La Standa

[Betelgeuse]

Ho un ricordo tenero di questo, chiamiamolo, " simbolo ", che ha accompagnato gli italiani per almeno tre decenni: anni 60, 70 e 80 ( e oltre ).
Tenero perché mi vengono in mente interminabili pomeriggi con mia mamma a curiosare, provare e comprare una miriade di articoli. Non essendoci nei 70 gli ipermercati, la Standa era sicuramente uno dei posti, in cui era possibile districarsi tra tutti i generi merceologici.
La qualità era varia: c'erano articoli di una certa qualità, e altri a un livello più economico, o che comunque soddisfacevano il gusto medio del medio consumatore, con il budget, anch'esso medio.
Era un posto che trasmetteva una forte sensazione di familiarità ( da qui lo slogan " La casa degli Italiani " ), e negli anni 70, per l'età che avevo, ero particolarmente attratto dal reparto scuola: nella seconda decade di settembre per me era una festa andarci ( a più riprese, non certo in un solo giorno ) per rinnovare il mio, diciamo, corredo scolastico, dalle penne al diario, dai colori ai quaderni, agli astucci e così via...UNA FESTA!
Insomma, andare alla Standa e passarvi interi pomeriggi era come una scampagnata!
Qualcuno di voi condivide queste mie forti sensazioni legate a un ricordo che, tutto sommato, dovrebbe poi, alla fine, riguardare solo un'attività commerciale ( anche se non come le altre ) ?

[lisa jean]

Anche per me i pomeriggi passati piacevolmente alla Standa in compagnia di mia madre costituiscono un bel ricordo settantiano. Per gran parte del decennio, fu il reparto giocattoli ad esercitare il suo richiamo su di me, ma, dal '77 circa in poi, i miei interessi andarono al reparto abbigliamento. In uno dei magazzini del centro, in particolare, avevano allestito uno spazio tipo "boutique", destinato ai più giovani, maschi e femmine: che bello che era! Forse questo termine ancora non si usava, ma quei capi esposti erano molto trendy. Chissà perché, poi, mi è rimasto impresso un giorno (maggio '79, fine della prima media) in cui mi ci sono recata (ma sì, sicuramente perché questa era la prima volta che accadeva!) insieme a due mie amiche: fu un pomeriggio delizioso, passato ridendo e scherzando tutto il tempo, come solo a 12 anni può accadere.
Mia madre acquistava spesso alla Standa anche i suoi capi di abbigliamento, ma anche la biancheria, oppure casalinghi vari. Ancora oggi, quando entriamo in un grande magazzino, non può fare a meno di dire: "Non ci sono più le belle cose che si trovavano un tempo alla Standa!". Una curiosità: una mia compagna delle elementari si ostinava a dire "Lo Standa". Non c'era verso!

[galerius]

Sì, condivido questi ricordi piacevoli.
Anche per noi una puntata alla Standa di Torino ( che non ricordo nemmeno bene dove fosse situata, ahi ) era d'obbligo prima dell'inizio delle lezioni, a fine settembre, ed era un gran divertimento scegliere per esempio il diario scolastico o le biro, i pennarelli eccetera. Era sempre comunque divertente farci un giro, ma quello era il momento più 'intenso'.
Altra fonte di grande fascino erano i reparti librari. Ho comprato quasi tutti i miei Oscar Fumetto e altre cose - tra cui i volumi di Tintin della vecchia Gandus - proprio nei vari Standa e Upim.
Anche l'Upim, per l'appunto, è legata a ricordi festosi ; a quando per esempio si partiva alla volta della Liguria di ponente e si faceva immancabilmente tappa a Saluzzo, dove si trovava uno di questi fantastici punti commerciali, con conseguente 'immersione' nei reparti di giochi, articoli balneari, libri da portarsi in vacanza...

Confesso che qualcosa del godimento 'ludico' di allora m'è rimasto attaccato addosso ancor oggi.
Ad esempio, mi piace di più dare uno sguardo ai libri nei 'grandi magazzini' che nelle librerie.

[Mauro Tozzi]

La Standa dove andavamo noi si trovava in via Appia Nuova: c'era un piano superiore e uno inferiore, e ricordo anche una macchinetta per il popcorn all'ingresso.

[galerius]

In seguito a consultazione con mia madre, sono in grado di aggiungere che la 'nostra' Standa di Torino si trovava in Corso Vittorio.
Non potevo ricordarlo perché, fino a questo pomeriggio, sono stato convinto che lì ci fosse un'Upim

[RebekahMikaelson]

Nella mia città, da quello che ho potuto sapere, la Standa non c'è mai stata. C'era Upim, in due "copie", di cui la più grande in centro. Questa ho fatto in tempo a vederla anch'io, ma era già uguale a tutti gli altri magazzini tipo OVS, Coin... o la parte non alimentari dei centri commerciali, ora è stata rimpiazzata dal terzo OVS della città; mi hanno raccontato però che negli anni 70 e primi 80 era molto più bello e divertente per i bambini che ci andavano. Un particolare (fonti: mia sorella e una cugina) era che alcuni scaffali avevano come base una specie di armadietto di servizio con le ante scorrevoli e le maniglie a forma di buco rotondo dove venivano tenuti articoli da esporre dopo, appendini per gli abiti,e altro.

[lisa jean]

Un particolare (fonti: mia sorella e una cugina) era che alcuni scaffali avevano come base una specie di armadietto di servizio con le ante scorrevoli e le maniglie a forma di buco rotondo dove venivano tenuti articoli da esporre dopo, appendini per gli abiti,e altro.

Sìììì! Ricordo benissimo quegli armadietti anch'io

[jacovone70]

Nella mia città c'erano nella stessa via principale Standa,Upim e Coin e la scelta ricadeva sempre nella proletaria prima...e credo che il suo successo sia stato proprio quello.
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[lespaul]

Noi invece eravamo tifosi Upim

[queen_of_chinatown]

A Pavia c'erano due Standa: una più grande, in corso Cavour, oggi diventata Benetton, e una più piccola in via Campari, oggi trasformata in supermercato. Fra Standa e Upim, ho sempre preferito leggermente l'Upim, ma anche alla Standa c'erano cose interessanti. Diciamo che da piccola, nel nostro decennio, preferivo l'Upim perché aveva maggiore scelta di giocattoli e perché aveva il reparto dischi che alla Standa invece era assente, mentre da adolescente nel decennio successivo le apprezzavo entrambe: alla Standa comprai, intorno ai 16 anni, i miei primi indumenti intimi da grande, e ci compravo spesso i cosmetici della Rimmel che mi piacevano tanto ma all'Upim non c'erano