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Diabolik
- Whiteshark
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Re: Diabolik
Di questo "Demoniak" sento parlare ora per la prima volta
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Re: Diabolik
E' un tipaccio che ha avuto i fumetti stampati negli anni 60 ma anche nei primi 70 creato da Furio Arrasich e disegnato da Franco Verola ed Edoardo Morricone, ma è molto più "noir" di DiabolikWhiteshark ha scritto:Di questo "Demoniak" sento parlare ora per la prima volta
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Re: Diabolik
Mai saputo che esistesse questo Demoniak!
- barbatrucco
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Re: Diabolik
Nemmeno io, dalla descrizione che ne ha fatto Gaetano direi proprio che la definizione quickesca di "tipaccio [...] molto più noir di Diabolik" si addica alla perfezione.
Indubbiamente un fumetto "minore" che tuttavia ha conosciuto varie piccole ondate, essendo stato pubblicato a singhiozzo da vari editori fino al 1974. Comunque, cercando notizie mi sono ricordato che Stefania Sandrelli ne legge un albo in una scena di Io la conoscevo bene (1965) e credevo fosse una testata fittizia creata appositamente dagli autori per citare la moda degli "eroi neri".
Clicca sulla miniatura per ingrandire Una cosa piuttosto cult, evidentemente.
Come del resto avete già sottolineato, il principale difetto di Diabolik, anche ai miei occhi, sta forse nel tono un po' asettico dell'insieme nonostante ciò che viene narrato, o almeno questo è ciò che si può rimproverare a come il fumetto è diventato nel tempo, ammorbidendosi. D'altra parte, non lo leggo da una vita, e anch'io mi ritrovo nei racconti di letture dal barbiere o in case altrui, non era un fumetto che acquistassi di solito.
E' vero però che quando le storie si discostavano dagli svolgimenti classici, o erano più vicine allo spirito originario, erano coinvolgenti e non ce n'era per nessuno, e sarebbe interessante leggere quelle attualmente in vendita per capire l'atmosfera che vi si respira.
Probabilmente, il perdurare del successo sta nel fatto che le Giussani e i loro collaboratori abbiano saputo creare fin dall'inizio un'iconografia talmente essenziale ed elegante da poter resistere con relativa facilità al passare del tempo: l'eroe "bel tenebroso" dall'aspetto atletico e virile, la calzamaglia nera senza fronzoli che ne esalta la muscolatura e i verdi occhi di ghiaccio (il taglio degli occhi incorniciati dal "passamontagna" della tuta è un'immagine immediatamente riconoscibile), il pugnale, la Jaguar, la stupenda Eva Kant e il loro amore indissolubile che riesce a vincere le inevitabili crisi di una così lunga storia, la stessa grafica del marchio Diabolik... A differenza dei suoi epigoni (che pure hanno fatto la storia del costume oltre a quella del fumetto, specie nei casi più riusciti) il "Re del Terrore" ha saputo imposi come eterna icona pop e, anche se gli altri "eroi neri" hanno avuto essi stessi le loro trasposizioni cinematografiche, il film che ne ricavò nel '68 Mario Bava evidenzia fortemente questo aspetto trasfigurandolo proprio nella Pop Art; e magari, quel tono spesso asettico di cui parlavo potrebbe essere una chiave della longevità, rendendo in qualche modo accettabili le vicende di un protagonista che di fatto è un criminale, nonostante segua una sua vaga etica.
Indubbiamente un fumetto "minore" che tuttavia ha conosciuto varie piccole ondate, essendo stato pubblicato a singhiozzo da vari editori fino al 1974. Comunque, cercando notizie mi sono ricordato che Stefania Sandrelli ne legge un albo in una scena di Io la conoscevo bene (1965) e credevo fosse una testata fittizia creata appositamente dagli autori per citare la moda degli "eroi neri".
Clicca sulla miniatura per ingrandire Una cosa piuttosto cult, evidentemente.
Omero ha scritto:Se ho letto qualche Diabolik e Kriminal è perché li trovai in casa d'altri o dal barbiere. Forse ben prima del nostro decennio. E adesso... copème (espressione veneta)
Beh, in una discussione su Diabolik con "finestre su altri "eroi neri" qualche ammazzatella ci starebbe puregalerius ha scritto:Sta tranquillo, Omero, a t'masuma nén ( espressione piemontese )
Anche a me la semplificazione sui personaggi di Bunker e Magnus sembra un po' troppo di parte e fuorviante.galerius ha scritto:nell'intervista a Gomboli mi ha dato abbastanza fastidio vedere liquidati personaggi che hanno una loro indiscutibile originalità ( quanto a personalità e vicende ) come fossero null'altro che deboli imitazioni di Diabolik. Il che non è, con buona pace di Gomboli
Come del resto avete già sottolineato, il principale difetto di Diabolik, anche ai miei occhi, sta forse nel tono un po' asettico dell'insieme nonostante ciò che viene narrato, o almeno questo è ciò che si può rimproverare a come il fumetto è diventato nel tempo, ammorbidendosi. D'altra parte, non lo leggo da una vita, e anch'io mi ritrovo nei racconti di letture dal barbiere o in case altrui, non era un fumetto che acquistassi di solito.
E' vero però che quando le storie si discostavano dagli svolgimenti classici, o erano più vicine allo spirito originario, erano coinvolgenti e non ce n'era per nessuno, e sarebbe interessante leggere quelle attualmente in vendita per capire l'atmosfera che vi si respira.
Probabilmente, il perdurare del successo sta nel fatto che le Giussani e i loro collaboratori abbiano saputo creare fin dall'inizio un'iconografia talmente essenziale ed elegante da poter resistere con relativa facilità al passare del tempo: l'eroe "bel tenebroso" dall'aspetto atletico e virile, la calzamaglia nera senza fronzoli che ne esalta la muscolatura e i verdi occhi di ghiaccio (il taglio degli occhi incorniciati dal "passamontagna" della tuta è un'immagine immediatamente riconoscibile), il pugnale, la Jaguar, la stupenda Eva Kant e il loro amore indissolubile che riesce a vincere le inevitabili crisi di una così lunga storia, la stessa grafica del marchio Diabolik... A differenza dei suoi epigoni (che pure hanno fatto la storia del costume oltre a quella del fumetto, specie nei casi più riusciti) il "Re del Terrore" ha saputo imposi come eterna icona pop e, anche se gli altri "eroi neri" hanno avuto essi stessi le loro trasposizioni cinematografiche, il film che ne ricavò nel '68 Mario Bava evidenzia fortemente questo aspetto trasfigurandolo proprio nella Pop Art; e magari, quel tono spesso asettico di cui parlavo potrebbe essere una chiave della longevità, rendendo in qualche modo accettabili le vicende di un protagonista che di fatto è un criminale, nonostante segua una sua vaga etica.
Ultima modifica di barbatrucco il dom 3 dic 2017, 22:50, modificato 3 volte in totale.
Resta di stucco, è un barbatrucco!
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Re: Diabolik
Mah... la sola etica di Diabolik mi sembra sia quella di porsi dei limiti sempre più alti da superare.
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Re: Diabolik
[quote="barbatrucco"]Nemmeno io, dalla descrizione che ne ha fatto Gaetano direi proprio che la definizione quickesca di "tipaccio [...] molto più noir di Diabolik" si addica alla perfezione.
Indubbiamente un fumetto "minore" che tuttavia ha conosciuto varie piccole ondate, essendo stato pubblicato a singhiozzo da vari editori fino al 1974. Comunque, cercando notizie mi sono ricordato che Stefania Sandrelli ne legge un albo in una scena di Io la conoscevo bene (1965) e credevo fosse una testata fittizia creata appositamente dagli autori per citare la moda degli "eroi neri". ......]
Aggiungo che le sue gesta si svolgono prevalentemente in Inghilterra. A differenza dei citati Diabolik / Kriminal, non è un solitario. E' a capo di una organizzazione, a metà tra la loggia massonica; la cosca mafiosa e la setta politico-religiosa. Infatti almeno parte dei suoi seguaci/collaboratori, condivide i suoi progetti di "miglioramento" dell'umanità. La sua nemesi, un commissario stile Milton /Ginko, inizialmente lo affronta secondo i canoni della legalità (garantismo; "regolare processo", rispetto dell' Habeas Corpus, etc.) , ma, dato che, non diversamente dai colleghi citati, non cava un ragno dal buco, affianca al contrasto legale a tale tipaccio & Company, una lotta con metodi illegali. Si è creato una identità segreta : Judix. La notte esce con una moto modificata. Impugnando una curiosa mitraglietta, anch'essa modificata, per farle prendere una forma a metà tra il trombone dei briganti e le armi a raggio di Gordon, elimina senza troppi complimenti i complici di Demoniak. Scotland Yard, pertanto, si trova costretta a combatterli entrambi. Con il risultato che, concentrando le forze contro Demoniak e Judix, la criminalità comune prospera.
Indubbiamente un fumetto "minore" che tuttavia ha conosciuto varie piccole ondate, essendo stato pubblicato a singhiozzo da vari editori fino al 1974. Comunque, cercando notizie mi sono ricordato che Stefania Sandrelli ne legge un albo in una scena di Io la conoscevo bene (1965) e credevo fosse una testata fittizia creata appositamente dagli autori per citare la moda degli "eroi neri". ......]
Aggiungo che le sue gesta si svolgono prevalentemente in Inghilterra. A differenza dei citati Diabolik / Kriminal, non è un solitario. E' a capo di una organizzazione, a metà tra la loggia massonica; la cosca mafiosa e la setta politico-religiosa. Infatti almeno parte dei suoi seguaci/collaboratori, condivide i suoi progetti di "miglioramento" dell'umanità. La sua nemesi, un commissario stile Milton /Ginko, inizialmente lo affronta secondo i canoni della legalità (garantismo; "regolare processo", rispetto dell' Habeas Corpus, etc.) , ma, dato che, non diversamente dai colleghi citati, non cava un ragno dal buco, affianca al contrasto legale a tale tipaccio & Company, una lotta con metodi illegali. Si è creato una identità segreta : Judix. La notte esce con una moto modificata. Impugnando una curiosa mitraglietta, anch'essa modificata, per farle prendere una forma a metà tra il trombone dei briganti e le armi a raggio di Gordon, elimina senza troppi complimenti i complici di Demoniak. Scotland Yard, pertanto, si trova costretta a combatterli entrambi. Con il risultato che, concentrando le forze contro Demoniak e Judix, la criminalità comune prospera.
"Quando troverò chi mi darà ragione, MI SORGERA' IL DUBBIO DI AVERE TORTO" (W.A.)
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Re: Diabolik
Questa mi sembra una buona analisi ; senza dubbio Diabolik a livello grafico è più agile, leggero e allo stesso tempo più realistico di certi suoi epigoni, compreso Kriminal ; inoltre non è troppo coinvolgente a livello emotivo. Insomma, ha le qualità per diventare un "classico" senza tempo, questo bisogna riconoscerglielo. Kriminal e Satanik sono più legati ai loro anni ( personalmente trovo più pop loro di Diabolik, sulla pagina ; il film di Bava sì, è il trionfo del Pop, ma all'epoca non era piaciuto troppo agli appassionati, che si aspettavano forse atmosfere più simili a quelle presenti in pellicole quali La ragazza che sapeva troppo o Sei donne per l'assassino ).barbatrucco ha scritto:A differenza dei suoi epigoni (che pure hanno fatto la storia del costume oltre a quella del fumetto, specie nei casi più riusciti) il "Re del Terrore" ha saputo imposi come eterna icona pop e, anche se gli altri "eroi neri" hanno avuto essi stessi le loro trasposizioni cinematografiche, il film che ne ricavo nel '68 Mario Bava evidenzia fortemente questo aspetto trasfigurandolo proprio nella Pop Art; e magari, quel tono spesso asettico di cui parlavo potrebbe essere una chiave della longevità, rendendo in qualche modo accettabili le vicende di un protagonista che di fatto è un criminale, nonostante segua una sua vaga etica.
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
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- Omero
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Re: Diabolik
Aggiungerei un'altro personaggio, recente perché pubblicato per la prima volta nel 2004
Clicca sulla miniatura per ingrandire E' un fumetto italiano della Menhir Edizioni, di dimensioni analoghe a quelli già citati. Il personaggio è un uomo senza più memoria del suo passato, che veste con una tuta nera raffigurante uno scheletro bianco, molto simile alla tuta dei personaggi Kriminal e Killing.
Clicca sulla miniatura per ingrandire E' un fumetto italiano della Menhir Edizioni, di dimensioni analoghe a quelli già citati. Il personaggio è un uomo senza più memoria del suo passato, che veste con una tuta nera raffigurante uno scheletro bianco, molto simile alla tuta dei personaggi Kriminal e Killing.
Hic manebimus optime
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Re: Diabolik
Ne ho sentito parlare ma uno dei fascini - o forse il principale fascino - di quei fumetti è lo stile vintage, anni '60/70. Sono un tuffo nel passato mica da ridere. Per quanto simile nei temi, a un eroe nero "di oggi" mancherebbe per forza di cose quell'aspetto.
Attento, Black Jack, perché adesso ti tingo...sarebbe "ti tengo", ma è per far rima con...GRINGO...!
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- hal9000
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Re: Diabolik
ripesco questa discussione, perché oggi ho letto una cosa curiosa, il disegnatore che fece
il primo numero in assoluto scomparve misteriosamente subito dopo aver consegnato
le tavole e non se ne è mai più saputo nulla, si chiamava Angelo Zarcone ed a lui è dedicato
un film che ne narra la storia, link qui
https://video.repubblica.it/spettacoli- ... ref=search
il primo numero in assoluto scomparve misteriosamente subito dopo aver consegnato
le tavole e non se ne è mai più saputo nulla, si chiamava Angelo Zarcone ed a lui è dedicato
un film che ne narra la storia, link qui
https://video.repubblica.it/spettacoli- ... ref=search