Ci ha lasciati Demetrio Volcic.

[Gimli Il Nano]

Demetrio Volcic è stato un testimone scrupoloso e mai banale della politica estera del dopoguerra. Ci ha raccontato il comunismo russo nelle sue cronache essenziali ma spesso ricche di aneddoti e retroscena.
R.I.P.+

[Insight]

Aveva un fratello praticamente uguale a lui, solo di qualche anno più giovane, che insegnava Analisi matematica all'Universita' di Trieste, molto temuto dagli studenti di Ingegneria... Ricordo che ai miei primi giorni di universita' (novembre 1988) lo vidi nei corridoi e istintivamente gli feci un cenno di saluto al quale lui cordialmente rispose. Pensai: "Accipicchia, ma che ci fa qui Demetrio Volcic?". All'epoca, infatti, lo si vedeva ancora quasi ogni giorno al Tg. Mi detti la spiegazione che fosse venuto per una conferenza. Poi un collega più anziano mi spiego': "Non e' lui, e' il fratello....". Pare che tutte le matricole i primi giorni cadessero in questo equivoco

Ciao, ciao.... Fa freddo a Mosca

[Whiteshark]

Demetrio Volcic era nato nel 1931 a Lubiana, in Slovenia, da una famiglia in cui si intrecciavano molte lingue (lui ne parlava correttamente sei), con diversi rappresentanti nella diplomazia e tra ufficiali militari. Il suo lavoro di giornalista, iniziato in Rai nel 1956, ne fu l'inevitabile conseguenza diretta. I suoi servizi, nella necessaria sintesi televisiva o radiofonica, erano il frutto di un ampio e intenso lavoro di documentazione, relazioni, scavo, conversazioni e conoscenze. Fatto spesso anche di convivialità e di partite a scacchi, attività (entrambe) in cui i funzionari comunisti si cimentavano continuamente, cercando di accrescere il proprio prestigio. Analogamente la sua attività di docente universitario e politico (fu senatore dal 1997 al 2001) rappresentarono il seguito naturale di questa propensione per raccontare i confini e le frontiere. Autore di numerosi libri sulle trasformazioni dell'est europeo, Volcic concluse la sua carriera come direttore del Tg1, per molti versi la carica più prestigiosa di tutto il servizio pubblico, dopo essere stato a lungo corrispondente da Praga, Bonn, Vienna e ovviamente Mosca. Erano i tempi in cui la professionalità alla Rai contava ancora qualcosa, non lo squallore odierno con capibastone che pestano i piedi perchè snobbati nella scelta dei direttori di TG.... RIP.