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Zagor

In edicola: fumetti, riviste, buste sorpresa, album, raccolte...
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Gimli Il Nano
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Re: Zagor

Messaggio da Gimli Il Nano »

DOMANDA A tutti i "Bonelliani". C'è chi sostiene che ciò esce questa mattina nelle edicole, a rigor di termini, NON è proprio il primissimo incrocio tra Zagor e Tex.
In almeno una storia dei '60 (e/o dei nostri '70), ci sarebbero state delle pagine in cui Zagor e Cico entrano in un saloon e Tex e Carson ne escono, o il contrario.
Ne sa nulla nessuno?
G.K. Chesterton : "Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate".
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Re: Zagor

Messaggio da Gimli Il Nano »

Gimli Il Nano ha scritto:DOMANDA A tutti i "Bonelliani". C'è chi sostiene che ciò esce questa mattina nelle edicole, a rigor di termini, NON è proprio il primissimo incrocio tra Zagor e Tex.
In almeno una storia dei '60 (e/o dei nostri '70), ci sarebbero state delle pagine in cui Zagor e Cico entrano in un saloon e Tex e Carson ne escono, o il contrario.
Ne sa nulla nessuno?
Mi hanno comunicato che c'è una storia in cui Tex e Carson incontrano un vegliardo Guitar Jim, che sta cantando una ballata sulle gesta dello Spirito con la Scure.
G.K. Chesterton : "Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate".
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Re: Zagor

Messaggio da Gimli Il Nano »

Gimli Il Nano ha scritto:Cosa ve ne pare del cross-over con Flash (sì, il velocista amico di Superman) "La scure ed il Fulmine"?
.
Esce in edicola il 10 marzo .
G.K. Chesterton : "Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate".
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Re: Zagor

Messaggio da Gimli Il Nano »

Gimli Il Nano ha scritto:
Gimli Il Nano ha scritto:Cosa ve ne pare del cross-over con Flash (sì, il velocista amico di Superman) "La scure ed il Fulmine"?
.
Esce in edicola il 10 marzo .
Pro

Flash e Zagor si incontrano in una storia dal grande impatto emotivo, ricca d'azione diretta ma non banale
ideale per neofiti e non: i due protagonisti vengono trattati con rispetto e amore dagli autori
eccellente il lavoro di Davide Gianfelice, Adele Matera e Luca Saponti

ottima cura carto-tecnica, eccellente cura redazionale ed editoriale

Contro

le motivazioni degli antagonisti sono abbastanza chiare sin da subito e non offrono grandi sorprese
la parte centrale, pur offrendo alcune spettacolari sequenze d'azione, sembra propedeutica più ad un sequel che alla risoluzione finale -.
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Re: Zagor

Messaggio da Gimli Il Nano »

Faccio mie queste domande TROVATE in giro [.....]. recuperato qualche titolo, tra cui "Il varco tra i millenni " (2014). Quei personaggi, sono più stati protagonisti di storie? E tutti i "dimenticati" dal tempo che il Nostro aveva già incontrato? Dai Francesi rimasti al XVI Secolo, ai Vichinghi di Re Gutrhum? Ai "Padroni del Fuoco? Hanno più incrociato la strada del Nostro?!?
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Re: Zagor

Messaggio da Alias »

Gimli Il Nano ha scritto:DOMANDA A tutti i "Bonelliani". C'è chi sostiene che ciò esce questa mattina nelle edicole, a rigor di termini, NON è proprio il primissimo incrocio tra Zagor e Tex.
In almeno una storia dei '60 (e/o dei nostri '70), ci sarebbero state delle pagine in cui Zagor e Cico entrano in un saloon e Tex e Carson ne escono, o il contrario.
Ne sa nulla nessuno?
Esiste una storia di Ken Parker dei '70, dove lui entra in un saloon per reclutare dei cow boys per guidare una mandria.
Tra gli avventori del saloon valutati da Ken si trovano Zagor e Cico, Tex, il piccolo ranger, il ragazzo nel far west, capitan Miki e altri...

Mi sembra che l'albo si chiamasse La ballata di Pat O'Shane.
I would trade all my tomorrows for a single yesterday...
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Re: Zagor

Messaggio da Gian Piero »

Omaggio a Zagor e a "Oceano":

Port au Prince...Haiti.. a quel tempo ancora un piccolo e sonnolento villaggio portuale immerso nella natura tropicale, tra il verde smeraldino della giungla ed l’azzurro dell’oceano.
Viuzze polverose e calcinate dal sole, poche lussuose abitazioni in stile coloniale ed una moltitudine di baracche povere e fatiscenti, aggrappate alla densa vegetazione dell’entroterra o addossate al porto. Nei vicoli, tra le ombre secche e dense del soffocante meriggio di un’estate perenne, aleggia l’aroma dolciastro della frutta tropicale che si mescola all’odore salmastro del pesce e del cibo locale.
Gente semplice si muove nel villaggio: prevalentamente pescatori; gente abituata a vivere con poco e di poco, magari di una semplice lotta tra galli.
In attesa di risalire a Nord, Zagor e Cico incontrano casualmente il Capitano Fishleg ed il suo equipaggio e, ovviamente, la mitica nave “Golden Baby”, al momento al servizio di un misterioso personaggio in cerca di un altrettanto misterioso tesoro.
Tale personaggio è Digging Bill, l’inefabbile e inguaribile romantico cercatore di tesori.
Digging Bill riferisce di essere in possesso di una dettagliata mappa indicante il luogo esatto di affondamento di un galeone spagnolo, “L’Esmeralda”, con a bordo un incredibile tesoro in monete d’oro.
Dunque, apparentemente, un’allegra rimpatriata tra amici (Zagor e Cico, Fishleg ed il suo equipaggio e Digging Bill).
Ma qualcuno trama nell’ombra: Hammad l’Egiziano, un losco individuo inchiodato su una sedia a rotelle a causa di una tragica disavventura con degli squali, segue furtivo e minaccioso i movimenti della “Golden Baby” sospettando che l’equipaggio sia alla ricerca del tesoro del “L’Esmeralda”, a cui molti, già da tempo, ambiscono.
Notte su Port au Prince: una luce lunare lattiginosa illumina i vicoli silenziosi del porto, già punteggiati dalle fioche e tremolanti lanterne nelle fumose bettole locali. La calura ha ceduto il passo ad una lieve brezza proveniente dall’oceano. Tra le ombre delle viuzze si muovono gli uomini di Hammad che, con un abile sotterfugio, catturano Digging Bill e Cico. Trasportati entrambi nel quartiere generale di Hammad, i suoi uomini sono quasi in procinto di strappare a Digging Bill il segreto della mappa quando Zagor, gettatosi all’inseguimento dei rapitori, irrompe nel covo dell’egiziano libera gli ostaggi, catturando a sua volta Hammad e trascinandolo sulla Golden Baby.
Zagor propone di salpare immediatamente in direzione del luogo segnalato dalla mappa portando con sé Hammad, per cautelarsi contro eventuali ritorsioni dei suoi uomini.
E così, al primo albeggiare, quando la brezza, a tratti salmastra, anticipa l’afa opprimente, il profilo elegante e sinuoso della “Golden Baby” si stacca dal porto per tuffarsi, perdendosi, nell’oceano smeraldino.
Ma la sorte è maligna: a seguito di un banale incidente, Cico distrugge la mappa del tesoro di Diggin Bill, privando la spedizione delle indicazioni necessario per raggiungere il luogo in cui si è inabissato il galeone.
Ancora una volta è Ramath, che è sempre parte dell’equipaggio, a risolvere la situazione.
Un sole abbacinante, congelato sul mezzodì, un cielo terso, smeraldino e levigato.
A bordo della “Golden Baby” un silenzio irreale, d’attesa, rotto soltanto dal lento e ritmico sciabordare delle onde, dallo scricchiolio degli alberi esposti al vento e dagli striduli versi degli albatros che fendono l’azzurrità con imprevedibili geometrie.
Ramath si pone in contatto medianico con l’anima del capitano del galeone spagnolo ed ottiene le indicazioni, sia pur imprecise, del luogo di inabissamento, subito tradotto dallo spagnolo da Cico.
La Golden Baby risalpa nuovamente e si dirige verso l’area indicata medianicamente da Ramath.
Giunti sul posto, contraddistinto da tre spuntoni rocciosi emergenti dall’oceano, l’equipaggio inizia, a turno, l’esplorazione del fondale alla ricerca del galeone. E’ Zagor a trovarlo, adagiato al bordo di un strapiombo e contenente effettivamente dei forzieri, presumibilmente colmi di monete d’oro.
Nel tentativo di recuperarli, l’antico galeone cade nello strapiombo dopo che solo pochi forzieri sono stati issati in superficie. Meglio poco che niente, comunque.
Ma mentre l’equipaggio festeggia il recupero dei forzieri, ecco sibilare una palla di cannone ed emergere l’inquietante flotta di Capitan Serpente, un anacronistico pirata alla guida di altrettanti ladroni e tagliagole, da anni confinati in quel remoto e sperduto angolo di oceano in cerca del tesoro del galeone spagnolo.
Capitan Serpente danneggia parzialmente la “Golden Baby”, ne cattura l’equipaggio, con tanto di tesoro, e lo obbliga a seguirlo al suo quartier generale, nell’isola di Tortuga, una delle tante isolette dell’arcipelago.
Ma durante il viaggio Zagor, astutamente, si lascia cadere in mare con lo scopo di sottrarsi alla cattura e, possibilmente, fare qualcosa per liberare i suoi amici.
Una sensuale notte tropicale, l’aroma dolciastro ed invitante di una vegetazione densa, misteriosa e lussureggiante, la ritmica risacca del mare, il baluginante e riverberante crepitio dei fuochi sulla spiaggia, le voci sguaiate e minacciose dei pirati... L’equipaggio della Golden Baby sta per essere crudelmente sacrificato da Capitan Serpente ed i suoi uomini: un marinaio è gettato vivo in pasto agli squali e la stessa sorte sta per toccare ad Hammad quando dalla folta vegetazione emerge Zagor che salva l’egiziano e capovolge la partita.
Zagor libera i compagni e, insieme a loro, si asserraglia in una capanna ingaggiando un serrato confronto a fuoco con i pirati.
Ma la situazione ristagna e, per evitare un inutile spargimento di sangue, Zagor propone a Capitan Serpente di sfidarsi ad un duello dal cui esito dipenderà la sorte dei prigionieri.
In un silenzio spettrale e trattenuto, carico di tensione, Zagor e Capitan Serpente si confrontano all’arma bianca e, dopo una lotta senza esclusione di colpi e dagli esiti alterni, Capitan Serpente ha la peggio e, cadendo sulla lama del proprio pugnale, si ferisce mortalmente.
Sapendosi ormai spacciato, negli ultimi istanti di vita, Capitan Serpente chiede a Zagor di aprire un forziere e consentirgli almeno di gioire del suo contenuto, del tesoro per il quale tanto aveva atteso e per il quale sta ora per morire.
Zagor apre un forziere e lascia che l’agonizzante Capitan Serpende affondi le mani nel suo contenuto.
Ma non appena ciò avviene, un ghigno sardonico si dipende sul volto del pirata: il forziere non contiene un tesoro ma delle semplici pietre. Il vero tesoro, si saprà poi, era stato trasportato in Spagna per altra via mentre il galeone, passibile di un attacco piratesco, era stato caricato con semplici pietre.
Ora tutto è perduto: un lungo e costoso viaggio con la prospettiva di essere ripagaati dal tesoro, la Golden Baby danneggiata, mille ostacoli e pericoli. Tutto per niente.
Ma quando tutto sembra perduto, ecco l’offerta di Hammad che, nel corso della tragica avventura, più volte al cospetto della morte, ha avuto modo di ridiscutere i suoi valori esistenziali. Hammad ripagherà il Capitano Fishleg con dollari contanti.
Il sole al tramonto incendia l’orizzonte di un oceano sconfinato ed ancora misterioso.
La “Golden Baby”, con a bordo Zagor e Cico, ritorna a Port au Prince mentre, lontanando, Digging Bill riprende a sognare e a cercare un nuovo tesoro su di una delle innumerevole isole che punteggiano l’arcipelago.

Commento
Storia bellissima che associo ad un telefilm emozionantissimo che ha segnato la mia giovinezza: "LE ISOLE PERDUTE".
Gimli Il Nano
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Re: Zagor

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Gian Piero ha scritto:Omaggio a Zagor e a "Oceano":

Port au Prince...Haiti.. a quel tempo ancora un piccolo e sonnolento villaggio portuale immerso nella natura tropicale, tra il verde smeraldino della giungla ed l’azzurro dell’oceano.
Viuzze polverose e calcinate dal sole, poche lussuose abitazioni in stile coloniale ed una moltitudine di baracche povere e fatiscenti, aggrappate alla densa vegetazione dell’entroterra o addossate al porto. Nei vicoli, tra le ombre secche e dense del soffocante meriggio di un’estate perenne, aleggia l’aroma dolciastro della frutta tropicale che si mescola all’odore salmastro del pesce e del cibo locale.
Gente semplice si muove nel villaggio: prevalentamente pescatori; gente abituata a vivere con poco e di poco, magari di una semplice lotta tra galli.
In attesa di risalire a Nord, Zagor e Cico incontrano casualmente il Capitano Fishleg ed il suo equipaggio e, ovviamente, la mitica nave “Golden Baby”, al momento al servizio di un misterioso personaggio in cerca di un altrettanto misterioso tesoro.
Tale personaggio è Digging Bill, l’inefabbile e inguaribile romantico cercatore di tesori.
Digging Bill riferisce di essere in possesso di una dettagliata mappa indicante il luogo esatto di affondamento di un galeone spagnolo, “L’Esmeralda”, con a bordo un incredibile tesoro in monete d’oro.
Dunque, apparentemente, un’allegra rimpatriata tra amici (Zagor e Cico, Fishleg ed il suo equipaggio e Digging Bill).
Ma qualcuno trama nell’ombra: Hammad l’Egiziano, un losco individuo inchiodato su una sedia a rotelle a causa di una tragica disavventura con degli squali, segue furtivo e minaccioso i movimenti della “Golden Baby” sospettando che l’equipaggio sia alla ricerca del tesoro del “L’Esmeralda”, a cui molti, già da tempo, ambiscono.
Notte su Port au Prince: una luce lunare lattiginosa illumina i vicoli silenziosi del porto, già punteggiati dalle fioche e tremolanti lanterne nelle fumose bettole locali. La calura ha ceduto il passo ad una lieve brezza proveniente dall’oceano. Tra le ombre delle viuzze si muovono gli uomini di Hammad che, con un abile sotterfugio, catturano Digging Bill e Cico. Trasportati entrambi nel quartiere generale di Hammad, i suoi uomini sono quasi in procinto di strappare a Digging Bill il segreto della mappa quando Zagor, gettatosi all’inseguimento dei rapitori, irrompe nel covo dell’egiziano libera gli ostaggi, catturando a sua volta Hammad e trascinandolo sulla Golden Baby.
Zagor propone di salpare immediatamente in direzione del luogo segnalato dalla mappa portando con sé Hammad, per cautelarsi contro eventuali ritorsioni dei suoi uomini.
E così, al primo albeggiare, quando la brezza, a tratti salmastra, anticipa l’afa opprimente, il profilo elegante e sinuoso della “Golden Baby” si stacca dal porto per tuffarsi, perdendosi, nell’oceano smeraldino.
Ma la sorte è maligna: a seguito di un banale incidente, Cico distrugge la mappa del tesoro di Diggin Bill, privando la spedizione delle indicazioni necessario per raggiungere il luogo in cui si è inabissato il galeone.
Ancora una volta è Ramath, che è sempre parte dell’equipaggio, a risolvere la situazione.
Un sole abbacinante, congelato sul mezzodì, un cielo terso, smeraldino e levigato.
A bordo della “Golden Baby” un silenzio irreale, d’attesa, rotto soltanto dal lento e ritmico sciabordare delle onde, dallo scricchiolio degli alberi esposti al vento e dagli striduli versi degli albatros che fendono l’azzurrità con imprevedibili geometrie.
Ramath si pone in contatto medianico con l’anima del capitano del galeone spagnolo ed ottiene le indicazioni, sia pur imprecise, del luogo di inabissamento, subito tradotto dallo spagnolo da Cico.
La Golden Baby risalpa nuovamente e si dirige verso l’area indicata medianicamente da Ramath.
Giunti sul posto, contraddistinto da tre spuntoni rocciosi emergenti dall’oceano, l’equipaggio inizia, a turno, l’esplorazione del fondale alla ricerca del galeone. E’ Zagor a trovarlo, adagiato al bordo di un strapiombo e contenente effettivamente dei forzieri, presumibilmente colmi di monete d’oro.
Nel tentativo di recuperarli, l’antico galeone cade nello strapiombo dopo che solo pochi forzieri sono stati issati in superficie. Meglio poco che niente, comunque.
Ma mentre l’equipaggio festeggia il recupero dei forzieri, ecco sibilare una palla di cannone ed emergere l’inquietante flotta di Capitan Serpente, un anacronistico pirata alla guida di altrettanti ladroni e tagliagole, da anni confinati in quel remoto e sperduto angolo di oceano in cerca del tesoro del galeone spagnolo.
Capitan Serpente danneggia parzialmente la “Golden Baby”, ne cattura l’equipaggio, con tanto di tesoro, e lo obbliga a seguirlo al suo quartier generale, nell’isola di Tortuga, una delle tante isolette dell’arcipelago.
Ma durante il viaggio Zagor, astutamente, si lascia cadere in mare con lo scopo di sottrarsi alla cattura e, possibilmente, fare qualcosa per liberare i suoi amici.
Una sensuale notte tropicale, l’aroma dolciastro ed invitante di una vegetazione densa, misteriosa e lussureggiante, la ritmica risacca del mare, il baluginante e riverberante crepitio dei fuochi sulla spiaggia, le voci sguaiate e minacciose dei pirati... L’equipaggio della Golden Baby sta per essere crudelmente sacrificato da Capitan Serpente ed i suoi uomini: un marinaio è gettato vivo in pasto agli squali e la stessa sorte sta per toccare ad Hammad quando dalla folta vegetazione emerge Zagor che salva l’egiziano e capovolge la partita.
Zagor libera i compagni e, insieme a loro, si asserraglia in una capanna ingaggiando un serrato confronto a fuoco con i pirati.
Ma la situazione ristagna e, per evitare un inutile spargimento di sangue, Zagor propone a Capitan Serpente di sfidarsi ad un duello dal cui esito dipenderà la sorte dei prigionieri.
In un silenzio spettrale e trattenuto, carico di tensione, Zagor e Capitan Serpente si confrontano all’arma bianca e, dopo una lotta senza esclusione di colpi e dagli esiti alterni, Capitan Serpente ha la peggio e, cadendo sulla lama del proprio pugnale, si ferisce mortalmente.
Sapendosi ormai spacciato, negli ultimi istanti di vita, Capitan Serpente chiede a Zagor di aprire un forziere e consentirgli almeno di gioire del suo contenuto, del tesoro per il quale tanto aveva atteso e per il quale sta ora per morire.
Zagor apre un forziere e lascia che l’agonizzante Capitan Serpende affondi le mani nel suo contenuto.
Ma non appena ciò avviene, un ghigno sardonico si dipende sul volto del pirata: il forziere non contiene un tesoro ma delle semplici pietre. Il vero tesoro, si saprà poi, era stato trasportato in Spagna per altra via mentre il galeone, passibile di un attacco piratesco, era stato caricato con semplici pietre.
Ora tutto è perduto: un lungo e costoso viaggio con la prospettiva di essere ripagaati dal tesoro, la Golden Baby danneggiata, mille ostacoli e pericoli. Tutto per niente.
Ma quando tutto sembra perduto, ecco l’offerta di Hammad che, nel corso della tragica avventura, più volte al cospetto della morte, ha avuto modo di ridiscutere i suoi valori esistenziali. Hammad ripagherà il Capitano Fishleg con dollari contanti.
Il sole al tramonto incendia l’orizzonte di un oceano sconfinato ed ancora misterioso.
La “Golden Baby”, con a bordo Zagor e Cico, ritorna a Port au Prince mentre, lontanando, Digging Bill riprende a sognare e a cercare un nuovo tesoro su di una delle innumerevole isole che punteggiano l’arcipelago.

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Storia bellissima che associo ad un telefilm emozionantissimo che ha segnato la mia giovinezza: "LE ISOLE PERDUTE".
MERAVIGLIOSO.
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Re: Zagor

Messaggio da Mauro Tozzi »

Gian Piero ha scritto:La “Golden Baby”, con a bordo Zagor e Cico, ritorna a Port au Prince mentre, lontanando, Digging Bill riprende a sognare e a cercare un nuovo tesoro su di una delle innumerevole isole che punteggiano l’arcipelago
Mi ricordo la frase finale di Zagor: "Che volete che vi dica? Lui.. lui è semplicemente Digging Bill!". :D
Occhi di gatto, un altro colpo è stato fatto!

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Re: Zagor

Messaggio da Gimli Il Nano »

Quickdraw ha scritto:Proseguiamo la carrellata dei personaggi di Zagor, dopo il cattivo Hellingen, parliamo di un amico fraterno dello Spirito con la Scure, ossia di "Tonka", capo dei Mohawks.
Immagine
Ricordo l'avventura contro Iron Man (no, non si tratta di Tony Stark :D ), ma di un tipaccio di nome "Sam Fletcher" , che indossa una maglia di ferro tipo quella dei cavalieri del medioevo, con tanto di elmetto. Immagine
Clicca sulla miniatura per ingrandire
Grazie alla corazza e a del veleno debilitante posto sul tomahawk, batte Zagor, e si dichiara pronto a guidare tutte le tribù di indiani alla rivolta. Solo Tonka, resta fedele al nostro eroe, lo avverte del pericolo, lo aiuta a combattere contro i traditori e a vendicarsi dell'uomo di ferro, infatti Zagor lo sfida nuovamente nel corso di un torneo e fa capire agli indiani, che il vero dominatore di Darkwood è uno solo.
Lo vediamo al suo fianco anche contro Hellingen, quando il pazzoide minaccia la capitale degli USA con i missili.
Gli resta fedele sempre, ogni volta che gli impressionabili indiani cambieano bandiera, o solo perché sono animati da risentimento e ribellione verso i "bianchi", Tonka gli resta sempre al fianco, pronto ad accorrere in suo aiuto, da vero "fratello rosso".
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Sbaglio o, nel mondo "Bianco" Tonka fa l'avvocato?
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