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La Pasqua nei 70
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La Pasqua nei 70
Le vacanze di Pasqua si dedicavano ai riti religiosi del Giovedì e Venerdì Santo, poi, Pasqua e "Pasquetta" (cioè l'indomani della Pasqua, per chi è non è del Sud) erano grandi festeggiamenti: la Domenica c'erano i mega-pranzi delle grandi feste (durata media: 2 ore e mezza ) e, per noi bimbi, c'erano le uova di cioccolato con sorpresa. Oltre a queste, c'erano anche, per quella giornata, quelle bianche di zucchero, confettate, simili alle vere, della stessa dimensione di quelle di gallina, con l'interno di cioccolato spesso. Queste ultime non avevano solitamente sorprese (erano troppo piccole per contenerle), ma, qualche volta, ricordo di avervi trovato dei mini pupazzetti. Per gli adulti, la classica colomba. Erano già in disuso (ma qualche panificio continuava a farli) i biscotti decorati con le uova: erano di pasta frolla, modellati a forma di cestino, oppure di ghirlanda, o di pupazzo, e contenevano un uovo (intero). Questi biscotti erano decorati con la glassa e i confettini colorati. Nella cottura, l'uovo si rassodava, così si poteva mangiare (ma io lo lasciavo volentieri agli altri...). Il giorno della Pasquetta, poi, gita in campagna o pranzo in case di campagna o a mare del parentado, con barbecue e giochi all'aperto per noi piccoli. Quali sono i vostri ricordi?
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Re: La Pasqua nei 70
Ho bellissimi ricordi della Pasqua settantiana... soprattutto lo scartamento delle uova di cioccolata, che avveniva già alla mattina presto, insieme a mio fratello, per trovare la sorpresa...
Poi mi piaceva anche, il giorno prima, insieme a mia nonna, colorare le uova sode oppure attaccarci delle calcomanie raffiguranti pulcini, coniglietti, ecc...
Le soprese più belle che ricordo sono dei portachiavi... Ma un anno anche una piccola bussola (che funzionava poco) e addirittura, un anno che avevo un uovo bello grande, ci trovai dentro un piccolo microscopio... Anche questo funzionava così così
Alla domenica di Pasqua si faceva un pranzo con le nonne e poi si usciva a passeggiare. Per Pasquetta, di solito, una gita solo noi quattro.
La mia famiglia non era e non è molto religiosa; il più religioso ero io da piccolo: l'unico che andava a messa la domenica mattina e naturalmente anche per Pasqua... La chiesa era a pochi passi. Un anno, per venerdì santo, feci anche la via crucis, leggendo a una stazione col microfono, avevo dieci anni... I miei non vennero nemmeno a vedermi
Poi, verso i dodici anni, ho smesso anch'io di andare in chiesa...
Poi mi piaceva anche, il giorno prima, insieme a mia nonna, colorare le uova sode oppure attaccarci delle calcomanie raffiguranti pulcini, coniglietti, ecc...
Le soprese più belle che ricordo sono dei portachiavi... Ma un anno anche una piccola bussola (che funzionava poco) e addirittura, un anno che avevo un uovo bello grande, ci trovai dentro un piccolo microscopio... Anche questo funzionava così così
Alla domenica di Pasqua si faceva un pranzo con le nonne e poi si usciva a passeggiare. Per Pasquetta, di solito, una gita solo noi quattro.
La mia famiglia non era e non è molto religiosa; il più religioso ero io da piccolo: l'unico che andava a messa la domenica mattina e naturalmente anche per Pasqua... La chiesa era a pochi passi. Un anno, per venerdì santo, feci anche la via crucis, leggendo a una stazione col microfono, avevo dieci anni... I miei non vennero nemmeno a vedermi
Poi, verso i dodici anni, ho smesso anch'io di andare in chiesa...
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie-
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Re: La Pasqua nei 70
Ti riferisci anche al classico " aceddu cu l'ova ", giusto?lisa jean ha scritto:Erano già in disuso (ma qualche panificio continuava a farli) i biscotti decorati con le uova: erano di pasta frolla, modellati a forma di cestino, oppure di ghirlanda, o di pupazzo, e contenevano un uovo (intero). Questi biscotti erano decorati con la glassa e i confettini colorati. Nella cottura, l'uovo si rassodava, così si poteva mangiare (ma io lo lasciavo volentieri agli altri...).
Comunque non sono in disuso, almeno a Catania: non solo i panifici, ma anche molte pasticcerie continuano a farli.
Anch'io associo alla Pasqua anni 70 un'atmosfera di calma e serenità.
E sono d'accordissimo sul fatto che la Messa e le altre manifestazioni religiose fossero sentite, sicuramente di più rispetto a Natale, festa a mio avviso molto più consumistica.
Direi che, sia che si fosse credente oppure no, la festa dava una sensazione di serenità interiore unica, data anche dall'assenza di qualsivoglia corsa ai regali, ad esempio.
E ancora di più rispetto a Natale, c'era l'occasione per incontrare la cerchia di cugini, ad esempio, che magari per il resto dell'anno vedevi poco, mentre adesso ci potevi passare qualche ora insieme a giocare.
Per quanto riguarda l'uovo, anche per me aprirlo, romperlo, e ammirare la sorpresa, era un momento magico. Certo, anche oggi per i bambini è così. La differenza? Sostanzialmente che nei settanta l'acquisto dell'uovo era un rito speciale, a parte il fatto che di solito lo si acquistava nei bar, ed era di solito di marche di qualità oppure fatto artigianalmente.
Oggi, con la esagerata varietà che si trova in iper e centri commerciali, ci si orienta con difficoltà, anche perché il fatto che le uova siano sponsorizzate da Peppa Pig, Randa e Fiocco, o dal dinosauro di turno, può far perdere di vista la qualità del prodotto, soprattutto se ci si indirizza verso marche cosiddette low-cost.
Tornando ai 70, non ho mai amato granchè la colomba: da bambino, ne mangiavo una fetta e poi basta. Non mi piacciono né mi sono mai piaciute le colombe al cioccolato, o in altre versioni: la colomba deve essere quella classica, altrimenti non ha molto senso.
La Pasqua mi piace, dunque, come mi piace l'atmosfera che regala, e che favorisce dei momenti di riflessione che, in occasione di altre feste, è più difficile ottenere.
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Re: La Pasqua nei 70
Non ricordo molto della Pasqua settantiana, tranne che dipingevo le uova sode con gli acquarelli. L'unico uovo di cioccolato dei 70 che ricordo distintamente è proprio di fine decennio: nel 1979, per fare qualcosa di diverso, mio papà comprò in gelateria un uovo pieno di gelato. Non ricordo molto nemmeno le colombe. Non sono però d'accordo sul fatto che la colomba debba essere tassativamente quella classica, forse perché io adoro quella senza canditi. Alcuni anni fa l'ex fidanzata di mio cugino disse qualcosa di simile sull'agnello di sfoglia: che il vero agnello di sfoglia doveva essere liscio, che piuttosto che mangiarne uno farcito era meglio mangiare direttamente una millefoglie. Ci restai un po' di palta perché a me l'agnello di sfoglia piace di più farcito, appunto tipo millefoglie: la crema gli dà una connotazione più da dessert, mentre liscio è un semplice dolcetto da colazione che può anche essere pucciato nel caffelatte
Le vacanze scolastiche duravano allora 6 giorni, non 8 come adesso: il primo giorno era il giovedì, l'ultimo il martedì, mentre adesso iniziano e finiscono di mercoledì. Essendo così brevi e con 2 giorni festivi su 6, creavano il problema di come distribuire i compiti ancora di più di quelle di Natale
Le vacanze scolastiche duravano allora 6 giorni, non 8 come adesso: il primo giorno era il giovedì, l'ultimo il martedì, mentre adesso iniziano e finiscono di mercoledì. Essendo così brevi e con 2 giorni festivi su 6, creavano il problema di come distribuire i compiti ancora di più di quelle di Natale
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- Iscritto il: sab 21 mar 2015, 16:23
Re: La Pasqua nei 70
Che bello ! Sì, tipo questo, solo con forme svariate! Pensa che ho imparato a farli in casa (certo con risultati non sempre esaltanti...) per offrirli il giorno di Pasqua: è un modo per continuare una tradizione che, altrimenti, si sarebbe interrotta!Betelgeuse ha scritto: Ti riferisci anche al classico " aceddu cu l'ova ", giusto?
- Franco Gual
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- Iscritto il: dom 12 ott 2014, 23:13
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Re: La Pasqua nei 70
Qui in Puglia, non so altrove, il Venerdì Santo essendo bandita la carne, era un obbligo, lo è tuttora la focaccia farcita di cipolle.. cipollotti per la precisione.
Ne mangiavo e ne mangio ancora tanta,
Poi a Pasqua c'era il pranzo, la letterina sotto il piatto , la poesia, i buoni propositi.....
Ne mangiavo e ne mangio ancora tanta,
Poi a Pasqua c'era il pranzo, la letterina sotto il piatto , la poesia, i buoni propositi.....
Dei miei anni 70 non posso dimenticare un solo istante, non vorrei ricordare nemmeno un attimo.
- Realpower
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- Iscritto il: gio 3 ott 2013, 15:46
- Località: Napoli
Re: La Pasqua nei 70
Sono appena reduce dalla classica tradizione Napoletana del Giovedì Santo:la zuppa di cozze,questa tradizione si perde nel tempo ed ha resistito intatta ai decenni,la ricordo da bambino e la perpetuo oggi;la preparazione non ha nulla di complicato solo richiede una buona tempistica perchè tutto deve essere fatto al momento,le uniche cose che vanno fatte prima sono il polipo lessato e la salsa forte:un polipo tra i 700 grammi ed il chilo va lessato rigorosamente con poca acqua,va fatto raffreddare e poi va tagliato in pezzi piccoli tranne tante "Ranfe"(Tentacoli) per quanti sono i commensali che vanno lasciate intere a mò di guarnizione,poi va fatta la salsa forte:in una buona quantità di olio extra va soffritto uno spicchio di aglio,poi si aggiunge concentrato di pomodoro e peperoncino in quantità più o meno industriale secondo i gusti,una volta cotta va fatta raffreddare e una volta filtrata si ottiene un olio denso e rosso.A questo punto in una padella capiente si mette un pò di olio e aglio tritato e si versano le cozze,si copre e si fanno aprire le valve,il liquido di cottura che si ricava va filtrato e unito al polipo,velocemente si immergono nel liquido stesso le gallette o freselle che costituiscono la base del piatto,poi si aggiungono le cozze i pezzi di polipo una bella spruzzatina di rosso la "ranfa" del polipo stesso e si serve a tavola.Una bella bottiglia di "Falanghina" ghiacciata e....vai col tango
“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi)
- lespaul
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Re: La Pasqua nei 70
Ricordo un mal di testa mostruoso a causa di troppa ingestione di cioccolato ...avro' avuto 7/8 anni...quindi metà decennio...
Quando faccio una cosa, mi piace farlO bene!
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- Iscritto il: lun 4 nov 2013, 17:20
Re: La Pasqua nei 70
Da noi c'è la colomba, però il dolce pasquale più tipico a Trieste è la Pinza
Eccola qua
Difficoltà: Facile
Cottura: 45 minuti
Preparazione: 60 minuti
Ingredienti
- 1 Kg di farina
- 6 uova e 2 albumi
- 350 gr di zucchero
- 250 gr di burro sciolto a bagnomaria
- 100 gr di lievito di birra
- 500 ml di latte tiepido
- 1 bicchierino di rum
- 1 fiala di vaniglia
- La buccia grattugiata di un’arancia e un limone
mmmm.... Buon appetito...E soprattutto Buona Pasqua
Eccola qua
Difficoltà: Facile
Cottura: 45 minuti
Preparazione: 60 minuti
Ingredienti
- 1 Kg di farina
- 6 uova e 2 albumi
- 350 gr di zucchero
- 250 gr di burro sciolto a bagnomaria
- 100 gr di lievito di birra
- 500 ml di latte tiepido
- 1 bicchierino di rum
- 1 fiala di vaniglia
- La buccia grattugiata di un’arancia e un limone
mmmm.... Buon appetito...E soprattutto Buona Pasqua
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie- barbatrucco
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- Iscritto il: sab 28 set 2013, 16:32
- Località: basso lazio
Re: La Pasqua nei 70
A Pasqua, tre cibarie non potevano assolutamente mancare (ma è così ancor oggi): il capretto, la "casata" (torta rustica a base di uova, salcicce e formaggio lontana parente del "casatiello "napoletano, ma più robusta e dalla consistenza vagamente simile a una frittata) e "colombine" consistenti in dolci di pasta frolla intrecciata in forma di colombe stilizzate e tempestate di zucchero colorato, come "l'auceddu" di cui sopra, ma così abbondante da ricoprire totalmente la pasta
A Pasquetta o Lunedì dell'Angelo che dir si voglia, si andava come tradizione nelle vicine campagne pasteggiando abbondantemente con salcicce alla brace e vinello casareccio
Aggiungo che la "pinza" triestina è piuttosto interessante
A Pasquetta o Lunedì dell'Angelo che dir si voglia, si andava come tradizione nelle vicine campagne pasteggiando abbondantemente con salcicce alla brace e vinello casareccio
Aggiungo che la "pinza" triestina è piuttosto interessante
Resta di stucco, è un barbatrucco!