Nello scontro la Cagol morì sul posto, mentre l’appuntato Giovanni D’Alfonso, gravemente ferito, morirà qualche giorno dopo all’ospedale. Altri due carabinieri furono feriti, uno assai gravemente: il tenente Umberto Rocca, che perse un braccio e un occhio in seguito al lancio da parte dei terroristi di una bomba a mano.
I brigatisti, il giorno prima, avevano sequestrato nella sua villa di Canelli l’industriale dello spumante Vittorio Vallarino Gancia, allo scopo di chiedere un riscatto e autofinanziare in tal modo la loro organizzazione. Dopo il prelevamento, l’ostaggio era stato trasportato alla cascina Spiotta, che era una base delle Brigate rosse. Margherita Cagol e un altro brigatista mai identificato erano rimasti durante la notte a custodire il prigioniero.
Alla mattina del giorno 5 giugno, una pattuglia dei carabinieri capitò nei pressi della cascina e cominciò una perquisizione. I terroristi lanciarono una bomba a mano dalla finestra, ferendo due carabinieri, e uscirono sparando. In questa fase l’appuntato D’Alfonso fu colpito da una raffica di mitra sparata dalla Cagol.
I due brigatisti cercarono di fuggire con la propria auto, ma andarono a sbattere violentemente contro quella in sosta dei carabinieri. Vi fu una nuova sparatoria e questa volta fu la Cagol stessa a essere falciata da una raffica. L’altro brigatista, invece, riuscì a dileguarsi a piedi nella campagna e non venne mai rintracciato.
La morte di Margherita Cagol segnò una svolta nella storia e nella strategia delle Br, che dopo questa vicenda divennero assai più cruente. Può dirsi, anzi, che questo brutto episodio segna la fine della prima fase delle Br, quelle più “romantiche” e “idealiste”, anche se non so quanto sia giusto usare questi termini parlando comunque di terroristi. Ma non me ne vengono in mente altri per evidenziare la differenza tra i brigatisti del primo periodo (1970-1975) e quelli della “seconda generazione” (1976-1980), che furono assai più spietati e sanguinari, avendo ferito e ucciso a sangue freddo anche molte persone inermi e disarmate.