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Sillabario n. 1

Opere ed autori
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Insight
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Sillabario n. 1

Messaggio da Insight »

Goffredo Parise, un grande scrittore italiano del Novecento (ma anche sceneggiatore e reporter), nel 1972 raggruppò e pubblicò in una raccolta, alcuni brevi racconti già apparsi tra il ’71 e il ’72 sul Corriere della Sera, intitolata Sillabario n. 1. Questo volumetto era soltanto la prima parte di un’opera più ampia, che infatti proseguì e si concluse nel 1982 con la pubblicazione del Sillabario n. 2, che si aggiudicò quell’anno il premio Strega.

L’idea dell’Autore era quella di rappresentare, attraverso i racconti, i sentimenti umani dalla lettera A alla lettera Z. Per sua stessa ammissione, tuttavia, la poesia, che “va e viene, vive e muore quando vuole lei…” lo abbandonò quando arrivò alla lettera S. Per cui, il racconto che chiude l’intera opera si intitola Solitudine.
Ma, certamente, definire i Sillabari un’opera incompleta sarebbe davvero ingiusto, dal momento che ciascuno dei racconti è perfettamente compiuto in sé e per sé ed è come un piccolo romanzo.

Il Sillabario n. 1, del quale riferirò qui di seguito, comprende i racconti che vanno da Amore a Famiglia, passando per Affetto, Altri, Amicizia, Anima, Allegria, Antipatia, Bacio, Bambino, Bellezza, Bontà, Caccia, Carezza, Casa, Cinema, Cuore, Dolcezza, Donna, Estate, Età, Eleganza.
Anzitutto, definire questi scritti “racconti” è certamente il modo più semplice per descriverli, ma non esaustivo: sono, più precisamente, “poesie in forma di prosa”. Non superano mai le sei-sette pagine, si leggono in un soffio, regalano una ventata di leggerezza, ma allo stesso tempo toccano le corde più malinconiche…

I sentimenti umani sono precari, instabili…Proprio come la poesia, vanno e vengono, e attraversano la vita degli uomini come una leggera folata di vento. Molto spesso risulta addirittura impossibile catturarli, li viviamo senza rendercene conto e ci troviamo poi a scoprirli dopo e a rimpiangerli…

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L’amore è sicuramente il “principe” dei sentimenti. E non è forse vero che esso va e viene quando vuole lui?

Amore è infatti il racconto che apre la raccolta. La storia creata per rappresentarlo è quella di un sentimento mai dichiarato fra un uomo e una donna, vissuto intensamente, ma solo interiormente, da entrambi…
I due si guardano a distanza, si conoscono, si incontrano casualmente diverse volte e sentono una forte, inspiegabile attrazione l’uno per l’altra.
Eppure quel forte sentimento non brucia, non si consuma. Le “trappole della vita” tengono separati i due amanti. E dopo il loro ultimo incontro, pare che siano passati anni da quando si sono visti la prima volta: invece, sono passati solo alcuni mesi. Il sentimento che essi hanno provato è stato così intenso che essi, senza saperlo, hanno dissolto e disperso nell’aria alcuni anni della loro vita. Questo è l’amore: difficile, misterioso e inafferrabile…

Altri. Anche nella parola “altri” è racchiusa una pluralità di sentimenti. Quando è stata la prima volta che, da piccoli, abbiamo capito e avvertito dentro noi stessi che non siamo soli al mondo, ma che esistono anche gli “altri”? Nel breve racconto di Parise, un bambino di pochi anni fa la scoperta degli “altri” incontrando sulla spiaggia del Lido di Venezia un uomo povero ma dignitoso, che in quel luogo lieto di vacanze, dove tutti si divertono, ha trovato un rifugio per dimorare con i suoi poveri stracci…

Amicizia. Un sentimento che, forse più dell’amore, può durare nel tempo. Eppure anch’esso è mutevole. Magari, negli anni l’amicizia rimane, però si modifica, si trasforma. Perché è la vita stessa che cambia. Così, un gruppo di amici si ritrova, a distanza di un solo anno, per rivivere un’avventura piacevole che era accaduta per caso e che aveva reso tutti molto felici. Eppure, la gioia della prima volta, quel sentirsi veramente affiatati, quasi “un corpo e un’anima soli”, non ritornerà mai più…

Allegria. Quante volte nella vita la cerchiamo? Quante volte abbiamo voluto divertirci a tutti i costi, magari in occasioni in cui il divertimento e l’allegria, chissà perché, si considerano praticamente obbligatori…
Quando l’allegria viene “programmata”, spesso si risolve nell’esatto opposto. Così, una madre e un figlio vanno a passare insieme una vacanza in una “splendida” località di montagna, alloggiando in uno “stupendo albergo”. Ma non appena giungono alla tanto attesa destinazione, capiscono che nulla è come “doveva essere” e, trascorsa la prima notte con l’angoscia nel cuore, alla mattina ripartono per la loro città: scappano con sollievo da quella che doveva essere una “vacanza da sogno”…

Bambino. I sentimenti che la compagnia di un bambino può suscitare in un adulto sono davvero tanti e molto forti. Quello che viene rappresentato nel racconto del Sillabario n. 1 è il senso di irresistibile “gioia della vita” che un bambino (e forse solo un bambino) certe volte riesce a trasmettere, mostrandosi felice per delle “piccole cose”, come gustarsi un gelato o un sacchetto di patatine…Oppure nuotare nell’acqua o farsi fotografare avvolto dai piccioni in piazza San Marco…Una specie di felicità “contagiosa” che il bambino riesce a trasmettere all’adulto che lo accompagna, il quale, vedendo il piccolo così felice, e per così poco, in un certo senso torna bambino anche lui…

Bontà. L’occasione, per fortuna, non fa solo “l’uomo ladro”, ma può farlo anche “buono”. Le cosiddette “buone azioni” non sempre devono essere programmate. Forse la bontà più genuina, anzi, è proprio quella che si dimostra estemporaneamente e inaspettatamente, cioè quando, al contrario, vi erano in origine tutti i presupposti per mostrarsi, non dico cattivi, ma duri e risoluti nel perseguire il ristoro dei propri diritti oltraggiati. Così, durante un viaggio, nello scompartimento di un treno, una famiglia è all’inizio decisa a farsi pagare i danni da una passeggera piuttosto maldestra, che ha involontariamente fracassato un mandolino trasportato insieme agli altri bagagli della comitiva familiare…
Ma il viaggio è lungo e, dopo il litigio, si inizia a parlare e a conoscersi… Il racconto della vita della povera passeggera, molto sfortunata, finisce per commuovere tutti i familiari, che al termine del viaggio decidono di rimettere il debito alla donna, che li ringrazia, a sua volta commossa e felice…
Anche la bontà, come tutti i sentimenti, è incontrollabile: va e viene…
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E così via. Spero di aver reso l’idea, riportando qualche riga per i racconti del Sillabario n. 1 che mi hanno maggiormente colpito. Del resto, riassumere le singole storie non ha molto senso. Essendo “poesie scritte in prosa”, soltanto una loro lettura diretta può veramente farle apprezzare.

Oggi, comunque, è possibile leggere insieme tutti e due i Sillabari di Goffredo Parise, che sono stati raccolti, già nel 1984, in un unico volume.

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"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie
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