Il libro è suddiviso in cento brevissimi racconti, lunghi tutti invariabilmente una facciata e mezza. Racconti irreali, fantastici, anche piuttosto inquietanti in quanto pervasi da un nichilismo di fondo, da una specie di rassegnata consapevolezza circa la vacuità dell’esistenza umana, dalla certezza che l’uomo è circondato dal nulla…Nulla c’è dopo la morte, ma nulla è anche la vita stessa, che sembra ridotta proprio a niente in questi racconti (o minuscoli romanzi) dal linguaggio scarno ed essenziale, ridotto all’osso. O, tutt’al più, la vita pare essere un mero gioco di illusioni, in bilico tra esistenza e inesistenza…
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Gli stessi protagonisti delle “centurie” (così vengono definiti i piccoli “cento romanzi” che compongono il libro e che sono numerati da UNO a CENTO), sono di dubbia reale consistenza, corrispondendo per lo più a delle tipologie umane…Essi non hanno un nome, ma sono di volta in volta “Un signore di media cultura e costumi decorosi”, “Un signore estremamente meticoloso”, “Un signore di buoni studi e umori moderatamente malinconici”, “Un signore vestito di scuro”, “Un signore vestito di chiaro”, “Un signore col cappotto”, “Un signore d’animo dignitoso…”, etc, etc…
Quasi sempre i soggetti del racconto sono uomini, in rari casi abbiamo delle protagoniste donne, oppure animali (anche fantastici), o fantasmi.
Talvolta ironiche, paradossali, allegoriche, ma più spesso inquietanti, quasi kafkiane, le “centurie” ricordano a tratti anche il Calvino delle Città invisibili.
Uomini e donne che non si incontrano mai, amori che sono soltanto illusioni o che provocano addirittura il vomito, inseguiti che si trasformano in inseguitori, killer che collaudano la propria abilità su se stessi, animali mitologici che se ne vanno tranquillamente a spasso per la città o aspettano l'autobus, fantasmi annoiati che sperano inutilmente di incontrare un altro fantasma, i dinosauri che si chiedono perché stanno scomparendo dalla faccia della Terra, una donna che partorisce una sfera, la ama e si sente “madre” come nessuna altra donna…
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E’ impossibile per me riassumere le “centurie” e tutto sommato anche inutile: vale piuttosto la pena leggerle. Una lettura interessante, affascinante, originale. Che però lascia complessivamente un senso di vuoto e di amarezza.