Come dice il titolo, una discussione dedicata al ricordo di qualche nostro grosso 'spaghetto' settantiano.
Penso in primis a paure "soprannaturali" che sono poi quelle più divertenti da leggere, ma naturalmente, se non se ne sono provate, vanno bene anche momenti di paura dovuta a cause "concrete", a condizione che all'epoca ci abbiano un po' scombussolato.
Se sono abbastanza strambi e inquietanti, e si vuole raccontarli, vanno bene pure gli incubi, direi.
Io paradossalmente, anche se propongo il tema, a parte un episodio già raccontato nella discussione sulle "riviste misteriose" e qualche incubo non ricordo momenti di fifa 'alti' che si distaccassero dalla generica inquietudine ( ad esempio la paura dei fantasmi, dovuta a letture in tal senso ) che provavo quand'ero solo, ma mi accadde di essere testimone di un terrore improvviso e collettivo in un anno che non ricordo, ma che poteva essere il '71 o '72.
Accanto al nostro condominio c'era un prato oggi recintato, con un bell'albero di castagno che poi qualche testa di cavolo decise bene, in anni successivi, di tagliare.
Una sera mia sorella, io e due abituali compagni di giochi - a loro volta fratello e sorella - ce ne stavamo seduti per l'appunto in questo prato, parlando del più e del meno ( eravamo bambini molto chiacchieroni, la conversazione e le confidenze occupavano almeno altrettanto tempo che il gioco ).
Improvvisamente Marco, così si chiamava l'amico, punta l'indice verso il castagno urlando :
"Guardate là ! UN UOMO !!"
Ci giriamo di scatto e sì, nella luce fioca dell'avanzato crepuscolo, una misteriosa figura stava sbucando da dietro il grande tronco.
Seguì una corsa precipitosa verso la vicinissima via centrale, illuminata dalle vetrine dei negozi.
Le bambine scoppiarono poi in un pianto dirotto che attirò anche l'attenzione della negoziante sotto casa nostra, e ci volle un po' per calmarle.
In seguito conclusi che "l'Uomo" fosse semplicemente un tizio che, insomma, capitemi...si era trovato per così dire in necessità ; ma allora l'effetto fu quello di vedere spuntare da dietro il vecchio castagno il Mostro di Frankenstein
E questo fu il nostro momento di scatenata paura settantiana...
A voi proseguire, se volete.
), ricordo una vera e propria notte di terrore: nell'estate del '77 andò in onda, credo in seconda serata, "Suspence", bel film in bianco e nero di Jack Clayton (regista del più convenzionale "Gatsby" nel '74, con Redford): io ero in casa sola con mia madre, perchè le mie due sorelle, adulte (20 e 25 anni all'epoca) erano nella nostra casa al mare (forse era un sabato 
) e mio padre faceva il turno serale. Il film è una delle prime versioni cinematografiche e televisive del racconto lungo (o romanzo breve) "Giro di vite", di Henry James e, probabilmente, la migliore. Cominciammo a vederlo, anche perché il caldo non faceva desiderare il letto, finché mia madre, che non conosceva la trama, capì che non era proprio il caso (fra l'altro, lei è una gran fifona 
)! Il televisore fu spento, ma la paura fu agghiacciante, soprattutto quando fu l'ora di dormire. Fortuna che, quando mio padre faceva quel turno, mi veniva consentito di dormire nel lettone, ma questo non bastò a calmarmi. Sarebbe stato meglio confidare la mia paura a mia madre, ma di solito mi tenevo tutto dentro, purtroppo! Non vi dico l'angoscia quando mia madre spense la luce (e sì che c'era la lucetta notturna sul comodino). Non ho mai provato una paura più intensa di quella. Ricordo che, finalmente, nel silenzio della notte (allora la notte era molto silenziosa), dopo aver a lungo pregato, sentii, ma proprio lontanissimo, il rumore di un'auto che si avvicinava: pensai che la cosa più bella al mondo fosse il ritorno a casa di mio padre, ma non osai sperarci; qualche minuto dopo, il rumore del portone che si richiudeva mi fece legittimamente sperare (abitavamo al secondo piano), ma solo il rumore della chiave di diede la certezza 
. Fui felice quando entrò in casa: fra lui e mia madre mi sentii sicura e tranquilla. Il ricordo di quella notte, però, non mi ha mai abbandonato
(però era un buon uomo). Il giardino era fantastico, sempre erba tagliata rasata che a noi sembrava un campo di calcio da serie A (cosa impesabile nei campetti della zona, oratorio, scuola ecc), oltre questo aveva un boschetto fatto di abeti, pini cipressi...insomma, per bambini di provincia come noi, sembrava proprio il campo delle giovani marmotte 
. Tornando alla storia della paura...una sera io con degli amici, ci siamo trattenuti , fino al calar della sera e verso le 19 iniziammo ad andare tutti a casa propria, chi da una parte, chi dall'altra, ed io quella sera esco dal cancelletto della villa da solo e mentre stavo per attraversare la strada, passa (ancora ricodo benissimo) una 127 color giallo senape e mi si accostano, erano in 2 ragazzotti sulla 30ina presumo, quello dalla parte del passeggero mi abbassa il finestrino e mi domanda: "hei ragazzo abiti quì? "...già li mi ero subito stranito, sarà che me lo ha chiesto con foga ...non saprei e sono indietreggiato di 2 passi. Fatto sta che l'auto a quel punto si ferma, senza spengnere il motore, e senza scendere, e il solito tipo apre lo sportello anteriore e mi dice : "dai sali, che ti portiamo a casa noi"...be' a quel punto anche avevo solo 8-9 anni più o menoo, o realizzato subito la situazione, sarà che i miei genitori, come a tutti presumo, dicevano sempre di non farsi accompagnare da sconosciuti ecc., , ho preso e come un fulmine so rientrato nel giardino della villa e conoscendolo mi sono dileguato dalla parte posteriore, attraversando il boschetto ecc, talmente conoscevamo tutte le entrate ufficiali che non. Comunque la mia casa stava a circa 1 km da quel posto e , mi sono messo a correre come un folle , con un panico che non vi dico e pensare che correvo al buio, ma questo era l'ultima delle mie paure, mentre il terrore era se questi tipi di stavano rincorrendo. Arrivato a casa col fiatone e presumo una faccia stravolta, raccontati subito tutto a mia madre, che naturalmente si era accorta che era succeso qualcosa di brutto nei miei confronti, poi a cena anche con mio padre che il giorno dopo (almeno così disse li a cena) anco' dai carabinieri per segnalare sto fatto. Alla fine si è pensato che i tipi, come può esser che cercavano di adescarmi pensando che ero una della famiglia del riccone, magari per rapina a scopo di estorsione, oppure come dicevo per altri fini maniaco-sessuali...oppure ...chissà magari mi conoscevano , o conoscevano i miei, ed io non conoscevo loro, ma ripeto, a distanza di oltre 40 e passa anni, ho tutta la scena ancora davanti i miei occhi e quei 2 secondo me, non scherzavano. Ecco questa è stata la mia più grande paura "vera" ,non da film , o storielle metropolitane che il gionro dopo , è tutto come prima. Mi ricordo poi che per un bel pezzo, sia mio padre, che il tipo della villa non volle più che andassimo li, dato che sicuramente, i carabinieri, o mio padre con lui, ne avevano parlato e la soluzione migliore era questa. 
