Modi di dire e parole tipicamente degli anni 70

[Betelgeuse]

Ovvero tutto ciò che era d'uso dire o scrivere negli anni 70, e che poi è andato " out ", o fuori moda.
Comincio con alcuni io

Negli anni 70 eravamo tutti terrorizzati dal " ma però ". Rimproveri in famiglia, critiche tra i compagni di gioco, ramanzine o brutti voti a scuola se ci scappava.
Eppure, dagli anni 90 circa c'è un movimento d'opinione, non sconfessato dall'Accademia della Crusca, secondo cui per una questione di eleganza sarebbe meglio non usare quella che sembra una ridondanza e non un errore, ma che da un punto di vista formale non è errata.

Mi pare di ricordare che non fosse, nei 70 usuale chiedere " che ore sono? ", bensì " che ora è? ". Oggi credo che vi sia una schiacciante maggioranza della prima. Io sono d'accordo con la forma singolare: in fondo chiediamo l'ora, non le ore. O no?

Comunissima, nei 70, e in particolare al nord Italia la frase: " ma ce l'hai su con me? ". Io non vivo al nord, ma ho la sensazione che il suo uso sia in forte calo tra le nuove generazioni.

[barbatrucco]

Bel topic, come gli altri di questo tipo già aperti, e molto "di costume" oltre che "di vissuto"
D'obbligo ricordare l'uso e abuso dell'intercalare "cioè" che probabilmente non si è usato mai come dalla metà del Decennio tanto da dare il nome al noto settimanale per ragazze ancora nel 1980, per non parlare della caricatura verdoniana del tardo hippie che ebbe il suo apice proprio in quell'anno nel "Ruggero" de "Un sacco bello" (altra espressione tipica di quegli anni, non a caso!).
Addirittura, nel pieno degli anni '70, sulla nota rivista di settore "CQ Elettronica", il curatore della rubrica "L'angolo dei pierini" dedicata agli hobbisti di primo pelo (per la cronaca, Emilio Romeo) spiegava non so più che concetto facendo seguire all'introduzione della terminologia questa congiunzione e precisando, tra parentesi: "anch'io mi adeguo alle mode temporanee"

[lespaul]

Mi inserisco nella discussione non potendo non pensare al termine "fico" (nel senso di bello e oltre ) che credo prese piede proprio nel Decennio e che oramai anche se forse in disuso tra le nuove generazioni sembra essere ancora presente nel vocabolario di alcuni 70ini...
Ricordo che mi era proibito pronunciare questa parola se non parlando del frutto...Per mia madre era una parolaccia o almeno ero io a viverla così...

[lisa jean]

Ai Settanta lego naturalmente una parola: impegno. Poi, tutte le parole "politiche", o, comunque, con un riferimento al sociale, come contesto. Parole più "frivole" in questo momento non mi vengono, ma, evidentemente, questo è indicativo... . Ah, sì, l'aggettivo togo, che ho già ricordato in un altro topic (non ricordo quale): oggi si direbbe cool

[galerius]

"Fico" lo ricordo bene anch'io, sebbene soltanto nella variante "figo", che qui era l'unica usata.
Anche a me faceva una strana impressione, come a Les...forse per le sue stesse ragioni.

Altra parola impiegata con una certa frequenza - in particolare da persone che volevano apparire disinvolte e 'scafate', per dirla alla romana - e che si affermò nel periodo a cavallo fra i '70 e gli '80, era "casino" usato avverbialmente come rafforzativo ; donde frasi quali ti ringrazio un casino, dev'essere un casino sola, e simili.
Un uso che trovavo/trovo abbastanza ridicolo

Comunque, per me la parola settantiana per eccellenza ( immagino che ciascuno di noi ne abbia una ) è e rimane "bestiale". Non si diceva prima e non s'è più detto dopo...le poche volte che l'ho sentita pronunciare successivamente al suo periodo di massima voga ( inizio Decennio ) si trattava manco a dirlo di miei coetanei.
Fra l'altro mi sono sempre chiesto se questo famoso "bestiale" fosse in uso solo al Nord o venisse impiegato in tutta Italia ; ne approfitto per chiedervelo...

[barbatrucco]

Diffusissimo anche qui
Una delle espressioni "gergali" settantiane per eccellenza che lungo la prima metà degli '80 mi capitava ancora di sentire e usare a volte. Ricordo anche un articolo di giornale che analizzava l'evoluzione nel tempo dei termini più o meno giovanili per dire la stessa cosa secondo cui "bestiale" precedeva di poco "fico" (la variante con la "g" era in effetti settentrionale anche se poi, dal decennio seguente, è diventata abbastanza prevalente forse per influenze cine-televisive).
Di "fico" ricordo da bambino la variante locale "ficato" che praticamente sostituiva la parola originante utilizzata invece più che altro dalle ragazze come apprezzamento fisico, eventualmente esteso alla personalità, per esponenti del sesso opposto, mentre "ficato" poteva anche andar bene per dire che qualcuno era simpatico e divertente, o a volte in senso ironico ("Ma sie proprio ficato eh!", "Sie voluto fa' i' ficato") - usi peraltro discretamente riscontrabili oggi. Vista però l'espressione ottantiana "che figata" o "è una figata", può darsi non fosse esclusivo di questa zona.
Verissima poi, essendo una delle prime cose venutemi in mente leggendo il post d'apertura, la constazione di Lisa circa certe declinazioni del linguaggio dovute alla forte policitizzazione di quegli anni. Allora ero bambino, ma anche a pochissima distanza dagli anni '70 era una cosa che a posteriori mi rendevo conto di aver percepito nell'atmosfera generale e coi residui cascami, anche deleteri come quelli della lotta armata, che ancora c'erano nei primi '80, il che la dice lunga.

[lisa jean]

Dalle mie parti, bestiale e figo si diffusero di più negli Ottanta (influenza di una famosa canzone, della televisione e del cinema).

[Mauro Tozzi]

Un altro termine diffuso nei 70, in conseguenza della corsa allo spazio tra russi e americani, fu senz'altro "spaziale" nel senso di "fantastico, meraviglioso".

[Insight]

Anch'io ricordo soprattutto "figo", che all'inizio era considerata una brutta parola, poi via via è stata sdoganata, Pippo Franco fece pure la canzone "Che fico!"

Poi ricordo certe espressioni che derivavano dalla tv, che divennero dei tormentoni... Per fortuna durarono poco... Ad esempio: "Capìttooo?!" e "Proooova!", dai Gatti di Vicolo Miracoli o anche "E allooora..." da una trasmissione di Enrico Beruschi (forse La sberla). Infine, "grazie" a Happy Days ci fu il tormentone "Ehi!" e le parole "pivello" e "pivelli" che conobbero una notevole diffusione in quel periodo...

Quanto al famoso "cioè" non ho ricordi particolari. Cioè, ricordo che se ne parlava. Che i giornali e la televisione, cioè i mass media, dicevano spesso che i ragazzi usavano troppo, nel parlato, questo cioè. Anche i professori a scuola insistevano, cioè ci rimproveravano, perché era un'espressione brutta da sentire...Io non credo che la usassi spesso, cioè non proprio tanto spesso, ne facevo un uso moderato, cioè normale...

[cyke67]

"Cioè" ogni due o tre parole è purtroppo usato anche oggi!