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Martin Eden

Produzioni per il piccolo schermo, ad episodi o puntate
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Insight
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Martin Eden

Messaggio da Insight »

Uno degli ultimi sceneggiati settantiani trasmessi dalla RAI, andò in onda in più puntate nel 1979, tratto dal famoso romanzo di Jack London
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Forse perché avevo solo dieci anni, lo trovai piuttosto noioso, molto "lento" per i miei gusti di allora. Guardai solo una o due puntate.
Anni dopo, invece, lessi il romanzo e mi piacque tantissimo.

E' la storia di un marinaio (Martin Eden, appunto), molto forte e bello, che si innamora di una ragazza dell'alta borghesia americana (siamo ai primi del Novecento). La ragazza, di nome Ruth, è attratta dalla sua prestanza fisica e anche dalla sua semplicità. Martin, a sua volta, è attratto da lei ma anche dal mondo che essa rappresenta, che gli pare inarrivabile.

Martin decide di tentare la "scalata sociale" per sposare Ruth. Si mette a lavorare di giorno e a studiare di notte, ammazzandosi di fatica e facendo tutti i lavori possibili e immaginabili con grande sacrificio. Non solo riesce ad istruirsi e a colmare la differenza di cultura con Ruth, ma diventa addirittura uno scrittore (il romanzo è autobiografico, in questo).
La famiglia di Ruth, però, è contraria alla relazione e convince la ragazza a lasciarlo, quando lui è ancora uno scrittore spiantato.

Quando invece Martin diventa uno scrittore di successo, ecco Ruth farsi sotto di nuovo, giurandogli amore eterno e chiedendogli di sposarlo (è la famiglia che la spinge).
Questa volta è lui che la rifiuta, perché, ovviamente, non si tratta di vero amore.

Martin, da rozzo marinaio, diventa uno degli scrittori e intellettuali più famosi degli Stati Uniti e anche molto ricco. Ma, disgustato dall'ipocrisia di quel mondo che prima invidiava e convinto che non esista più nulla per cui valga la pena di vivere, decide di uccidersi.

Le ultime pagine, che descrivono il suicidio, sono indimenticabili, tra le più belle e intense della letteratura, secondo me.
Per reprimere l'istinto vitale, Martin, dopo essersi gettato in mare aperto da una nave, di notte, si immerge riempiendosi i polmoni e nuotando velocemente verso il fondo, finché non ha più aria: a questo punto, l'istinto di sopravvivenza lo fa capovolgere e ritornare velocemente verso la superficie, alla ricerca disperata di ossigeno. Ma ormai è inutile, è sceso troppo verso il fondo. Così è riuscito a "giocare" l'istinto di sopravvivenza...

Martin affoga precipitando negli abissi dell'Oceano. Gli sembra, alla fine, di vedere una luce e di sentire un forte suono, ma sono soltanto sensazioni all'interno del suo cervello. Poi precipita nell'oscurità ed è tutto quello che riesce a sapere. E "nello stesso istante in cui lo seppe, cessò di saperlo".
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lisa jean
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Re: Martin Eden

Messaggio da lisa jean »

Adoro questo romanzo: uno dei più commoventi in assoluto (sì, i romanzi migliori, non sempre, ma spesso, fanno versare lacrime...). Poi, Jack London è uno dei miei autori preferiti: lo collocherei sicuramente in un'ideale top-ten degli scrittori del cuore. Come Insight, anch'io, all'epoca, snobbai lo sceneggiato: avevo 12 anni, ed ero nell'età in cui si sviluppa un'attitudine pesantemente critica verso tutto (per me, almeno, andò così...). La storia mi parve scontata, il ritmo faticosamente lento, l'ambientazione priva di interesse. Confesso di averlo visto solo alcuni anni fa, quando passò su Rai Storia, mi pare. Allora avevo già letto il romanzo, e fu un piacere vederne la trasposizione. Certo, si perde la parte più bella, impossibile da esprimere con mezzi diversi da quelli della scrittura: i sentimenti nobili, la purezza di Martin (che solo Eden poteva chiamarsi), la sua passione per Swinburne (è grazie a lui, e solo a lui, che ho scoperto, innamorandomene, questo meraviglioso poeta inglese, poco conosciuto nel nostro paese), la sua terribile delusione nello scoprire che la donna che gli era sembrata un angelo, e per la quale aveva sofferto tanto, non è altro che una volgare borghesuccia. Solo accennata, se non sbaglio, è anche l'impresa nei mari del Nord, come poco approfonditi restano forse i rapporti di amicizia con Brissenden. Ad ogni modo, un buon prodotto televisivo (avercene, oggi!), con un protagonista (Christopher Connelly), decisamente più vecchio del Martin descritto da London, e che ricorderete come il padre di Jodie Foster nel telefilm "Paper moon". Mi ricordo, infine, che mi piacque anche la sigla.
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Insight
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Re: Martin Eden

Messaggio da Insight »

Bene, mi fa piacere questa tua passione per Jack London, Lisa :)

Anch'io considero Martin Eden uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Mi ha conquistato subito, fin dalle prime pagine, quando lo lessi la prima volta a 18 anni. Ma furono soprattutto le ultime a emozionarmi.

Quanto allo sceneggiato, concordo con quello che hai scritto. E' difficile rendere una storia simile, fatta soprattutto di riflessioni e molto "interiore", in una pellicola. Ho guardato su You Tube le ultime scene, quelle del suicidio, e non si provano neanche lontanamente le emozioni della lettura.
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