In caso di errore durante il login ("Il form inviato non è valido"), dovete cancellare tutti i dati del forum dalle impostazioni del vostro browser (cookies, dati, cache). Provate anche prima il "cancella cookie" che trovate in basso in tutte le pagine del forum (icona cestino se siete in visualizzazione mobile) e poi a cancellare dalle opzioni del browser. Chiudete le schede e riavviate. Se ancora non riuscite, non avete cancellato tutto (fate una prova da altro browser o dispositivo, vedrete che funziona).
Whiteshark ha scritto:La cosiddetta "musica di gran classe".
ecco, appunto.
La differenza tra Papetti e Schlaks sta nel fatto che del primo si compravano le sue raccolte sostanzialmente perché faceva tendenza, consuetudine, idea regalo (...nonché per le donnine nude in copertina), mentre per il secondo ci si recava al negozio ad acquistare i suoi LP perché piaceva (e piace) sul serio.
Sensitive and delicate!
Al di là di questo, una colonna del vecchio forum, che ha fatto anche una breve "residenza" agli inizi di A70, ne avrebbe avuto da scrivere, con una certa ironia che forse non è estranea alla definizione di White, a proposito di Schlaks.
Sul piano strettamente tecnico ha ragione Milord nel rigettare il paragone con Papetti, essendo il pianista un onesto compositore e arrangiatore che ha fatto perno soprattutto sulle sue abilità e non sull'esecuzione di brani già noti e facili strategie di marketing (con tutta la simpatia per il sassofonista); tuttavia non si può negare, nonostante una vaghissima ispirazione classica nelle composizioni dell'americano, una quasi omogeneità del pubblico di destinazione dei loro dischi, con la probabile o almeno possibile differenza che Stephen Schlaks, pur raggiungendo una vasta platea, godeva maggiormente le simpatie di ascoltatori relativamente più giovani e "fighetti", visto in particolare il flirt con la disco-music e dintorni in alcuni brani e, soprattutto, nella citata Fantasy Girl che, a proposito di quanto ha scritto in generale Milord, fu anche sigla dei collegamenti RAI al Giro d'Italia in una delle prime edizioni, se non addirittura la prima, trasmesse a colori (sigla, se non sbaglio, utilizzata per diversi anni).
Al riguardo, devo ringraziare lo stesso Milord per avermi fatto ricordare un pezzo niente male che avevo rimosso come Mooncake La La dal successo del '79 Sensitive and Delicate: come il brano più apertamente "disco" prima citato, se la gioca su un ritmo pop sostenuto e un "ostinato" che ti entra immancabilmente in testa e non incentrato sul piano, ma sugli archi e una melodia cantata.
Milord ha scritto:a volte erroneamente nomato Steven
In effetti, prima dell'LP del '79, i suoi dischi furono pubblicati a nome "Steven Schlaks" ed era così che lo ricordavo io stesso. A dimostrare fra l'altro la "italianità" della "trovata" Schlaks, l'esordio del '75 contenente la celebre Blue Dolphin si intitolava, almeno nella nostra prima stampa, ... sì ci sono anch'io.
Milord ha scritto:
Le sue musiche sono talmente orecchiabili da essere utilizzate per magic moments, sigle tv, spot pubblicitari, lettura oroscopi, sottofondo in sala d'attesa dal dentista, accompagnamento per numeri di spogliarello ....
Ad esempio, Cascades, altro brano annoverabile nel suo filone più vagamente "disco", fu tra le prime sigle di Speciale Tg1, e per quanto riguarda le "letture" suppongo ti riferisca a un appuntamento tipico del periodo: l'oroscopo di Telemontecarlo
Milord ha scritto:"un Papetti del piano"?
beh, al di là del fatto che il Papetti usasse il sax al posto del piano, anche in questo caso abbiamo a che fare con un arrangiatore. E comunque, Schlacks per vendere i suoi album non è ricorso a espedienti tipo "donnine nude in copertina"
Caro Milord, perdonami. La mia voleva soltanto essere una battuta, sorry.
Milord ha scritto:"un Papetti del piano"?
beh, al di là del fatto che il Papetti usasse il sax al posto del piano, anche in questo caso abbiamo a che fare con un arrangiatore. E comunque, Schlacks per vendere i suoi album non è ricorso a espedienti tipo "donnine nude in copertina"
Caro Milord, perdonami. La mia voleva soltanto essere una battuta, sorry.
no problem Lespaul, la tua battutina è servita per ampliare il tema.
Caro Barbatrucco, mi riservavo di citare più avanti il brano "Cascades", ma mi hai battuto sul tempo, bravo!
Fu davvero azzeccata la scelta (relativamente alla sigla di coda della trasmissione SpecialeTG) di abbinare questa musica alle inquadrature di un globo di cristallo.
Anzi, aggiungo il link, così tutti possono bearsi di questo pezzo davvero intrigante:
Cascades era anche sigla di testa, sempre con quell'immagine, della rubrica del Tg1 periodo 1979-80, credo (in effetti, nei suoi vari periodi, lo "Speciale" ha sempre avuto una sigla unica di apertura e chiusura stabilizzandosi poi, a partire più o meno dal 1983-84, su Sinfonia per un addio del Rondò Veneziano - sigla video con macchina da scrivere - e cover successive con nuove grafiche).
La battuta di Les era azzeccata e, come ho scritto nel mio post, non era del tutto campata in aria
Ultima modifica di barbatrucco il sab 1 set 2018, 19:13, modificato 2 volte in totale.
Devo avere da qualche parte una copia di "Dream with…", l'album che contiene anche Fantasy Girl.
L'avevo regalato a una mia zia; volevo prenderle "Sensitive and delicate" ma la commessa mi ha convinto per il primo.
Io sono venuto in possesso del disco quando la zia è morta. Deve averlo ascoltato poche volte, era quasi nuovo. Le piaceva di più James Last, di quello mi ha lasciato una mega-collezione.
"Oggi studieremo il pentagono!" "E domani il Cremlino! Così… per equilibrare" - Mafalda
Per dirla nel gergo della capitale (o almeno per usare un'espressione che ho sempre sentito usare lì o da persone del luogo, mai altrove) il tuo post sembra "venire al discorso mio"
James Last, piacevolissimo, aveva probabilmente tutte le caratteristiche per incontrare i gusti di un pubblico relativamente maturo, pur essendo apprezzabile da giovani di gusti più "medi" o al contrario eclettici (e infatti vendeva) mentre Schlaks e il suo staffebbero altrettanto successo nel realizzare una produzione a metà strada tra il night club e la discoteca altolocata frequentati, in entrambi i casi, da giovani rampolli (e "suggestionando" chi avrebbe voluto sentirsi tale).
Il citato Papetti, in confronto, era più un anello di collegamento tra il tabarin con annesso boudoir e la cabina dello Scania...
Questo, intendiamoci, per semplificare o "caratterizzare" meglio le tendenze di un'epoca, non sono categorie incise nell'alabastro né comportano un giudizio assoluto su questi esponenti dell'easy leasing o come si chiama
Ultima modifica di barbatrucco il ven 21 set 2018, 16:13, modificato 1 volta in totale.
Il contesto Schlaks è ancora utile, come provano alcuni interventi, per sviscerare altri esponenti Settantiani del genere easy listening. In questo senso giova citare la meteora Jean Pierre Posit.
Un francesino, direte voi. Neanche per sogno! Trattasi del nome d'arte dell'italianissimo musicista Claudio Gizzi. Sul finire degli anni '70 spopola con il romantico singolo evergreen «Le vent de l'amour»
(aaah, l'amour l'amour ).
In precedenza aveva composto «J'aime», che i Settantiani doc ricorderanno come sottofondo per lo spot di un tonno in scatola.
Poco dopo "Le vent de l'amour", eccolo riapparire, stavolta con un altro pseudonimo (Omni) a firmare il tema di coda di «Linea Verde», programma RAI dedicato all'agricoltura. Si tratta di «Green Line», un coinvolgente brano elettronico dal vago sapore spaziale.
Visto che avete nominato anche Richard Claydermann, che era quello sempre tutto vestito di bianco, ricordo che una mia compagna di classe dei primi anni del liceo, quando faceva "lippe" (da noi si dice così marinare la scuola), andava sempre in un giardino pubblico e passava la mattinata ad ascoltare col walkman una cassetta, appunto, di Claydermann Anni '85-'86...
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)