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Ludwig (1973)

Film, cast, attori e registi
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Insight
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Ludwig (1973)

Messaggio da Insight »

Un altro film di un grande regista italiano. Interpretato da Helmut Berger, scomparso una settimana fa, e Romy Schneider, nella parte dell'Imperatrice Elisabetta d'Austria (Sissy), cugina di Ludwig. La regia, naturalmente, è di Luchino Visconti.

Il film ricalca in maniera fedele la vita di Ludwig von Wittelsbach, incoronato re della Baviera nel 1864, a diciotto anni, con il nome di Ludwig II, in un'epoca in cui la Germania non era ancora unificata, ma divisa in tanti Stati (Lander).

Un re che fu molto amato dai bavaresi (specialmente dai poveri), noto per il suo bellissimo aspetto (fu una specie di Dorian Gray vivente), ma anche per la sua stravaganza. Fin dall'età infantile, infatti (ma purtroppo anche da adulto), Ludwig viveva chiuso nel suo mondo fantastico, popolato dagli eroi della mitologia teutonica, come Parsifal e Lohengrin. Ossessionato soprattutto da Lohengrin, il cavaliere che cavalca un enorme cigno, col quale giungeva persino a identificarsi...

Chi più di Richard Wagner, allora, che fece rivivere quei miti nelle sue Opere, poteva suscitare la sua ammirazione e il suo interesse? Infatti, Ludwig II, non appena incoronato, chiamò a vivere in Baviera il già maturo compositore e divenne il suo mecenate. Lo ricoprì di onori, titoli e... soldi. Non soltanto, infatti, finanziò tutte le sue Opere e costruì un imponente teatro lirico a Bayreuth, ma gli versò anche molto denaro per i suoi scopi personali. Il famoso compositore, infatti, amava vivere negli agi ed era costantemente assediato dai creditori...

Il lungo sodalizio con Wagner (che a un certo punto, però, finì, perché il compositore era un "pozzo senza fondo" e perché, nella sua megalomania, non ammetteva critiche da nessuno, nemmeno dal re che lo aveva tanto amato e protetto), è senz'altro uno degli aspetti che hanno maggiormente segnato la vita di Ludwig e al quale il film dà ampio spazio.

Un'altra mania del re, che a sua volta amava lo sfarzo, erano i castelli. Ne fece costruire ben tre, che sono tra i più lussuosi e fantasmagorici che esistano, almeno in Europa. Con sale enormi che riproducono quelle della reggia di Versailles, giardini rigogliosi, laghetti, lune artificiali e volte celesti che si illuminano di notte...

Gli affari di governo, invece, interessavano poco a questo anomalo regnante; anzi lo assillavano. Purtroppo per lui, pero', gli tocco' regnare in un periodo molto difficile per i nuovi equilbri geopolitici che andavano allora a formarsi in Europa. Schiacciata tra la Prussia di Bismark, potenza emergente che trascinò la Germania nell'unificazione "col ferro e col sangue", e la Grande Austria dell'Imperatore Franz Josef (che però iniziava già a scricchiolare), la Baviera, proprio per la debolezza del suo re, fu messa da parte ed ebbe un ruolo marginale nella nuova Germania, nonostante fosse il Land più esteso.

Mente nasceva la Germania unita, il re di Baviera preferiva delegare ad altri le incombenze di governo e vivere immerso nelle favole del suo mondo, nei suoi castelli fiabeschi, o facendo le sue famose cavalcate notturne, o incontrandosi con aitanti stallieri e aiutanti di campo, che furono un'altra delle sue grandi passioni...

Un re tutto sommato infelice e tormentato, alla fine deposto con la scusa della sua follia (in realtà per la sua incapacità a governare) e morto pochi giorni dopo, a soli quarant'anni, in circostanze mai chiarite. Fu trovato, infatti, annegato in un lago insieme al medico che lo sorvegliava. Suicida, ma forse anche morto nella colluttazione col medico mentre cercava di scappare.

Tuttavia, una figura che affascina. E sotto questo aspetto il film di Visconti ha indubbiamente colto nel segno, riuscendo a trasmettere bene proprio il fascino ammaliante di questo singolare personaggio storico. Ciò, indubbiamente, grazie anche ad Helmut Berger. Nessuno meglio di lui, infatti, avrebbe potuto interpretare Ludwig.

(A chi volesse approfondire, tuttavia, consiglio la lettura, semplice e scorrevole, del saggio storico di Greg King, intitolato semplicemente "Ludwig" ed edito da Mondadori negli Oscar Storia).

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Mauro Tozzi
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Re: Ludwig (1973)

Messaggio da Mauro Tozzi »

Romy Schneider per l'occasione accettò di tornare a interpretare Sissi solo quando Visconti le assicurò che stavolta l'imperatrice avrebbe dovuto essere più cinica e disillusa, quindi ben lontana dai toni da favola che l'avevano caratterizzata nella trilogia degli anni '50.
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