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[anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

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Le dittature non durano a lungo perche' dispongono di ministri intelligenti, colti e capaci, ma piuttosto perche' spazzano via le opposizioni, sopprimono la liberta' d'opinione e di espressione, reprimono o isolano ogni voce di dissenso e creano consenso con la propaganda. Per questo Mussolini e' durato vent'anni e non perche' aveva i ministri bravi.
E' sconcertante che si debbano ancora spiegare queste cose.

Quanto alla "grande cultura fascista", se e' vero che molti intellettuali specialmente all'inizio si allinearono col regime, non bisogna dimenticare la "controcultura" o "sottocultura" antifascista che si sviluppo' fin dagli anni Venti, che aveva i suoi centri soprattutto a Torino, a Milano, a Firenze e a Parigi ( con i tanti antifascisti fuoriusciti).

E se la cultura fascista non ha fatto di meglio che creare l'enciclopedia Treccani, la "controcultura" antifascista, se permetti, ha fatto molto di piu' nonostante le persecuzioni: ha superato il fascismo e gettato le basi per l'Italia democratica, che, pur con i suoi alti e bassi, sta durando non da venti, ma da settantacinque anni.
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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

Messaggio da Whiteshark »

Nel caso della dittatura mussoliniana, e con questo chiudo l'argomento, qualcuno ha dimenticato un piccolo particolare sui motivi della durata ventennale: oltre a "spazzare via le opposizioni, sopprimere le liberta' d'opinione e di espressione, reprimere o isolare ogni voce di dissenso e creare consenso con la propaganda", ce ne era anche un altro di modesta importanza: e cioè che fino al 9 maggio 1940 in Italia erano fascisti tutti o quasi. Purtroppo questo paese, a differenza per esempio dei tedeschi che non si vergognano a dire che nel 1939 erano tutti nazionalsocialisti o quasi, non è ancora capace di ammettere una realtà storica elementare e di fare "serenamente" i conti col proprio passato.
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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

Messaggio da Insight »

Ma io non nego questo e credo che chiunque sia dotato di un briciolo d'intelligenza non lo faccia. La grande maggioranza degli italiani, per non dire la quasi totalita', negli anni Venti e Trenta era fascista, e gli antifascisti erano sparuti gruppi e dispersi.

Ma attenzione: questo e' accaduto non perche' tutti avessero liberamente e consapevolmente scelto di essere fascisti, ma piuttosto e semplicemente perche' il fascismo era la normalita'. Gli italiani erano tutti, o quasi tutti, fascisti per accettazione, per conformismo, per "osmosi", senza neanche rendersene conto, cosi' come i pesci non si accorgono del mare in cui nuotano, per dirla con Pasolini.

Perche' appunto le dittature, con i loro mezzi di oppressione e propaganda, creano il mare in cui nuotano i pesci.
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Gimli Il Nano
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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

Messaggio da Gimli Il Nano »

galerius ha scritto:Per combinazione, sulla scorsa Settimana Enigmistica…
Immagine
Come al solito, la c.d. "Realtà", si è fatta l'ennesimo baffo alla faccia della c.d. "Fantasia" :

https://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=37661
G.K. Chesterton : "Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate".
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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

Messaggio da Gimli Il Nano »

Gimli Il Nano ha scritto:LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.
“Lei è rimasto all’altro secolo, reverendo. Oggi la Chiesa si adegua ai tempi, si meccanizza. E, a Ferrara, nella Chiesa di S. Carlo, sulla « Tavola calda » è in funzione la macchinetta distributrice di Ostie. All’Offertorio, il fedele che intende comunicarsi, depone la sua offerta in un piatto vicino alla macchinetta, preme un pulsante e, annunciata da un festoso trillo di campanello, un’Ostia cade nel Calice.
E, creda, non è improbabile che, nei Laboratori sperimentali Vaticani, si stiano studiando macchinette più complete, le quali, introdotta una moneta e schiacciato un pulsante da parte del comunicando, caccino fuori una piccola pinza che porge l’Ostia consacrata elettronicamente, alle labbra del fedele.”

(“Il Borghese” del 19 maggio 1966. – Lettera di Giovannino Guareschi
a Don Camillo)
VERSIONE INTEGRALE Del testo del 19 maggio 1966.
Caro Don Camillo,
so che Lei è nei guai col Suo nuovo Vescovo. Ero a conoscenza che Lei aveva dovuto distruggere l’altare della chiesa parrocchiale e sostituirlo con la famosa «Tavola calda» modello Lercaro, relegando il Suo amato Cristo crocifisso in un angolo, vicino alla porta, in modo che l’Assemblea gli voltasse le spalle.
Ed ero pure a conoscenza che Lei, la domenica, celebrata la «Messa del Popolo», andava a celebrarne una clandestina, in latino, per i cattolici nella vecchia intatta cappella privata del Suo amico Perletti.
Ora, i capoccia della DC Le hanno fatto la spia e Lei è stato schedato in Curia tra i preti «sovversivi» dopo aver ricevuto dal Vescovo una dura ammonizione.
Reverendo, questo significa non aver capito niente. È giusto, infatti, che Cristo non sia più sull’altare. Il Cristo Crocifisso è l’immagine dell’estremismo. Cristo era un fazioso, un fascista e il suo «O con Dio o contro di Dio» non è che una scopiazzatura del famigerato «O con noi o contro di noi» di mussoliniana memoria.
E non si comportava da fascista quando cacciava a manganellate i mercanti dal tempio?
Faziosità, intransigenza, estremismo che l’hanno portato sulla croce, mentre Cristo, se avesse scelto la democratica via del compromesso, avrebbe potuto benissimo mettersi d’accordo coi suoi avversari.
Don Camillo: Lei non si rende conto che siamo nel 1966. Le astronavi scorrazzano nel cosmo alla scoperta dell’Universo e la religione cristiana non è più adeguata alla situazione. Cristo ha voluto nascere in Terra e se, quando l’ignoranza e la superstizione facevano della Terra il centro o, addirittura, l’essenza dell’universo, la tradizionale funzione di Cristo poteva andare, oggi con le esplorazioni spaziali e la scoperta di nuovi mondi, Cristo è diventato un fenomeno provinciale. Un fenomeno che, come ha stabilito solennemente il Concilio, va ridimensionato.
Per Lei i beatnik, i «capelloni», sono dei pidocchiosi da spedire dal tosacani, e le loro partner con le sottane corte coprenti, a malapena, l’inguine, sono per Lei delle sgualdrinelle da sottoporre d’urgenza alla Wasserman. Invece a Roma, per questi pidocchiosi e queste sgualdrinelle, la Superiore Autorità Ecclesiastica ha organizzato una Messa speciale, una Messa beat suonata e urlata da tre complessi di pidocchiosi.
Lei è rimasto all’altro secolo, reverendo. Oggi la Chiesa si adegua ai tempi, si meccanizza. E, a Ferrara, nella Chiesa di S. Carlo, sulla «Tavola calda» è in funzione la macchinetta distributrice di Ostie. All’Offertorio, il fedele che intende comunicarsi, depone la sua offerta in un piatto vicino alla macchinetta, preme un pulsante e, annunciata da un festoso trillo di campanello, un’Ostia cade nel Calice.
E, creda, non è improbabile che, nei Laboratori sperimentali Vaticani, si stiano studiando macchinette più complete, le quali, introdotta una moneta e schiacciato un pulsante da parte del comunicando, caccino fuori una piccola pinza che porge l’Ostia consacrata elettronicamente, alle labbra del fedele.
Don Camillo: Lei, lo scorso anno, mi ha rimproverato perché in una delle scenette di casa Bianchi, ho raccontato che il giovane prete d’assalto don Giacomo confessava per telefono i fedeli, e, invece di andare a benedire le case, inviava alle famiglie boccettine di «Acqua Santa spray». Lei mi ha detto che, su queste cose, non si scherza!
Ebbene, ci stiamo arrivando per iniziativa della Superiore Autorità Ecclesiastica. E non è lontano il tempo in cui, dopo la confessione per telefono, il comunicando riceverà in busta raccomandata l’Ostia Consacrata che egli potrà consumare comodamente a casa servendosi, per non toccarla con le dita impure, di una apposita pinza consacrata fornita dal «reparto meccanizzazione» della Parrocchia. Non escludo che, per arrotondare le magre entrate della parrocchia, il parroco possa far stampare sulla Particola qualche vignetta pubblicitaria.
Don Camillo: io lo so che, adesso, Peppone La sta sfottendo tremendamente. Però ha ragione lui.
Certo che, ora, Peppone La sfotte!
So che Le ha ordinato di togliere dalla canonica il provocatorio ritratto di Pio XII «Papa fascista e nemico del popolo», minacciando di denunciarLa al Vescovo. Peppone ha ragione: le posizioni si sono invertite e non è lontano il giorno in cui la Sezione Comunista Le ordinerà di spostare l’orario delle Funzioni sacre per non disturbare la «Festa dell’Unità» che si svolge nel sagrato.
Don Camillo: se Lei non si aggiorna e non la pianta di chiamare «senza Dio» i comunisti e di descriverli come nemici della Religione e della libertà, la Federazione Comunista Provinciale La sospenderà a divinis.
Io che La seguo attentamente da venti anni e Le sono affezionato, non vorrei vederLa finire in modo così triste.
So benissimo che molti suoi parrocchiani, e non solo i vecchi, sono con Lei, ma so pure che Lei se ne andrebbe in silenzio, nascostamente, per evitare ogni incidente o discussione che potessero portare tormento al Suo gregge.
Lei, infatti, ha il sacro terrore d’una divisione fra i cattolici.
Ma, purtroppo, questa divisione esiste già.
Il card. Jozsef Mindszenty.
So che Lei inorridirà, ma lo dico ugualmente.
Pensi, reverendo, quale cosa meravigliosa sarebbe stata e quale nuova forza ne avrebbe ritratto la Chiesa se, alla morte del ” Parroco del Mondo ” [Giovanni XIII. N. d. R.] (che per la sua bontà e ingenuità tanti vantaggi ha dato ai senza Dio) il Conclave avesse avuto il coraggio di eleggere, come nuovo Papa il Cardinale Mindszenty!
Oltre al resto, questo sarebbe stato l’unico modo giusto, coraggioso e virile per liberarlo dalla sua prigionia: infatti, diventato Mindszenty Capo dello Stato indipendente del Vaticano, i comunisti ungheresi avrebbero dovuto lasciargli la possibilità di raggiungere la sua Sede.
Con Mindszenty Papa, il Concilio avrebbe funzionato ben diversamente, la Chiesa del Silenzio avrebbe acquistato una voce tonante. E Gromyko non sarebbe stato ricevuto in Vaticano e non avrebbe potuto alimentare e consolidare l’equivoco che, creato ingenuamente, a confusione delle già confuse menti dei cattolici da Papa Giovanni, fruttò il guadagno di un milione e duecentomila voti ai comunisti .
Quando i parroci potranno spiegare alle rimbambite femmine cattoliche che è peccato mortale solo se si vota per i missini, sarà una festa per i comunisti!
Don Camillo, non m’importa se Lei urlerà inorridito, ma io debbo dirLe che, non solo per me, ma per molti altri cattolici « sovversivi », il Papa al quale guardiamo come al luminoso faro della Cristianità non si chiama Paolo ma Giuseppe.
Josef Mindszenty, il Papa dei cattolici che provano disgusto davanti alle macchinette distributrici di Ostie, alla « Tavola calda » che ha distrutto gli altari e cacciato via il Cristo, alle «Messe yé-yé» e ai patteggiamenti con gli scomunicati senza-Dio.
Un’altra delle profezie di Nostradamus si è avverata. I cavalli cosacchi si sono abbeverati alle acquasantiere di S. Pietro. Anche se si trattava dei Cavalli-vapore (HP) della limousine di Gromyko. E senza escludere che mons. Loris Capovilla, per rendere omaggio al Gradito Ospite, abbia fatto il pieno al radiatore della macchina di Gromyko con Acqua Santa.
Don Camillo, se ho bestemmiato, me ne pento. Per penitenza ascolterò sei volte il Pater Noster cantato da Claudio Villa.
Ma non si preoccupi: la diplomazia vaticana lavora e, minacciando di sospenderlo a divinis, riuscirà a spegnere l’ultima fulgente fiamma di cristianità, costringendo Mindszenty a venire a fare il bibliotecario a Roma.
O, magari, no. Se Dio ci assiste!
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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

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Ah, povero Forum :roll:
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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

Messaggio da Whiteshark »

Certo che le idee di Guareschi sulla Ostpolitik di Paolo Vi non lasciavano spazio all'immaginazione :lol: . In effetti nel 1966 era stato soppresso l'Indice dei libri proibiti (però ancora oggi moralmente vincolante per i cattolici), dando il via libera all'accesso alle opere di Marx ed Engels. Sono passati oltre cinquant'anni, ma certo è incredibile pensare che l'ex URSS si appresti a varare una riforma costituzionale comprendente l’affermazione della Fede in Dio dei russi.
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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

Messaggio da Gimli Il Nano »

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Re: [anno 1966] LA"PROFEZIA" DI Giovannino GUARESCHI.

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Nella sezione dedicata alla Cronaca degli anni Settanta, centomila articoli su Guareschi, che gli anni Settanta non li ha neanche visti... Veramente non se ne può più, ma apriti un blog personale, te l'ho già detto!
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Don Camillo ed i fatti ungheresi.

Messaggio da Gimli Il Nano »

Don Camillo ed i fatti ungheresi.
Uno dei racconti presenti nel libro "Don Camillo e don Chicchì " (conosciuto anche come "Don Camillo e i giovani di oggi"), narra le vicende cui va incontro Don Camillo quando vuole ricordare i fatti ungheresi. E' un (amaro) spasso.
In occasione del decennale, don Camillo fa sapere che intende celebrare una Messa da requiem in suffragio dei morti di allora. Il vescovo ed i maggiorenti DC lo invitano a ripensarci . Lui la celebra. Gli anticomunisti del paese non ci vanno. Ci vanno i socialisti, per affermare che hanno rotto con i comunisti (siamo in pieno centro-sinistra ) e ci vanno i comunisti con Peppone in prima fila, perchè così vogliono sottolineare che sono diventati tutti sinceri democratici.
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