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Tex Willer

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Re: Tex Willer

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Re: Tex Willer

Messaggio da Insight »

Così mi sono riletto con calma la storia del Muerto, dopo 39 anni e mezzo ;) Grazie, Quick, non la ricordavo per niente... :)
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Re: Tex Willer

Messaggio da Quickdraw »

Prego :)
Per me è sempre un piacere ri-leggere queste belle storie.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Quickdraw »

Il nuovo racconto parte dal n° 191 di Settembre 1976: “La collina degli stivali” di G.L. Bonelli per i testi e G. Letteri per i disegni. Con il titolo "Nana lo stregone".
Prosegue nel n° 192 del mese di Ottobre 1976: “Il tesoro di Victorio”. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
E termina nel numero 193 di Novembre 1976: “Trapper”, da dove parte il nuovo racconto.

La storia inizia con una banda di ribelli Apache guidata da Victorio, che cerca rifugio in Messico inseguita dalle truppe di cavalleria americane. La manovra di fuga però in questo caso non ha successo, perché i comandi americani e messicani hanno stretto un accordo per porre fine alle scorrerie della banda. Le truppe messicane attaccano l’accampamento indiano e sterminano gli avversari. Solo lo stregone Nana e pochi altri riescono a fuggire. Per vendicare i compagni caduti, Nana raduna altri ribelli e semina il panico nelle zone di frontiera.
Dopo alcuni mesi di sanguinose scorrerie, presso Fort Bliss, arrivano Tex e Carson convocati per dare una mano. I due non si tirano indietro (anche se Carson è un po’ riluttante), Tex vorrebbe provare a salvare non solo i coloni americani, ma anche gli indiani, che se fossero stati trattati con giustizia, forse non avrebbero imboccato la strada delle armi. Aquila della Notte prova a chiedere notizie da uno stregone mescalero, amico di Nana: Hueso. Lo stregone ricorre alle sue arti sciamaniche e rintraccia Nana in fuga verso la terra dei suoi padri dopo un ennesimo scontro contro le giacche azzurre; ma non può essere più preciso perché ha visto il cuore del suo amico amareggiato, e due ombre di morte che lo seguono. Hueso pensa che i due che uccideranno Nana siano Tex e Carson. Tex lo ha intuito, perché sa anche lui, in parte, decifrare il significato delle pietruzze colorate che gli stregoni lanciano per le loro profezie. Crede di aver individuato la zona descrittagli dalle visioni e decide di puntare dritto da Cochise, per avere ulteriori conferme.
Nel frattempo Nana, avvilito per la sconfitta, si dirige verso la terra dei suoi padri, ma ben presto troverà sulla sua strada due turpi personaggi: Steve Cratte, proprietario di un saloon e Ben Haring, un dottore più bravo a bere che a curare i malati. I due stanno parlando del tesoro di Victorio, il sakem di Nana, sanno che si trova nelle White Sands e Ben sa che Nana conosce il posto preciso. Bazzicando Fort Bliss, è in grado di scoprire dove si possa nascondere Nana e, con le sue medicine, sarà in grado di farlo parlare se lo beccheranno. Steve dovrà preoccuparsi solo del finanziamento dell’operazione.
Dopo una settimana, Haring torna con la notizia del rifugio dello stregone: riserva di San Carlos. La notizia gli è stata fornita da uno scout apache del forte a cui l’ha passata un altro apache della polizia indiana della riserva. Nana è stato ripudiato dalla sua gente per non essere stato in grado con la magia, di difendere il loro prestigioso capo, ed ora vive isolato in una capanna ai margini della riserva; sono sicuri di riuscire a convincerlo a farsi seguire.
Intanto Tex e Carson si recano da Cochise e scoprono anche loro il rifugio dello stregone, ma anche che due “bianchi” se lo sono da poco portato via. Cochise gli racconta del tesoro di Victorio e Tex intuisce subito il motivo dell’interessamento dei due furboni “bianchi”. Intanto, i due “furboni”, provano a convincere Nana con whisky, poi con la droga e infine con le torture, perché lo stregone si rifiuta di rivelare il luogo del tesoro. Alla fine, ferito e delirante, è costretto ha dirlo.
Tex e Carson seguono le tracce dei tre, e a Goodwin scoprono l’identità di uno dei due “rapitori”. Rapitori che vengono assaliti da tre indiani in cerca di bottino, ma che fanno una brutta fine. Uno di loro però, benché ferito, resta in vita e Tex lo trova due giorni dopo. Lo cura e apprende così di come i tre, a caccia del tesoro, siano da quelle parti. Alla fine Nana, ridotto davvero molto male, li conduce nella caverna nel deserto delle White Sands, dove il tesoro è custodito. Cratte, spietatamente, spara sullo stregone, anche se Ben era contrario. Nana, prima di morire lancia una maledizione sui due. Sarà un caso, ma dopo la sua morte, scoppia una tempesta di sabbia, inoltre, durante una sosta, Steve viene colpito dalle fiamme del falò e da quel momento sente un forte dolore alla mano.
I nostri pards trovano il corpo di Nana e il tesoro trafugato. I due lestofanti hanno raggiunto, nel frattempo, El Paso, Cratte continua a lamentarsi sempre più della scottatura alla mano e Haring non sa da cosa dipenda quell’infezione. Rimasto solo in una stanza del saloon, Steve vede il fantasma di Nana che lo aspetta all’altro mondo; con un rantolo, cade a terra morto. Quando arrivano Tex e Carson in paese, lo sceriffo li informa che uno dei due inseguiti ha già pagato per i suoi crimini. Haring non sta certo meglio, tormentato dai rimorsi e ubriaco fradicio, si avventa sulla ragazza che si era portata in casa la notte prima, delirando contro lo stregone. Nella colluttazione, il coltello che aveva brandito, gli si conficca in pieno petto. Tex, Carson e lo sceriffo, avvertiti dalla folla accorsa alle urla, arrivano per constatare l’accaduto. La maledizione ha colpito in pieno e Nana è stato vendicato delle sofferenze subite.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Whiteshark »

Storia molto bella, rivisitazione de "La dama di picche" sulle maledizioni.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Gaetano Hardy 59 »

Whiteshark ha scritto:Storia molto bella, rivisitazione de "La dama di picche" sulle maledizioni.
Concordo.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Quickdraw »

Il nuovo racconto parte dal n° 193 di Novembre 1976: “Trapper” di G.L. Bonelli per i testi e E. Nicolò per i disegni. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
Prosegue nel n° 194 del mese di Dicembre 1976: “Uomini senza paura”. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
Poi nel n° 195 del mese di Gennaio 1977: “La corsa della freccia”. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
E termina nel numero 196 di Febbraio 1977: “Dakotas”, da dove parte il nuovo racconto. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
I pards al gran completo si trovano a Saint Louis, centro di commercio delle pelli e punto di partenza per diverse compagnie di cacciatori. Qui, sono costretti ad intervenire per salvare Tom Hogan, un mercante di pelli, dall’assalto di tre “neri” che dovevano fargli “capire” il motivo, per cui i trappers alle sue dipendenze incontravano un sacco di guai. Uno dei tre sventurati aggressori, onde evitare di dar lavoro al dentista, decide di condurre i pards dal tizio “bianco” che li aveva assoldati per dare l’avvertimento. Hogan conosce il nome di Tex grazie ad uno dei suoi aiutanti, ovvero l’irlandese Pat Mac Ryan, il grande e grosso pugile amico dei rangers. Il “nero” conduce la compagnia al Big River Saloon e indica Bert Morley, un rappresentante della “Rocky Mountains Company”, la ditta rivale nell’accumulo di pellame. Tex fa le presentazioni a modo suo e, in breve, scoppia una colossale rissa nel saloon. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
Il barman decide di porvi fine iniziando a sparare bordate con la sua doppietta e Tex suggerisce la ritirata mentre Morley ne approfitta per filarsela.
Hogan li conduce alla sede della sua compagnia: la Missouri Fur Company, dove inizia a raccontare la sua storia. Anche lui aveva iniziato come dipendente della Rocky Mountains, poi si era messo in proprio con altri cacciatori, ma dopo la prima stagione erano iniziati i problemi. Ovviamente non ha prove contro il suo rivale: mister Jackson. Dopo aver verificato che Morley si è imbarcato per intraprendere il viaggio verso la cittadina di Pierre, si gettano all’inseguimento.
A Kansas City, tappa intermedia, salgono a bordo del suo stesso battello. Qui apprendono che Morley, invece di andare al “rendez-vous” con gli altri trappers a Pierre, vuole dirigersi a Omaha. Decidono di non perdere altro tempo e vanno a “interrogarlo”. Spaventato dalla minaccia di tortura da parte del “selvaggio” Tiger Jack, Morley spiffera tutti i loschi piani di Jackson.
Tex e compagni decidono di rispondere dente per dente e iniziano a smantellare i posti di rifornimento della Rocky Mountains. Dopo averne distrutto un bel po’ arrivano a Hot Springs, dove incontrano Pat al Silver Fur saloon, e, per festeggiare, parte una sana rissa tra trappers che termina con una bella bevuta al bancone. Lo sceriffo viene informato della situazione, ma in mancanza di prove più concrete potrà fare ben poco. Chiede inoltre a Tex di evitare, almeno nella sua giurisdizione, di compiere altre “bravate” tipo quelle che hanno combinato fino a quel momento. Il ranger promette e, guidati da Pat, iniziano ad esplorare i dintorni.
L’irlandese riferisce di come gli indiani Snake, Crow e Blackfoot sono istigati dal meticcio canadese Shady Bill, sempre pronto ad aizzarli contro i trappers suoi amici. Poi c’è un certo Pete Linton, trafficante di whisky, che ha preso una moglie indiana; Ross Claywood, grosso mercante d’armi; e Jean Pierre La Motte, un franco-canadese che la “Hudson Bay” aveva scacciato per sporche faccende con gli Uroni.
Il primo a ricevere lo speciale trattamento “Tex”, è Linton, a cui fanno fuori le botti di whisky che si apprestava a vendere agli indiani. Linton si decide a vuotare il sacco svelando altri segreti del prode mr. Jacskon e Tex lo invita a sparire. Il rinnegato non si fa certo pregare, ma si lascia scappare l’intenzione di mollare sua moglie Wanaima. La quale, sentendosi offesa e umiliata, decide di uccidere il suo ormai ex-marito. Tex sceglie di non consegnarla allo sceriffo, comprendendo il perché del suo gesto estremo, e Wanaima, della tribù degli Snakes, promette che si ricorderà di questo favore.
Tornati a Hot Springs, arrivano giusto nel momento in cui Jackson sta minacciando Hogan, e Tex non perde l’occasione di fare la sua conoscenza, assestandogli qualche amichevole “carezza”. Per vendicarsi, Jackson piazza subito una taglia di tremila dollari sulle loro teste e spedisce i suoi scagnozzi a tendere un agguato lungo la pista dei Bighorn che i pards hanno appena imboccato. La banda, guidata dal sicario Webby, prova ad assaltarli al primo bivacco, ma Tex e i suoi sono all’erta e li spediscono a riposare, meno il sicario, che viene convinto a vuotare il sacco. Tex prosegue nella spedizione punitiva e incendia il trading post di Claywood, il quale, dopo un paio di avvertimenti, si dimostra anche lui “collaborativo” nel dare informazioni.
Nel frattempo, istigati dagli uomini di Jackson, gli Snakes di Piccolo Tuono aggrediscono la carovana di mercanti del signor Brenton. I pards arrivano giusto in tempo per dare una mano, ma nello scontro che ne segue, Tex e Tiger restano isolati e assaliti da un nugolo di avversari. In netta inferiorità numerica, vengono catturati da Piccolo Tuono, che vuole vendicarsi del fallito attacco alla carovana della Missouri Fur Company. Resisi conto della situazione, Carson, Kit e Pat, si dirigono all’accampamento degli Snakes per liberarli.
Tex e Tiger sono legati al palo della tortura, ma, fortunatamente, al campo ritrovano Wanaima, la squaw di Linton. La donna intercede per i due raccontando di come non l’avessero consegnata alla giustizia dei “bianchi”, dopo l’uccisione di Linton. Essendo la sorella della moglie del capo, riesce ad ottenere di far partecipare i due prigionieri alla “corsa della freccia”: il condannato prende posizione nel punto dove un guerriero ha lanciato una freccia e da quel momento, la sua vita dipende dalla velocità delle sue gambe. I guerrieri si lanceranno al suo inseguimento, dopo che il condannato avrà mostrato la freccia.
Intanto Carson, Pat e Kit hanno raggiunto l’accampamento e Kit, osservando i preparativi, si rende conto di quello che succederà l’indomani. Così all’alba, mentre Tex e Tiger, raccogliendo la freccia scagliata, danno il via alla “corsa della freccia”, Carson e Kit lanciano la dinamite sulle capanne del villaggio. Distratti dalla distruzione alle loro spalle, la maggior parte degli Snakes tornano nel villaggio e Pat raggiunge con i cavalli i due corridori, inseguiti da un più piccolo gruppo. Carson e Kit mettono in fuga i cavalli, continuando a spedire confetti esplosivi agli arrabbiatissimi indiani.
Tex e compagni sono più che mai decisi a continuare la spedizione punitiva nei confronti della Rocky Mountains e sulla loro lista ora c’è lo spregevole Shady Bill, che ha appena raggiunto un convoglio di rifornimenti di mr. Jackson. Rifornimenti che fanno una brutta fine: con un’azione da commando Tex e i suoi mandano letteralmente in fumo la maggior parte dei carri e mettono in fuga i cavalli. Però i due conduttori della carovana, Jean Pierre La Motte e Ben Dermott, hanno uno scontro verbale con Shady Bill, perché a loro non piace il modo in cui il signor Jackson sta conducendo questo affare.
Nel frattempo, Tex e i suoi pards incontrano i Dakotas di Orso Nero con cui stabiliscono una proficua alleanza per assestare il colpo finale alla carovana. Shady Bill e la sua banda di rinnegati Crows e Blackfeet stavano cercando di recuperare qualche cavallo, quando vengono intercettati dai Dakotas, a cui non par vero di poter liberare le loro terre da quella piaga. Shady Bill, vigliaccamente, abbandona i suoi uomini e si dà alla fuga, ma viene centrato da due frecce. La sua disperata corsa termina alle soglie della carovana di Dermott.
I Dakotas stringono d’assedio l’accampamento e Tex chiede e ottiene di poter parlamentare. In cambio del resto dei rifornimenti da donare ai Dakotas, Tex è disposto a lasciare in vita tutti i superstiti e dare loro cavalli e viveri per arrivare a Fort Benton. I due esitano e accettano a malincuore, ma poi Tex rivela loro che è un ranger e narra tutte le losche azioni del prode Jackson. A questo punto Dermott e La Motte non ci pensano su due volte, e accettano di stringere volentieri la mano al ranger. Tex prende commiato anche da Pat, affidando a lui il compito di spiegare il tutto a Hogan. Loro allungherebbero di molto la strada del ritorno e sono lontani da troppo tempo dalla loro riserva. Ci penseranno Dermott e La Motte ad aiutare Hogan a mettere la parola fine alle losche attività del signor Jackson. Ed è così che i pards, preso commiato da tutti, riprendono la strada del sud.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Whiteshark »

Storia di ampio respiro, magistralmente disegnata da Nicolò. Molto azzeccata l'dea di far "graziare" Tex dalla ex moglie di Linton, l'indiana Wanaima, una sorta di omaggio di Bonelli a Lilith. Anche la figura di Dermott, un "duro" leale in conflitto col ripugnante Shady Bill, mi è sempre piaciuta molto.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Quickdraw »

Il nuovo racconto parte dal n° 196 di Febbraio 1977: “Dakotas” di G.L. Bonelli per i testi e G. Letteri per i disegni.
Prosegue nel n° 197 del mese di Marzo 1977: “Gli scorridori del Rio Grande”. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
Poi nel n° 198 del mese di Aprile 1977: “Nel covo dei banditi”. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
E termina nel numero 199 di Maggio 1977: “A sud di Nogales”, dove è inserito anche un nuovo racconto.

La compagnia al gran completo si trova ospite a Pilares da El Morisco. Durante la cena, Tonito Palacios, un cugino del servitore del “brujo”, Eusebio, bussa alla porta tutto disperato e ferito. Dice di essere inseguito e chiede aiuto. Mentre si apprestano a soccorrerlo, gli inseguitori, una masnada di caballeros riccamente vestiti, urlano di consegnare loro il fuggitivo. Tex e i suoi pards rispondono alla gentile richiesta con del piombo caldo, che spedisce i 4 furfanti da messer satanasso.
Tonito inizia il suo racconto: tutto cominciò da quando suo fratello Domingo era tornato a casa sua, tutto ben vestito e pieno di soldi. Era tornato per convincere anche suo fratello a diventare membro della banda dei “Locos”, che rapinavano banche, spinti da una potente droga che li faceva urlare e sparare come, appunto, dei pazzi incuranti della eventuale resistenza degli sfortunati che capitavano loro a tiro. I fratelli Ricardo e Martin De Rosales gestivano la distribuzione della droga, si occupavano del reclutamento di nuovi Locos e di alloggiarli nel loro “Castillo”, situato nella laguna paludosa di Los Patos, al sicuro da eventuali indagini dei rurales. A proteggere i confini della palude, gli indiani Yaqui del “curandero” Quemado, sono loro che procurano il terribile fiore da cui si estrae la pericolosissima droga di cui i Locos non possono fare a meno. Il fiore cresce in una brutta zona della palude zeppa di esalazioni tossiche, e ne mostra un campione a El Morisco. La droga aveva un pessimo effetto su Tonito, che così era stato “esonerato” dagli attacchi alle banche ed era passato alle funzioni di esploratore. Dopo la morte del fratello aveva deciso di disertare, ed era scappato. Il comando dei rangers aveva inviato Tex e i suoi compagni, proprio per investigare su questa banda di pazzi furiosi e la fuga di Tonito capita a pennello.
L’indomani l’intera compagnia, compreso El Morisco ed Eusebio, parte per debellare la minaccia del fiore e dei Locos. Mentre si dirigono su Los Patos seguendo vie prudenti per evitare di essere avvistati anzitempo, passando per Bosque Bonito, incappano in un attacco dei Locos alla banca locale. Ma stavolta ai Locos va molto male, si trovano di fronte non poveri peones, ma Tex, Carson, Kit e Tiger Jack che con colpi rapidi e precisi, spazzano via l’intera banda meno uno, che riesce a squagliarsela. Quell’uno, vede Tonito e gli spedisce un paio di maledizioni, poi corre a spron battuto verso il Castillo. Informa gli Yaqui che già cominciano a vedere nero il futuro, bisognava evitare di dar fastidio alle banche in territorio texano, giusto per non stuzzicare i rangers, ma ormai la frittata è fatta. Don Martin dà istruzioni a Quemado affinché la laguna diventi la tomba dei rangers. Tex e i suoi pards, sono però dei gran furboni e, con false tracce, fanno credere ai loro avversari di aver lasciato le loro terre.
Pienamente convinti che i rangers siano tornati in Texas, dopo una decina di giorni, i De Rosales si apprestano a riorganizzarsi, arruolando nuovi Locos. E invece Tex e company iniziano l’attacco alla palude, cominciando a far fuori le sentinelle Yaqui dei confini. Giunti al villaggio degli indiani, a suon di piombo e dinamite, Tex convince Quemado a rompere l’alleanza con i furfanti messicani. Grazie anche all’intercessione del Morisco e alla promessa di ricevere in regalo un bel fucile, Quemado accompagna i pards nel luogo dove crescono i “flores de la locura” da cui si ricava la droga. La causa degli effetti tossici è dovuta ai vapori presenti nel sottosuolo, che contaminano i fiori. Raggiunta l’infernale zona, in cui è sempre più difficile respirare, tocca a Tiger Jack calare la dinamite nel geyser da cui trae sfogo il vapore. L’esplosione fa franare il condotto bloccando l’eruzione. Però ora si forma una voragine e tutto viene risucchiato al suo interno. Quel tratto di palude con tutti gli alberi e il terreno, inizia a sprofondare nel punto dell’esplosione.
Non resta che porre fine alle losche attività dei fratelli De Rosales. I pards sorprendono all’esterno delle mura Carlos Maquedo, il capoccia degli uomini di guardia al castello, il quale, dietro promessa di salvare la pelle, passa dalla loro parte. Tex sa che un assedio è improponibile, sia per l’esiguo loro numero, sia per i sicuri rifornimenti di cui certo dispone il Castillo. Occorre studiare un piano per entrare di sorpresa. Parte quindi la manovra d’assalto, Tex e Carson riescono ad attraversare il fossato pieno di alligatori, e a entrare da una porticina di servizio al piano terra, mentre il resto dei compagni spara per distogliere l’attenzione dei caballeros sugli spalti. I due rangers riescono a sorprendere Ricardo e alcuni suoi uomini, ma poi cadono in un trabocchetto. Per fortuna riescono ad uscire fuori dalla cella dove erano caduti e ripartono all’attacco. Raggiungono l’ingranaggio che aziona il ponte levatoio e riescono ad abbassarlo. Kit e Tiger riescono a passare il ponte ma resta la porta da aprire. Ma mentre gli scontri sono in pieno svolgimento e il povero Tonito muore colpito da un proiettile vagante, nella zona del geyser esploso, il vapore, non trovando più uno sfogo in superficie, cerca altre strade. I crolli si ripercuotono di caverna in caverna, grandi strati rocciosi slittano nei crepacci. I colossali schianti raggiungono la superficie e il terremoto esplode in tutta la sua terrificante forza. Tex e i suoi pards, fanno giusto in tempo a lasciare il Castillo che crolla seppellendo l’intera banda dei Locos.
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Re: Tex Willer

Messaggio da Whiteshark »

Storia molto bella e come sempre un pò "psichedelica" quando in essa vi è El Morisco. Splendidi i disegni della palude che ospita i fiori maledetti.
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