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Tex Willer

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Re: Tex Willer

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Ritorna un vecchio avversario dal n° 185 del mese di Marzo 1976: “Arrestate Tex Willer” di G. L. Bonelli per i testi e G. Letteri per i disegni.
Termina nel numero 186 di Aprile 1976: “L'uomo Dai Cento Volti”, da dove partirà il nuovo racconto. Immagine
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In un mattino di autunno, poche miglia a nord di Gallup, incontriamo un tipo che veste come Tex, parla come Tex, ma che non si comporta affatto come Tex! Infatti “preleva” illegalmente denaro dalla banca e rapina i ranch della zona, aiutato da presunti indiani che si spacciano per navajos.
Il vero Tex si trova con Carson molte miglia più a nord, quasi ai piedi del Rainbow Bridge. È in compagnia di un capitano di Fort Defiance, a cui stanno consegnando una banda di mercanti d’arme.
Nel frattempo il “falso” Tex sta vendendo il bestiame rubato ad un losco messicano, e qualcuno è già andato a protestare dallo sceriffo di Gallup. I militari sono pertanto obbligati a mandare una pattuglia alla riserva Navajo, con l’ingrato compito di arrestare il nostro ranger. Il tenente Walker di Fort Wingate, si presenta senza tanti complimenti e lo sceriffo di Gallup cerca di distendere gli animi prima che voli qualche dente.
Lo sceriffo espone i fatti, Tex è accusato di aver saccheggiato 3 ranches, bruciato i fabbricati e rubato 3000 dollari a Bill Darrel; inoltre ha prelevato 80.000 dollari dal suo conto in banca. A sentire quest’ultima affermazione Tex sgrana gli occhi e la bocca. Lo sceriffo gli assicura che non è uno stupido scherzo, e gli mostra la lettera che lui avrebbe consegnato al direttore della banca. Tex apre il foglio e, sorpresa, trova un beffardo messaggio del suo vecchio nemico Proteus, il trasformista, in grado di assumere le sembianze di chiunque, una specie di camaleonte
Immagine
(apparso per la prima volta nel n° 86 – Il misterioso mister “P”, il cui vero nome è Perry Drayton, ex atleta e trasformista di un circo). Per la conferma della sua innocenza, al tenente basterà inviare un messaggio a Fort Defiance, dove confermeranno che Tex era impegnato a dar la caccia ai lestofanti di cui sopra.
Proteus era stato catturato e smascherato, ma aveva giurato vendetta, ed ora sembra averla iniziata.
Il giorno dopo, il capitano Driscoll di Fort Defiance, conferma l’alibi di Tex e subito dopo Willer e i suoi pards partono alla caccia del fantomatico furfante. Mentre cercano tracce del bestiame rubato, incontrano una carovana di quaccheri a cui chiedono informazioni. Sembra indirizzarli verso una buona pista, dicono di aver visto una mandria andare verso est, lungo lo Zuni River. Tex ringrazia e riparte, ma se si fosse fermato a spiare la carovana avrebbe fatto a meno dei ringraziamenti, infatti i quaccheri altro non sono che Proteus e la sua banda che stanno cercando di far perdere le loro tracce, prima di godersi il bottino.
Il “camaleonte” si traveste nuovamente e la banda si separa, dovranno andar via in coppie e in direzioni diverse. Nel frattempo Tex e i suoi compagni trovano effettivamente tracce di una mandria, ma non riescono a capire perché i razziatori abbiano preso quella strada, e cominciano ad avere dei dubbi.
Kit e Tiger vanno a ispezionare una Ghost Town che si trova da quelle parti e verso cui ci sono altre tracce. Giunti sul posto, si rendono conto che qualcosa non quadra e la conferma dei loro sospetti è data da un messaggio che Proteus non ha mancato di far trovare ancora, ringraziando per il bestiame. Kit porta il messaggio a Tex e subito tutti capiscono che la mandria è stata affidata ad altri, mentre i quaccheri, altri non erano se non la banda del furbacchione. Tex riordina le idee, malviventi pieni di soldi, da quelle parti, possono solo essersi diretti al più vicino villaggio: Carrizo. E vi si fiondano a spron battuto, ma per far prima, visto l’enorme vantaggio, si dirigono al posto di rifornimento di Adamana dove sfruttano il passaggio di un carrello ferroviario per viaggiare veloci. Giungono a Carrizo, subito dopo l’arrivo della banda di Proteus e non tardano a scovarli in un saloon, dove i sei uomini erano andati per festeggiare. Si scatena una sparatoria infernale, al termine della quale, solo un membro della banda resta in piedi. Tex lo fa cantare, ma il fuorilegge non può dirgli molto più di quello che già non sanno.
Proteus, non è distante, infatti si trova in una stanza d’albergo e, dopo essersi camuffato, va a vedere il motivo del trambusto. Si rende conto che l’aria comincia a farsi pesante, ma non demorde. Intanto Tex viene accompagnato dallo sceriffo a fare un giro per gli alberghi, alla ricerca di facce nuove in paese. Proteus noleggia un calesse e si porta dietro anche il suo cavallo, poi si dirige verso Adamana. Kit e Tiger lo apprendono alla scuderia, e Tex e Carson trovano conferma nel secondo albergo del paese, dove il portiere gli dice che uno straniero se n’era appena andato nonostante avesse pagato anche per il giorno seguente.
I 4 pards si mettono alle calcagna del fuggitivo, con gli occhi ben aperti per prevenire i trucchi che sicuramente escogiterà. E infatti trovano il calesse abbandonato, un cavallo che va verso la foresta pietrificata e due cavalli nella direzione opposta. Scoprono comunque le sue tracce ma si bloccano giunti sulla riva destra del Little Colorado. Decidono di accamparsi e aspettare l’alba, ma mentre ragionano sulla possibile direzione presa dal loro avversario, Proteus, che li stava sorvegliando da un boschetto nei pressi, gli spara addosso facendo fuori i loro cavalli. Tutto soddisfatto ritorna ad Adamana a prendere il treno, sicuro di essersi tolto di mezzo gli inseguitori. Ma Tex è un tipo tenace e decide di farsi venti miglia a piedi raggiungendo la più vicina città di Woodruf, dove contano di comprare 4 cavalli e ripartire per Carrizo, dove il treno sanno che partirà circa alle 08.15, dopo essere passato per Adamana, quindi faranno in tempo ad intercettarlo.
Tra le proteste di Carson, il piano è accettato. Purtroppo, le cose vanno per le lunghe e, giunti a Woodruf, i pards sono in ritardo sulla tabella di marcia. Spronano comunque i cavalli e si fiondano sulla pista. Ma appena arrivano nei presi di Adamana, il treno si mette in moto; senza scomporsi Tex spreme la sua povera bestia e riesce a salirci sopra, mentre Kit e Tiger lo coprono, sparando in direzione di Proteus che, dal finestrino, aveva preso di mira Willer. La sparatoria tra i due prosegue sui tetti delle carrozze, Tex invita Proteus alla resa, ma il trasformista non ci pensa nemmeno. Purtroppo per lui, Tex lo becca, e il trasformista cade, nel momento in cui il treno sta passando su un ponte, precipitando nelle vorticose acque sottostanti.
Giunto a Carrizo con il treno, Tex trova i suoi pards ad attenderlo, ha in mano la valigia del ladruncolo, con la maggior parte del bottino delle sue rapine. Carson chiede se Proteus sia davvero morto, e Tex lo rassicura, si sono definitivamente liberati di un pericoloso avversario (ma sarà davvero così…).
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Re: Tex Willer

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Bella storia, decisamente "alternativa" e che introduce un "cattivo" che rivedremo più volte.
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Re: Tex Willer

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Il nuovo racconto parte dal n° 186 del mese di Aprile 1976: “Little Rock” di G.L. Bonelli per i testi e E. Nicolò per i disegni.
Prosegue nel n° 187 del mese di Maggio 1976: “Il mistero della miniera” Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
Per finire nel numero 188 di Giugno 1976: “Il sentiero dei Broncos”, da dove partirà il nuovo racconto. Immagine
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Tex e Carson giungono nel paese di Little Rock; un loro vecchio amico, Randolph Brandt, il sorvegliante della vecchia miniera di Gleeson, aveva chiesto il loro aiuto con una lettera. Ma il barista del saloon dà loro una triste notizia, il loro amico Randy è morto da due settimane, sepolto da una frana “accidentale” nella miniera. I due rangers sentono puzza di bruciato, visto che l’incidente è capitato subito dopo aver spedito la lettera. Mentre decidono sul da farsi, si sistemano nel frattempo, nella scuderia. Durante la notte scoppia un temporale con i fiocchi, ma a far baccano non sono solo i tuoni e i lampi, infatti i due ricevono la sgradita visita di misteriosi furfanti che li prendono a revolverate. Tex e Carson rispondono da par loro e li mettono in fuga.
Il giorno dopo denunciano il tutto allo sceriffo del posto, il quale fornisce loro poche indicazioni circa la fine fatta da Randy, che lavorava come tecnico minerario. Le vecchie miniere di San Simon sono considerate molto pericolose, e sono state vendute dal vecchio proprietario ad una nuova compagnia ferroviaria, la quale, per risparmiare sui costi, sfrutta il lavoro dei detenuti del penitenziario di Lordsburg. Ora la vecchia fonderia ospita una trentina di galeotti e i loro guardiani “prestati” dal penitenziario.
Tex e Carson decidono di fermarsi in paese ad investigare. Si recano al saloon e mettono sotto torchio il proprietario, il quale però viene preso come bersaglio dal solito ignoto mascalzone. Anche questa volta l’attentatore ce la fa a svignarsela. Tornati nel saloon, il barman, prima di morire, traccia tre lettere sulla polvere del pavimento del saloon: P I G. In inglese vuol dire maiale, ma potrebbe anche essere “metallo fuso”, quello che si prepara dopo aver estratto il minerale dalle miniere. I sospetti si concentrano sempre più sulla vecchia fonderia dove lavorano i detenuti.
Tex stura le orecchie e il cervello allo sceriffo e gli dice che sono rangers; nel suo ufficio, ampliano il discorso sulla fonderia: secondo lo sceriffo, la miniera è tenuta aperta solo per far lavorare i galeotti, visto che ricavano poco o nulla. Allora Tex domanda a che serve la banca in paese se nella zona non c’è traccia di nessuna attività redditizia. Lo sceriffo dice che il proprietario, Cristian Ross, oltre che custodire i quattro soldi dei boscaioli della regione, si guadagna qualcosa custodendo, nel sotterraneo, il carico d’oro che arriva tutti i mesi dalle miniere di Pinos Altos e poi fatto proseguire per Silver City. Assicura sulle difese impenetrabili della banca e sull’arrivo di un reparto di cavalleria da Fort Bayard, il giorno successivo all’arrivo dei lingotti, che poi li scorta fino a Silver City.
Frattanto alla fonderia, una guardia discute con un misterioso individuo, sull’arrivo dei rangers, arrivo che potrebbe guastare i loro piani; decidono di aspettare per vedere cosa succederà e, nel caso, intervenire in modo decisivo. Tex e Carson prendono alloggio in una baracca abbandonata poco fuori del paese, e si avviano in perlustrazione. Giungono alla vecchia fonderia dove l’accoglienza non è delle più amichevoli, comunque il direttore del campo di lavoro, Harry Field, li fa accomodare nei suoi uffici. Anche lui liquida la morte di Randy come uno spiacevole incidente, e Tex gli fa capire che crede poco a questa versione. Mentre stanno per andarsene, echeggia un urlo. Il direttore spiega che è colpa di un forzato chiuso nei sotterranei perché colto da un attacco di follia. Per il resto è tutto tranquillo. In realtà è in combutta con i detenuti ed è lui a capo dei loschi affari della fonderia.
Durante la notte, dopo aver sventato un altro tentativo di assassinio, Tex e Carson trovano alloggio presso lo sceriffo. L’indomani mattina, mentre i due pards pensano di andare a sorvegliare i galeotti e, soprattutto, le loro guardie, lo sceriffo è costretto ad andare incontro alla scorta dell’oro, perché hanno anticipato l’arrivo di un giorno ed ora deve avvertire Fort Bayard di inviare prima la scorta della cavalleria.
Tex segue i 3 carri destinati a portare i galeotti a lavorare nelle miniere, ma, giunti sul posto, a scendere sono solo le guardie. Purtroppo una frana accidentale, lo fa scoprire. Le guardie lo tempestano subito di colpi, ma Tex, sfruttando la copertura di uno dei carri, riesce a trincerarsi dentro la miniera. Frattanto lo sceriffo incontra la carovana dell’oro e informa il capo spedizione dei timori dei rangers.
Carson, sta tenendo d’occhio la fonderia e osserva il trambusto scaturito dall’annuncio dell’arrivo anticipato dell’oro. Cinque pistoleros balzano in sella e Carson intuisce che stanno andando a dare il ben servito al suo pard. Gli cavalca dietro pronto a intervenire. E il suo aiuto si rivela decisivo, grazie anche all’uso della dinamite che trova in una baracca e che fa desistere i sopravvissuti allo scontro dal dare ulteriore fastidio. In cambio della libertà, Tex si fa spifferare dai tre tutta la storia: inizialmente il loro, era davvero un campo di lavori forzati, con la speranza di poter ricavare qualcosa dalle miniere, ma il P.G (Prison Governor) Harry Field (ecco che significava il segno tracciato dal defunto barman…), non appena sentì delle spedizioni dei lingotti d’oro, ideò un piano per sgraffignarli. Si circondò di guardie fidate e convinse i galeotti a collaborare, in cambio di una parte del bottino e della libertà. L’idea era quella di scavare un tunnel dalla fonderia fino alla banca, e prendere il lingotti prima dell’arrivo della scorta. Randy inizialmente doveva aiutare a negli scavi, ma poi si era pentito. Inoltre per convincere i prigionieri a non fare scherzi, il direttore aveva fatto rinchiudere chi non era d’accordo, nei sotterranei della fonderia e, a suon di frustate, li faceva stare buoni (ecco il motivo degli urli). Tex e Carson si precipitano a Little Rock a dare l’allarme.
Nel frattempo, i lavori della galleria sono terminati e uno dei galeotti, Curtis esperto in scassinamenti, apre la cassaforte che aveva appena ricevuto il prezioso carico. Mentre i banditi sono impegnati nel trasbordo della merce, Tex, Carson, lo sceriffo e tutta gli uomini disponibili si precipitano alla banca. Davanti a un esterrefatto direttore, inizia a grandinare piombo. Field si dà alla fuga e non esita a far esplodere un tratto della galleria, seppellendo anche i suoi stessi complici rimasti indietro. Ma Field è ancora più perfido, organizza due spedizioni di fuga e spedisce il grosso dei galeotti su una pista che, probabilmente, gli inseguitori riusciranno prima o poi a raggiungere, mentre lui e il suo socio scassinatore, prenderanno l’antico sentiero dei Broncos, una vecchia mulattiera attraverso un territorio arido e selvaggio.
Nel crollo della galleria, purtroppo anche Carson resta ferito. Toccherà al solo Tex organizzare l’inseguimento, che non tarda a partire. I banditi hanno predisposto dei posti di blocco, dove alcuni uomini in agguato, dovranno coprire la ritirata dei compagni. Il capo della scorta dell’oro e i suoi uomini, è il primo ad affrontarli e spazzarli via anche se rimediano qualche ferito. Arrivano così alla fonderia, dove ad aspettarli trovano solo i prigionieri che si erano rifiutati di partecipare al piano. Raggiunto da Tex e dallo sceriffo, si rimettono subito in marcia nonostante sia notte.
Nel frattempo Field e i suoi due più fidi collaboratori Grundy e Curtis, affrontano il sentiero dimenticato; un cavallo, spaventato dal balzo di una lepre, urta contro l’altro cavallo e perde una borchia metallica che ornava la sella di Field. Non appena gli inseguitori giungono sul posto, l’occhio fine e allenato di Tex, nota subito la borchia. Studiate le tracce, decidono di separarsi, il grosso della truppa darà la caccia ai carri, mentre Tex e lo sceriffo, inseguirà i tre che hanno preso il sentiero. Sicuri del fatto loro, i tre si concedono pure una sosta, ed è così che Tex e lo sceriffo, all’alba, li raggiungono. Grundy viene piazzato a farli rallentare, ma Tex lo elimina. Allora Field e Curtis, si appostano ai lati dell’unica strada di passaggio più avanti, in agguato. Ma Tex è più furbo e lasciati i cavalli, aggira con lo sceriffo i fuggitivi, e si apposta in attesa. Anche se sorpresi, i furfanti reagiscono, ne scaturisce una sparatoria che lascia sul campo Curtis, lo sceriffo si fa bucare una spalla e Tex liquida definitivamente il P.G. Field. Tornati a Little Rock, Tex va a trovare Carson che non vede l’ora di balzare di nuovo in sella, ma non prima di aver divorato bistecche e patatine a volontà. Intanto arriva il capo scorta a informarli del recupero di tutto l’oro, grazie anche all’intervento della cavalleria di Fort Bayard. Non resta che festeggiare con un innaffiata di buon whisky, per la gioia di Carson che non vede l’ora di addentare le famose bistecche.
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Re: Tex Willer

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Bella storia, assolutamente "alternativa" come ambientazione e magistralmente disegnata da Nicolò.
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Re: Tex Willer

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Il nuovo racconto parte dal n° 188 del mese di Giugno 1976: “Sabbie insanguinate” di G.L. Bonelli per i testi e Alberto Giolitti e Giovanni Ticci per i disegni.
E termina nel numero 189 di Luglio 1976: “La mesa degli scheletri”. Immagine
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Siamo nella riserva Navajo, dove alcuni temerari contrabbandieri di whisky, stanno vendendo il loro “veleno” a stolti Navajos. Tex interviene a far piazza pulita. Però uno dei due ignobili furfanti, Johnny Stern, prima di morire, traccia sul terreno il nome di Tex. Rico Torres, il loro capoccia, vede il fumo dei carri bruciati e accorre sul posto, così scopre chi deve ringraziare per il fallimento dei suoi loschi traffici.
Intanto Tex raggiunge Carson e Tiger Jack; si erano divisi per esplorare un più vasto territorio e Tex racconta loro di chi ha incontrato e sistemato. Tiger Jack sospetta che ci sia dietro qualcosa di più grosso del semplice contrabbando di armi e whisky, il capoccia Torres, detto El Plateado per tutto l’argento che si porta addosso, deve aver adocchiato qualcosa di più prezioso.
Nel frattempo Torres informa del problema i soliti trafficoni Miller e Graham, che, sfruttando le loro conoscenze politiche e ricattando il capitano Anders di Fort Defiance, indebitato per un sacco di soldi persi a poker, provano a togliere di mezzo il nostro ranger per vie, diciamo “legali”.
Il tutto è per colpa di un antico e prezioso tesoro, che ha fatto venire l’acquolina in bocca ai loschi affaristi.
Carson e Tiger, provano a chiedere informazioni ai pastori Hopi della zona e incontrano il meticcio Cubero che pascola il suo gregge, insieme a sua moglie. Cubero ha la coda di paglia, infatti “avvisa” la moglie di star zitta ed elude le domande dei due. Ma Tiger non si fa infinocchiare e pensa che sia una buona idea tenerlo d’occhio. Comunque proseguono raggiungendo un villaggio indiano e interrogano altri sprovveduti pastori. Per fortuna incontrano un indiano la cui squaw è un donnone piuttosto loquace e furente con il suo uomo, che, secondo lei ha “regalato” l’intero gregge per poco. Racconta di aver visto Cubero lungo un canyon e di averlo visto entrare in una spaccatura della parete e uscirne con un certo fagotto. Cubero ha trovato un vecchio pueblo, la “città morta”, dove si trovano scheletri a non finire, lì c’è stata un’antica battaglia tra indiani e conquistadores spagnoli, ed ora ci sono solo i loro resti e un tesoro azteco molto prezioso.
Carson e Tiger vanno a verificare, mentre Tex ha raggiunto Fort Defiance.
Qui incontra il colonnello a cui riferisce dello scontro avuto con i contrabbandieri. Proprio in quel momento, arrivano mister Graham insieme con due “testimoni”, per rivolgere accuse all’agente indiano dei Navajos.
Secondo lui, il carro dei contrabbandieri portava merci al suo magazzino, e Willer li avrebbe attaccati senza motivo uccidendo due uomini. I sopravvissuti sono pronti a testimoniare. La denuncia è raccolta dal capitano Anders, il debitore, il quale va dal colonnello e, immaginate il suo stupore nel vedere lì presente Tex.
Willer chiede la colonnello di far entrare i due presunti “testimoni” e di assistere in disparte alla loro deposizione. I due malcapitati entrano e raccontano la storiella insegnata loro da Graham. Ad un certo punto interviene Willer che li dissuade “gentilmente” dal raccontare frottole. I due cedono, e Graham, andato per bastonare, finisce bastonato, anzi vola letteralmente da una finestra, nonostante le grida del colonnello. Tex non sporge denuncia perché vuole risolverla in modo più sbrigativo senza inutili scartoffie e si dirige a spron battuto verso un pueblo dove aveva appuntamento con i suoi pards.
Nel frattempo El Plateado cerca di mettersi in contatto con Cubero, mentre Tiger e Carson decidono di esplorare subito la zona dei canyon. Torres trova Cubero, e i due scoprono che anche la sua squaw è a conoscenza del segreto della “mesa”; avverte il suo compagno che è abitata da spiriti maligni e che alla fine ne otterrà solo morte. Cubero non esita ad ucciderla per evitare che possa svelarne il segreto ad Aquila della Notte, e decidono di mettersi sulle tracce di Capelli d’Argento e Tiger, per vedere se trovano la “mesa maledetta”. E infatti i due la trovano, e vi si addentrano. Tex trova il gregge abbandonato di Cubero e la squaw morta. Dopo averla seppellita, segue le tracce dei due furfanti, anche dopo aver scoperto che si sono messi a inseguire i suoi pards, diretti verso la mesa degli scheletri.
Mentre Carson e Tiger esplorano il vecchio pueblo, vengono presi a bersaglio da Cubero e da Torres. Tex nel frattempo arriva anche lui a dar man forte. Cubero ci resta secco, Torres è acciuffato. Dopo aver raccontato quel poco che sa, viene legato a un palo e i tre pards si danno da fare per scovare il famoso tesoro. Lo trovano, ma Torres è riuscito a liberarsi grazie ad un coltello nascosto. Prova a vendicarsi, ma ottiene l’effetto contrario e da quel momento in poi riposerà nel pueblo.
Tex si prende solo un idoletto e seppelliscono il resto del tesoro, poi si dirigono a Lupton per farla pagare a Miller e Graham. Cominciano con il dare alle fiamme i loro magazzini, mandando in fumo le ricchezze mal guadagnate. Il giorno dopo, vanno a dare personalmente il buongiorno ai due loschi affaristi. Dopo aver sbatacchiato Graham che provava pure a negare il coinvolgimento con i due defunti rimasti al pueblo, e dopo aver fatto saltare la pistola dalle mani di Miller, Tex gli regala l’idoletto che rappresenta un dio della morte e li avvisa di togliere le tende, o il becchino avrà del lavoro da fare il giorno dopo.
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Re: Tex Willer

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Storia in tono minore IMHO. La sua rivisitazione nel maxi tex "Il pueblo perduto" la trovai decisamente più avvincente. Nota positiva per la simpaticissima squaw furibonda col marito.
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Re: Tex Willer

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Il nuovo racconto parte dal n° 190 del mese di Agosto 1976: “El Muerto” di Guido Nolitta per i testi e Aurelio Galleppini per i disegni. Immagine
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E termina nelle prime pagine del numero 191 di Settembre 1976: “La collina degli stivali”, da dove poi parte un nuovo racconto. Immagine
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Sulla pista che da Wingate porta ai confini della riserva Navajo, Tiger Jack e un suo compagno, stanno scortando i rifornimenti destinati alla riserva. Sulla pista incontrano un brutto quartetto tra cui il rinnegato indiano Faccia Tagliata. All’improvviso i quattro li aggrediscono e a farne le spese e il compagno di Tiger che viene ucciso. Per Tiger invece inizia uno spietato pestaggio interrotto solo dall’arrivo del capo di questi fior di gentiluomini: El Muerto. Un tipaccio dal volto deturpato dalle ustioni che, tramite il povero Tiger, invia un messaggio di morte a Tex Willer: lo aspetta tra una settimana alla Boot Hill di Pueblo Feliz. Poi lo issano sul cavallo insieme al defunto navajo e lo lasciano andare. Tiger, stringendo i denti, raggiunge a stento il villaggio. Mentre lui viene curato, si provvede a dare degna sepoltura alla vittima. Tex non riesce a capire chi possa essere El Muerto, il cui nome e la cui descrizione non dicono nulla. Decide di chiedere notizie allo sceriffo di Wingate, dove dovrebbe anche arrivare il giovane Kit con la diligenza da Santa Fè. Tiger vorrebbe mettersi subito in caccia ma le sue condizioni non glielo permettono di certo. Allora Onopka, il padre del navajo vigliaccamente ucciso, chiede ad Aquila della Notte, di poterlo seguire lungo la pista di guerra. Tex comprende il suo dolore, ma vuole andare da solo e vederci chiaro prima di prendere iniziative che potrebbero fomentare problemi tra i suoi indiani e i “bianchi”.
L’indomani a Wingate lo sceriffo fornisce poche notizie, e i due si apprestano così a ricevere la diligenza. La diligenza arriva a spron battuto e il conducente avverte di due feriti a bordo. L’uomo di scorta è conciato male, ma anche Kit ha un buco nella spalla. A guidare l’assalto è stata ancora la banda di El Muerto. Il conducente racconta a Tex e allo sceriffo di Wingate, che mentre si trovavano presso la baracca del vecchio Donegan, vi trovarono i 5 farabutti. Non appena Faccia Tagliata riconobbe Kit, lo aggredirono. Il giovane Willer riuscì a ricambiare le carezze ad un paio di quei vigliacchi, e a ferirne un’altro con un coltello, ma venne poi ferito da un colpo di pistola. El Muerto affidò al conducente lo stesso messaggio che aveva affidato a Tiger: appuntamento alla Boot Hill di Pueblo Feliz.
Tex comincia ad averne le tasche piene e, rifiutati i consigli di rivolgersi ai rangers per scoprire chi diavolo sia questo misterioso “signor Muerto”, o di farsi scortare da gruppi di volontari, decide di partire subito per arrivare prima di lui al luogo dell’appuntamento.
La pista è dura e resa difficile dalla necessità di affrettarsi. Prima di mezzogiorno raggiunge la tappa intermedia, il villaggio di Sunsetville, dove chiede informazioni allo sceriffo locale Larkham. Anche lui non ha mai sentito parlare di questi delinquenti ma, purtroppo, non tarderà a farne conoscenza; infatti, mentre Tex si riposa in albergo, qualche ora dopo i 5 furfanti piombano in paese e lo fanno fuori senza pensarci troppo. Poi si mettono a far baldoria nel saloon. Immagine
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Tex scansa i paurosi cittadini che non osano far nulla, e affronta da solo l’intera banda. Ad uno fa saltare la pistola dalla mano ferendogliela, facendo capire a tutti di non tentare mosse sbagliate. Poi dice al povero oste di disarmarli, ma l’inesperto barman nel farlo, gli passa davanti fornendo uno scudo umano involontario a El Muerto, che ne approfitta prendendolo in ostaggio. Tex è costretto a gettare la pistola e sembra finita, ma El Muerto è un tipo si spietato ma con un suo “codice d’onore”, nel senso che ha dato appuntamento a Pueblo Feliz, e così dovrà essere. Gli scagnozzi non comprendono, ma non osano disubbidire; poi se la filano con l’ostaggio che dicono di rilasciare lungo la pista. Tex chiede a qualcuno di seguirlo per riprendersi almeno il loro barman; solo uno si fa avanti, un certo Kirkner, gli altri “coraggiosi” abitanti del paese, si preoccuperanno di fare un degno funerale allo sfortunato sceriffo.
Il mattino seguente, al sorgere dei primi raggi di Sole, Tex e Kirkner si avviano lungo la pista. Giunti al bivio per Pueblo Feliz, trovano il povero barman tutto pesto e svenuto, ma vivo. Kirkner si occuperà di riportarlo in paese mentre Tex, dopo essersi acceso una sigaretta, sprona il suo cavallo e, rimuginando pensieri cupi in testa, si avvia verso l’appuntamento con la morte.
Lungo un sentiero di montagna, all’improvviso, i seguaci di El Muerto gli tendono un agguato e lo prendono a bersaglio. Immagine
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Il cavallo viene abbattuto ma Tex si difende come può riparandosi fra le rocce. Riesce a farne fuori uno, ma un altro lo sorprende alle spalle. Ed ecco il colpo di scena: come un puma Tiger Jack piomba dall’alto sul furfante, abbattendolo con il suo coltello. Ora sono due contro due, anzi resta solo Faccia Tagliata, al cui inseguimento si fionda Tiger che ha un vecchio conto da regolare, mentre l’altro compare viene centrato da un proiettile del nostro eroe. La fuga del rinnegato è di breve durata, Tiger lo azzoppa e poi lo finisce senza pietà, era uno sporco e vile traditore senza onore.
Dopo aver raggiunto Tex, i due capiscono che El Muerto era all’oscuro dell’agguato, probabilmente aveva congedato la sua banda perché ormai aveva raggiunto il suo scopo, ovvero affrontare Tex a duello a Pueblo Feliz, e invece i suoi scagnozzi avevano pensato di vendicarsi per la mano ferita ad uno di loro dal ranger. I due fanno quindi il loro ingresso a Pueblo Feliz, un villaggio fantasma con baracche in rovina, sorto per la miniera d’argento che, una volta esaurita, vide l’esodo di tutti gli abitanti. Tutti tranne uno, il vecchio Sandy Hagerman, un minatore rimasto ostinatamente alla ricerca di un filone che non c’è più. Riferisce che un altro tipo strano era arrivato prima di loro dicendo che aveva un appuntamento sulla “collina degli stivali”. Salutati Tiger Jack e Sandy, Tex si inerpica deciso, su per la collina.
Trova El Muerto che sta finendo di scavare una nuova fossa nel cimitero. Dice di aver temuto per un attimo di non vederlo arrivare, e Tex lo informa che ha fatto tardi solo perché ha dovuto liquidare i suoi scagnozzi. El Muerto maledice i suoi ex compagni che avevano provato a togliergli la vendetta. Immagine
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Tex gli chiede chi è, e perché ce l’ha tanto con lui; El Muerto lo invita a leggere i nomi iscritti sulle lapidi che sono lì ai suoi piedi: Fernando e Diego Ordonez. Tex ora ricorda: i fratelli Ordonez erano assassini che avevano assalito la diligenza Overland e che lo costrinsero a farli fuori per difendersi. Poi rammenta all’improvviso che i fratelli non erano due, ma tre, il terzo era Paco Ordonez, il più giovane. Tex è sempre stato convinto che fosse morto nel rogo della baracca dove li aveva stanati.
El Muerto narra le vicende di quei terribili giorni: avevano rapinato i passeggeri della diligenza e lui aveva strappato un medaglione dal collo di una donna; il medaglione era dotato di un carillon, la cui musica piaceva al bandito. Ma la donna, in un gesto di rabbia per riprenderselo, strappò il fazzoletto che ricopriva il volto dell’aggressore. Paco Ordonez fu riconosciuto dal conducente e i fratelli Ordonez fecero piazza pulita, uccidendo tutti. Paco restò ferito e fu portato dai fratelli in una baracca di Pueblo Feliz. Lo nascosero nel ripostiglio che si trovava nel sottotetto per sottrarlo alla vista di eventuali curiosi.
Tex intanto, aveva ricevuto l’incarico di indagare sull’assalto alla diligenza e le tracce lo avevano portato dai fratelli Ordonez. Sfondata la porta della baracca, spianò la colt verso i due assassini. In un disperato tentativo di farla franca, uno di loro rovesciò il tavolo contro il ranger, facendo però cadere la lampada e dando fuoco alla catapecchia. Ne scaturì uno scontro a fuoco in cui uno dei due fratelli si beccò subito una pallottola. L’altro si rivelò un osso molto più duro. Il fuoco divampava e Tex invitava il bestione ad uscire, ma il farabutto preferiva far fuori il ranger. Gli strinse la mani sul collo come una tenaglia, Tex non riusciva a scrollarselo di dosso e, raggiunta una pistola, riusciva ad ucciderlo. Poi sentì l’invocazione di aiuto di Paco su in soffitta, ma le fiamme devastavano la baracca e le travi lo bloccavano a terra. Per sua fortuna un gruppo di abitanti, attratto dall’incendio, lo tirò fuori dalle macerie. Tex disse loro che c’era un altro da salvare, ma ormai era tardi e il fuoco divorava tutto.
El Muerto afferma che il tentativo di aiutarlo, vero o falso che fosse, non attenuava l’odio che nutre nei suoi confronti. Sente ancora oggi il sapore acre del fumo e le fiammate che gli lacerarono il viso mentre cercava di uscire, e termina il racconto: disperatamente, con le fiamme che gli straziavano il corpo, riusciva ad aprirsi un varco nel tetto e a gettarsi nel fiume; poi venne trascinato dalla corrente mentre restava aggrappato ad un tronco. Raccolto da indiani che lo curarono, passò in Messico dove trascorse la sua vita mettendo la sua pistola al servizio dei fazenderos della zona.
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Lo chiamarono “El Muerto”, per via delle sue orrende cicatrici e si allenò a diventare sempre più bravo, sempre più veloce, per preparare la vendetta contro chi gli aveva sterminato i fratelli, la casa e lo aveva reso un mostro.
Tex lo invita dunque ad iniziare il conteggio, ma Paco ha un’altra idea, a stabilire quando possano dare la parola alle colt, sarà il carillon del medaglione rubato nell’assalto alla diligenza. L’acqua del fiume ne ha danneggiato il meccanismo, che ora suona con qualche secondo di ritardo quindi è imprevedibile. Alla prima nota emessa, si potrà sparare.
I due si fronteggiano nella luce crepuscolare mentre i secondi passano e non si ode alcun suono; dalla fronte di El Muerto cadono gocce di sudore, il volto di Tex sembra scolpito nella roccia.
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All’improvviso, una nota echeggia nel silenzio e due spari partono quasi all’unisono, Tex è colpito ad una spalla, El Muerto si piega in due colpito al petto, prova a sparare ancora ma Tex lo finisce con un secondo colpo. Paco Ordonez cade nella buca da lui stesso scavata mentre il carillon ora suona l’intera melodia. Tex spezza il medaglione con un altro colpo di pistola e si appresta a raggiungere Tiger Jack.
Tiger è felice di vedere il suo compagno ridiscendere la collina; il vecchio Sandy ha un altro “amico” con cui parlare su a Boot Hill. Tex lo prega di seppellire Paco e gli dice che quando si sarà stancato di cercare un nuovo filone d’argento, potrà cercarlo per farsi dare una mano. Sandy ringrazia e i due pards si allontanano nella notte, lasciandosi alle spalle il triste villaggio.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Whiteshark »

Una delle più belle storie della saga (e non solo per me, visto che in tutti i forum del ranger viene regolarmente citata) , con uno splendido omaggio a Sergio Leone. Storia senza respiro, con un cattivo che più cattivo non si può ma per il quale è impossibile, alla fine, non provare pena e rispetto per il suo codice d'onore (disatteso dai suoi sgherri).
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Re: Tex Willer

Messaggio da Quickdraw »

Whiteshark ha scritto:Una delle più belle storie della saga (e non solo per me, visto che in tutti i forum del ranger viene regolarmente citata).......
Concordo in pieno, un racconto epico con un duello finale suggestivo e omaggio al carillon di "Per qualche dollaro in più" con effetto al contrario, ovvero, sparare quando la musica iniziava e non quando finiva.
Spietata la fine di Faccia Tagliata e "onesto" nella sua malvagità, El Muerto.
Insieme a Lucero sono due personaggi che avrebbero meritato un maggior numero di racconti, due avversari più che validi per Aquila della Notte e migliori di altri che hanno avuto la fortuna di sopravvivere per diversi episodi, ma forse è anche questo che li rende più indimenticabili.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Guszti »

Questa è la prima, e credo anche ultima, avventura di Tex Willer trasmessa in "Supergulp!", nel 1979.
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