Oggetti settantiani per eccellenza, in quanto è nel magico decennio che furono più comuni: uno dei motivi è che nei settanta si ebbe il maggior numero di fumatori di sempre, con molta probabilità, prima della robusta campagna di dissuasione dal consumo di sigarette, che ebbe inizio negli anni ottanta, sulla scia di movimenti e gruppi di pressione provenienti dagli U.S.A. D'altronde la diffusione degli accendini usa e getta era ancora all'inizio, e non può essere paragonata a quella di oggi, mentre una minoranza usavano accendini più costosi e ricercati, anche se i più utilizzavano comunque i fiammiferi per gli impegni di " routine ".
Per quanto riguarda gli altri usi, invece, erano soprattutto concentrati nelle nostre cucine, data la scomodità, a volte, di accendigas magari troppo voluminosi, senza considerare che i fornelli elettrici, o con la scintilla automatica, erano una rarità nei settanta o non esistevano affatto.
Oggi sembra quasi che questi oggetti siano scomparsi.
Tutte le persone che conosco e frequento, e che fumano, utilizzano esclusivamente gli accendini.
Non so se corrisponda a verità o sia una leggenda metropolitana il fatto che ci siano tabaccherie che ne siano sprovviste: io, non essendo un fumatore, non ho avuto occasione direttamente di appurarlo.
Da quello che ricordo, esistevano fondamentalmente 4 tipi di fiammiferi, che si distinguevano sia dal corpo dell'oggetto stesso, che dalla confezione che li conteneva:
i " Minerva ", i più gettonati dai fumatori e i più pratici in assoluto: stavano agevolmente in qualsiasi capo di vestiario che avesse anche un taschino, e addirittura nel mini-taschino dei jeans. Una curiosità che scatenerà la nostalgia di molti è che, in mancanza di fogli di carta, molti annotavano indirizzi o numeri di telefono proprio nelle scatole di Minerva, nel cui frontespizio c'erano comunque, di solito, foto o illustrazioni di fantasia
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Un altro tipo era rappresentato dagli " Svedesi ", che sprigionavano la fiamma più potente, quindi erano i migliori se c'era vento, ma la cui scatola era più complessa da custodire negli abiti, e quindi più scomoda. Il loro utilizzo era generalmente suddiviso a metà tra esterni e interni, soprattutto in cucina.
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I Fiammiferi da Cucina avevano il loro naturale utilizzo in quest'ambiente, ed erano a caratterizzazione tipicamente familiare, e comunque inadatti per i fumatori. Tuttavia un utilizzo particolare era in campagna, quando accendevamo il barbecue per arrostire carne o salsiccia, o comunque per accendere un fuoco. Adatti pertanto sia per interni che per esterni, ma sicuramente non per accendere sigarette.
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Infine i più belli di tutti, per non dire indimenticabili: i " Cerini ".
Le scatoline, con foto e illustrazioni rimaste nella storia, sono veramente deliziose e, personalmente sono tanti, ma tanti anni che non ne vedo. Queste scatoline erano piccole, ma abbastanza scomode e difficili da gestire negli abiti. L'apertura e chiusura " a cassetto ", tirando la mitica linguetta semicircolare, non escludeva completamente la fuoriuscita e il conseguente sparpagliamento dei cerini stessi. Ma molti non ci facevano caso.
I fiammiferi sono oggetti dunque molto particolari, a cui noi settantiani non possiamo non essere affezionati. E dire che siamo cresciuti convinti della loro presunta pericolosità, quando invece bastava fare attenzione a 2 cose soltanto: tenerli lontani dai bambini e dalle fonti di calore.
Bastava un pò di attenzione, dunque, e di buon senso.
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I Fiammiferi
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Re: I Fiammiferi
Che topic carino! Dei "Settanta", infatti, io ricordo soprattutto le piccole cose...
Comunque, i miei "fiammiferi" preferiti erano questi:
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Verissimo! Lo vedevo fare sempre ai ragazzi che volevano fare i toghi, come si diceva allora!Betelgeuse ha scritto: Da quello che ricordo, esistevano fondamenmente 4 tipi di fiammiferi, che si distinguevano sia dal corpo dell'oggetto stesso, che dalla confezione che li conteneva:
i " Minerva ", i più gettonati dai fumatori e i più pratici in assoluto: stavano agevolmente in qualsiasi capo di vestiario che avesse anche un taschino, e addirittura nel mini-taschino dei jeans. Una curiosità che scatenerà la nostalgia di molti è che, in mancanza di fogli di carta, molti annotavano indirizzi o numeri di telefono proprio nelle scatole di Minerva, nel cui frontespizio c'erano comunque, di solito, foto o illustrazioni di fantasia
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Sai una cosa? Io li compro ancora: li trovo in tabaccheria, dove chiedo i "fiammiferi da cucina" e li trovo (quasi) sempre! Vuol dire che non sono poi una rarità!Un altro tipo era rappresentato dagli " Svedesi ", che sprigionavano la fiamma più potente, quindi erano i migliori se c'era vento, ma la cui scatola era più complessa da custodire negli abiti, e quindi più scomoda. Il loro utilizzo era generalmente suddiviso a metà tra esterni e interni, soprattutto in cucina.
Questi sì che sono spariti! Anch'io li ricordo in cucina e nei barbecue.I Fiammiferi da Cucina avevano il loro naturale utilizzo in quest'ambiente, ed erano a caratterizzazione tipicamente familiare, e comunque inadatti per i fumatori. Tuttavia un utilizzo particolare era in campagna, quando accendevamo il barbecue per arrostire carne o salsiccia, o comunque per accendere un fuoco.
...ed io, infatti, da ragazzina le collezionavo . Ci fu un periodo (circa '78-'79) in cui tenevo accatastate le più belle che vedevo (le mie sorelle, allora, fumavano parecchio ) nella mia cameretta.Infine i più belli di tutti, per non dire indimenticabili: i " Cerini ".
Le scatoline, con foto e illustrazioni rimaste nella storia, sono veramente deliziose
Alcuni ragazzini, quando i "grandi" erano lontano, "pestavano" le capocchie dei fiammiferi da cucina per farli "esplodere" (e che odore nauseante, bleah!).E dire che siamo cresciuti convinti della loro presunta pericolosità, quando invece bastava fare attenzione a 2 cose soltanto: tenerli lontani dai bambini e dalle fonti di calore.
Bastava un pò di attenzione, dunque, e di buon senso.
Comunque, i miei "fiammiferi" preferiti erano questi:
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Re: I Fiammiferi
Grazie!lisa jean ha scritto:Che topic carino!
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Re: I Fiammiferi
Mi sono sempre piaciuti e hanno contribuito a creare il mio "fascino" degli anni Settanta per il fumo. Quelli grandi, da cucina, mia nonna li chiamava, nel vecchio dialetto triestino, "fulminanti" Non so perché ma mi faceva così ridere... "Passime i fulminanti"
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Re: I Fiammiferi
Ma che bel topic!!! Ovviamente tutti questi fiammiferi e relative scatole li ricordo perfettamente...in particolare i cerini (ma siamo sicuri che non siano più in vendita?), ricordo che mi piaceva aprire il gambo di cera, avvolgere con la cera stessa la capocchia e quindi strofinare per accenderla...un odore particolarissimo, e un fumo denso...senza fiamma...
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Re: I Fiammiferi
Adoravo i cerini delle cui scatole facevo collezione. Ricordo in particolare la serie con foto di pesci e la relativa descrizione sul retro. E anche io mi divertivo a fare lo stesso giochetto di franc61 e anche di peggio. Come ho già detto in un altro post ero un piromane in erba!