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Ritratto di provincia in rosso

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Gius
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Ritratto di provincia in rosso

Messaggio da Gius »

(Rizzoli, 1975)

L’esordio come romanziere di Paolo Levi ci porta in una ricca e innominata cittadina ad ottanta chilometri da Roma e, soprattutto, ci presenta Mario Aldara, un investigatore davvero anticonvenzionale.

Sono gli anni in cui l’onda del Boom sta passando, ma ha lasciato il nostro Paese molto ricco, soprattutto quella parte della provincia italiana che fino a qualche anno prima viveva miseramente solo di agricoltura. E, insieme ai soldi, sono arrivati vizi e cattiverie.

Il riservato e introverso Aldara lavora in un anonimo ufficio del Ministero degli Interni. Viste le sue origini che lo hanno fatto nascere in quella cittadina, e il suo ruolo del tutto estraneo alle indagini sul campo, viene inviato ufficiosamente dal suo capo per indagare sul suicidio di Cesare Bonfigli, noto politico della regione.

Mario, con riluttanza, accetta l’incarico discreto di capire se la morte di Bonfigli è legata alla sua attività politica o meno. Nel secondo caso agli Interni la questione non interessa e lui potrà tornare immediatamente a Roma.

Ma per Mario tornare nella sua città natale è davvero molto doloroso. Vent’anni prima se ne è andato per amore: appena adolescente si è innamorato, ricambiato, della giovanissima Viviana. Quando lui voleva sposarla perché incinta, la famiglia di lei la costrinse ad abortire e a sposare l’uomo più ricco della regione, Cesare Bonfigli, amministratore delegato della ricca Mulini Bonfigli…

Accattivante giallo all’italiana che dipinge una provincia oscura e corrotta proprio come la grande città.

Per la chicca: nel 1976 Ugo Tognazzi veste i panni di Mario Aldara nell’adattamento cinematografico “Al piacere di rivederla”, la cui sceneggiatura è scritta dallo stesso Levi assieme a Ruggero Maccari, Maurizio Costanzo e Marco Leto, che lo dirige.
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"Un Rickenbacker è per sempre" (cit. Gius)
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Gius
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Re: Ritratto di provincia in rosso

Messaggio da Gius »

Note personali:
1) E' un libro che mi fu regalato in un momento particolare, e forse proprio per questo vi sono particolarmente affezionato;
2) tratta di un vizio scabroso e vergognoso, che verrà alla ribalta negli anni a venire e che, purtroppo, non è ancora stato debellato (e che forse mai lo sarà);
3) il film con Tognazzi è una vaccata pazzesca e non è assolutamente allo stesso livello qualitativo del libro.
"Un Rickenbacker è per sempre" (cit. Gius)
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Re: Ritratto di provincia in rosso

Messaggio da Insight »

Non lo conosco. Di gialli ne ho letti veramente pochi perche' non mi attirano particolarmente. Il fatto che si utilizzi la dimensione del giallo per mettere in luce vizi e depravazioni della borghesia ricorda molto Fruttero e Lucentini.
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Whiteshark
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Re: Ritratto di provincia in rosso

Messaggio da Whiteshark »

Non me ne voglia Levi, ma Fruttero e Lucentini sono di un altro livello.
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Re: Ritratto di provincia in rosso

Messaggio da Insight »

A proposito dei Forum che stufano e non sono più di moda, questa recensione e' interamente copiata da un altro sito :roll:

http://www.valeriotagliaferri.it/?p=4820

Bah, che pena.
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Whiteshark
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Re: Ritratto di provincia in rosso

Messaggio da Whiteshark »

Questa "provincia oscura e viziosa", piena di inconfessabili segreti, mi ricorda vagamente quella descritta da Pupi Avati nel suo magnifico thriller "La casa dalle finestre che ridono".
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Re: Ritratto di provincia in rosso

Messaggio da Whiteshark »

Terminato ora il libro, che confesso mi è veramente piaciuto moltissimo, confermo la vicinanza (parere personale) con l'horror gotico di Pupi Avati, che (fatto del tutto casuale) uscirà un anno dopo. A questo punto oggi pomeriggio tiro fuori il DVD e mi rivedo le peripezie di Capolicchio...
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