Un disco che aveva in effetti una qualità bizzarra dovuta alle liriche surreali, rese fra l'altro non troppo intellegibili dal cantato di Battisti, su arrangiamenti di forte presa che univano un'ossatura elettronica a strumenti più tradizionali.
Insomma, c'era un ficcante valore di novità, non solo dal punto di vista della semplice uscita discografica di un artista assai seguito.
Fino ad allora, nella mia esperienza adolescenziale degli anni '80 e nelle programmazioni radiofoniche, parliamo di un cantautore tutt'altro che dimenticato anche per il suo repertorio storico.
Quanto ai '70 e ai Pink Floyd, e specialmente dopo il "prisma", parlare di un gruppo di nicchia è surreale, trattandosi appunto, con rare e clamorose eccezioni, di una band da album, formato che peraltro, dalla seconda metà dei '60, caratterizzò maggiormente il mercato sul piano culturale e delle vendite nonostante l'indubbia e prevalente diffusione dei 45 giri. Ciononostante, Money la sentivi comunque dai juke-box e Wish you were here, dal '75 in poi, diventò un classico dei falò sulla spiaggia, per dire
