trova a vivere una situazione “complicata”. Da un lato sente che non potrebbe vivere senza Edith, dall’altro non riesce - e in fondo non vuole - nemmeno rinunciare alla passione trasgressiva e travolgente per Anna…

Allo stesso tempo, paradossalmente, è Edoardo stesso ad essere gelosissimo di Edith, non riuscendo a sopportare anche una sua semplice conoscenza maschile e arrivando persino a farle delle scenate, del tutto ingiustificate…

In diverse occasioni e specialmente verso la fine della storia, quando il rapporto fra Edith e Anna si incrina leggermente, Edoardo si domanda se sua moglie sappia dei tradimenti o quanto meno abbia dei sospetti: è questo un dubbio che rimane anche al lettore. Io comunque sono portato a ritenere probabile che Edith a un certo punto lo abbia scoperto o intuito, ma che per amore verso Edoardo e per amicizia nei confronti di Anna, abbia fatto finta di non sapere…

Un’altra possibilità, come talvolta succede nelle coppie, è che Edith non abbia “voluto vedere” per non soffrire…

Edoardo infine arriverà alla conclusione, forse un po’ troppo indulgente verso se stesso e un tantino maschilista, che Edith si sia accorta del tradimento, ma avendo allo stesso tempo sentito che lui la amava ugualmente e che il suo sentimento per lei era reale, pur avendone sofferto, ha potuto far finta di ignorare il tradimento stesso…

Non è infrequente, infatti, che i mariti pensino che il tradimento sia “naturale” e quasi “fisiologico” per il maschio e che l’amore, invece, sia un’altra cosa, da riservare alla moglie… Ecco, mi pare che, sotto sotto, anche se non lo dice mai espressamente, Edoardo la pensi proprio così…
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Ad ogni modo il finale è tragico e forse non poteva essere diversamente. Sono passati otto anni da quell’incontro con Edith a New York e sei dal matrimonio nel Santuario della Madonna Nera; siamo nel 1969, ora Edoardo è un professore trentaseienne, con la cittadinanza americana e per nulla intenzionato a tornare in Italia. Un giorno, proprio quando Anna è ospite da loro e manca un soffio a che Edith scopra tutto essendo rincasata prima del previsto, essa gli annuncia di aspettare un bambino…

Dovrebbe essere una notizia bella, invece qualcosa non va. Edith non sta bene e rivela a Edoardo di essere stata per una settimana ricoverata in clinica per degli accertamenti, mentre sia a lui che ad Anna aveva raccontato di essere partita per un viaggio di lavoro (in California, infatti, si è messa a studiare, è riuscita a diplomarsi in ragioneria e ha trovato un impiego in una banca).

Edoardo, che in quella settimana di assenza della moglie non ha fatto altro che tradirla ripetutamente usando anche il letto matrimoniale, ora, di fronte a quelle drammatiche rivelazioni, sente di amare intensamente la donna meravigliosa che ha sposato: lei e soltanto lei… E in fondo lo aveva sempre saputo!

Ma è troppo tardi. In poche settimane, le condizioni di Edith, aggredita dal male, si aggravano. Ricoverata nuovamente in clinica, essa muore a soli ventinove anni, portandosi via il bambino che ha in grembo, ancora troppo poco sviluppato per nascere.

E infine “muore”, in un certo senso, anche Edoardo, che si ritrova all’improvviso da solo e col cuore straziato. Anche Anna, verso la quale ora non prova più niente, si allontana per sempre da lui. Anna che poi è un’altra persona infelice, forse la più infelice dei tre, perché pur essendo molto bella, è sempre stata sola e sembra condannata a restarlo per sempre…

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Narrato in prima persona dal (piuttosto meschino) protagonista, con la tecnica del flashback, molto cinematografica, e con un linguaggio realistico, che mescola al buon italiano diverse frasi e vocaboli americani, questo romanzo di Soldati è davvero una bella lettura, che su un tema un po’ scontato e già visto parecchie volte, come quello del triangolo d’amore e tradimento, riesce a costruire una storia semplice e intensa, che non si dimentica facilmente.
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie
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