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La scomparsa di Buzzati

Opere ed autori
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Insight
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Re: La scomparsa di Buzzati

Messaggio da Insight »

Una cosa che comincia per elle è il suo racconto che mi sconvolse di più, che addirittura non mi fece dormire per qualche notte... Vabbe' che ero ancora molto giovane e impressionabile quando lo lessi la prima volta...

Ad ogni modo, Buzzati è un autore che non riuscirò mai ad amare completamente e a sentire come "mio". Per quel suo sguardo troppo impietoso nei confronti dei suoi personaggi, sempre irrisi e beffati dal destino, senza nessuna compassione da parte dello scrittore, come se facessero la fine che si meritano per qualche oscura colpa, "metafisica". Forse semplicemente quella di esistere...

Temi questi che si ritrovano effettivamente anche in Kafka. Ma quando leggi Kafka ti senti comunque solidale con i suoi personaggi, avverti una "fratellanza" che ti accomuna a loro, se non altro lo sguardo compassionevole dell'autore...
Quando ho letto e riletto La metamorfosi, non ho smesso mai di immedesimarmi in Gregor Samsa. Ma quando ho letto e riletto Il deserto dei Tartari ,non ho potuto immedesimarmi nel tenente Drogo, perché l'autore non me l'ha permesso. Il suo sguardo è lontano, distaccato, orrendamente neutro...
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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franz75
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Re: La scomparsa di Buzzati

Messaggio da franz75 »

Vero. Talvolta spira un certo cinismo che è assai prossimo al nichilismo, nelle pagine di Buzzati. Però è altrettanto vero che in altri compare anche un piccolo, minuscolo spiraglio di speranza che allarga il cuore (il già citato "Racconto di Natale" o l'altrettanto bello "L'umiltà"...o ancora "Il cane che ha visto Dio", con la sua tematica religiosa in senso lato...).
Fra l'altro c'è anche un racconto grottesco di cui adesso mi sfugge il titolo (deve essere qualcosa tipo "Corridoio di un hotel" o simile), che, alla lontana, ha una trama abbastanza somigliante a un atto unico di Nino Rota ("La notte di un nevrastenico") il cui libretto è però di Bacchelli.
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Re: La scomparsa di Buzzati

Messaggio da Insight »

Più che "talvolta", direi "sempre" o "quasi sempre". Cinismo-nichilismo, appunto. L'idea che ciascun uomo è solo al mondo e la sua sorte, già segnata, prestabilita da non si sa chi, non merita neanche compatimento...

Ma io non credo affatto che sia così. Soprattutto non credo - e mi rifiuto di credere - che gli uomini siano così soli. Già il fatto di condividere tutti la medesima sorte ci rende "fratelli" e quindi niente affatto soli.
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Gimli Il Nano
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Re: La scomparsa di Buzzati

Messaggio da Gimli Il Nano »

Ebbe l’indole di un conservatore all’antica, preciso e leale, metodico ma sognatore, apolitico, pessimista e “attaccato alle vecchie cose, alla tradizione, piuttosto che alle cose di domani”. Rispettoso del “principio d’autorità fin da bambino”, “doverista”, come egli scrive, legato all’etica militare e al senso del dovere. Non è una banale etichetta ideologica, ma non si capisce il Deserto dei Tartari, il tenente Drogo, la Fortezza Bastiani, il suo mitico mondo di neve e sogni, natura e magia, alberi e fate, senza capire quell’indole. Cronista nei fatti del giorno, coltivò l’immaginazione nelle pause della realtà. La sua fu letteratura onirica, ma fu un Kafka non succube dei suoi incubi. Difese la letteratura fantastica da quella impegnata: “il conformismo, l’opportunismo e l’arrivismo filo-marxista dei miei colleghi mi fa venire il vomito".
G.K. Chesterton : "Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate".
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