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Rischiatutto, il libro

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Rischiatutto, il libro

Messaggio da Insight »

Il 5 febbraio 1970 andò in onda la prima puntata del famoso quiz televisivo Rischiatutto, una delle trasmissioni che maggiormente hanno caratterizzato il nostro decennio. Da quella data e per quattro anni, fino al 25 maggio 1974 (giorno dell’ultima programmazione), per un totale di centocinquantasei puntate ripartite in cinque stagioni, il quiz condotto da Mike Bongiorno ha sbaragliato ogni record di gradimento, coinvolgendo ben trenta milioni di telespettatori.

Nel 2016, Eddy Anselmi e Pino Frisoli, due giornalisti e storici del costume, dello sport, della musica leggera e della televisione, hanno pubblicato un libro per le edizioni Rai Eri che ripercorre la storia di questo popolare e ormai leggendario programma, analizzando anche i motivi del suo enorme successo:

Rischiatutto”. Sottotitolo: “Storia, leggende e protagonisti del programma che ha cambiato la televisione”.

Ecco, al solito in maniera molto sintetica da parte mia, i principali contenuti del libro.


Come nacque Rischiatutto

Il celebre quiz prese vita da un’idea dello stesso, già famosissimo, presentatore Mike Bongiorno, che nel 1969, dal rientro da un viaggio negli Stati Uniti, pensò di introdurre nel nostro Paese un nuovo tipo di quiz televisivo, simile a quello che spopolava allora Oltreoceano, che si intitolava “Jeopardy”. Superato lo scetticismo iniziale di alcuni dirigenti della Rai, dopo mesi e mesi di preparazione, avvalendosi di una squadra di collaboratori tecnici e artistici, tra i quali Paolo Limiti, lo scenografo Tullio Zitkowski, l’ingegnere elettronico Giorgio Schinigoi (che ideò il famoso “tabellone”) e il regista Piero Turchetti, si arrivò infine alla prima programmazione, che andò in onda dal Teatro delle Vittorie di Roma, dove venivano registrate di volta in volta le puntate, a partire dal 5 febbraio 1970.


Le ragioni del successo

I motivi per i quali la trasmissione ebbe fin da subito molto successo e superò di gran lunga persino le aspettative degli autori, sono da rinvenirsi nella sua forte portata innovativa rispetto ai precedenti quiz televisivi. L’impiego della tecnologia, il regolamento più movimentato e appassionante, la “valletta” che non si limita a fare “la bella statuina” ma parla e interagisce col presentatore e diventa anch’essa una protagonista; ma soprattutto i concorrenti, accuratamente scelti e selezionati in tutta Italia e della più varia estrazione sociale, ai quali viene dato ampio spazio, al punto che alcuni di essi diventano, in virtù delle loro peculiari caratteristiche, dei veri e propri “personaggi” che conquistano le simpatie dei telespettatori e scatenano il tifo da casa.


I protagonisti

Oltra al già molto amato Mike Bongiorno, che negli anni Cinquanta, agli albori della programmazione televisiva, aveva già appassionato l’intero Paese con il famoso quiz “Lascia…o raddoppia?”, non si può non ricordare la “valletta” Sabina Ciuffini e il “notaio” Ludovico Peregrini, il celebre “signor No”, che aveva il compito di intervenire per sciogliere i dubbi in ordine alle risposte fornite dai concorrenti, il quale, però, entrò nello staff a partire dalla seconda stagione.

Come già detto, tuttavia, la vera e propria anima della trasmissione fu costituita dai concorrenti, alcuni dei quali, divenuti “campioni” in tante puntate, sono ancora oggi ricordati: Giuliana Longari (“la signora Longari”), Giancarlo Rolfi (“il sacrestano”), Ernesto Marcello Latini (“il tabaccaio di Monte Porzio Catone”), Andrea Fabbricatore (“il farmacista di Firenze”), Massimo Inardi (“il mago”), Marilena Buttafarro (“la fatina”), Paolo Paolini (“il gringo della Versilia”), Angelo Cillo (“lo scacchista”), Maria Luisa Migliari (“la cuoca di Calice Ligure”) e molti altri.


Il regolamento

Ad ogni puntata partecipavano tre concorrenti, ognuno dei quali si presentava su una data materia sulla quale si era preparato. Il quiz era diviso in tre fasi: nella prima fase ognuno dei concorrenti, singolarmente, in piedi davanti al presentatore, doveva rispondere a dieci domande sulla propria materia. Ogni risposta esatta valeva 25.000 lire. Nella seconda fase, invece, i concorrenti entravano nella famosa “cabina”, ognuno col montepremi conquistato nella prima fase, e dovevano rispondere alle domande del “tabellone”.

Il tabellone elettronico era composto da 36 caselle divise in 6 colonne. Ogni colonna era dedicata a un argomento e gli argomenti cambiavano ad ogni puntata. Ciascuna delle caselle nascondeva una domanda sull’argomento della propria colonna e ad essa, inoltre, era associato un numero, che poteva variare da 10 a 60 e che esprimeva la somma, in migliaia di lire, che si vinceva rispondendo correttamente alla domanda. La casella, però, poteva contenere anche un “Jolly” oppure un “Rischio”. Se il concorrente trovava il “Jolly”, si aggiudicava la somma messa in gioco senza rispondere alla domanda. Se invece trovava il “Rischio”, poteva fissare lui il valore della domanda, da un minimo di 100.000 lire a un massimo di 1.000.000.

Alle domande del tabellone, i concorrenti rispondevano prenotandosi mediante lo schiacciamento del pulsante. Il concorrente che aveva schiacciato per primo aveva il diritto di rispondere. Se rispondeva correttamente, aveva il diritto di scegliere la prossima casella. In caso di errore, invece, rispondevano gli altri concorrenti in base all’ordine di prenotazione. E così via, fino all’esaurimento delle domande del tabellone. I concorrenti che non rispondevano correttamente alle domande si vedevano di volta in volta decurtare dal montepremi la somma messa in gioco nella domanda, cosicché poteva accadere che alla fine del gioco del tabellone essi si ritrovassero con un montepremi negativo e quindi venivano eliminati.

C’era infine la terza fase, in cui i concorrenti rimasti in gara, chiusi in cabina con la cuffia, dovevano rispondere ad una sequenza di domande sulla materia nella quale erano preparati, entro il tempo cronometrato di un minuto. Se rispondevano correttamente a tutte le domande, raddoppiavano il montepremi che avevano già raggiunto. Se sbagliavano, prendevano un gettone di consolazione di 100.000 lire. Era questa la fase più emozionante del quiz, che Mike annunciava con la famosa frase: “Fiato alle trombe, Turchetti!”, in pratica invitando il regista a mandare in onda un breve stacco musicale prima del gioco. Al termine di quest’ultima fase, veniva proclamato il vincitore della puntata, che era il concorrente che aveva ottenuto la “maggiore somma raddoppiata”. Il campione ritornava nella puntata successiva, sfidato da altri due nuovi concorrenti.


La prima stagione: dal 5 febbraio al 30 luglio 1970

Fu l’unica trasmessa dal Teatro delle Vittorie di Roma. Le puntate venivano registrate due giorni prima e trasmesse in prima serata al giovedi' sul Secondo canale.

La stagione è caratterizzata soprattutto dal primo “personaggio” nato a Rischiatutto e destinato a rimanere nella Storia della televisione: “la signora Longari”, ossia Maria Giuliana Toro, che tuttavia si presenta come “Giuliana Longari”, usando il cognome del marito. Elegante, di bella presenza, originaria del pescarese ma romana d’adozione, fa il curioso mestiere di “trovarobe” nelle sale dei cinema ed è sposata con un giocatore di rugby. Si presenta sulla Storia romana e sa davvero tutto, sembra imbattibile, la stampa la paragona al ciclista Eddy Merckx, che per la sua fame di vittorie è soprannominato “il cannibale”. La Longari diventa campionessa la prima volta nella puntata del 7 maggio e si conferma tale per altre nove puntate consecutive, venendo battuta soltanto il 16 luglio da un’altra donna, la comasca di origini livornesi Giuliana Boirivant, che si presenta sulla Letteratura greca.

A tradire la signora Longari dopo dieci puntate non fu, come molti pensano, una domanda sull’ornitologia, bensì un quesito multiplo sullo sport e in particolare sulla boxe: bisognava infatti dire chi erano i campioni in carica delle rispettive categorie dei pesi “gallo”, “leggeri” e “welter”. La concorrente non rispose e Mike si limitò a dire: “Ahiahiahiahi!, mi scusi se lo dico”. La famosa “battuta dell’uccello” in realtà non venne mai pronunciata; qualcuno, non si sa esattamente chi, l’aveva ideata dietro le quinte della trasmissione e da lì, poi, essa iniziò a circolare come una barzelletta e molti finirono per ritenerla vera.


La seconda stagione: dal 1 ottobre 1970 al 3 giugno 1971

La seconda stagione riprese dopo soltanto due mesi di pausa. Le puntate d’ora in avanti vennero registrate agli Studi Fiera di Milano. Si aggiunse inoltre il “notaio” Ludovico Peregrini, che divenne presto famoso come “il signor No”.

Il primo “personaggio” che in questa nuova stagione conquista la simpatia del pubblico è Giancarlo Rolfi, un giovane sacrestano della parrocchia di Roncadelle, nel bresciano. Si presenta sulla Storia della Chiesa. Diventa campione l’8 ottobre e si conferma per altre sei puntate, arrendendosi il 26 novembre.
E’ poi la volta del “tabaccaio di Monte Porzio Catone” Ernesto Marcello Latini, che si presenta su Alessandro Dumas padre. E’ campione per sei puntate, dal 26 gennaio al 4 marzo del 1971. Viene battuto nella puntata dell’11 marzo dalla casalinga torinese Anna Mayde Casalvolone, che si presenta sulla “Vecchia Torino”. “Il tabaccaio” si congeda dalla trasmissione con un “Se vi ho annoiato, vogliate scusarmi” e si porta a casa un montepremi totale di 25.720.000 lire, nuovo record della trasmissione, dopo aver stabilito anche il record di vincita in una sola puntata: 6.620.000 lire.

Nella puntata del 22 aprile, Rischiatutto conosce un nuovo campione destinato a passare alla storia: “il farmacista di Firenze” Andrea Fabbricatore, che si presenta in Geografia e rimane campione in carica fino alla fine della stagione, per otto volte complessive, venendo battuto soltanto nella seconda puntata della stagione successiva.

Il “farmacista” impressionò il pubblico oltre che per la sua bravura, anche perché si presentò a una puntata col braccio ingessato, essendoselo fratturato pochi giorni prima in un incidente. Continuò a venire col gesso al braccio per altre quattro puntate e vinse sempre, al punto che uno dei concorrenti avversari insinuò che egli aveva una ricetrasmittente nascosta nell’ingessatura. Mike, allora, per togliere ogni dubbio, fece certificare dal medico degli Studi Fiera di Milano che si trattava di una normale medicazione.


La terza stagione: dal 7 ottobre 1971 al 10 giugno 1972

La terza stagione è quella dominata dal “mago” Massimo Inardi, medico romano residente a Bologna, in servizio presso le Ferrovie di Stato. Quarantaquattrenne dalla vastissima erudizione e presidente del Centro di Parapsicologia di Bologna, si presenta sulla “Musica sinfonico-orchestrale”.

Inardi stabilì il nuovo record di vincita in una sola puntata: 8.700.000 lire. Fu campione dal 2 dicembre 1971 al 20 gennaio 1972. Alla puntata del 27 gennaio, lo tradì una domanda sul numero d’ordine del Requiem di Mozart: “il mago” rispose “K 636”, mentre la risposta esatta è “K 626”. Inardi si corresse subito da solo, ma “il signor No” fu impeccabile nel non tener conto della correzione, essendo la prima risposta quella che conta.

Data la sua incredibile bravura e la fredda precisione con la quale rispondeva alle domande, Inardi fu sospettato di usare “poteri telepatici” (considerato il suo interesse per la parapsicologia) e di leggere le risposte nella mente del presentatore. Per mettere a tacere i maldicenti, la puntata del 13 gennaio venne fatta in modo che Mike Bongiorno conoscesse soltanto le domande e non le risposte, le quali, invece, erano note esclusivamente agli esperti e alla “valletta” Sabina Ciuffini, che erano sottratti al campo visivo di Inardi quando gli veniva formulata la domanda.
Proprio in questa puntata vi fu il controverso caso della domanda su chi sia il costruttore del Pantheon: “Il mago” rispose “Menenio Agrippa”, mentre si tratta in realtà di “Marco Agrippa”. Mike convalidò la risposta dal momento che sul foglio ufficiale delle risposte c’era scritto soltanto “M. Agrippa”; Inardi, così, si aggiudicò la puntata. Gli altri due concorrenti, tuttavia, presentarono ricorso e la puntata venne annullata. Nella puntata successiva, con gli stessi concorrenti riammessi in gara, “il mago” si confermò campione per l’ultima volta.

Un altro importante personaggio della terza stagione fu Marilena Buttafarro, casalinga torinese di appena ventisette anni, che si presentava sulle fiabe di Andersen, Perrault e i fratelli Grimm e che per questo venne soprannominata “la fatina”. Fu campionessa per cinque puntate, dal 2 al 30 marzo. A una puntata si presentò con una "bacchetta magica" per scaramanzia, conquistando le simpatie del pubblico…

La terza stagione si concluse con le “finali” alle quali parteciparono anche i campioni delle stagioni precedenti.
Si sfidarono così, in tre puntate consecutive, Giuliana Longari, Ernesto Marcello Latini, Massimo Inardi, Andrea Fabbricatore, Marilena Buttafarro, Anna Mayde Casalvolone, Poalo Paolini, Umberto Ruzzier e Gian Paolo Lusetti. “Il sagrestano” Giancarlo Rolfi, pur convocato, si rifiutò di partecipare.

La “finalissima” si svolse il 10 giugno, con Inardi, la Buttafarro e Fabbricatore (“il mago”, “la fatina” e “il farmacista”). Vinse “il mago” Massimo Inardi, che divenne così il primo “supercampione di Rischiatutto”.


La quarta stagione: dal 26 ottobre 1972 al 31 maggio 1973

Personaggi principali della quarta stagione furono “lo scacchista” Angelo Cillo, che stabilì il nuovo record di vincita in una puntata (10 milioni) strappandolo al “mago” Inardi; Domenico Giacomino Piovano, impiegato torinese che conosceva dieci lingue; “il sub” Enzo Bottesini, che più tardi passò alle cronache per il suo famoso “scontro” con il campione di immersioni in apnea Enzo Maiorca; la giovanissima Cinzia Salvatori, che durante la trasmissione si stava preparando per gli esami di maturità; Antonio D’Urso, un maestro elementare preparato sulla Storia della Repubblica Italiana; e Maria Luisa Migliari, “la cuoca” che si presentava sull’enologia e sulle ricette di cucina.


La quinta stagione: dal 1 novembre 1973 al 25 maggio 1974

La quinta e ultima stagione vide come protagonisti più rilevanti Gabriella Mondello, che si presentava su Giovanni Verga, e Claudio Volontieri, un puntiglioso e polemico professore di Matematica delle scuole Medie che si presentava sull’Arte italiana del Seicento e del Settecento.

Anche l’ultima stagione si concluse con le finali, alle quali parteciparono anche i campioni della stagione precedente. La finalissima, che si svolse il 25 maggio 1974 - ultima puntata in assoluto di Rischiatutto - fu vinta dalla “cuoca di Calice Ligure” Maria Luisa Migliari, che superò in un’appassionante sfida Antonio D’Urso e Gabriella Mondello, diventando così la seconda (e ultima) “supercampionessa” del quiz.
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Tante altre notizie, aneddoti e curiosità sono contenuti in questo libro, che può essere definito “la bibbia” di Rischiatutto. Corredato da fotografie, esso contiene tra l’altro la sintesi di ognuna delle centocinquantasei puntate del quiz, nonché tutte le cifre e i record, e dei capitoli introduttivi a ciascuna delle cinque stagioni, che inquadrano il periodo storico che si stava vivendo in Italia e nel mondo.
Assolutamente imperdibile per tutti gli appassionati e i nostalgici ;)
"Lo stolto continua a parlare mentre gli strumenti dicono molto più di questo, stai tranquillo e ascolta quello che non puoi esprimere" (andromeda57)
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Anni 80? No, grazie
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