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F1 Stagione 1975

Ricordi, protagonisti, eventi e manifestazioni sportive
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boccaccesco
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da boccaccesco »

Provvedimento preso, quello di dover correre con la macchina integra, affinché non si potesse ripetere la tragedia del '55 quando Levegh piombò sulle tribune causando il più grave incidente nella storia dell'automobilismo.
La Ford non lasciò nulla di intentato, per vincere quella edizione, tantomeno prezzolare i giudici di gara. Infatti, sostiene sempre Forghieri, il Drake non se la prese più di tanto per tutte queste porcate, forse perchè aveva capito che dietro c'era qualcosa di più grande di lui, contro la quale si poteva fare poco.
Peccato perché riuscire a bastonare un colosso come la Ford, nonostante tutto quel dispiegamento di mezzi (avevano persino il barbiere personale...), sarebbe stata una gran bella soddisfazione...
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sundance76
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da sundance76 »

Io non sono così sicuro che si potessero appioppare così facilmente 5 giri di distacco tramite maneggi cronometrici..
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." (Gianni Cancellieri)
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Whiteshark
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

GP SUDAFRICA: GARA

1’ – 20’ GIRO: Il warm up di sabato mattina (nel quale Reutemann e Fittipaldi ottengono, pare, i migliori tempi in 1'17”2, davanti a Scheckter in 1'17”3) si svolge con condizioni climatiche per l'ennesima volta diverse: via le nubi, ed un cocente sole “africano” che impone ai motoristi di intervenire nuovamente (e drasticamente) sulle carburazioni. La cosa non è indolore per diversi piloti, primo tra tutti Merzario, che rompe (tra la disperazione di Williams) il motore nuovo di zecca che era stato montato dopo le prove ufficiali, e che quindi deve partire col motore “stanco” delle prove. Anche l'idolo locale Scheckter rompe il motore, ed i meccanici devono fare una “volata” a cambiarglielo con quello montato sulla sua vettura titolare andata distrutta. Ma le maggiori ambasce sono al Team Ferrari, dove proprio non riescono a far rendere al meglio i boxer in altura. D’altronde i dati delle velocità massime in fondo al dritto sono inequivocabili ed allarmanti: Reutemann (che interviene anche sull’assetto e ne avrà grande giovamento), il più veloce, passa a 284 orari, Scheckter (prima della rottura) a 281, Fittipaldi (che sostituisce allo sguardo nero come la pece del giovedì un ampio sorriso, definendo la sua vettura “perfetta”) a 280, Depailler, Peterson, Pace e Pryce a 278, Stommelen a 277, Mass e Andretti a 275……. E Lauda e Regazzoni ? Fermi rispettivamente a 272 e 271 orari, cosa che li rende più veloci solo dei privati, e che si ripercuote anche sui tempi, con l'austriaco accreditato di 1'17”9 e l'elvetico di 1'18”0. Per il duo di Maranello, quindi, si preannuncia gara di difesa, puntando sulla grande velocità nel misto e cercando di non stressare troppo le gomme. Scheckter riceve dai suoi meccanici la vettura venti minuti prima dell’allineamento in griglia, e tra la gioia dei centomila sostenitori venuti a tifarlo è il primo a scendere in pista per il giro di allineamento, venti minuti prima della partenza. Partenza che, udite udite, viene data in perfetto orario, con Pace che stacca perfettamente la frizione e sul discesone che porta alla Crowthorne è ampiamente avanti a tutti. Alle sue spalle, appaiati, Reutemann e Scheckter, seguiti da Depailler, Lauda e Peterson anche loro su una stessa linea, tallonati da un sestetto comprendente Andretti, Brambilla, Regazzoni, Fittipaldi, Hunt e Watson. In fondo al gruppo parte anche Wilson Fittipaldi, come riserva: se entro il termine del primo giro non vi saranno ritiri il brasiliano dovrà rientrare ai box (anche se tutti i Teams avevano espresso parere favorevole ad una griglia con 27 vetture nds).

Alla prima curva, dietro a Pace, è tempo di duelli rusticani a chi ha più fegato nel “tenere giù” il piede: tra Reutemann e Scheckter vince, ovviamente, il sudafricano, che obbliga il non certo “cuor di leone” argentino ad alzare il piede, col risultato che anche Peterson, che ha “bruciato” in staccata Depailler e Lauda, supera la Brabham N.7 e sale a podio virtuale. La frenata di Reutemann penalizza grandemente quelli che sono alle sue spalle, vale a dire Lauda e sopratutto Andretti, che è costretto ad una “inchiodata” a ruote bloccate e deve così lasciare strada a Brambilla, Regazzoni, Fittipaldi e Hunt.

Alla Barbeque, seconda curva, Pace precede così Scheckter, Peterson, Reutemann, Depailler, Regazzoni (come sempre autore di una superpartenza, addirittura per i commissari risulta partito in anticipo, ma quando la direzione gara visiona il filmato della partenza non riesce a stabilire se Clay abbia anticipato o meno la partenza, e nel dubbio non prende provvedimenti), Lauda, Fittipaldi che girando “largo” alla Crowthorne ha guadagnato ben 4 posizioni rispetto al via, Brambilla, Hunt ed Andretti, come detto penalizzatissimo dalla manovra di Reutemann.

Nel corso del primo giro Fittipaldi, scatenato, completa la sua tornata capolavoro superando anche Lauda (credo alla Clubhouse) e passando in settima posizione. Al termine della prima tornata quindi Pace è in testa con (cronometraggio personale su immagini amatoriali in rete nds) 0”68 su Scheckter, 1”29 su Peterson e 1”96 su Reutemann. A 3”09 Depailler, a 3”35 Regazzoni, a 3”77 Fittipaldi che ha probabilmente compiuto uno dei migliori passaggi della sua carriera guadagnando ben 5 posizioni dalla prima curva al traguardo, poi Lauda a 4”63 e Brambilla e Hunt affiancati a chiudere i primi dieci con 5”28 di ritardo dal battistrada. Seguono Andretti, Merzario partito molto bene, Mass, Watson che ha perso molte posizioni, Ian Scheckter, Jarier, Stommelen, Donohue, Laffite, Pryce, Charlton, Evans, Ickx, Keizan, Lella Lombardi e Tunmer a chiudere il gruppo, abbandonato dalla Copersucar di Wilson a Fittipaldi che, non avendo visto vetture ritirate, rientra ai box ed abbandona la corsa.

Nel corso del secondo giro Brambilla, che a causa di un calo di motore nelle prove libere del mattino ha dovuto accorciare i rapporti e quindi non può stare in scia per non andare fuori giri deve subire il sopasso di Hunt alla Crowthorne, mentre davanti Scheckter si mette alle costole di Pace e Reutemann fa lo stesso con Peterson. Tra la fine del secondo giro e l'inizio del terzo il sorpasso, che si rivelerà decisivo, alla Crowthorne: Scheckter esce velocissimo dalla Leeukop, succhia la scia per tutto il rettilineo, si affianca dopo il discesone ed alla staccata supera un Pace che non oppone resistenza in quanto già nei guai coi freni (fatto che lo condizionerà per tutta la corsa). 1”13 dopo (altro cronometraggio personale nds) Reutemann replica la manovra con Peterson e passa in terza posizione. Quinto è sempre Depailler a 1”91, sesto Regazzoni a 3”03, settimo Fittipaldi a 3”72, ottavo Lauda a 4”19, nono Hunt a 4”79, mentre più dietro Mass, sempre alla Crowthorne, supera Merzario, Charlton supera Pryce, e l’imbarazzante Ickx supera l’altrettanto imbarazzante BRM di Evans alla Crowthorne (dove, è bene ricordarlo, la vettura inglese paga quasi 30 Km/h alle vetture più veloci). Scheckter nel corso del quarto passaggio guadagna subito 1” su Pace, mentre Peterson, non sorretto dalla vettura, si stacca subito da Reutemann ed entra nelle grinfie di Depailler. Dietro il francese Regazzoni ha circa 1” su un Fittipaldi che preferisce, come sua abitudine, stabilizzare la vettura prima di attaccare, e precede di circa 1”5 Lauda che ha alle costole Hunt. Seguono Brambilla insidiato da Andretti e Mass tra loro attaccati, Watson che ha scavalcato Merzario alle prese con un motore quanto mai spompato, Ian Scheckter, Jarier plafonato in una umiliante 16’ piazza, Stommelen, Donohue, Laffite, Charlton, Pryce, Ickx, Evans, Keizan e Tunmer che in questo giro riesce a scavalcare Lella Lombardi, non per un sorpasso ma perchè l'alessandrina rientra ai box con la pompa della benzina che non funziona bene.

Al quinto passaggio primo colpo di scena nei quartieri “medi” della classifica: James Hunt è costretto ad una sosta ai box per cambiare il musetto, lesionato in una “toccata” al primo giro (probabilmente contro Brambilla, che in questo giro viene scavalcato sia da Andretti che da Mass nds) e che ballonzola pericolosamente sul rettilineo. L'inglese perde oltre 3 minuti, due giri e riparte penultimo davanti alla sola Lombardi, la cui vettura continua ad andare a singhiozzo. Contemporaneamente Depailler supera Peterson e passa in quarta posizione, con il povero svedese che pur facendo “numeri” da circo è troppo handicappato dal mezzo per poter resistere agli avversari che man mano gli arrivano addosso. Ed infatti, tra il sesto (nel quale Ian Scheckter va in testacoda alla Clubhouse e riparte senza danni ma in 23' posizione rispetto alla quindicesima dove si trovava) e l'ottavo giro, sia Regazzoni che Fittipaldi e Lauda scavalcano Superswede, guadagnando rispettivamente la quinta, la sesta e la settima posizione. Sempre all'ottavo giro Pryce risupera Charlton alla Barbecue, mentre al giro seguente, Mass, proseguendo nella sua progressione, scavalca Andretti e guadagna la nona posizione, e Ian Scheckter inizia la sua rimonta scavalcando la BRM di Evans e passando ventiduesimo.

Al decimo passaggio, mentre Ian Scheckter supera Keizan per il ventunesimo posto, la classifica (sempre cronometraggio personale nds) vede il fratello Jody menare la danza con 1”95 su Pace, 2”52 su Reutemann, 3”67 su Depailler, 5”81 su Regazzoni, 6”28 su Fittipaldi che inizia a “puntare” il ticinese, 8”42 su Lauda, 10”86 su un Peterson in totale crisi di gomme, 12”62 su Mass, 13”42 su Andretti, 14”11 su Watson, 16”89 su Merzario che ha appena superato Brambilla, 18”68 su Jarier, 19”52 su Stommelen e 19”88 su Donohue. Seguono Laffite, Pryce, Charlton, Ickx, Ian Scheckter, Keizan, Evans, Tunmer, ed a chiudere i pluridoppiati Hunt e Lella Lombardi.

Undicesimo passaggio con tre novità: Pryce scavalca Laffite e gli prende la diciassettesima piazza, Ian Scheckter supera Ickx ed entra nella top 20, mentre Peterson entra ai box e cambia il pneumatico anteriore sinistro distrutto, ripartendo 24' ed ultimo a pieni giri. Sarebbe anche il giro in cui, secondo lo stravagante e farraginoso cronometraggio, Carlos Pace fa il “best lap” della corsa in 1'17”20, ma l'inconsistenza di questo dato è evidente al giro seguente, quando Reutemann si mette negli scarichi di “El Mojo”, che, in crisi coi freni (“Il pedale è diventato spugnoso fin dalla seconda frenata, forse non sono stati spurgati bene” dirà a fine corsa il brasiliano), che, resosi subito conto che sta solo rallentando il compagno di squadra, lo lascia passare al giro seguente alla “esses”, mentre nello stesso giro il sempre bravissimo Watson supera Andretti (che ha vettura, motore e budget ben differenti...) passando nono e Stommelen scavalca Jarier che ha rotto uno scarico e quindi perde inevitabilmente velocità, guadagnando la tredicesima posizione.

Reutemann è quindi secondo, ma Jody ha ormai (sempre cronometraggio personale nds) ben 2”98 sull'argentino, con Pace a 3”58 ed il minacciosissimo Depailler a 3”85. Il francese, velocissimo in questa fase della gara, supera al giro seguente la Brabham N.8 alla Crowthorne e guadagna il podio virtuale, mentre nelle retrovie Ian Scheckter supera Charlton diventando così il capofila della gara dei “locali”.

Al quindicesimo giro Fittipaldi rompe gli indugi e supera Regazzoni passando quinto e mettendosi subito in caccia di Pace. Contemporaneamente Laffite entra ai box col motore che va a singhiozzo, ripartendo ultimissimo dopo 4 giri, mentre Jarier, impossibilitato a difendersi a causa dello scarico rotto, viene superato tra il quindicesimo ed il sedicesimo giro prima da Donohue e poi da Pryce. La sedicesima tornata è quella che vede anche il primo ritiro della corsa, con Brambilla che rompe il supporto del radiatore dell'olio ed il relativo tubo, cosa che sporca la pista dalla Juksei alla Clubhouse ma non in modo irreparabile, anche perchè il monzese vede la pressione dell'olio precipitare e si ferma subito a bordo pista prima di rompere il motore. Intanto, in testa alla corsa, Reutemann non perde ma neppure guadagna un centimetro su Scheckter, ed anzi ha sempre non troppo lontana la seconda Tyrrell di Depailler. Quarto è sempre Pace al quale è ormai arrivato addosso Fittipaldi, che appare nettamente più rapido del suo connazionale. Ed infatti al diciottesimo passaggio, mentre Ian Scheckter supera uno Jarier in piena crisi di motore, il campione del mondo supera alla Crowthorne “El Mojo”, completando la prima parte della sua incredibile rimonta che lo ha portato a guadagnare 8 posizioni in 18 giri. Al giro seguente si conclude, per la rottura della frizione, la splendida corsa di Watson, che stava attaccando Mass: per l'irlandese è il ritiro e molte recriminazioni, le stesse che, per la vettura che guida, può avere Peterson, che in questa tornata supera Tunmer e guadagna una tristissima ventesima posizione.

DOPO 20 GIRI:

1’ Jody Scheckter
2’ Reutemann a 2”9
3’ Depailler a 4”4
4’ Fittipaldi a 8”1
5’ Pace a 9”1
6’ Regazzoni a 12”3
7’ Lauda
8’ Mass
9’ Andretti
10’ Merzario
11’ Stommelen
12’ Donohue
13’ Pryce
14’ Ian Scheckter
15’ Jarier
16' Charlton
17’ Ickx
18’ Keizan
19’ Evans
20’ Peterson
21’ Tunmer
22’ Hunt a 2 giri
23’ Lombardi a 4 giri
24’ Laffite a 4 giri

21’ – 40’ GIRO: Al 21’ giro due sorpassi, con Ian Scheckter che scavalca Pryce e Peterson che supera Evans: il sudafricano diventa così tredicesimo, e lo svedese diciannovesimo, posizioni che ambedue migliorano quando, il giro successivo, si rompe per l'ennesima volta il cavo del gas sulla Williams di Merzario, che può così arrivare solo a passo d'uomo ai box. Al 23' giro Peterson passa anche Keizan, e nella stessa tornata la prima corsa in Formula 1 di Lella Lombardi si conclude per la definitiva rottura della pompa della benzina, eliminando così anche l'ultima carta nazionale rimasta in gara. Intanto, nel gruppo di testa, Scheckter continua senza apparente troppa fatica a mantenere la testa, ma il suo vantaggio non si smuove dai due/due secondi e mezzo su Reutemann, che ha sempre vicino Depailler. Ma ad entusiasmare in questa fase di gara è Fittipaldi, che a pista libera è sistematicamente il pilota più veloce in pista e si sta riportando, lentamente ma inesorabilmente sulle primissime posizioni. Pace, che senza più avversari che lo attaccano, viaggia col suo ritmo e riesce a tenere a debita distanza le due 312T di Lauda e Regazzoni, penalizzate oltremisura dallo scarso rendimento dei motori (a fine gara Lauda dirà “non sono mai riuscito a prendere più di 11.300 giri contro i soliti 12.000, meno male che avevo davanti Regazzoni che mi aiutava con la scia”, mentre Clay dirà che “al mio motore mancavano 400 giri” basta questo per capire quanto i boxer di Maranello erano sfiatati nds). Intanto al 25' giro Ian Scheckter supera Donohue e si porta in undicesima posizione, mentre due giri dopo Charlton rovina la sua corsa tutto sommato onesta con una divagazione che lo obbliga a rientrare ai box per sostituire il musetto danneggiato, ripartendo ventesimo e doppiato. Ma tutta l'attenzione è per la lotta al vertice, con Reutemann che si sta avvicinando a Scheckter, Depailler che si sta avvicinando a Reutemann e Fittipaldi, continuamente il più rapido sul tracciato, che si sta avvicinando, con una McLaren che lui stesso a fine gara definirà “assolutamente perfetta”, al trio di testa. Al 27' giro, mentre Peterson supera il compagno di squadra Ickx e passa quindicesimo grazie alla sosta di Charlton, il campione del mondo “vede” ormai l'alettone della Tyrrell di Depailler avanti a lui e, poco più avanti, quello della Brabham di Reutemann. Al 30' giro Scheckter comanda con con 2”9 su Reutemann, 3”6 su Depailler e 4”4 su Fittipaldi, con Pace a oltre 6”. Le due Ferrari sono staccate di oltre 10” ed è evidente che ormai bisogna solo giocare in difesa cercando di artigliare qualche punticino. A seguire Regazzoni ed un Lauda abulico come poche volte lo si è visto passano Mass, Andretti, Stommelen, Ian Scheckter, Donohue, Pryce, Jarier, Peterson, Ickx, Keizan, Evans e i doppiati Tunmer, Charlton, Hunt e Laffite.

Nei giri successivi, orfani di cambi di posizioni e di attacchi, la corsa sembra però preludere ad una battaglia stile Kursk nelle posizioni di vertice, con tutti i cacciatori che si avvicinano alle prede, tanto che al 35' giro (altro cronometraggio personale su immagini amatoriali nds) Scheckter è sempre al comando ma con solo 2”73 su Reutemann, con l'ottimo Depailler sempre terzo a 3”64 e Fittipaldi, quarto a 3”92, ormai negli scarichi della Tyrrell del francese (“Ero pronto a superarlo, ero più veloce anche sul rettilineo” dirà poi il brasiliano). Sembra di vedere un film già noto, con “El rato” che come in Argentina e Brasile ha lasciato “sfogare” i rivali per poi superarli da metà gara in poi, ma al 36’ passaggio il colpo di scena (che, a posteriori, avrà conseguenza pesantissime per il mondiale del Rato, lanciato verso un podio sicuro ed una vittoria probabile): si rompe un filo del distributore di accensione nella sua guaina, e la McLaren N.1 inizia a funzionare a 7 cilindri. In tre giri, tra il 37' ed il 39', Emerson viene raggiunto e superato da Pace, Regazzoni e Lauda, ed al 40’ passaggio inizia una lunga serie (cinque) di soste ai box per capire il problema. Problema che sarà risolto, dopo aver cambiato tutto il cambiabile ad iniziare dalle candele, solo alla quinta fermata, dopo la quale il brasiliano sarà sistematicamente la vettura più veloce in pista, ottenendo (a mio parere) il terzo giro veloce in 1’18”57 ma terminando non classificato a 13 giri. Nel frattempo, al 37' passaggio si era ritirato Jarier col motore surriscaldato a causa dello scarico rotto. Un brusco “ritorno sulla terra” per il francese e per il Team Shadow, antipasto di quello che sarà il resto della stagione per la squadra angloamericana.

Col campione del mondo fuori gioco, Depailler, resosi conto che il suo terzo posto è in cassaforte, alza il piede ed inizia a perdere qualche decimo ad ogni giro, anche perchè il transalpino, che probabilmente era veramente sul filo del rasoio per resistere a Fittipaldi, non può al momento essere certamente minacciato da Pace, che ad ogni frenata deve “pompare” col pedale per potersi arrestare, ed anzi guarda sicuramente molto più chi gli sta dietro che non chi ha davanti. Ma le Ferrari 312T, velocissime nel misto, soffrono terribilmente il lunghissimo rettilineo, e per “El Mojo”, a meno di errori, non sembra impresa titanica resistere a Regazzoni e Lauda, accompagnati dallo sconforto dei box dove “brilla” Montezemolo (“Stiamo facendo una figuraccia” dichiara il ds).

DOPO 40 GIRI:

1’ Jody Scheckter
2’ Reutemann a 2”6
3’ Depailler a 5”6
4’ Pace a 8”8
5’ Regazzoni a 19”6
6’ Lauda a 21”1
7’ Mass
8’ Andretti
9’ Stommelen
10’ Ian Scheckter
11’ Donohue
12’ Pryce
13’ Peterson
14’ Ickx
15’ Keizan a 1 giro
16’ Tunmer a 1 giro
17’ Evans a 1 giro
18’ Charlton a 2 giri
19' Fittipaldi a 2 giri
20’ Hunt a 2 giri
21’ Laffite a 5 giri


41’– 60’ GIRO: Un Reutemann versione Shelob (non me ne voglia il campione argentino! nds), pazientemente, continua a tessere la sua tela e si avvicina lentamente ma con continuità (a parte le situazioni di doppiaggio) a Scheckter: al 45’ passaggio la Brabham passa a 2”5 dalla Tyrrell, al 48’ a 2”2, al 50’ a 1”8, con Depailler che ha ormai abdicato a qualunque possibilità di restare nel gruppo di testa ed è a quasi 10”, con Pace a oltre 15” ed il duo Ferrarista Regazzoni-Lauda poco sopra i 20”. Settimo è sempre Mass tallonato da Andretti, ed il duo ha una decina di secondi di vantaggio su Stommelen, che però più che pensare a raggiungerli deve guardarsi dal funambolico Ian Scheckter, che cerca in tutti i modi di mettere la sua Tyrrell davanti alla Lola ma non ha abbastanza velocità di punta per imporsi. Donohue, come da sua abitudine, corre in solitaria, davanti a Pryce ultimo a pieni giri, Peterson, Ickx, Keizan, Tunmer, Evans, Charlton, ed i pluridoppiati Hunt, Laffite e Fittipaldi. Da questo terzetto di “disperati senza speranza” usciva, al 53' giro, Hunt, la cui Hesketh si ammutoliva lungo il circuito per la rottura del dosatore. Ritiro notato da pochi, perchè tutti, ad iniziare dal pubblico, sono col fiato sospeso per l'idolo locale, che ha ormai Reutemann negli scarichi. Ed al 55' giro “Lole” ha la sua grande occasione: Scheckter, rallentato da Pryce, esce lento dalla esse, e finalmente offre all'argentino la scia per tutto il rettilineo. Carlos esce di scia e prende l'interno, ma Jody “tira” una staccatona incredibile e dall'esterno chiude la traiettoria, Reutemann non si sente nuovamente, come in partenza, di rischiare il contatto e si riaccoda, pur essendo all’interno. Il giro dopo Reutemann ci riprova, si affianca ancora sul rettilineo, ma ancora una volta non ha la risolutezza per portare il colpo del ko: Scheckter riesce così a difendersi, ed il giro successivo, quasi a ricompensarlo del tempo perso con Pryce, il doppiaggio di Laffite (che costa a Reutemann quasi 2”) gli permette di rifiatare. Per uno Scheckter sugli altari, ce ne è un'altro che finisce nella polvere, anzi nelle reti della Clubhouse, che in quello stesso 56' giro “accolgono” la Tyrrell di Ian Scheckter, che nel disperato tentativo di superare Stommelen arriva lungo e, a ruote bloccate, finisce ingloriosamente la sua comunque buona corsa. Il comando del GP. “indigeno” passa così a Keizan, che però due giri dopo deve cedere la sua posizione al compagno Tunmer, che partito ultimo dei “locali” si ritrova, grazie alle altrui disgrazie, primo di “classe” e quattordicesimo assoluto. La gara si appresta così ad entrare nel suo ultimo quarto di gara, con Scheckter che dopo aver riportato a 2” il suo vantaggio su Reutemann sembra aver superato il momento di crisi di qualche giro prima. Dietro ai due sempre terzo Depailler ora a 12”, con Pace che, a vettura scarica, inizia ad avere minori problemi ai freni rispetto ad inizio gara e si rimette, pur con problemi di accelerazione (“A volte il pedale non arrivava a fondo corsa”) in caccia del podio, podio che resta un miraggio per le due Ferrari, che pur girando ora con tempi molto simili a quelli dei battistrada (grazie alla temperatura più fresca del pomeriggio) non sono in grado certo di recuperare due secondi al giro alle Brabham ed alle Tyrrell capofila.

DOPO 60 GIRI:

1’ Jody Scheckter
2’ Reutemann a 2”1
3’ Depailler a 11”9
4’ Pace a 17”8
5’ Regazzoni a 22”9
6’ Lauda a 24”9
7’ Mass
8’ Andretti
9’ Stommelen
10’ Donohue
11’ Pryce a 1 giro
12’ Peterson a 1 giro
13’ Ickx a 1 giro
14’ Tunmer a 2 giri
15’ Keizan a 2 giri
16’ Evans a 2 giti
17’ Charlton a 2 giri
18' Laffite a 6 giri
19' Fittipaldi a 9 giri


61’-78’ GIRO: L’ultimo quarto di gara vede Reutemann, come sempre e sempre sarà ombroso ed irresoluto, rassegnarsi quasi subito (al 65' giro il distacco torna per l'ultima volta sotto i 2”) al secondo posto (pur con una vettura globalmente migliore) regolando in pratica la sua velocità su quella del battistrada Scheckter ma senza più tentare attacchi. I limiti caratteriali di “Lole” emergono in maniera evidente qui a Kyalami. Dietro l’argentino, Depailler, che inizia ad avvertire problemi ai pneumatici, cerca di amministrare il margine che ha su Pace perdendo circa mezzo secondo a giro, col brasiliano che continua ad accusare ogni tanto problemi al pedale del gas ed ha sempre Regazzoni non troppo lontano, un Clay che, con la temperatura che continua a scendere, è sempre più veloce. Dietro a Clay calma piatta, con il solo Ickx a vivacizzare le retrovie riuscendo, al 66' giro, nell’impresa di.......farsi superare dalla vettura gemella di Guy Tunmer, emblema dell'ormai totale disinteresse che il talentuoso belga ha per la Formula 1 in generale e per la Lotus in particolare. Nella tornata successiva altra sosta di Laffite, questa volta per sostituire il pneumatico anteriore destro e la batteria. Il fantino francese riparte con 9 giri di ritardo e non sarà classificato.

Alla chiusura del 70’ passaggio Scheckter ha 2”3 su un Reutemann ormai rassegnato, e 13”5 su un Depailler che inizia a sentire il fiato sul collo di Pace, che a sua volta ha Regazzoni che inizia a manifestarsi nei suoi specchietti. Lauda, ormai rassegnato (anzi, lo è stato da inizio gara…) è ad oltre 25”, e precede Mass tallonato da Andretti, che cerca sempre lo spiraglio giusto per passare. Ma la corsa dell'italoamericano, fresco 35enne (compiuti il giorno prima nds), dura ancora poco più di due chilometri, il tempo di arrivare alla Barbeque e....rompere un semiasse. Mario è così costretto al ritiro, dopo una corsa più che onorevole, lasciando l’ottava piazza al positivo Stommelen. Nono passa così Donohue, decimo Pryce, ed a seguire il “Lotus South African Grand Prix”, con Peterson che precede Tunmer, Ickx e Keizan. Charlton, Evans, ed i non classificati Laffite e Fittipaldi chiudono il plotone. Il giro successivo Regazzoni fa (secondo il parere di chi scrive) il giro veloce della gara in 1’18”48 e si porta a tiro di Pace che a sua volta è ormai arrivato addosso a Depailler. I tre piloti sono ormai racchiusi in poco più di quattro secondi, ed il ferrista sembra il più in palla. Ma per Clay la speranza, seppur difficilissima, di agguantare un podio su cui nessuno avrebbe scommesso una lira a metà corsa (e che avrebbe messo in serissima crisi la leadership di Lauda, che avrebbe avuto 3 punti contro i 10 dell’elvetico) dura un altro giro: al 72’ passaggio la rottura dell’asta di comando dell’acceleratore (stesso inconveniente accusato da Lauda in prova, e che sarà addebitato alle maggiori vibrazioni della 312T rispetto alla B3 a causa della posizione del gruppo trasmissione) bloccava la 312T N.11, e regalavano a Lauda il 5’ posto ed a Mass l’ingresso in zona punti.

Gli ultimi giri, a parte la trionfale cavalcata di Scheckter (“Mai mi sarei aspettato di vincere” dirà a fine gara il sudafricano) e la resa (soprattutto psicologica) di Reutemann (che a fine gara accuserà i doppiati rendendosi quasi ridicolo nds) vedono Pace minacciare sempre più Depailler, malgrado i problemi con l'acceleratore: all’inizio dell’ultima tornata il brasiliano è a meno di mezzo secondo dalla Tyrrell N.4, ma manca il tempo per tentare un vero attacco. Scheckter (terzo vincitore in tre gare), tra il delirio generale, mette così la sua terza firma in carriera, precedendo Reutemann, il tenace Depailler, un Pace meno efficace di quanto si poteva pensare dopo le prove, un opacissimo Lauda e Mass a chiudere la zona punti. Dietro al tedesco Stommelen, finalmente competitivo anche in assetto gara, che precede un Donohue maestro delle gare da “6 politico” ed un Pryce che certo ad inizio weekend non immaginava di trovarsi in queste posizioni ma molto più avanti. Dietro al britannico la corsa Lotus, con l'irriducibile Peterson che precede Tunmer (vincitore della corsa “locale”), l'imbarazzante Ickx e Keizan. Chiudono Charlton ed Evans, che riesce nella quasi miracolosa impresa di portare la BRM al traguardo avendo effettuato il weekend con un solo motore, con Regazzoni ed Andretti classificati pur essendosi ritirati e Laffite e lo sfortunatissimo Fittipaldi non classificati pur avendo tagliato il traguardo.

A fine gara Pace è furente: non solo il Team non gli ha spurgato bene i freni obbligandolo a cedere posizioni, ma viene individuata la cause dei suoi problemi col pedale del gas: un mazzo di chiavi domestiche caduto dalla tasca di un meccanico ed incastratosi dietro il pedale. Ecclestone ha un diavolo per capello e ne ha ben donde....

In casa Ferrari i musi sono ancora più scuri che a Interlagos: si sperava senz’altro in un risultato migliore. Montezemolo riconosce che “Non è stata una bella figura”. Forghieri si limita ad affermare che “Ogni esperienza è sempre preziosa”. In realtà, basterebbe ragionare sulle velocità massime per capire che la debacle australiana è stata principalmente dovuta a problemi di motore dovuti a temperatura ed altitudine, circostanze non ripetibili in stagione, e che il fatto che la 312T fosse la vettura più rapida nel misto dimostra la bontà del progetto. Invece le consuete polemiche all’italiana si scatenano: da chi ritiene che la T sia un assurdo con un cambio che mangia trenta cavalli, a chi critica l’anticipato esordio parlando di improvvisazione, a chi sostiene che bisogna ritornare subito alla B3. Tutti questi giornalisti, trasformatisi in ingegneri e tecnici di fama, saranno naturalmente i primi a salire sul carro dei vincitori tra qualche mese.


CLASSIFICA FINALE GP SUDAFRICA (78 giri x 4,104 Km. = 320,112 Km.)

1’ Jody Scheckter (Tyrrell 007-Cosworth) 78 giri in 1h.43’16”90 media 185,96 km/h
2’ Carlos Reutemann (Brabham BT44-Cosworth) a 3”74
3’ Patrick Depailler (Tyrrell 007-Cosworth) a 16”92
4’ Carlos Pace (Brabham BT44-Cosworth) a 17”31
5’ Niki Lauda (Ferrari 312T) a 28”64
6’ Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) a 1’03”34
7’ Rolf Stommelen (Embassy T370-Cosworth) a 1’12”91
8’ Mark Donohue (Penske PC1-Cosworth) a 1 giro
9’ Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) a 1 giro
10’ Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) a 1 giro
11’ Guy Tunmer (Lotus 72E-Cosworth) a 2 giri
12’ Jacky Ickx (Lotus 72E-Cosworth) a 2 giri
13’ Eddie Keizan (Lotus 72E-Cosworth) a 2 giri
14’ Dave Charlton (McLaren M23-Cosworth) a 2 giri
15’ Bob Evans (BRM P201 a 2 giri
16' Clay Regazzoni (Ferrari 312T) a 7 giri*
17' Mario Andretti (Parnelli VPJ4-Cosworth) a 8 giri**
nc Jacques Laffite (Williams IR/02-Cosworth) a 9 giri
nc Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) a 13 giri

* Classificato ma non arrivato (rottura comando acceleratore)
** Classificato ma non arrivato (rottura semiasse)


Giro più veloce (per chi scrive): il 71’ di Clay Regazzoni (Ferrari 312T) in 1’18”48 media 188,25 Km/h

CLASSIFICA MONDIALE: Fittipaldi 15 punti, Pace 12, Reutemann 10, Scheckter 9.

CLASSIFICA COSTRUTTORI: Brabham 19, McLaren 16, Tyrrell 11, Ferrari 8.
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

Scusate questo micro messaggio, ma per errore avevo postato per due volte il report gara. em_nono
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da KentoStraker »

peccato per Fittipaldi, Lombardi ,Andretti e Regazzoni meritavano di completare la gara.
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

CORSA DEI CAMPIONI (15-16 Marzo 1974): PROVE:

Due settimane dopo il caldo (sud)africano di Kyalami, la quasi totalità dei teams di Formula 1 (ad eccezione di Ferrari, in quanto il Team di Maranello sta lavorando sulla 312T e sarà presente all'International Trophy a Silverstone di Aprile, Hesketh e Brabham, motivi sconosciuti nds) si ritrova nel gelo di Brands Hatch per la Corsa dei Campioni, tradizionale apripista della stagione europea. Il termine “gelo” è quantomai appropriato, in quanto piloti e tecnici devono fare i conti con condizioni ambientali che in gergo calcistico si definiscono “al limite della praticabilità”, con pioggia quasi continua, alternata a sporadiche nevicate (!!) ed una temperatura che raramente supera i quattro gradi centigradi. Condizioni estreme che, unite alla nota pericolosità del tracciato di Brands Hatch (riasfaltato in inverno nds) fanno si che, contrariamente alla stagione precedente, i piloti di Formula 1, capitanati da Fittipaldi, alzino la voce sul numero massimo di vetture di Formula 5000 ammesse alla corsa. In teoria, infatti, i concorrenti ammessi alla partenza sarebbero 26, ma essendo le Formula 1 iscritte solo 17, ci sarebbero nove posti per le Formula 5000. Numero giudicato esagerato e pericoloso da Fittipaldi e compagni, che arrivano a minacciare la non partecipazione. Alla fine si trova l'accordo: le vetture di Formula 5000 proveranno per conto loro, ed avranno una gara di 35 giri (contro i 40 della Formula 1 nds) “dedicata” che assegnerà i punti per il campionato. I quattro migliori tempi in prova saranno ammessi alla corsa assieme alle Formula 1, che avranno prove “dedicate”. Formula 1 così presenti: Team McLaren al gran completo con Emerson Fittipaldi (M23/9) e Jochen Mass (M23/8), con tanto di muletto (M23/4). Una sola Tyrrell (la 007/2) per Jody Scheckter, mentre due sono le Lotus, con Ronnie Peterson (72/R9) e Jacky Ickx (72/R5).

Una March, ma è quella nuova, ossia la 751-1, per Lella Lombardi, che certo non è fortunata con le condizioni atmosferiche per il debutto sulla nuova vettura, mentre sempre la stessa è la BRM P201/02 per Bob Evans.

A ranghi completi anche il team Shadow, con le due DN5 per Tom Pryce (telaio 2) e Jean Pierre Jarier (telaio 1), così come la Surtees, con la TS16-04-4 per John Watson.

Causa la mancata ultimazione del secondo esemplare e la distruzione della vettura a Kyalami, il team Hill si presenta con la sola GH1-1 per Rolf Stommelen, mentre alla Williams ci sono le abituali due vetture: ma mentre per la IR/04 c'è come consuetudine Arturo Merzario, sulla IR/02 si verifica un autentico “balletto”: in origine la vettura dovrebbe essere pilotata dal “solito” Jacques Laffite, che però, reduce dal successo in Formula 2 all'Estoril, decide di lasciare il sedile ad un pilota “pagante”, la cui scelta cade prima su Giorgio Pianta, poi su Mario Casoni, infine su Maurizio Flammini, che ha così nella pioggia e nella neve il battesimo del...fuoco.

A chiudere il lotto delle Formula 1 la Penske PC1-02 di Mark Donohue (ogni occasione è buona per fare esperienza nds), e tre monoposto carneadi: la vecchia Ensign N174-MN02 per Roelof Wunderink (la nuova N175 è in fase di ultimazione nds), la Lyncar F1-006 per John Nicholson (che rivedremo anni dopo in Formula Aurora pilotata da Emilio de Villota), e la Safir RJ02-02 (che non è altro che la Token 1974 col nome cambiato) nelle mani di Tony Trimmer (pilota secondo me che non ha mai avuto il mezzo per esprimere le sue potenzialità nds).

I quattro piloti di Formula 5000 ammessi alla corsa sono invece Tom Belso, Ian Ashley (ambedue su Lola T330, telai 02 per Belso e 17 per Ashley), Vern Schuppan (su Lola T332 telaio 37) e l'immarcescibile David Purley su una Chevron B30-75. Ma mentre le tre Lola sono spinte dal consueto Chevrolet 5000 V8, la vettura di Purley è motorizzata da un Ford Cosworth GA V6 da 3400 cc, evoluzione del glorioso V6 Essex 3000 che motorizzava le Ford Capri 3.0 RS, e che era ammesso alla Formula 5000 avendo circa la stessa potenza del Chevy.

Le prove si svolgono con pista a volte bagnata, a volte bagnatissima,a volte umida, in ambedue i turni, uno mattutino ed uno pomeridiano. Ovviamente per entrare nei primi bisogna avere coraggio da vendere e azzeccare il momento giusto per uscire a fare il tempo, unitamente a grandi motivazioni. Motivazioni del tutto assenti dall'animo di Fittipaldi, che, forse ancora demoralizzato dal problema tecnico accusato in Sudafrica che gli ha impedito di fare il vuoto in classifica mondiale, e deconcentrato dalla battaglia contro le Formula 5000, alla vista di queste condizioni estreme alza il piede, e chiude addirittura in dicassettesima posizione a 8”2 dalla pole posiition. Pole position che, come detto, è un affare per gente che ha voglia di rischiare, e che si riduce quasi subito ad una lotta tra Pryce (che corre in casa) e Scheckter (gasatissimo dalla vittoria sudafricana), con la seconda Shadow di Jarier e le due Lotus a fare da spettatori. Il britannico abbatte per primo il muro del 1'37”, Jody quello del 1'36” con 1'35”9 che sembra insuperabile, ma alla fine Pryce, autentico “rain master” (come dimostrerà spesso anche in Formula 1), arriva ad un incredibile (visto lo stato della pista) 1'34”9, e la partenza al palo è sua. Jody non fa drammi e si “accontenta” della prima fila, con ampio margine su Jarier ed Ickx (1'37”3 per entrambi, ma il francese ha fatto il tempo prima e quindi è terzo nds).

Ottima ed inaspettata quinta piazza per Rolf Stommelen, che dopo aver passato tre quarti delle prove a lamentarsi della guidabilità della sua vettura sul bagnato la porta in terza fila col tempo di 1'37”4, beffando Peterson fermo a 1'37”7. Ultimo pilota a scendere sotto 1'40” è Mark Donohue, che ottiene 1'38”5 girando pochissimo per non correre rischi sulla pericolosa pista inglese. Al suo fianco Arturo Merzario, che anche lui gira il minimo indispensabile per evitare danni alla macchina e si ferma ad 1'40”1. Dietro di loro la migliore delle Formula 5000, ossia la Lola di Tom Belso, che girando in condizioni migliori rispetto alle Formula 1 ottiene 1'40”2, che gli garantiscono un insperato nono tempo, davanti alla Surtees di Watson, che nel suo giro migliore esagera nella guida al limite e compie uno spettacolare testacoda, fermandosi così a 1'40”4.

La sesta fila è appannaggio di una positiva Lella Lombardi (1'40”6), che avendo girato già la settimana precedente qui a Brands Hatch deve “soltanto” regolare la vettura in funzione delle tremende condizioni atmosferiche. A fianco dell'alessandrina la Chevron di Purley (1'41”2), davanti a Schuppan (1'41”7) ed alla Safir-Token di Trimmer (1'41”8). Qualcuno si domanda a questo punto dove sono le McLaren: beh...sono....in crisi nera. Mass è quindicesimo con 1'42”1, il campione del mondo, come abbiamo detto, diciassettesimo con un tempo di un secondo esaatto peggiore. Ma se per Emerson ci possono essere le scusanti di cui sopra, la prestazione di Mass, che nelle prime gare di campionato è sempre stato nella top ten o quasi, lascia sconcertati. Il tedesco lamenta problemi di aderenza, ma su una pista fradicia d'acqua il problema è quantomeno logico, il brasiliano dice che la vettura è totalmente orfana di trazione, ed anche in questo caso è un fastidio comune, Coppuck e Mayer non dicono nulla ma le lore facce dicono tutto.

Tra le due Marlboro McLaren l'ultima Formula 5000, ossia la Lola di Ashley con 1'42”3, ed a seguire il campione del mondo il debuttante Roelof Wunderink sulla vecchia Ensign, che rispetto all'orribile colore grigio del 1974 si presenta con una assai più elegante livrea bianca sulla quale campeggiano le lettere nere e rosse dello sponsor HB Alarm Systems. Dietro all'olandese, accreditato di 1'43”6, l'ultima fila, con il povero Bob Evans che viene fatto girare il meno possibile per non rischiare incidenti o rotture (non ci sono più soldi...) e dopo i canonici tre giri mattutini e tre pomeridiani, migliore dei quali in 1'44”2, viene richiamato ai box. Al suo fianco la Lyncar di Nicholson, che esce di strada distruggendo l'anteriore della Lyncar dopo aver segnato 1'47”9 e finisce anzitempo le sue prove, in quanto il Team non ha musetti di scorta e deve riparare il tutto, ad iniziare dal radiatore. Manca dall'elenco dei qualificati Maurizio Flammini: il romano, sponsorizzatissimo da Autosprint e con le amicizie giuste, è vittima di quel fatale mix di irruenza ed inesperienza che accompagna i giovani, con l'aggravante delle condizoni atmosferiche, col risultato di disintegrare la sua Williams contro un terrapieno. La vettura appare da subito irrecuperabile, e viene caricata sulla bisarca per essere riportata al garage. Dopo questo disastro, compiuto davanti a tutti i Team Manager inglesi, molto “attenti” alla salvaguardia delle loro vetture, Maurizio Flammini, malgrado la continua grancassa mediatica di Autosprint, rivedrà le Formula 1 soltanto in fotografia. Un peccato, perchè il romano, pur non essendo probabilmente un fuoriclasse, poteva benissimo ottenere prestazioni discrete anche nella massima categoria. Purtroppo anche la Formula 1 è un ambiente dove le “sliding doors” sono decisive.


GRIGLIA DI PARTENZA:

FILA 1:
#16 Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) 1’34”9
#3 Jody Scheckter (Tyrrell 007-Cosworth) 1’35”9

FILA 2:
#17 Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) 1’37”3
#6 Jacky Ickx (Lotus 72E-Cosworth) 1’37”3

FILA 3:
#23 Rolf Stommelen (Hill GH1-Cosworth) 1’37”4
#5 Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) 1’37”7

FILA 4:
#28 Mark Donohue (Penske PC1-Cosworth) 1’38”5
#20 Arturo Merzario (Williams IR/04-Cosworth) 1’40”1

FILA 5:
#208 Tom Belso (Lola T330-Chevrolet) 1’40”2*
#18 John Watson (Surtees TS16-Cosworth) 1’40”4

FILA 6:
#10 Lella Lombardi (March 751-Cosworth) 1’40”6
#35 David Purley (Chevron B30-Cosworth) 1’41”2*

FILA 7:
#37 Vern Schuppan (Lola T332-Chevrolet) 1'41”7*
#52 Tony Trimmer (Safir RJ02-Cosworth) 1’41”8

FILA 8:
#2 Jochen Mass (McLaren M23-Cosworth) 1’42”1
#31 Ian Ashley (Lola T330-Chevrolet) 1’42”3

FILA 9:
#1 Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) 1’43”1
#51 Roelof Wunderink (Ensign N174-Cosworth) 1’43”6

FILA 10:
#14 Bob Evans (BRM P201) 1'44”2
#50 John Nicholson (Lyncar F1-Cosworth) 1’47”9
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

CORSA DEI CAMPIONI: GARA

La mattina del 16 Marzo sembra, finalmente, il preludio ad una giornata fredda ma primaverile, col sole a illuminare (non certo a scaldare vista la temperatura sempre bassissima) i comunque numerosi spettatori, che assistono prima ad uno show della nuova grande promessa britannica Tony Brise nella gara di Formula Atlantic, col pilota albionico che alla prima curva fa ciao ciao con la mano e sarà rivisto dagli avversari solo sul podio, e poi ad una gara Turismo vinta dall'allora stimatissimo (sia sulle pagine di Motor Sport che su quelle di Auto Sport che conservo gelosamente nds) Stuart Graham su Chevrolet Camaro, e nella quale si fa luce, arrivando terzo con una Triumph Dolomite sprint 2000 contro le strapotenti 5 litri americane, un pilota che avrò il piacere di incontrare due anni dopo alla gara di Monza dell'europeo turismo, ossia Andy Rouse (che per conoscenza a Monza nel 1977 correrà sull'infausta Jaguar XJR 5300 in coppia con Derek Bell, e non prese neppure il via per problemi tecnici, emblema di quell'annata fallimentare per il giaguaro nds).

Nella pausa tra la gara turismo ed il “Main Event”, ossia la corsa dei Campioni, è ancora Fittipaldi a tenere banco: vista la non partecipazione di Maurizio Flammini alla corsa, si sarebbe liberato un posto per una Formula 5000, che a guardare la classifica dei tempi spetterebbe alla Lola T332 numero 4 di Teddy Pilette, che infatti, come da immagini TV, esce dai boxes (non asfaltati, sembra una gara degli anni '50 nds) davanti alla Lombardi per il giro di ricognizione. Ma il campione del mondo è irremovibile con gli organizzatori: le Formula 5000 devono restare quattro, e così il povero Pilette rientra mestamente ai box mentre le vetture si allineano

Purtroppo, a scombinare per l'ennesima volta i piani di tutti, arriva, mentre le Formula 1 sono già schierate, una incredibile e fitta nevicata, cosa che fa sembrare quantomeno comico il cartello “DRY RACE” esposto dalla direzione corsa. La partenza della gara viene ovviamente rimandata, e fortunatamente dopo mezz'ora torna a splendere il sole, seguito subito dopo da un reggimento di nuvoloni che non promettono nulla di buono: il dilemma è ovviamente quali gomme scegliere, con la pista ancora più bagnata che umida ed il tempo che non da alcuna garanzia: la maggioranza dei piloti opta per le slicks, mentre Jarier (obbligato dal team che vuole avere una vettura con le rain ed una con le slicks), Merzario, Lella Lombardi, Ashley, Trimmer, Wunderink e Stommelen optano per le rain.

Chiunque conosca Brands Hatch sa che il “rettilineo” di partenza non è un vero rettilineo, ma una infinita curva parabolica in forte pendenza, col risultato che quando vi piove la parte esterna asciuga molto prima di quella interna: ed a sperimentarlo è proprio il poleman Pryce, che alla partenza resta piantato con le ruote che pattinano, mentre Scheckter ed Ickx filano senza problemi, col belga che alla prima curva gira in testa davanti a Scheckter, Pryce, Peterson, Jarier, Stommelen e Donohue appaiati, Watson, Purley, Merzario, Schuppan ed il resto del gruppo, dal quale spariscono subito Belso e Mass, col secondo che si trova il primo in testacoda davanti e non riesce ad evitarlo: la corsa dei due finisce contro i rails della prima curva, con le vetture una sopra l'altra. Come da immagini TV, anche Fittipaldi si salva per un pelo e deve in pratica fermarsi ripartendo ultimo.

La leadership di Ickx dura tre curve, quelle che bastano allo scatenato Scheckter per superarlo e prendere il largo, tanto da chiudere il primo giro con già 3” sul belga, dietro al quale passano nell'ordine Pryce, Jarier, Peterson, Stommelen, Watson, Donohue, Purley e Merzario. La fuga di Scheckter continua anche nei giri successivi, favorita dal “tappo” di Ickx, che cercando in tutti i modi di tenere la posizione fa si che quando Pryce, al termine del terzo giro, riesce finalmente a scavalcare il belga, è distante 11”5 dal sudafricano. Dietro a Pryce ed Ickx, quarto passa Peterson seguito, a partire dal quinto giro, da Watson, in quanto Jarier e Stommelen si fermano ai box per cambiare i pneumatici. Il sole, sebbene freddo, illumina il tracciato, ed il vento ha spazzato via le nuvole, ed appare ormai chiaro che non pioverà più. La pista, comunque, resta insidiosissima, e solo chi vuole rischiare riesce a girare veloce. Al quinto giro, quindi, Scheckter mena la danza con oltre 10” su Pryce, che a sua volta ha ampiamente distanziato Ickx, ora sotto attacco da parte di Peterson e dell'ottimo Watson, che sopperisce “di cuore” agli evidenti limiti della sua Surtees. Sesto è Donohue, davanti a Purley (gran gara con una Formula 5000 nds), Merzario, Evans e l'irriconoscibile Fittipaldi a chiudere i primi dieci. Emerson ha si guadagnato otto posizioni in cinque giri, ma lo ha fatto superando Jarier, Stommelen e Trimmer grazie alle loro soste ai box, e superando in pista Lella Lombardi, Wunderink ed Ashley che hanno gomme rain, Schuppan che ha una Formula 5000, e Nicholson, che certo non è un fulmine di guerra così come la sua Lyncar.

A partire dal sesto giro, Pryce inizia a spingere a fondo, guadagnando mediamente un secondo al giro a Scheckter e migliorando in continuazione il giro veloce. I due fanno il vuoto alle loro spalle, dove infuria la battaglia per il terzo posto, con Ickx che al settimo giro, mentre Merzario si ferma a cambiare le gomme perdendo oltre un giro, viene superato sia da Peterson che dal sempre più sorprendente Watson, ora quarto. Dietro a Ickx seguono Donohue, Fittipaldi che ha superato Evans con entrambi che hanno superato Purley, in crisi col motore che surriscalda, e Jarier a chiudere i primi dieci.

Nei giri successivi Pryce, determinatissimo, continua nella sua rincorsa a Scheckter, e dopo dieci giri il ritardo della Shadow sulla Tyrrell si è ridotto a 6”7. Ad oltre 15” transita il terzo, che, tra lo stupore generale, è Watson, che ha appena superato Peterson. Quinto e già ad oltre 30” è sempre Ickx tallonato da Donohue, seguito da Fittipaldi, Evans, Purley e Jarier.

Al dodicesimo giro, dopo essere stata doppiata per la seconda volta, Lella Lombardi si ferma ai box a cambiare gomme, ripartendo staccata di 3 giri col dichiarato proposito di fare esperienza.

Al quindicesimo, giro, proprio mentre si verifica il primo abbandono della gara con Nicholson che si ritira per problemi al motore, Pryce si è portato a 4” da Scheckter, ed l'intirizzito pubblico si scalda nel vedere il britannico avvicinarsi sempre più al sudafricano. Incredibilmente Watson segna il giro veloce provvisorio, distanziando Peterson, mentre Donohue, subito dopo aver superato Ickx, supera evidentemente anche il suo limite ed è vittima di un testacoda senza danni, ma che lo obbliga a rientrare ai box, dal quale esce poco dietro Fittipaldi, in quel momento sesto. L'americano è anche l'ultimo pilota a pieni giri, ma per poco: nella loro forsennata battaglia, infatti, Scheckter e Pryce sono ormai in vista della Penske e della McLaren. Al 18' giro tocca a Schuppan ritirarsi a causa di una gomma forata che gli impedisce di arrivare ai box.

Dopo 20 giri, metà gara, Scheckter è sempre primo ma ormai con solo 1” su Pryce. Watson è sempre terzo ben davanti a Peterson, Ickx, Fittipaldi, Donohue, Evans, Jarier e Merzario a chiudere i primi dieci. Dal lotto dei concorrenti è sparisce al giro successivo anche Lella Lombardi, a causa della rottura del differenziale. Pochi si accorgono di questo fatto, tutta l'attenzione è sulla lotta al vertice, col duo di testa che al 23' giro raggiunge e doppia Donohue e Fittipaldi. Tutti in piedi per l'inizio del duello che....finisce due giri più tardi, quando Scheckter rientra ai box col motore rotto. A questo punto Pryce, con oltre 20” su Watson e 25” su Peterson, deve solo pensare ad arrivare, ma il gallese vuole evitare deconcentrazioni che a Brands sono fatali e continua a girare velocissimo, stabilendo al 28' giro il best lap della corsa in 1'21”1. Due giri prima era finita la discreta corsa di Mark Donohue, che rientra ai box lamentando problemi di maneggevolezza e di essere sempre sul filo del testacoda, causa probabilmente qualche danno riportato nell'uscita di pista. Al giro seguente si ritira anche Ashley per problemi meccanici, lasciando così solo dodici vetture in pista, due delle quali (Purley e Trimmer) così lente che non saranno neppure classificate.

Dopo 30 giri, tre quarti di gara, Pryce è tranquillamente in testa con quasi mezzo minuto su Watson, sul quale sta lentamente guadagnando terreno Peterson. Ickx è quarto a oltre 1'15” ed è l'ultimo pilota a pieni giri. Dietro a lui Fittipaldi, Jarier che ha superato Evans, Merzario, Stommelen, Wunderink, Purley e Trimmer.

Al 33' giro Pryce doppia Ickx, lasciando solo tre vetture a pieni giri. Ormai le posizioni sono delineate, ad eccezione della seconda, con Peterson che non demorde, e della quinta, con Jarier che guadagna secondi su secondi a Fittipaldi. Ma per il transalpino questo è un anno stregato, ed al 36' giro, quando ormai la M23 del campione del mondo è nel suo mirino, la sua Shadow si ammutolisce per la rottura della pompa della benzina. Peterson, invece, continua a rosicchiare terreno a Watson, ma l'irlandese, grandissimo pilota “da gara”, ribatte colpo su colpo, non concedendo mai allo svedese che piccoli recuperi.

Al 38' giro Pryce “festeggia” il primato segnando nuovamente 1'21”1, eguagliando quindi il suo giro veloce, e meno di tre minuti dopo la bandiera a scacchi saluta quella che purtroppo resterà l'unica affermazione del gallese nella massima formula. Dietro alla Shadow N.16 (anche per la squadra a stelle e strisce è la prima affermazione), Watson, probabimente il pilota che merita in questa occasione il massimo dei voti, riesce a conservare 1”5 su Peterson ed a guadagnare una eccellente seconda piazza. Le due Lotus sono terza e quarta, davanti allo svogliatissimo Fittipaldi, Evans, Merzario, Jarier (classificato ottavo anche se ritirato), Stommelen e Wunderink, con Purley e Trimmer non classificati.

Sul podio, che un filmato dell'epoca ci porta in tutta la sua “poesia” britannica, con tribune in legno e corsia box in terra battuta, un felicissimo Pryce, accompagnato dalla novella sposa Fenella (che tutti chiameranno Nella), saluta, dimostrando tutta la sua grande timidezza, il pubblico che lo applaude. Una bellissima istantanea che chi ama la Formula 1 settantiana deve portarsi nel cuore.


CLASSIFICA FINALE CORSA DEI CAMPIONI (40 giri x 4,264 Km. = 170,554 Km.)

1’ Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) 40 giri in 55’53”50 media 183,14 km/h
2’ John Watson (Surtees TS16E-Cosworth) a 30”5
3’ Ronnie Peterson (Lotus 72E-Cosworth) a 32”0
4’ Jacky Ickx (Lotus 72E-Cosworth) a 1 giro
5’ Emerson Fittipaldi (McLaren M23-Cosworth) a 1 giro
6’ Bob Evans (BRM P201) a 2 giri
7’ Arturo Merzario (Williams IR/04-Cosworth) a 3 giri
8’ Jean Pierre Jarier (Shadow DN5-Cosworth) a 4 giri*
9’ Rolf Stommelen (Hill GH1-Cosworth) a 5 giri
10’ Roelof Wunderink (Ensign N174-Cosworth) a 5 giri
11' David Purley (Chevron B30-Cosworth) a 6 giri**
nc Tony Trimmer (Safir RJ02-Cosworth) a 7 giri

* Classificato ma non arrivato (rottura pompa benzina)
** Pilota in teoria non classificato per non aver percorso la distanza minima, ma considerato arrivato in quanto vincitore della Formula 5000.

Giro più veloce : il 28’ ed il 38' di Tom Pryce (Shadow DN5-Cosworth) in 1'21”1, media 189,32 Km/h.

PS: Dopo questa gara la FOCA (Associazione costruttori Formula 1) decise che non ci sarebbero più state corse “miste”, e quindi non vi furono più gare fuori calendario con assieme Formula 1 e Formula 5000.
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boccaccesco
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da boccaccesco »

Le gare fuori calendario regalavano spesso risultati a sorpresa: ricordo bene ad Imola, nel '79, l'unica vittoria della Brabham di quell'anno (mi pare fosse la BT 49), con Lauda. Ma, vista la partecipazione abbastanza numerosa, quanto portavano nelle tasche delle scuderie queste esibizioni ? Certo, erano tempi diversi, non c'era il professionismo di oggi (per fortuna...), ma queste erano pur sempre gare fini a se stesse...
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Mauro Tozzi
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Mauro Tozzi »

Ma quando furono abolite queste gare fuori calendario? :?
Occhi di gatto, un altro colpo è stato fatto!

Per far vincere i cattivi, basta che i buoni non facciano niente.
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Whiteshark
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Re: F1 Stagione 1975

Messaggio da Whiteshark »

Le gare "fuori calendario" erano di solito due, ed ambedue si svolgevano in Inghilterra. Dico "di solito" perchè ad esempio nel 1974 si disputò il GP. Emilio Medici in Brasile, e come detto da Boccaccesco nel 1979 il GP. Imola. In Gran Bretagna invece si correvano prima la Corsa dei Campioni a Brands Hatch e, generalmente subito dopo, il BRDC (British Racing Drivers Club) International Trophy a Silverstone. L'ultima corsa dei campioni è datata 1983 (ma dopo il 1977 si era corso solo nel 1979 nds), l'ultimo BRDC riservato alle Formula 1 invece si svolse nel 1978. Curiosamente, ambedue le "ultime edizioni" furono vinte da Keke Rosberg, nel 1983 sulla Williams, nel 1978 sulla Theodore, un catorcio micidiale che però il finlandese portò alla vittoria grazie agli infiniti ritiri di quella corsa, disputatasi sotto un autentico diluvio e chiusa da 6 concorenti, l'ultimo dei quali (Stuck) staccato di 15 giri ed il penultimo (Keegan) di 9.
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