Luoghi e ed edifici particolari

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Il Ministero delle Infrastrutture in una citta' della Georgia, nell'ex Unione Sovietica. Edificio del 1975.

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[kabakron]

In merito a luoghi ed edifici particolari non posso fare a meno di pensare alle due case abbandonate che hanno in qualche modo fatto parte della mia infanzia.
La prima era una vecchia casetta bassa, a due piani e munita di piccola corte, posta proprio di fronte al portone del mio palazzo.
In origine ci abitava una mia coetanea, con la sua famiglia, in seguito, attorno al ’72 o giù di lì, rimase sfitta per non essere mai più abitata. La casa era circondata da un fazzoletto di verde, un minuscolo parchetto separato dal giardino solo da un muretto.
Facile immaginare come i ragazzini del quartiere presero subito possesso del giardino, incuranti dell’erba sempre più alta che, anzi, suggeriva esotiche fantasie da jungla.
Ricordo una sorta di povera veranda, dalla tettoia ondulata in plexiglas ingiallito da sole ed intemperie, quella veranda, seminascosta dal muretto di cinta garantiva una parziale intimità. Era lì che spesso, noi maschietti, sprezzanti del pericolo, si andava ad urinare quando la permanenza all’esterno era sufficientemente lunga da indurci lo stimolo.
Quando poi, qualche ragazzo più grande, riuscì a forzare una delle basse finestre, anche l’interno della casa fu sdoganato. A quel punto, entrare per noi divenne quasi un’abitudine, ma senza mai salire al piano superiore, ancora bloccato da una porta inchiodata.
L’altro rudere, invece, era una struttura a più piani completamente abbandonata da parecchio tempo. Si trovava a poca distanza dalla casa di alcuni miei amici, con cui ero solito giocare quando ero più grandicello.
Quella palazzina, o ciò che ne rimaneva, era un po’ la nostra base segreta, se qualcosa doveva essere celata agli occhi dei grandi, potevi star sicuro che era lì, nascosta in qualche stanza. In particolare ricordo la soffitta, in parte crollata, alla quale solo i più coraggiosi accedevano da una scala di legno semi-pericolante.
Smettemmo di frequentare quel posto nei primi anni ottanta, quando trovammo una porta ricoperta da decine di siringhe infilzate sul legno come fossero freccette. Al tempo l’eroina era una vera piaga e di sicuro quel palazzo disabitato era diventato rifugio di qualche povero disgraziato che si nascondeva lì dentro per “farsi” al riparo da occhi indiscreti e intemperie.
Nonostante fossimo tutti delle teste calde, da quel giorno, nessuno di noi ebbe più il coraggio di entrare, la casa venne poi abbattuta pochi anni dopo, per far spazio ad una nuova costruzione

[Insight]

Bellissimi ed emozionanti ricordi, vagamente horror... mi hanno fatto venire in mente la Casa Marsten del romanzo di Stephen King (Le notti di Salem).... Per fortuna nella soffitta non avete trovato un uomo impiccato....


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