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Vite degli uomini illustri

Opere ed autori
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Insight
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Vite degli uomini illustri

Messaggio da Insight »

Opera tarda di Achille Campanile, pubblicata nel 1975, a due anni dalla sua morte.

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Ancora una raccolta di racconti umoristici, scritti con il consueto e brillante stile che già contraddistingue le opere precedenti (vedi in questa sezione: Manuale di conversazione e Gli asparagi e l’immortalità dell’anima).

Questa volta i racconti sono dedicati a grandi personaggi del passato: Socrate, Alessandro Magno, Archimede, Torquato Tasso, Casanova, Voltaire, Alessandro Volta, Dante Alighieri, Cornelia madre dei Gracchi, Pasteur, Alessandro Manzoni, Lord Brummel, l’immancabile Paganini e tanti altri…

Campanile scherza su alcuni famosi luoghi comuni o aneddoti intorno agli illustri personaggi che ci vengono tramandati attraverso i testi scolastici, oltre che giocando come di consueto con le parole e i paradossi linguistici.

Tra i racconti più memorabili, quello su Socrate, costruito sul noto adagio “Io so di non sapere”. Una frase che, nel racconto, il giovanissimo filosofo, da scolaro, dice e ripete con ostinazione anche ai professori che lo interrogano (i quali, ovviamente, non sono in grado di cogliere il senso troppo profondo di quella frase) e che gli costa la bocciatura: con grande costernazione del suo orgoglioso padre, che alla sera, quando prendeva fresco sui gradini del Partenone, si vantava sempre con gli amici della bravura del figlio e che ora, invece, deve nascondersi per la vergogna, avendo scoperto non solo che suo figlio è un somaro che non sa niente, ma che addirittura si vanta di sapere che non sa niente…

Quello su un anonimo generale romano, che, in ossequio alla rigorosa disciplina militare, condanna a morte il figlio-soldato che ha trasgredito un suo ordine, anche se proprio grazie a quella trasgressione la battaglia è stata vinta…
“Come padre ti abbraccio, come capo dell’esercito ti condanno a morte” dice il generale-padre al figlio-soldato disobbediente, che però disobbedendo ha causato la vittoria…
Il generale, dunque, non esita a “sdoppiarsi” e a tenere distinte le sue due qualifiche, di capo dell’esercito e di genitore, portando tale separazione alle estreme conseguenze…
Campanile si diverte poi a immaginare, attraverso un complicato gioco di parentele, che cosa sarebbe accaduto se il generale fosse stato, oltre che padre, contemporaneamente anche zio, cognato, cugino e addirittura suocero di quel giovane soldato disobbediente; e, infine, oltre che capo dell’esercito, anche capo dello Stato…
Lo sconcertante risultato è che il giovane soldato non avrebbe avuto alcun santo a cui votarsi per ottenere la grazia, dal momento che a chiunque egli si fosse rivolto, si sarebbe trattato sempre della medesima persona, la quale non avrebbe potuto fare altro che abbracciarlo e condannarlo allo stesso tempo…

Famosissimo, poi, il racconto dedicato a Torquato Tasso, intitolato La quercia del Tasso e costruito su alcune confusioni linguistiche fra Tasso il poeta, “tasso” l’animale, “tasso” l’albero delle alpi e “tasso” misura percentuale; nonché sulla rima fra “tasso” e “barbasso” (un’altra pianta) e, ancora, sulla confusione tra le parole “quercia” e “guercia” …
Per cui, in un crescendo di combinazioni esilaranti, si arriva dalla semplice “quercia del Tasso” alla “quercia del tasso del Tasso”, al “tasso del Tasso della quercia del Tasso”, alla “guercia del Tasso della quercia” e “alla quercia del Tasso della guercia”; per finire con il “tasso del tasso del tasso del Tasso” e il “tasso del tasso del tasso barbasso del Tasso” …
______________
Altre “chicche” di questa spassosissima raccolta, sono il racconto su Cornelia, madre dei fratelli Gracchi, che com’è noto soleva dire che i figli erano i suoi gioielli: frase che suscitò scalpore nell’antica Roma e che diede luogo a una vera e propria moda fra le matrone, ossia all’abitudine di paragonare i propri cari a collane, perle e orecchini…
Un giorno, ad esempio, una signora si presentò a una festa col suo anziano marito e con un vecchio amico di famiglia, spiegando a tutti gli invitati con orgoglio: “Sono i miei pendenti” ….

…E quello su Lord Brummel (noto dandy della Londra previttoriana), convinto che la vera eleganza consistesse nel non farsi notare… Al punto che questo stile di vita divenne per lui una vera ossessione, che lo spingeva a nascondersi sotto i tavoli durante i ricevimenti o a travestirsi da accattone...
Infine, il dandy, anche per battere la concorrenza di tutti quelli che cercavano di imitarlo facendo a gara per passare inosservati, decise di non uscire più di casa e di rimanere sepolto sotto le coperte del letto: tutto pur di non farsi notare…

Molto divertente, infine, anche il racconto su Alessandro Volta, il cui cognome diede luogo a numerosi equivoci: per esempio presso la comunità scientifica, che non sapeva mai se quella in fondo alla pagina degli scritti presentati dal famoso inventore della pila elettrica fosse la sua firma oppure se bisognasse girare il foglio… :)
Ultima modifica di Insight il ven 14 giu 2019, 11:55, modificato 1 volta in totale.
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lisa jean
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da lisa jean »

Al solito: geniale e divertente.
Grazie per averlo ricordato ancora
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Insight
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da Insight »

Grazie a te, Lisa :) E con questo libro ho finito con Campanile...
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Prisca
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da Prisca »

Campanile era un genio dell'umorismo, ma non soltanto. Mi piacciono molto le sue riflessioni seminate qua e là nei racconti. E' un autore che amo molto e sono sempre alla ricerca di qualche opera inedita.
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da barbatrucco »

Fra l'altro, è un testamento all'estro infinito di Achille Campanile che La quercia del Tasso, giustamente definita "famosissima" nell'intervento d'apertura e che ancor oggi può capitare di sentire da attori di ogni categoria, provenga da quest'opera non solo tarda, ma tra le sue ultime (escluse le pubblicazioni postume).
Resta di stucco, è un barbatrucco!
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da Prisca »

Una battuta di Campanile che a volte riciclo per giustificare qualche ritardo sull'orario di lavoro è che non è vero che sono in ritardo, bensì sono in anticipo per il giorno dopo! La battuta sta nel libro "In campagna è un'altra cosa".
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da Prisca »

Una delle opere migliori di Campanile, a mio parere, è "Agosto, moglie mia non ti conosco".

Mi viene in mente il personaggio del gestore della pensione al mare, che serviva ai villeggianti il cibo avanzato nei giorni prima ogni volta "rimaneggiato", che diventava alla fine una specie di maionese.
I villeggianti lo aspettavano per picchiarlo quando la mattina usciva per andare a fare la spesa, ma lui si travestiva da personaggi sempre diversi, ad esempio da pope russo, che però poi svelava la sua vera identità da due rigonfiamenti sospetti sotto la tonaca che erano le borse della spesa, e veniva inseguito, ma invano, era già scappato!

L'ho letto anni fa, ma è ora di rileggerlo! Ogni pagina è uno spasso. :)
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da Whiteshark »

La produzione di Campanile è stata praticamente sempre accolta con entusiasmo dal pubblico, ma la letteratura accademica ha sempre avuto "problemi" a riconoscere la validità delle sue opere, confinandole nel genere "comico”. Tuttavia, Campanile ha vinto per ben due volte il Premio Viareggio, nel 1933 con La Tribuna e nel 1973 con il già recensito Manuale di Conversazione.
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galerius
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da galerius »

Volume che è un vero e proprio concentrato dell'estro di Campanile ; dallo spaccare - per gioco ma con aria serissima - il capello in quattro al trattare avvenimenti storici e drammatici all'insegna di una esilarante prosaicità.
I miei capitoli di culto sono quelli dedicati a Dante, al Gran Condé e quello di Volta, per le reazioni penosamente deluse dei famigliari di fronte alla patata, che Volta intende 'introdurre' in Italia. Da spanciarsi, specie se uno si immagina la scena interpretata da persone di sua conoscenza.

Quanto a Socrate, la parte che mi ha fatto ridere di più è quella del filosofo rivale che lo coglie in castagna proprio a proposito del suo famoso assioma ( "Tu sostieni di nulla sapere" "Precisamente" "Ma, se non sai nulla, non sai nemmeno questa cosa". Socrate rimase tramortito. Era vero. Non sapeva nemmeno questo. Ma questo lo sapeva...e avanti così :lol: :lol: )
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
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Prisca
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Re: Vite degli uomini illustri

Messaggio da Prisca »

Socrate, nel racconto di Campanile, aveva fondato anche una scuola sul sapere di nulla sapere! E gli studenti venivano aspramente rimproverati se per sbaglio dimostravano di sapere qualche cosa! Una scuola così era una pacchia! :lol:
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